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Problemi e opportunità: cosa pensano i giovani e le donne dell’attività agricola

PROBLEMATICHE E FABBISOGNI IMPRENDITORIALI Introduzione

3.3 Problemi e opportunità: cosa pensano i giovani e le donne dell’attività agricola

A seconda del soggetto sentito, dell’impresa che conduce e del territorio in cui opera, le questioni emerse dalle indagini dirette hanno trovato un diverso grado di sensibilità rispetto alla problematica e al relativo fabbisogno espresso.

La tabella 3.2 riporta sia il grado di intensità con il quale le questioni sono state segnalate sia un tentativo di classificazione rispetto alle macro voci analizza- te nei precedenti paragrafi. La lettura della tabella, infatti, pur se riconducibile alle questioni già affrontate, mette in evidenza nuovi elementi o pone sotto una luce del tutto nuova la ragione del problema o l’emergere di un certo fabbisogno.

Tabella 3.2 – Fattori di opportunità e di criticità segnalati (frequenza)

Opportunità Criticità

Accesso ai fattori produttivi ** ***

Accesso al credito **** ****

Accesso ai finanziamenti pubblici

Semplificazione/burocrazia *** ***

Sgravi/accise * **

Quote *

Contributi adeguati *** *

Mancanza di conoscenze e com- petenze professionali adeguate

*** *

Capacita manageriali **

Mancanza Assistenza tecnica,

consulenza e servizi adeguati * **

Commercializzazione prodotti

Valorizzazione **

Prezzi (Valore aggiunto alla produzione) *** ***

Sbocchi di mercato *** *** Concorrenza *** Adeguamento a norme ** Innovazione ** * Qualità *** Tutela ** Filiera/Reti di impresa ** **

Filiera corta, vendita diretta **

Diversificazione/multifunzionalità ***

Infrastrutture/territorio * **

Tutela ambiente * *

Collaborazione con Enti locali **

Redditività ***

Altro ** ***

* bassa 1-5, **madio bassa 5-20, ***medio alta 20-50; ****oltre 50 Fonte: Elaborazione INEA su dati del questionario

Tra i fattori di “opportunità” ritenuti più importanti sono segnalati oltre le questioni relative all’accesso al credito, quelle legate all’accesso ai finanziamen- ti pubblici, soprattutto in termini di contributi adeguati e di semplificazione delle

procedure amministrative, e le questioni relative all’accompagnamento e alla con- sulenza indirizzate alle esigenze dell’impresa.

Molto segnalata è la questione della commercializzazione dei prodotti che, così come strutturata, determina bassa remunerazione del lavoro agricolo. I prezzi di collocamento delle merci sono bassi e basso è il potere di contrattazione degli imprenditori. Per la gran parte dei soggetti coinvolti la soluzione potrebbe arrivare da accordi di filiera trasparenti, dall’associazionismo interprofessionale o da norme che tutelino il produttore primario nella catena di formazione dei prezzi finali delle produzioni.

Accanto alla questione dei prezzi, emerge quella degli sbocchi di mercato: gli imprenditori lamentano la scarsa valorizzazione dei prodotti, il difficile accesso ai mercati esteri e i rapporti complessi con gli intermediari. Anche in questo caso la soluzione sembra essere la rete, l’associazionismo e l’integrazione tra soggetti e imprese. La strutturazione delle filiere determina trasparenza dei rapporti lungo la catena produttiva e implica impegni reciproci a seguito di accordi sottoscritti. Nello stesso tempo si guarda anche alla filiera corta come opportunità per la commercia- lizzazione delle produzioni aziendali.

Le criticità commerciali sono anche un elemento che determina la bassa red- ditività dell’attività agricola. Un’impresa che garantisce redditi bassi è di per sé pro- blema nel momento in cui, come spesso segnalato, i costi superano le entrate. La soluzione al problema è, in questo caso, ricondotta alla diversificazione delle attività aziendale. Non a caso, questa problematica è segnalata da imprese con fatturati medio-bassi (fino a 25.000 euro annui) che insistono su interventi che possano ren- dere più competitiva l’impresa, sull’esigenza di tutela della qualità, di certificazione delle produzioni, di marchio e di politiche commerciali a tutela dei prodotti sui mer- cati.

In molti casi, anche il ricorso alla valorizzazione qualitativa delle produzioni è visto come opportunità da cogliere, in quanto può garantire maggiori sbocchi di mercato, prezzi di collocamento più alti e un generale incremento della redditività.

Tra i fattori considerati determinanti per il successo aziendale è spesso se- gnalata la questione della collaborazione con gli Enti territoriali, che si traduce nella capacità di fare sistema con tutto ciò che il territorio offre e ricavarne valore in ter- mini di immagine del prodotto e qualità delle produzioni.

