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E vero che non sono applicabili all’obbligazione tributaria i principi di buona fede e correttezza propri delle obbligazioni di diritto privato

(art. 1175 cod. civ.) (12), ma questo deriva proprio dal « carattere pecu­

liare della funzione amministrativa di applicazione dei tributi », che è

« esaurientemente disciplinata per legge ».

(11) « In base al principio di imparzialità, la realizzazione dei compiti asse­ gnati all’Amministrazione non deve andar disgiunta dal rispetto della giustizia so­ stanziale (v. anche l’art. 3 Cost.) », ciò che tra l’altro pone « l’esigenza che l’azio­ ne stessa venga espletata in modo obiettivo e disinteressato ». « Esso importa inoltre l’illegittimità di tutti quegli atti dell’Amministrazione i quali siano posti in essere senza un’adeguata ponderazione dei diversi interessi pubblici implicati e senza fare il debito conto degli interessi privati correlati (si pensi al caso in cui venga imposto a un soggetto, quando non sia indispensabile, un sacrificio più gra­ ve di quello sufficiente a soddisfare l’interesse pubblico nel caso concreto) e la de­ bita comparazione delle posizioni soggettive e degli interessi privati tra loro con­ correnti e confliggenti » — cfr. Sa n d u l l i, Diritto amministrativo, Napoli, 1984, p . 567.

(12) Cfr. Mic h e l i- Tr e m o n t i, Voce Obbligazioni (diritto tributario), in Enc. dir., voi. X X I X , Milano, 1979, p. 447. Sulla rilevanza, in diritto civile, di questi principi: cfr. Na t o l i, L ’attuazione del rapporto obbligatorio, in Trattato di diritto civile e commerciale, a cura di C icu e Me s s in e o, Milano, 1984, p. 1 ss.

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In qu esto con testo, si p u ò addirittura riten ere, con fon date argo­ m entazioni, ch e l’esistenza di un g iud izio tra l’A m m inistrazione e un coob b lig a to, possa, in un certo sen so, « im pedire » all’A m m inistrazione m ed esim a di agire legittim am ente nei confronti d e ll’altro coob b liga to, in difform ità di qu an to statuito in sede giurisdizionale (v . i n f r a s u b 4).

Infatti, c om e l’ad em pim en to di un coob b lig a to libera gli altri, pur in presen za di un titolo d efin itivo, così ch e all’even tu a le azione d e ll’A m m i­ nistrazione nei confronti degli altri obbligati in solido p u ò essere e c c e p i­ to l’ad em pim en to (e quindi l ’estinzione) d ell’ob b lig a zion e tributaria; e an cora, c o m e , in caso di ad em pim en to parziale da parte di un coob b lig a ­ to (ad es. a seguito di un ’azione esecu tiv a su un patrim onio in capien te), e pur in presen za di un titolo d efin itivo, all’ev en tu a le azione d e ll’A m m i- nistrazione pu ò essere e c ce p ito che il cred ito è azionabile solo p er la d if­ feren za rimasta insoluta, allo stesso m o d o si pu ò ritenere ch e, una volta determ inato l’ im ponibile nei confronti di un co o b b lig a to , gli altri c o o b ­ bligati, pur in presen za di un titolo d efin itivo, posson o av v alersen e, ciò ch e , di riflesso, finisce p er costituire un lim ite ai poteri d e ll’Am m inistra­ zione.

S a reb be infatti contraria al prin cip io di im parzialità la possibilità di sceg liere, tra i vari coobbliga ti, non già qu ello più solvib ile (c iò che è connaturato alla m eccan ica d elle obb ligazioh i solidali), m a q u ello nei cui con fron ti è riferibile l ’im pon ibile più alto.

R a gion a n d o in questi term ini, si p otreb b e addirittura ritenere su­ perflu a (o com u n q u e assorbita) qualsiasi ulteriore indagine circa l ’appli­ cabilità, nel caso di sp ecie, del disposto d e ll’art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., potendosi desum ere il prin cipio d e ll’oppon ib ilità del giudicato più fa v o r e v o le già sulla base di u n ’interpretazione ev olu ta d el principio di im parzialità d e ll’ azione am m inistrativa. Si tratterebbe di una soluzione « ardita » , m a non priva di seri fondam enti.

Sen za com u n q u e p erven ire a tanto, il prin cipio di op pon ibilità del giudicato più fa v o r e v o le p u ò essere com u n q u e afferm a to, sulla base del ragionam en to seguito dalle Sezioni U n ite, analizzando la particolare na­ tura della disposizione con ten u ta n ell’art. 1306, 2" com m a , cod . civ.

