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Appendice: Hysteron proteron nel commento serviano

Nel documento Hysteron proteron nell' Eneide di Virgilio (pagine 148-159)

7. 1. Uso improprio dei termini hysterologia e hysteroproteron nel commento serviano all’Eneide

Il commento serviano usa i termini hysteroproteron e hysterologia in modo indistinto, come buona parte della critica grammaticale antica, servendosene talvolta per segnalare altri fenomeni retorici434, nella maggior parte dei casi riferendosi ad anticipazioni di varia natura all’interno dell’ordo verborum o alla disposizione degli eventi nell’intreccio narrativo.

Servio usa in certi casi i termini riferendosi allo h. p. vero e proprio435, come ad esempio Ad Aen. I 173 dove si pone in polemica con altri commentatori, respingendo l’interpretazione di I 177-179 Tum Cererem corruptam undis Cerealiaque

arma|expediunt fessi rerum, frugesque receptas| et torrere parant flammis et frangere saxo come hysteron proteron: «multi hysteroproteron putant, non

respicientes superiora, quia dixit undis Cererem esse corruptam, quam necesse fuerat ante siccari. qui tamen etiam contra hoc illo se tuentur exemplo “nunc torrete igni fruges, nunc frangite saxo” et volunt etiam hic hysteroproteron esse. quod falsum est; nam et hodie siccari ante fruges et sic frangi videmus. et quia apud maiores nostros molarum usus non erat, frumenta torrebant et ea in pilas missa pinsebant, et hoc erat genus molendi. unde et pinsores dicti sunt, qui nunc pistores vocantur. pinsere autem dici Persius probat, ut “a tergo quem nulla ciconia pinsit” . quidam ne hysteroproteron sit, alios torrere, alios frangere accipiunt….».436

Spesso i termini hysterologia e hysteron proteron sono riferiti alternativamente da Servio alla figura dell’anastrofe, a un’inversione che non riguarda il senso ma la

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Vedi anche Lausberg, op. cit. p. 441 «Von Servius werden die beiden Termini hysterologia und hysteron proteron für bloβeWortfiguren (also für syntaktisch-rhytmische Worfolgeänderungen ohne semantischen Inhalt) angewandt, und zwar soll hysterologia die Umstellung eines einizigen. Wortes, hysteron proteron die Umstellung mehrerer Wörter bexeichnen».

435 Gli altri casi in cui Servio e le glosse danieline si riferiscono alla figura vera e propria sono Ad Aen.

I, 259; II 11-12, 134; IV 14-15, 33, 587-88; VIII 85, 201-200, 592, 611; IX 70, 563; X 140, 314, 243, già analizzati.

436 Cfr. E. Zaffagno, s. v. hysteron proteron… cit. p. 873 «Falsi casi di h. p. come già Servio Dan.

osservava (ad. l.), non giustificabili né per bisogni testuali né per una particolare ricerca di risalto, sono G. 1, 267 e E 1 179 et torrere parant flammis et frangere saxo …I due versi quasi con una sorprendente identità lessicale, senza compiere alcuna alterazione, riferiscono puntualmente una precisa pratica nella lavorazione del frumento da parte dei Pinsores, quale era sancita dalla festa dei Fornacalia».

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collocazione delle parole all’interno del verso, come ad esempio in Ad Aen. II 164: «... hysteroproteron est 'sed enim ex quo impius Tydides'; nam hysterologia unius sermonis est, ut transtra per et remos.437»; e Ad Aen. II 731: « ‘subito cum’ hysterologia est» Anche in IX 816 Servio attribuisce il termine hysterologia ad un tipo di figura che si segnala come anastrofe, in particolare la trasposizione di una sola parola, «ille suo cum gurgite flavo hysterologia est 'cum ille eum excepit': non enim procedit 'cum», a conferma dell’ampia gamma di fenomeni che rientrano nella terminologia impiegata a classificare lo h. p438.