Le donne avvertono in misura più marcata degli uomini esigenze legate ai servizi di sostituzione, di consulenza e di assistenza tecnica. Le imprenditrici spesso si occupano di imprese con attività connesse a quella primaria oltre, naturalmente, a occuparsi della gestione della famiglia. Poter contare su servizi che le sostengano

nel delicato rapporto di conciliazione tra casa e lavoro è determinante per la riuscita imprenditoriale. Nello stesso tempo la presenza di questa categoria in settori tradi- zionali ad alta intensità di lavoro porta a rilevare l’esigenza di consulenze e assisten- za tecnica legate alla gestione dell’impresa dal punto di vista economico-produttivo. Molti dei problemi rilevati nella fase d’insediamento sembrano essere mo- tivo di preoccupazione costante, tanto da essere segnalati come possibili cause di insuccesso per l’attività imprenditoriale. Tra questi, è fortemente sottolineato il rap- porto con le banche, che inibisce la possibilità di realizzare nuovi investimenti, l’ac- cesso ai fattori della produzione e le questioni legate all’assistenza tecnica. Anche se spacchettata nelle varie componenti, emerge la questione dei rapporti lungo la filiera e della commercializzazione in senso lato: valorizzazione dei prodotti, sbocchi commerciali alternativi, lotta alle frodi. Ne discende che le speranze di successo aziendale sono legate alla possibilità di cooperare lungo la filiera attraverso accordi tutelanti, alla diffusione di strumenti che mirino all’integrazione tra le imprese, alla promozione di nuovi sbocchi commerciali compresi quelli legati alla filiera corta, alla qualità e valorizzazione dei prodotti.

Interessante è, anche, l’analisi dei fabbisogni per orientamento tecnico eco- nomico dell’impresa (figura 3.3), da cui emergono esigenze specifiche che si legano a ritardi e condizioni tipiche delle economie di comparto.

Figura 3.3 – I fabbisogni per OTE

Fonte: Elaborazione INEA su dati del questionario

Altro

Assistenza tecnica, consulenza, servizi per l’impresa Formazione/informazione specifica

Garanzie /facilitazioni per l’acceso al credito Sostegno per l’accesso ai fattori produttivi

Supporto per la commercializzazione dei prodotti Apicoltura Arborincoltura da legno Avicolo Bovini da carne Cereali Florovivaistico Misto

Olivicolo Ortofrutta Ovicaprini

Piante officinali Suini Vitivinicolo Bovini da latte Totale 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Comparti ad alta intensità produttiva, come quello del florovivaismo e del- la zootecnia, esprimono l’esigenza di accompagnamento e formazione in attività soggette a forti innovazioni e a un ricorrente adattamento a norme produttive in continua evoluzione, soprattutto in chiave di prestazioni ambientali delle attività. Il comparto ortofrutticolo e l’olivicolo sono quelli che orientano le necessità alla commercializzazione delle produzioni; non a caso sono i comparti che più risento- no di problemi di concorrenza e quindi esprimono maggiori esigenze di tutela (se non proprio di protezione).

La suinicoltura e la cerealicoltura sono i comparti che più insistono sul- le questioni dell’accesso al credito e, più in generale, sulle garanzie. Laddove la gestione aziendale dipende periodicamente da forti investimenti a breve e brevis- simo termine è necessario poter contare su strumenti finanziari che consentano prestiti per l’approvvigionamento delle materie prime e, anche se in misura più contenuta, ai fattori della produzione. Infine, il settore vitivinicolo è quello che più ha evidenziato la necessità di avere meno burocrazia nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e più tutela del prodotto.

I giovani e le donne puntano a imprese competitive, moderne e redditizie e pensano di poter raggiungere tale stato attraverso l’innovazione tecnologica, la va- lorizzazione qualitativa delle produzioni, la diversificazione e la costruzione di reti, associazioni che possono aumentare la forza contrattuale dei singoli e promuo- vere progetti comuni. Il tutto però necessita di condizioni di contesto adeguate. È quindi necessario poter disporre di garanzie e crediti, di servizi per l’imprenditore e l’impresa, di infrastrutture adeguate e di un territorio capace di assecondare le esigenze delle imprese, di una amministrazione pubblica trasparente ed efficien- te. Le politiche dovrebbero garantire finanziamenti adeguati e accesso al credito, valorizzazione e tutela dei prodotti, condizioni di sistema che favoriscano le singole attività, azioni di accompagnamento e di supporto.

CAPITOLO 4

GLI INTERVENTI A SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIA