La Laconia è una regione peloponnesiaca che custodisce tradizioni su svariati momenti della vita di Oreste: la vendetta paterna con l’uccisione di Clitemestra ed Egisto, la purificazione a seguito del matricidio, la partenza alla volta dell’Asia Minore per la fondazione di Tenedo, la traslazione e l’uso delle sue ossa1.
I luoghi che custodiscono questi eventi, nella forma di tradizioni mitiche e cultuali, sono Amicle, Sparta e Gizio. Nella loro frammentarietà, tali vicende si presentano come segmenti mitici autonomi e rivelano l’assenza di un !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
1 Mancano testimonianze su un soggiorno dell’eroe nella regione prima della vendetta di
Agamennone, per sottrarsi a un’eventuale uccisione da parte di Egisto o della madre e organizzare la ritorsione contro gli assassini, momento ambientato più spesso nella Focide. All’infanzia di Oreste sono dedicati invece due scarni riferimenti in Stesicoro (fr. 218 Davies) e Pindaro (Pyth. XI 17 s.), che attestano l’esistenza di una balia, rispettivamente Laodamia e Arsinoe, a custodia del piccolo durante l’assenza dell’Atride partito alla volta di Troia. Nel caso invece di un esilio successivo al matricidio, non esistono attestazioni sull’eponimia di qualche centro cittadino, al pari di Oresteion in Arcadia.
originario e unitario ciclo epicorico sulla vita e le imprese dell’eroe nella regione, al pari ad esempio di quello su Teseo ad Atene; al contempo però nel loro complesso esse denunciano il tentativo, messo in atto almeno da parte di Sparta, di appropriarsi della figura mitica di Oreste e integrarlo nel proprio patrimonio tradizionale, al fine forse di costruire un proprio ciclo mitico locale nel tempo e tramite il confronto con le altre regioni greche, in particolare con l’Arcadia, l’Argolide e l’Attica.
Le fonti che tramandano queste vicende sono varie per estensione cronologica (da età arcaica a età imperiale) e per natura (canti epici, corali, opere storiografiche ed erudite)2. Per lo stato più o meno frammentario in cui versano e la distanza temporale che
le separa le une dalle altre, non tutte consentono di ricostruire, in maniera completa, i vari modi in cui il mito di Oreste nei vari centri laconici è stato funzionalizzato di volta in volta, in base ai vari contesti di performance mitica o cultuale ipotizzabili. Di Simonide, ad esempio, il fr. 549 Page costituisce l’unica traccia della possibile composizione di un poema o altro sull’uccisione di Agamennone e forse la vendetta di Oreste da parte del poeta, del quale tuttavia conosciamo solo l’ambientazione ἐν Λακεδαίµονι. Stesicoro, Pindaro ed Erodoto sono invece i primi a recare testimonianza delle rispettive vicende trattate, che a sua volta Pausania eredita, integrandole e ampliandole spesso con tradizioni locali successive ed esistenti ancora ai suoi tempi. Alla luce di una tale condizione di frammentarietà, ogni interpretazione o ricostruzione di relazioni tra le fonti risulta ipotetica e parziale, quindi passibile di correzione e miglioramento alla luce di nuove scoperte.
A questo primo gruppo di fonti, definibile come principale perché incentrato direttamente su Oreste e le sue vicende, ne va aggiunto un secondo, riguardante più in generale il legame della famiglia atridica con la Laconia, specificatamente con Sparta3.
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2 Stesich. frr. 210-219 Davies; Simon. fr. 549 Page = fr. 276 Poltera; Pind. Pyth. XI 15-37; Nem. XI
33-38; Hdt. I 67-68; Hellanic. FGrHist 323a F 22a; Paus. II 18, 5-6; III 1, 5; 1, 6; 2, 1; 3, 5-7; 11, 10; 22, 1; 22, 10; VIII 54, 4. A queste vanno aggiunte, almeno in chiave problematica, le testimonianze di Od. IV 512- 547 (insieme a Od. III 247-252; 255-261; 309-312; IV 90-99) e di [Hes]. fr. 197 Merkelbach – West, che potrebbero recare traccia, in maniera più o meno evidente, di un’ambientazione laconica per la dimora dell’Atride e la sua uccisione, con un potenziale riferimento alla vendetta da parte di Oreste in tale orizzonte spaziale.!