Il commento serviano attribuisce il termine hysterologia nella maggior parte delle sue occorrenze alla tmesis cum anastrophe, come in VI 171, cava dum personat

aequora concha, «aut personare facit: aut hysterologia est, dum per cava aequora

sonat».439 Anche in X 794 Servio con il termine si riferisce non alla sequenza cronologica ma all’ordo verborum, associato alla tmesis: «... inque ligatus pro 'inligatusque': et est tmesis cum hysterologia». Torzi considera le glosse come questa «casi come quelli per cui il commento donatiano a Terenzio di parla di τμῆσις cum o semplicemente di ἀναστροφή»440. Contestuale alla tmesis sembra essere la glossa serviana ad Aen. X 845, ad caelum tendit palmas et corpore inhaeret, dove Servio tenta di giustificare la costruzione di inhaerere con l’ablativo441 attraverso un caso di tmesi e di anastrofe : «... corpore inhaeret aut inhaeret Lauso suo corpore: aut certe hysterologia est, ut sit 'haeret in corpore': melius tamen est».442 Un caso analogo in cui gli Scholia Danielina applicano a fenomeni diversi da h. p. il termine

437 Per l’interpretazione dell’espressione hysterologia unius sermonis si veda Torzi, op. cit. p. 254, che

nota in questo passo come, anche con il significato di anastrofe, i termini hysterologia e hysteroproteron siano legati e inoltre aggiunge «[relativamente al commento serviano al v. II 162] pare addirittura che l’hysteron proteron sia una forma di hysterologia, limitata al caso in cui venga spostato un solo elemento. Per ‘riordinare’ impius ex quo |Tydides sed enim…, tuttavia, è necessario riorganizzare tutta la disposizione verbale, come dimostra lo stesso commentatore, né, per il passo esaminato, hysterologia unius sermonis sembra voler fare riferimento alla trasposizione fra parole contigue, come lascerebbe supporre il parallelo con transtra per et remos. Resta quindi poco chiara questa specificazione, di cui comunque non si tiene conto; infatti l’inversione subito cum (Aen. 2, 731), al posto di cum subito, è chiosata semplicemente con hysterologia…».

438 Cfr. Torzi, op. cit. pp. 254-255.

439 Cfr. Torzi, op. cit. p. 255 che riflette sui «possibili punti di contatto con il campo dell’hypallage,

data la diversa funzione grammaticale che viene a svolgere l’elemento scisso e spostato, anche la mutuazione di disposizione provoca, sia per quel caso sia per quello ora in esame, una variazione semantica.».

440 Torzi, op. cit. p. 255.

441 Cfr. Conington, comm. cit. ad X 361 «one of those subtler instances of the local abl. in which Virg.

sometimes indulges: comp. perhaps “suffuderit ore” G. 1. 430: “mucrone induat” v. 681 below, “corpore inhaeret” v. 845 below, “adnixa columna” 12. 92».

442 Cfr. Torzi, op. cit. p. 255 «l’hysterologia associata alla tmesi, è posta in alternativa all’antiptosis,

cioè uno scambio nell’uso dei casi». In questi versi lo h. p. c’è ma Servio non sembra notarlo o fraintende la sua fonte attribuendo il termine ad altro fenomeno stilistico.

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hysterologia è in I 388, dove si riferisce in realtà sempre alla tmesis cum anastrophen: «Tyriam Carthaginem a colonis. adveneris urbem hysterologia ut supra,

hoc est ad urbem veneris.» 443

In alcuni casi il termine hysteroproteron è usato da Servio per indicare un’anticipazione nell’economia testuale e non un ribaltamento cronologico vero e proprio, come in VI 723 « ‘suscipit Anchises atque ordine singula pandit’

hysteroproteron: post hunc enim versum sequi debuit 'dicam equidem nec te

suspensum, nate, tenebo'.», dove secondo il commentatore l’annuncio del discorso diretto dovrebbe precedere l’inizio dell’oratio recta di Anchise.444

In modo analogo Servio Danielino nota un caso di h. p. in IX 83, dove Cibele rivendica per sé il merito di aver garantito la presa dell’Olimpo al figlio Giove, una parte del mito omessa nel libro III, dove era già stato trattato445, e ripresa in questo luogo in quanto funzionale alla narrazione.446 Anche in questo caso il ribaltamento non riguarda l’ordine degli eventi all’interno di una frase ma la consequenzialità della narrazione seguita dal poeta, un altro esempio che dimostra come all’interno della definizione di h. p. serviana rientrino non soltanto fenomeni di ordine sintattico e semantico ma anche la struttura stessa dell’intreccio narrativo.447

Servio osserva h. p. in VII 813, dove è descritto a chiusura del catalogo delle truppe ausiliarie l’incedere di Camilla, regina dei Volsci, fra l’ammirazione generale di uomini e donne.

illam omnis tectis agrisque effusa iuventus turbaque miratur matrum et prospectat euntem, attonitis inhians animisut regius ostro

velet honos levis umeros, ut fibula crinem auro internectat, Lyciam ut gerat pharetram

443 Cfr. Torzi, op. cit. pp. 255 e sgg.«nella maggior parte delle occorrenze l’hysterologia è legata alla

tmesi […] si tratta quindi di casi come quelli per cui nel commento donatiano a Terenzio si parla di tmesis cum ἀναστροφῄ semplicemente di ἀνάστροφη.».

444 Cfr. Torzi, op. cit. p. 244, cfr. Aen VII 813.

445 Cfr. III, 111, sgg. Hinc mater cultrix Cybelae Corybantiaque aera|Idaeumque nemus; hinc fida

silentia sacris, dove parla dell’Ida ma non del mito di Giove, allevato di nascosto su quel monte.

446

Ad loc. “sane haec narratio tertii libri erat, sed dilata est, ut hic oportunius redderetur, aut ne bis idem diceretur: potest ergo aut κατὰ τὸ σιωπώμενον videri, aut hysteroproteron.”.

447 Cfr. Feyerabend, su questo passo, Servius…op. cit. pp. 45-46 «Non rationis sed arbitrii esse

existimo si plen. Id quoque hysteroproteron dicit, quod narratio de Saturno, quae propria terti libri erat, postea demum profertur». Torzi tacet.

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et pastoralem praefixa cuspide myrtum

Il commento serviano anche qui non si riferisce all’alterazione della naturale sequenza cronologica degli eventi, ma piuttosto alla posizione degli elementi sintattici nell’ordo verborum, sono invertiti chiasticamente, infatti, gli oggetti che suscitano l’ammirazione rispetto ai soggetti, i giovani e le madri, le donne sono naturalmente attratte dall’ornamento dei vestiti e delle chiome, mentre i giovani dalle armi: «iuventus turbaque miratur matrum ante ornatum eius, post arma dicturus est: unde hysteroproteron in respondendo esse voluerunt, ut ornatum matres, viri vero arma mirentur. sed melior sensus est, si, sicut dictum est, accipiamus: ea enim sexus uterque miratur quae sunt posita contra opinionem, ut mirentur feminae arma in muliere, viri ornatum in bellatrice». Come osserva Torzi, «in particolare si tratterebbe di chiasmo per il fatto che, dopo aver preannunciato l’ammirazione dei giovani e delle donne, si scambierebbe l’ordine delle motivazioni di tale stupore»448

. I termini hysteroproteron e hysterologia talvolta identificano altri fenomeni retorici e linguistici che esulano dalla figura di pensiero, ad esempio in ad Aen. I 78, all’interno del discorso di Eolo a Giunone, Servio commenta: «hysteroproteron in sensu. non enim Juppiter conciliatur Aeolo, sed Aeolus Jovi quasi superiori». Vv. 76- 80:

Aeolus haec contra: “Tuus, o regina, quid optes explorare labor; mihi iussa capessere fas est.

Tu mihi, quodcumque hoc regni, tu sceptra Iovemque 78

concilias, tu das epulis accumbere divom,

nimborumque facis tempestatumque potentem.”

448 Op. cit. p. 244. Per la confusione fra iperbato e h. p. si veda p. 245, «Alla luce di questa glossa si

può rivedere anche l’interpretazione di quella a Aen. 1, 1, in cui si parlava di figura usitata, perché, pura avendo detto arma virumque, venivano narrate prima le peripezie di Enea e in un secondo momento le vicende belliche. Il valore comunemente dato a figura usitata è quello di hyperbaton, ora però si nota come potrebbe trattarsi invece di un hysteron proteron, senza porre le due ipotesi in alternativa, la spiegazione potrebbe costituire un indizio del fatto che l’hysteron proteron è considerato una forma di hyperbaton. Non si può escludere nemmeno che questa figura usitata resti senza un nome definito e sia sentita dal commentatore come un procedimento appunto di scambio, di trasposizione, di devianza dalle ‘regole’ del parlare comune, che, abbiamo visto nel corso della ricerca, assume diverse denominazioni, fra cui quella di hyperbaton, di hysteron proteron, di hypallage, ma anche semplicemente di figura.».

