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Analisi della struttura e della dinamica delle imprese attra verso i dati RICA-Movimprese

ANALISI DELLA STRUTTURA E DINAMICA DELL’IM PRENDITORIALITÀ IN AGRICOLTURA

2.4 Analisi della struttura e della dinamica delle imprese attra verso i dati RICA-Movimprese

I dati raccolti da Movimprese non consentono di avere alcune informazioni, quali ad esempio la dimensione economica (redditi, sostegno al reddito, ecc.), e il capitale umano impiegato, delle imprese.

Per questo motivo, ricorrendo alla tecnica di matching, si è tentato di inte- grare le informazioni Movimprese con quelle della RICA16, la cui gestione a livello nazionale è affidata all’INEA17. Dal 2003 l’indagine condotta dalla RICA Italia è ba- sata su un campione casuale stratificato e un peso individuale è applicato a ogni azienda del campione. La metodologia impiegata per l’allocazione del campione tra gli strati costituisce un’estensione del metodo di Neyman al caso di più variabili e adotta come metodo di risoluzione una generalizzazione della proposta di Bethel (Bethel, 1989).

Le aziende selezionate devono essere rappresentative dell’universo e ap- partenenti a un definito campo di osservazione secondo tre dimensioni: la regio- ne amministrativa, la dimensione economica (espressa in UDE18 fino all’esercizio 2009 e direttamente in euro dal 2010 in poi) e l’Orientamento Tecnico Economico (OTE). Le informazioni richieste nell’ambito della RICA sono molteplici e fanno ri- ferimento sia a dati fisici e strutturali, come la localizzazione, le superfici coltivate, il numero di capi, la forza lavoro ecc., sia a dati finanziari ed economici, come il valore della produzione, acquisti e vendite, sussidi, e così via. Dal 2010 il campione

16 La RICA è uno strumento comunitario istituito nel 1965 dal Consiglio della Comunità Economica Europea con Regolamento (CEE) n. 79/65, con lo scopo di raccogliere informazioni sulla situazione economica delle aziende agricole dei vari Paesi dell’UE. Essa rappresenta uno strumento informa- tivo di fondamentale importanza a supporto della Commissione Europea, nel processo decisionale inerente alla gestione e allo sviluppo della Politica Agricola Comune.

17 L’INEA dal 1965 (DPR n.1708/65) è responsabile per l’Italia della selezione delle aziende e della raccolta dei dati.

RICA comprende tutte le aziende dell’universo UE19 con una produzione standard pari ad almeno 4.000 euro.

Ai fini dell’indagine sono state utilizzate le informazioni rilevate nel 2010 su un campione di circa 11.000 aziende. Attraverso i codici fiscali è stato possibile unire le informazioni presenti nelle banche dati RICA e Movimprese e individuare 121 aziende in comune tra le due indagini campionarie. Su questo campione, sul- la base delle informazioni disponibili, è stata eseguita un’analisi descrittiva degli aspetti più importanti che mostrano forti differenziazioni, sia per genere sia per età. Va però precisato che queste differenziazioni tuttavia, sono molto probabil- mente dovute alla composizione del campione, che non è costruito per essere rap- presentativo dell’età o del genere dei conduttori e che quindi non riesce a restituire una corretta interpretazione del fenomeno.

Il lavoro effettuato è stato utile per verificare la possibilità di integrare le due banche dati; tuttavia, sarebbe auspicabile un maggiore approfondimento degli aspetti considerati utilizzando tecniche statistiche adeguate che possano consen- tire di individuare un campione più esteso e rappresentativo della realtà agricola nazionale.

2.4.1 La struttura delle aziende agricole del campione integrato

Quasi il 40% delle imprese individuate è concentrato nel Sud del Paese, una equa distribuzione appare tra le regioni del Centro Nord mentre nelle isole se ne rilevano meno del 10% (tabella 2.6). Circa il 70% delle aziende considerate è con- dotto da uomini. La superficie media delle aziende è di circa 30 ettari, ma si denota una forte differenziazione a livello di genere: le aziende maschili presentano una superficie media molto più elevata rispetto a quelle femminili, con punte di oltre 40 ettari nel Centro e nel Nord. Anche per quanto concerne l’impiego di lavoro, misu- rato in termini di unità di lavoro per azienda, le prime mostrano valori più elevati, ma in ogni caso abbastanza contenuti, con una media nazionale di 1,7 unità.