3!Erodoto parla di Agamennone come sovrano spartano (VII 159), e dell’esistenza a Sparta del
γένος dei Taltibiadi, discendenti di Taltibio, araldo dell’Atride nell’Iliade (VII 133-134), la cui tomba è collocata nella città (Paus. III 12, 7). Aristotele attesta analoga importanza quando evoca la politica dell’Atride condottiera come la migliore forma di governo nel contesto della costituzione spartana (Pol. 1285a 3-12). Le campagne militari contro i Persiani, prima nella persona di Siagro (Hdt. VII 159) poi in
Benché non direttamente pertinenti alla vendetta, al matricidio e alla purificazione di Oreste, queste testimonianze secondarie sono utili a individuare un più generale contesto ideologico attraverso cui spiegare la presenza della famiglia atridica nella regione, legata più spesso, e in parte dalla fonti più antiche, all’Argolide e all’Arcadia.
Negli studi sulla presenza di Oreste e Agamennone in Laconia si è parlato spesso di una versione spartana del mito; di una sua funzionalizzazione politica in chiave propagandistica a opera di Sparta a partire da VI sec. a.C.4; di iniziatori specifici di tale
versione, spinti da interessi campanilistici5. Approcci di questo genere rischiano di far
perdere la dimensione strettamente locale di certe varianti, spesso legate a culti antichi e divincolate da specifiche vicende politiche, come quelle dell’espansionismo di Sparta nel Peloponneso; soprattutto impediscono di esaminare nella giusta prospettiva evoluzioni e cambiamenti in seno alle tradizioni medesime.
Non esistono studi che tengano ad esempio in debita considerazione la distinzione tra la localizzazione amiclea (Pindaro) e quella potenzialmente spartana (Stesicoro e Simonide) delle vicende, se non in chiave di evoluzione e degenerazione della prima dalla seconda, considerata originaria e promossa dal poeta di Imera6. Analizzare
invece le versioni nella giusta prospettiva diacronica (che non è necessariamente quella data dalla successione cronologica Stesicoro-Pindaro), ovvero alla luce delle evidenze archeologiche provenienti da Amicle e della relazione di quest’ultima con Sparta prima e dopo il sinecismo permette di dare il giusto valore alla varianti in questione.
La scelta d’ordine nel presentare l’esame delle fonti risponde dunque alla necessità di revisionare, almeno in parte, certe interpretazioni della critica, inserendo la !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
quella di Agesilao (Xen. Hell. III 4, 3; Plut. Ages. IV 6-8; Paus. III 9, 3-4), rivendicano Agamennone come sovrano spartano e la sua spedizione contro Troia come modello di ogni campagna contro lo straniero. Testimonianze tarde attestano invece l’esistenza del culto di Zeus-Agamennone nella regione (Lycophr.,
Alex. 335-339; 1123-1125; 1369-1373; scolii ad loca; Eusth. ad Hom. Il., vol. I 259, 13 ss.; Clem. Alex., Protr.
II 38, 2 Marcovich; Athenag. Suppl. pro Christ. I 1).
4 La traslazione delle ossa di Oreste da Tegea a Sparta, le campagne militari contro i Persiani,
l’esistenza a Sparta del γένος dei Taltibiadi sono interpretati come manovre propagandistiche di Sparta che, dorica, trova nel patrimonio mitico acheo la legittimazione al suo espansionismo regionale ed extra- regionale.
5 È il caso di BOWRA 1934, che considera Stesicoro «the first to transfer the murder from Mycenae,
where Homer placed it (…), to spartan territory» (p. 117) e che arriva ad affermare che «it is also possible that he [scil Stesicoro] was impelled not merely by his desire to please Spartan opinion but by a desire to dissociate himself from the suspicion of praising, or circulating myths to credit of, Argos» (p. 118). Questa tendenza, sebbene ridimensionata in alcuni punti (cfr. PODLECKI 1971), è seguita da ultimo da VASILESCU
2004.
presenza di Oreste in Laconia in un più articolato orizzonte che contempla, quando possibile, l’interconnessione tra realtà performative e relativi condizionamenti, contingenze storiche, interessi ideologici e relazioni inter-politiche tra Sparta e le altre città. Solo questa interconnessione può rendere ragione della varietà che presentano le fonti. L’esame è condotto a partire delle fonti più antiche, integrate e ampliate dove possibile da quelle più tarde, non sulla base della loro successione cronologica, ma sulla base della successione temporale degli eventi della vita dell’eroe: infanzia e vendetta (Pindaro e Stesicoro); purificazione (Pausania); colonizzazione in Asia Minore (Pindaro) e traslazione delle ossa (Erodoto).