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Come osserva Torzi449, anziché a un caso di h. p. «sembra si faccia riferimento piuttosto a un’ipallage in cui è scambiato l’oggetto con il complemento di termine». Feyerabend450 spiega l’interpretazione serviana «hic id, quod prius est, non ad tempus sed ad ordinem refertur». In questo caso Servio sembra riferirsi a un ribaltamento, e interpreta forse conciliare (‘rendere benevolo, ben disposto’) come ‘rendere simpatico, gradito a’, interpretazione che non sembra appropriata a questo passo. In I 307 quas vento accesserit oras il Servio Danielino usa il termine

hysterologia non per indicare lo h. p., bensì l’assenza di preposizione che fa sì che il

complemento di moto a luogo si connetta direttamente al preverbio451.

Talvolta Servio osserva h. p. in casi di participi prolettici, tendenza seguita anche da parte della critica moderna nei casi osservati nel capitolo ad essi dedicato.452 Nel libro IX al crollo della torre sopravvivono soltanto Elenore e Lyco, quest’ultimo alle prime armi (v. 548, parmaque inglorius alba) corre verso le mura dei suoi per cercare scampo alla furia di Turno, che raggiuntolo, lo ghermisce mentre tenta la scalata. Vv. 561 sgg.:

Simul adripit ipsum

pendentem et magna muri cum parte revellit.

Qualis ubi aut leporem aut candenti corpore cycnum sustulit alta petens pedibus Iovis armiger uncis

quaesitum aut matri multis balatibus agnum

449 Cfr. I. Torzi, op. cit. p. 178,. p. 277: «Nella trattazione antica della retorica l’area della prolepsis si

sovrappone in alcuni casi a quella dell’hysteron proteron oppure a quella dell’hypallage; […] si tratta di interferenze che si verificano, per lo più, in ambito latino, quando lo stesso passo “classico” dà adito a interpretazioni differenti. I fattori che determinano questa “confusione” sono molteplici; in primo luogo interviene appunto la diversa origine dell’interpretazione dei commentatori.» Su Servio vedi p. 189: «Tecnicografi come Carisio, Donato e Plozio Sacerdote […] accolgono l’hysteron proteron fra le species dell’hyperbaton. Al medesimo ambiente scolastico afferisce Servio[…], va messa soprattutto in rilievo l’espressione hysteron proteron in sensu con cui si giustifica lo scambio di due segmenti testuali a livello semantico e non più semplicemente di ordine verbale; è proprio questo aspetto del procedimento stilistico che maggiormente favorisce l’interferenza con altre figure legate all’anticipatio, quali, ad esempio, la prolepsis. Ancora si deve evidenziare all’interno del commentario, a prescindere dalle note danieline, una differenza fra il valore di hysteron proteron e quello di hysterologia, accomunata all’anastrophe e in opposizione ad elocutio».

450 Op. cit. p. 44. 451

Cfr. I. Torzi, op. cit. pp. 256 sgg.; vedi anche O. Feyerabend, op. cit. p. 44 «Hysterologiam Servius usurpavit ut anastrophen, quam ipse non protulit.». E. Zaffagno, s.v. hysteron proteron cit. p. 873, probabilmente fraintende il senso dato qui al termine hysterologia da Servio, considerando questo passo un caso di h.p. “dubbio” e “ complesso”.

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Martius a stabulis rapuit lupus.

La forza sovraumana con cui Turno afferra il troiano fuggitivo e la resistenza di Lyco che si aggrappa con vigore sono rese attraverso il dettaglio dei frammenti di mura trascinate via (magna muri cum parte revellit v. 565)453.