Tra le informazioni di tipo economico presenti nella banca dati RICA (tabella 2.7), sono state scelte la Produzione Lorda Vendibile (PLV), il Reddito Netto (RN) e l’ammontare degli aiuti percepiti dalle aziende. Trattandosi, come si è visto, di aziende di grandi e medie dimensioni, non sorprende che i dati medi siano piut-

19 Il campo di osservazione UE è costituito da tutte le aziende operanti nel settore agricolo con almeno un ettaro SAU la cui produzione presenta un valore di almeno 2.500 euro; non rientrano nel campo di osservazione le aziende esclusivamente forestali.

tosto elevati, con una PLV media di oltre 140.000 euro e un RN aziendale che si aggira sui 58.000 euro, mente gli aiuti fanno registrare una media di circa 12.000 euro. Va però sottolineato che le differenze di genere appaiono ancora più marcate, a vantaggio delle aziende maschili e generalmente si riscontrano valori più elevati nelle regioni del Centro Nord.

Tabella 2.6 – Distribuzione del numero di aziende, della SAU media (ha) e delle Unità di lavoro medie per Circoscrizione geografica

Circoscrizione N. Aziende SAU UL

Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini

Nord 45 10 35 31,2 14,6 35,9 1,7 1,4 1,7

Centro 21 7 14 36,8 22,0 44,1 1,4 1,7 1,3

Sud 55 19 36 24,6 18,9 27,6 1,7 1,2 2,0

Totale 121 36 85 29,1 18,3 33,7 1,7 1,3 1,8

Fonte: Elaborazione INEA su dati RICA-Movimprese

Tabella 2.7 – Distribuzione della Produzione Lorda Vendibile, del Reddito Netto e degli Aiuti per Circoscrizione geografica (valori medi in euro)

Circoscrizione PLV Reddito netto Aiuti UE

Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini Totale Donne Uomini

Nord 215.569 41.060 265.428 92.316 12.589 115.096 14.365 8.795 15.956 Centro 148.802 96.991 174.708 65.035 32.018 81.544 24.791 7.770 33.301 Sud 82.030 49.462 99.218 28.309 19.068 33.186 6.131 4.075 7.216

Totale 143.282 56.370 180.091 58.487 19.786 74.878 12.432 6.105 15.111

Fonte: Elaborazioni INEA su dati RICA-Movimprese

Data l’importanza crescente che negli ultimi anni rivestono le attività con- nesse a quella agricola, si è ritenuto opportuno considerare nell’analisi anche questo aspetto. I ricavi derivanti da queste attività ammontano in media a circa 900 euro, ma sono forti le differenziazioni sia a livello territoriale sia di genere; se ne rileva la presenza, infatti, solo nelle aziende del Centro e del Sud e le aziende maschili mostrano ricavi di gran lunga più elevati, in media circa 5.000 euro contro i soli 750 euro delle corrispettive femminili. I ricavi considerati sembrano frutto dell’attività di agriturismo nel Sud, mentre l’attività di contoterzismo è quasi del tutto concentrata nel Centro e, forse come era possibile prevedere, del tutto as- sente nelle aziende femminili. Anche in questo caso, come detto in precedenza, va tuttavia precisato che i valori potrebbero risultare distorti a causa della composi-

zione del campione non rappresentativo degli aspetti legati al genere dei condut- tori.

Le aziende del campione integrato denotano una forte presenza giova- nile, il 47% è, infatti, condotto da imprenditori con meno di 40 anni e in pre- valenza di genere maschile (70%). Se si confrontano i dati che si riferiscono rispettivamente alle aziende condotte da giovani e a quelle condotte da non giovani, emergono delle forti differenziazioni a livello territoriale. Contraria- mente a quanto ci si poteva attendere, le aziende condotte da giovani pre- sentano valori molto più contenuti sia in termini di PLV (73.125 euro contro 205.765 dei non giovani), sia di RN (23.791 euro contro 89.389 dei non giovani) e di aiuti pubblici ricevuti (7.566 euro contro 16.765 dei non giovani).

