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ANALISI STATISTICA DELLE RISPOSTE

Per quanto riguarda il questionario rivolto ai consulenti/promotori finanziari, si è proseguita l’analisi dei dati raccolti, utilizzando Excel, per determinare alcuni indici, nello specifico:

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a) L’indice Alpha di Cronbach: per verificare l’attendibilità di ogni dimensione estrapolata. Questo indice è stato calcolato per ciascuna dimensione dell’Intelligenza Emotiva, per vedere se c’è coerenza tra le domande formulate ed il fattore che si va ad analizzare. Nello specifico, l’indice è accettabile se p>0,60;

b) La statistica T di Student (o T Test): per confrontare le medie di due campioni e valutare se la differenza delle stesse è significativa, cioè non è dovuta al caso. Se la probabilità calcolata (P) è <0,05, allora la differenza tra le medie è significativa.

c) L’indice di correlazione: per individuare se c’è una relazione tra due grandezze. Nello specifico, questo indice ha un valore compreso tra (-1 e 1), e se assume valore 1, significa che c’è una correlazione positiva, cioè all’aumentare di una grandezza aumenta anche l’altra; se assume valore -1, c’è piena correlazione negativa, cioè, all’aumentare di una dimensione, l’altra diminuisce. Valori prossimi allo zero indicano assenza di correlazione.

- L’indice Alpha di Cronbach

Per prima cosa si è proceduto al calcolo dell’indice Alpha di Cronbach, per ciascuna dimensione dell’Intelligenza Emotiva, per verificare la coerenza interna di raggruppamenti di item; in generale, nello studio di un questionario di atteggiamenti, elevati valori di Alpha indicano che i soggetti esaminati esprimono un atteggiamento coerente riguardo a ciascun item appartenente a ciascuna dimensione.

Il valore di Alpha=0,60 indica un livello appena accettabile di coerenza interna e di

adeguatezza di costrutto del test costruito.

www.servizi.psice.unibo.it/uploads/luci_htbxpghrgipuelfymxwkbkdfsfkhqp.doc 

Nel questionario , solo per la dimensione “Consapevolezza Sociale”, si è trovato un Alpha=0,6 cioè appena accettabile. Per le altre dimensioni questo indice risulta molto inferiore allo 0,6 e sta ad indicare bassa consistenza interna, cioè, alcuni item non costituiscono una misura soddisfacente del costrutto. In seguito a questa constatazione, si è provveduto ad eliminare qualche item da una determinata dimensione, per esempio, nella consapevolezza di sé, ma alla fine, il risultato non è cambiato. Si può infine presumere che le domande del questionario non siano state costruite in modo corretto. In ogni caso, sembra attendibile solo la “Consapevolezza Sociale”. Nel primo calcolo risulta un Alpha pari a 0,6 mentre nel secondo un Alpha pari a 0,6696 (togliendo l’item Q09), risultato migliore del precedente anche se sempre “appena accettabile”.

- La statistica T Test

Come secondo passo, per ogni item, è stato calcolato il T test (o test delle medie) rispetto al genere, per vedere se la differenza tra le medie dei maschi da quella delle femmine è significativa o, in caso contrario, è puramente casuale. Si evidenzia comunque che in base a questo test, non si può dire con sicurezza che, per esempio, la differenza tra le due medie è significativa. Esistono altri test più precisi ed inoltre, il calcolo del T test richiede delle condizioni particolari per essere calcolato (la distribuzione dei dati deve essere una distribuzione Normale e le osservazioni devono essere raccolte in modo indipendente).

Nel questionario in esame, sotto sono riportati i valori del T Test, il cosiddetto p-value, per la dimensione “Consapevolezza di sé”.