La similitudine acuisce il contrasto fra l’inesperienza bellica e la fragilità di Lico rispetto alla brutalità di Turno, assimilato ora a un’aquila ora a un lupo. Non si descrive come la morte del giovane troiano avvenga, l’ellissi narrativa lascia spazio all’assimilazione di Lico a una preda indifesa (v. 563, Qualis…leporem

aut…cycnum…v. 565 aut…agnum). Al v. 563 Servio commenta: «quaesitum qui

requiritur: nam praesens a passivo non habuit. et est hysteroproteron; nam post raptum requiritur: vel 'quaesitum' requirendum, ποθητόν.»454.

Il participio quaesitum può essere interpretato come prolettico rispetto a rapuit,455 o altrimenti il cucciolo potrebbe essersi allontanato e la madre lo cercherebbe, prima che fosse rapito dal lupo456. Come osserva Torzi, in merito al commento serviano: «Simili esempi, costituiti da un verbo di modo finito e da un participio passato che esprime in realtà non uno stato antecedente ma una conseguenza del predicato stesso, sono definiti altrove hypallage»457; sembra che questo caso sia da ascrivere proprio alla definizione di ipallage, che condensa le azioni, abbreviando rispetto all’atteso “qui quaeritur”, ponendo in primo piano quaesitum, collocato in posizione enfatica a inizio del verso, con forte iperbato rispetto ad agnum, che chiude il verso. Rispetto ai modelli omerici della similitudine458, Virgilio richiede nel lettore un coinvolgimento

453 Cfr. V 858, cum puppis parte revulsa | cumque gubernaclo, dove il dio Sonno schianta la poppa

trascinando in mare Palinuro.

454

Anche Henry, comm. cit. ad loc. segue Servio.

455 Forbiger considera quaesitum un caso di presente al posto del perfetto, dovuto a ragioni metriche,

cfr. comm. ad. Geo. I, 206. Dingel, comm. cit. respinge lo h. p. «das tempus des Partizips ist kein hinreichendes Argument, hier ein Hysteron proteron zu konstatieren».

456

Cfr. Peerlkamp, che muove obiezione a Servio: «Non intellexit a stabulis, quod est procul a stabulis errantem».

457 Op. cit. pp. 245-246 «Inoltre la coscienza da parte del commentatore che l’uso del passato è dovuto

alla mancanza di un participio presente passivo, lascia ipotizzare che l’hysteron proteron non sia sentito tanto nello scambio cronologico, quanto in quello logico delle azioni. Ciò implicherebbe tuttavia una focalizzazione del problema sulla disposizione dei singoli elementi nel verso: mancando l’anteriorizzazione del participio passato, infatti, quindi di fronte a un testo del tipo “o (come) un lupo sacro a Marte rapisce dalle stalle un agnello che è cercato dalla madre con molti belati”, solo il susseguirsi delle parole può dare l’impressione di una trasposizione di una forma verbale rispetto ad un’altra.»

458 Cfr. Il. XII 397 sgg. Σαρπηδὼν δ᾽ ἄρ᾽ ἔπαλξιν ἑλὼν χερσὶ στιβαρῇσιν|ἕλχ᾽, ἣ δ᾽ ἕσπετο πᾶσα

διαμπερές, αὐτὰρ ὕπερθε| τεῖχος ἐγυμνώθη, πολέεσσι δὲ θῆκε κέλευθον.; Il. XV 690 sgg. ἀλλ᾽ ὥς τ᾽ ὀρνίθων πετεηνῶν αἰετὸς αἴθων|ἔθνος ἐφορμᾶται ποταμὸν πάρα βοσκομενάων|χηνῶν ἢ γεράνων ἢ

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emotivo nettamente superiore: come osserva La Cerda, a proposito del parallelo omerico, “Sed carent ista affectu. Ut in Virgilio videtis ex misericordia duci. Nam quis non irascitur contra lupum auditis miseris belatibus matris quaerentis agnum? Quis non rursus miseretur agni audita lupi rapacitate, qui crudeliter ab ipsis stabulis rapit praedam”.