Le aziende condotte da giovani donne appartenenti al campione inte- grato presentano dei valori medi più contenuti rispetto sia al dato nazionale sia alle aziende giovani in generale. In particolare, la PLV e il RN (rispetti- vamente con 41.431 e 12.184 euro) appaiono più bassi nelle regioni del Nord rispetto alle altre, mentre gli aiuti pubblici sono concentrati maggiormente al Centro mentre l’unica attività connessa realizzata da queste aziende è l’agri- turismo, che si concentra nel Sud.

L’incidenza del sostegno pubblico alle aziende è stata analizzata sia in rapporto al RN sia alla PLV ed è emerso che mentre a livello nazionale20 gli aiuti pesano sul reddito per circa il 21%, le aziende condotte da donne presen- tano una dipendenza maggiore dal sostegno che, soprattutto nelle regioni del Nord, va a costituire una parte preponderante del reddito aziendale. Rispetto alla PLV l’incidenza degli aiuti pubblici appare più contenuta; tuttavia, anche in questo caso, le aziende al femminile sembrano beneficiare di più del so- stegno.

Il campione integrato di aziende è caratterizzato da una forte presenza di aiuti afferenti al I pilastro della PAC, che rappresentano circa il 70% del totale del sostegno pubblico ricevuto dalle aziende, i sussidi allo sviluppo ru- rale ammontano al 28% circa, mentre gli aiuti di Stato rivestono un ruolo mol- to marginale. A livello territoriale la distribuzione del sostegno fa registrare una forte preponderanza degli aiuti del I pilastro, soprattutto in Centro, dove sfiorano il 90% del totale dei sussidi ricevuti mentre le altre circoscrizioni si allineano alla media nazionale e gli aiuti allo sviluppo rurale sembrano distri-

20 Gli aiuti pubblici presenti in Banca dati RICA si distinguono in: aiuti di Stato che comprendono anche quelli regionali e locali; aiuti UE alla produzione (I pilastro); aiuti UE allo sviluppo rurale (II Pilastro).

buiti piuttosto equamente sul territorio. In particolare, mentre le aziende ma- schili sembrano ricalcare l’andamento nazionale, quelle femminili mostrano una distribuzione territoriale leggermente diversa. Nel Nord Est e nelle Isole, infatti, le misure relative allo sviluppo rurale appaiono del tutto assenti, così come gli aiuti di Stato, che appaiono concentrati solo nelle regioni del Centro, mentre gli aiuti del I pilastro registrano una presenza maggiore e diffusa, a eccezione del meridione, dove invece prevalgono gli aiuti allo sviluppo rurale.

Nelle aziende guidate da giovani gli aiuti del I e II pilastro sono distribu- iti in maniera piuttosto simile. Se però si analizza la distribuzione territoriale, emergono delle differenziazioni: ad esempio nel Nord Est si riscontra una for- te prevalenza del sostegno allo sviluppo rurale, mentre nel Centro prevalgono gli aiuti alla produzione e nel Nord Ovest quelli di Stato. Per quanto concerne le aziende condotte da giovani donne, l’analisi mostra una maggiore presenza di sostegno allo sviluppo rurale e una prevalenza degli aiuti del I pilastro nelle regioni centrali, mentre gli aiuti di Stato sono del tutto assenti.