Tabella 5.Calcolo del T Test per “Consapevolezza di sé”

Item Q01 Item Q02 Item Q03 Item Q04 Item Q05

0,020 0,192 0,001 0,158 0,121

Per quanto riguarda la “Gestione di Sé”, la differenza tra le medie non è mai significativa, come si può vedere dalla tabella qui sotto:

Tabella 6. Calcolo del T Test per “Gestione di sé”

Item Q06 Item Q07 ItemQ08

0,344 0,359 0,284

In riferimento alla “Consapevolezza Sociale”, anche per questa dimensione si riscontra che la differenza tra le medie dei maschi con quella delle femmine non è significativa:

Tabella 7. Calcolo del T Test per “Consapevolezza sociale”

Item Q09 Item Q10 Item Q11 Item Q12 Item Q13 Item Q14

0,130 0,253 0,198 0,448 0,296 0,281

Infine, anche nell’ultima dimensione “Gestione delle relazioni interpersonali”, sembra del tutto casuale la differenza tra le medie dei maschi e quella delle femmine:

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Tabella 8. Calcolo del T Test per “Gestione delle relazioni interpersonali”

Item Q15 Item Q16 Item Q17 Item Q18 Item Q19

0,362 0,233 0,389 0,258 0,216

- L’indice di Correlazione di Pearson

Come terzo passo, si è provveduto a verificare se tra i vari item e l’età ci fosse una certa relazione, ad esempio, se con l’aumentare dell’età aumenta anche la consapevolezza di sé dei consulenti intervistati. La stessa analisi è stata fatta anche per valutare la relazione tra ogni item e gli anni di esperienza. Sotto si riportano gli indici di correlazione per ciascun item e per ogni dimensione, la prima riga si riferisce agli item, nella seconda è riportato l’indice di correlazione calcolato in base all’età, infine la terza riga riporta l’indice di correlazione calcolato in base agli anni di esperienza.

Tabella 9. Calcolo dell’indice di Correlazione per “Consapevolezza di sé”

Item Q01 Item Q02 Item Q03 Item Q04 Item Q05

0,023 0,037 0,029 0,147 0,048 Età

0,045 0,113 -0,052 0,195 0,162 Esperienza

Tabella 10. Calcolo dell’indice di Correlazione per “Gestione di sé”

Item Q06 Item Q07 Item Q08

-0,113 0,048 0,180 Età

0,007 0,206 0,229 Esperienza

Tabella 11. Calcolo dell’indice di Correlazione per “Consapevolezza Sociale”

Item Q09 Item Q10 Item Q11 Item Q12 Item Q13 Item Q14

0,158 -0,114 0,047 -0,024 -0,067 0,014 Età

0,108 0,081 0,030 0,103 0,088 0,049 Esperienza

Item Q15 Item Q16 Item Q17 Item Q18 Item Q19

0,166 0,076 0,124 -0,156 -0,046 Età

0,110 0,118 0,145 -0,028 0,210 Esperienza

Come si può vedere dalle tabelle riportate sopra, nessun item sembra avere una relazione né per quanto riguarda l’età degli intervistati, né per quanto concerne gli anni di esperienza. I valori che si avvicinano allo zero infatti, indicano assenza di correlazione.

- Il confronto tra consulenti e “persone comuni”: il Test Chi-Quadrato

Per vedere se esistono delle relazioni tra le risposte date dai consulenti, e quelle date dalla gente comune, si è calcolato il test Chi-quadrato su Excel, prendendo a riferimento solo gli item comuni a entrambi i gruppi di intervistati. Per il calcolo di questo indice, l’ipotesi nulla (H0) consiste nell’assenza di relazione statistica tra 2 variabili o indipendenza. Convenzionalmente si respinge questa ipotesi se p<0,05 (cioè in questo caso c’è proprio una relazione tra consulenti e persone comuni, la differenza non è dovuta al caso).

Per quanto riguarda la “consapevolezza di sé”, è interessante il test chi-quadro calcolato per l’item 3 (saper ammettere i propri limiti) e l’item 4 (saper valorizzare i propri punti di forza). Nello specifico, nell’item 3 il chi-quadro risulta 0,048113 mentre nell’item 4 risulta 0,001834. Come si può osservare, sono entrambi valori inferiori a 0,05; quindi per questi item sembrerebbe esistere una relazione tra consulenti e gente comune. Dalle risposte date, è vero che i consulenti sanno ammettere in misura maggiore i propri limiti (74 contro 61 delle persone normali) e valorizzare maggiormente i propri punti di forza rispetto alle persone normali (65 contro 53 delle persone normali) e questo viene confermato anche dal test chi-quadro.