Evandro narra di come Eracle riuscì a trovare il nascondiglio di Caco, che, accortosi di essere allo scoperto, fuggì nella sua spelonca sbarrandone l’entrata con un masso, VIII 225 sgg.:

Ut sese inclusit ruptisque immane catenis deiecit saxum, ferro quod et arte paterna pendebat, fultosque emuniit obice postis

Al v. 227 Servio osserva la presenza di h. p.459, secondo il quale l’assetto naturale del periodo sarebbe dovuto essere fulsit ut muniti essent460. Fultos può essere considerato participio prolettico ma anche, osserva Eden «fultos may not be strictly proleptic but refer to a contemporaneous action», per cui Caco mentre rafforza l’apertura la rende solida.461 In questo caso, piuttosto che hysteron proteron sembrerebbe l’attribuzione a una voce verbale (fultos) di un tempo diverso da quello “atteso”, un procedimento stilistico ben attestato in Virgilio.462 Inoltre, data l’ambiguità terminologica esistente nei commentatori antichi è possibile che Servio intendesse con h. p. proprio l’ipallage, incertezza che trapela anche dal glossatore del manoscritto Berne Burgerbib. 135 che ad Aen. VIII, 227 commenta «histeroproteron vel hypallage».463

κύκνων δουλιχοδείρων; cfr. anche Il. XII, 308 sgg.e Il XVII, 674 sgg. sempre con l’aquila come predatore. In tutti gli esempi è assente il dettaglio del richiamo materno.

459 Sostenuto da Forbiger, che porta a cfr. G.I , 320 quae gravidam late segetem ab radicibus

imis|sublimem expulsam eruerent.

460

O, ancora meglio, come intende Sabbadini, comm. cit. ad loc. “fulsit et emuniit”.

461 Differente invece è il caso di XII 97-98 Da sternere corpus|loricamque manu valida lacerare

revolsam dove revolsam esprime un’azione precedente a lacerare e il participio ha funzione prolettica e si può parlare di h. p.

462 Cfr. Görler, s. v. Eneide, EV , vol II, p. 270 e Kent, art. cit.p. 75.

463 Cfr. I. Torzi, op. cit. p. 178, che commenta la glossa sul manoscritto Berne Burgerbib. 135 come

prova di «un’incapacità, da parte probabilmente di un glossatore successivo a Servio, di scegleire tra due diverse figure, dal momento che esse sono usate alternativamente per interpretare passi costruiti apparentemente nello stesso modo». Feyerabend, op. cit. p. 45 ritiene che in questo passo Servio col termine h. p. si riferisca in realtà all’hypallage e porta a conferma altri passi analoghi come 2, 64 e 5, 480, in cui, invece, si menziona l’ipallage. Invece Torzi, op. cit. p. 178 n. 171, sostiene che, indipendentemente dal loro uso appropriato, Servio usi i due termini senza fare distinzioni «Personalmente, tuttavia, non parlerei di una correttezza maggiore nell’uso dell’una o dell’altra figura,

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7. 2. Hysteron proteron e anticipazione in Servio: le formule dell’alba e del tramonto

In molti casi Servio usa il termine h. p. per descrivere l’anticipazione di un’azione all’interno di formule che descrivono o il sorgere o il tramontare del sole, dove tuttavia a rigore non si osserva vero e proprio ribaltamento temporale grazie alla differenza del tempo verbale tra i due elementi invertiti.

Ad esempio nel IV libro dell’Eneide, che si apre con l’immagine di Didone consumata dalla passione amorosa (vv. 4-5 haerent infixi pectore voltus|verbaque

nec placidam membris dat cura quietem), in contrasto con la chiusura del libro III

dove Enea si acquieta dopo le violente emozioni suscitate dal racconto delle sofferenze trascorse (III, v. 718 conticuit tandem factoque hic fine quievit.), ai vv. 6- 7

Postera Phoebea lustrabat lampade terras umentemque Aurora polo dimoverat umbram

Servio commenta: “hysteroproteron in sensu464

; prius est enim ut Aurora umbram dimoveat, post Phoebea lampas lustrat terras: aurora enim solem praecedit.”.465

I riferimenti cronologici in Virgilio non sono solo semplici indicazioni temporali come avviene nei poemi omerici, ma spesso concorrono alla rappresentazione di una situazione emotiva: il giungere del giorno segna il passaggio dalla solitudine delle angosce nella notte insonne di Didone alla confessione dei suoi sentimenti alla

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