Per quanto riguarda il lavoro impiegato in azienda, questo è soprattutto di tipo familiare mentre quello dipendente occupa un ruolo marginale. A que- sti risultati va tuttavia aggiunto il ruolo importante rivestito dal ricorso al con- toterzismo che, soprattutto nelle aziende con ordinamenti produttivi intensivi e condotte da persone anziane o da donne, riesce a garantire la sopravvivenza delle stesse. Le informazioni relative alla tipologia di impiego ci dicono che nella maggior parte dei casi si tratta di imprenditori agricoli; abbastanza dif- fusi su tutto il territorio sono gli operai comuni, mentre quelli specializzati e qualificati sono presenti in percentuale minore e una piccola quota è detenuta dai braccianti avventizi. Se, infine, si fa riferimento alla provenienza dei la- voratori impiegati in azienda, nella maggioranza dei casi si tratta di italiani, una piccola percentuale è rappresentata da lavoratori di provenienza africa- na, mentre si rileva, anche se di modesta entità, una presenza di asiatici; per quanto riguarda i paesi europei, invece, nelle aziende del campione integrato sono presenti lavoratori provenienti da Albania e Romania e questi ultimi sono i più diffusi sul territorio.

Nelle aziende condotte da donne, la prevalenza del lavoro familiare ap- pare ancora più evidente, mentre quello dipendente è presente solo nel Nord Ovest e nel Centro, e il lavoro avventizio riveste, infine, un ruolo seconda- rio. Il ruolo di imprenditrice risulta in percentuale più diffuso, sia rispetto alle aziende condotte da uomini, che rispetto alla media nazionale, ma ciò potrebbe essere dovuto a strategie di tipo opportunistico finalizzate al rag-

giungimento dei requisiti richiesti per l’accesso ai finanziamenti pubblici. Può infatti succedere che la donna subentri al marito nella conduzione dell’azien- da semplicemente al fine di percepire i finanziamenti previsti dalle misure di politica agricola e non in un reale avvicendamento nella gestione dell’azienda. Forte appare nelle aziende femminili anche la presenza di operaie comuni; la specializzazione è, invece, meno comune e più concentrata nel Nord Ovest, mentre le braccianti avventizie sono più diffuse nel Centro Sud. La provenien- za dei lavoratori è quasi totalmente nazionale, salvo una piccola percentuale al sud di provenienza asiatica.

Anche le aziende condotte dagli uomini mostrano una maggiore pre- senza del lavoro familiare in tutte le circoscrizioni geografiche, ad eccezio- ne delle Isole, dove prevale quello avventizio; il lavoro dipendente è diffuso su tutto il territorio anche se riveste un ruolo secondario. A differenza delle aziende femminili, in questo caso in nessuna delle circoscrizioni geografiche il ruolo di imprenditore supera il 50% del totale delle tipologie di occupazione, mentre sono più diffusi gli operai comuni.

Nelle aziende condotte da giovani il lavoro dipendente è quasi del tutto assente e quello avventizio riveste un ruolo secondario rispetto al familiare. Nelle aziende condotte da meno giovani, in quasi tutte le regioni, aumenta la presenza del lavoro dipendente, anche se in percentuale rappresenta sempre una quota residuale del lavoro impiegato in azienda, mentre nelle Isole pre- vale l’avventizio su tutte le altre tipologie di lavoro. Tra i lavoratori dipendenti, però, i braccianti avventizi sono più diffusi nelle aziende giovani, così come gli impiegati e gli operai qualificati. Nelle aziende giovani la percentuale di lavoratori provenienti dall’estero è sempre contenuta, ma più elevata rispetto alla media nazionale.

Le aziende condotte da giovani donne sono, infine, caratterizzate da un impiego quasi esclusivo del solo lavoro familiare mentre quello avventizio è rilevato solo nel Centro Sud. Tra le tipologie di lavoro prevale l’operaio comu- ne, nel Nord Est e nel Sud, dove è più diffuso anche il lavoro specializzato, mentre i braccianti avventizi sono presenti solo nel Centro.

L’ultimo aspetto considerato nell’analisi è quello della tipologia di occu- pazione e dall’esame del campione integrato è emerso che settori occupazio- nali più diffusi sono le coltivazioni, un impiego generico e il contoterzismo e, in misura minore, le attività di allevamento. Confrontando i dati per genere ed età dei conduttori non si sono riscontrate a riguardo differenze interessanti.

2.5 I fattori determinanti della natalità e della mortalità delle