In riferimento alla “gestione di sé”, è stato riscontrato un buon indice chi-quadro in merito alla domanda riguardante la fiducia che i consulenti o le persone normali in generale ispirano alle altre persone (chi-quadro = 0,000211). Anche in questo caso dunque, la differenza tra le risposte date dai due gruppi di intervistati non è casuale; infatti ben 74 consulenti ritengono di ispirare molta fiducia agli altri, mentre solo 58 persone comuni affermano la stessa cosa.

Per quanto riguarda la “consapevolezza sociale”, molto interessante è il test chi-quadro calcolato per la domanda inerente all’empatia (chi-quadro = 0,000575): infatti, quasi tutti i

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consulenti/promotori intervistati (ben 73), ritengono di riuscire a mettersi nei panni delle altre persone, e di riuscire a comprendere le loro prospettive (solo 51 persone comuni hanno risposto lo stesso). Anche questa è una differenza significativa. Analogo discorso anche per la domanda successiva, che chiede agli intervistati la capacità di riuscire a comprendere gli stati d’animo o l’emotività degli altri individui. Anche in questo caso il test chi-quadro è buono (0,005513) e consente di dire che esiste una relazione tra i due gruppi di intervistati. Nello specifico i consulenti finanziari sanno riconoscere meglio degli altri l’emotività delle altre persone (67 consulenti contro 57 persone comuni).

Infine, riguardo alla “gestione delle relazioni interpersonali”, un risultato interessante è il test chi-quadro calcolato in riferimento alla capacità di saper risolvere divergenze tra il proprio modo di pensare e quello degli altri (chi-quadro = 0,000992). In questo caso le persone comuni sembrerebbero più abili a risolvere questi conflitti, rispetto ai consulenti (39 persone comuni contro 18 consulenti; la maggior parte dei consulenti (52) ha risposto con “qualche volta”). Analoga constatazione anche per quanto riguarda la capacità di riuscire a negoziare e a trovare degli accordi per risolvere situazioni di disaccordo tra gli intervistati e gli altri individui. Il test chi- quadro è buono (0,000542), inoltre 37 persone comuni ritengono di riuscire a risolvere quei conflitti (contro 17 dei consulenti finanziari).

- Confronto tra consulenti finanziari e “persone comuni”: grafici

Di seguito si riportano dei grafici che mettono in evidenza eventuali differenze o somiglianze nelle risposte ottenute dai due gruppi di intervistati.

Il grafico riportato qui sotto sta ad indicare la frequenza con cui i consulenti (denominati “esperti”) e le persone comuni, (denominate “non esperti”) si trovano a pensare alle proprie emozioni e alle reazioni che suscitano in se stessi e nelle altre persone. Si osserva che le risposte in linea di massima coincidono.

GRAFICO 1. Frequenza di pensare alle proprie emozioni ed alle reazioni che suscitano

Come già constatato, anche dal grafico qui sotto, i consulenti finanziari sembrano più empatici rispetto alle persone comuni:

GRAFICO 2. La capacità di “mettersi nei panni” delle altre persone.

Qui sotto si riporta il grafico che illustra la capacità degli intervistati di riconoscere l’emotività delle altre persone; come già detto in precedenza, i consulenti sembrano essere più abili nel riconoscere gli stati d’animo degli altri soggetti:

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GRAFICO 3. Capacità di riuscire a comprendere gli stati d’animo altrui.

Infine si riporta il grafico inerente alla capacità di riuscire a risolvere le divergenze o situazioni di disaccordo tra gli intervistati e le altre persone; come già rilevato, le persone comuni sembrano più abili rispetto ai consulenti:

GRAFICO 4. Capacità di risolvere divergenze o situazioni di disaccordo.