3.2 . Sul p i a n o d e l d ir it t o c i v i l e , ed in sp ecie p er quanto riguarda l’ in terpretazione d e ll’art. 1306 cod . c iv ., le Sezioni U nite eviden zian o ch e , ferm o restando il prin cip io della scindibilità e sostanziale autono­ m ia d elle obbligazioni solidali (desum ibile sulla base d el disposto del 1° com m a d e ll’art. 1306) (13), le disposizioni contenu te nel 2° com m a d el- l’art. 1306 cod . c iv ., p on g on o una d e ro g a a tali prin cip i, n on ch é a q u ello dei limiti soggettivi d el giudicato, con sen ten do ch e una sentenza ven g a utilizzata da altri con d eb itori, se fa v o re v o le .

L a disposizion e con ten u ta n ell’ art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., si p o ­ n e qu in di c om e « una regola speciale direttam ente riguardante il fu nzio­ n am en to processu ale d el m eccan ism o della solidarietà » , che privilegia

(13) Cfr. in dottrina: Messin eo, Manuale di diritto civile e commerciale,

voi. I l i , Milano, 1959, p. 535 ss.; più di recente, Ma zz o n i, Le obbligazioni solidali

e indivisibili, in Trattato di diritto privato, a cura di Re sc ig n o, voi. IX , Torino, 1984, p. 581 ss.

« il m om en to d e ll’unitarietà d e ll’ob b lig a zion e solidale nascente da uno stesso titolo » (14).

Trattandosi di regola processu ale, qu in di, la sua ap plicazione non è, secon d o le Sezioni U nite, ostacolata dalle v icen d e sostanziali d el credito, ed in sp ecie, dal con solida m en to d ell'ob b lig a zion e nei confronti d el d e ­ bitore inerte, d o v u to alla m ancata im pugn azion e d e ll’accertam en to.

L ’argom en tazione adottata sem bra essere viziata d a un e q u iv o co . Il ragionam en to d elle Sezioni U nite si base infatti, su ll’assunto che è d i­ versa la posizion e del c o n tr ib u en te « inerte » , ch e non im pugna l’avv iso di accertam en to, rispetto a qu ella del d eb ito re « in erte » , ch e tralascia di porre in essere le azioni ch e gli a v re b b e ro con sen tito di contestare la validità di un n egozio giuridico: « il n egozio costituisce esso stesso la fon te d e ll’ob b lig a zion e, p er cui questa v ien e m en o una volta cadu ca to il n egozio, m entre l’atto di accertam en to di valore postula una obb lig a zio­ ne già sorta p er legge al m om en to an teriore in cui si è verifica to il p r e ­ su pposto dell im posizione e la cad u ca zion e d ell'a tto di accertam en to la­ scia tuttavia in vita l’obb lig a zion e già sorta » .

M u o v e n d o da una logica « dichiarativistica » così congegn ata, le S e­ zioni U nite si p reoccu p a n o poi di n egare valore sostanziale alle disposi­ zioni con ten u te n e ll’art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., al fin e di superare il (presu nto) ostacolo rappresentato dal consolidarsi, a seguito della m an ­ cata im pugn azion e, di una situazione sostanziale in ca p o al coob b lig a to inerte.

L e cose p erò, non stanno in questi term ini ed in sp ecie non rileva, ai fini ch e qui interessano la presunta natura « dichiarativa » d e ll’avv iso di accertam en to (c h e la C assazione sem bra qui postulare); infatti, sia m u o v e n d o da una c o n ce zio n e « dichiarativistica » d e ll’accertam en to, sia m u o v e n d o da una c o n ce zio n e « costitutivistica » , il risultato non cam bia.

S e si ritiene ch e l ’a ccerta m en o a b bia e ffe tti d ic h ia r a tiv i, e ch e qu in ­ di l’obb lig azion e « nasca » e x leg e al verificarsi del presu pposto, ciò che rilev a è la reale entità d el presu pposto ch e è u nico per en tram be le par­ ti, p er cui la qu an tificazion e del presu pposto determ inata in un giudizio (essen d o in sp ecie dich iarativa di un ’og gettiv a realtà fen om en ica ) si può riflettere anche a fa v ore di chi sia rim asto estraneo al giudizio, non p o ­ ten dosi attribuire effica cia costitu tiva alla m ancata im pugn azion e di un atto di per sé dich iarativo (15).

Se si ritiene ch e l’accertam en to a b bia e ffe tti c o s titu tiv i, cam bian o i term ini del ragionam en to, m a non il risultato; in q u esto caso, infatti,

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(14) A rigore, più che di unitarietà de\V obbligazione, occorre fare riferi­ m ento all’unitarietà della prestazione(cfr. Me ssin e o, cit.,p. 541).

(15) Paradossalmente, ragionando in questi termini, ed estremizzando le argomentazioni, si dovrebbe pervenire alla conclusione che gli effetti riflessi del giudicato tra Amministrazione e coobbligato, si estendono anche a prescindere dall’esistenza delle norme di cui all’art. 1306 cod. civ. Se l’obbligazioni nasce al verificarsi del presupposto (cioè di un fatto giuridicamente rilevante), l’accerta­ mento giudiziale di questo fatto, essendo accertamento di una realtà sostanziale, dovrebbe prescindere dalle vicende processuali dell’atto impositivo, e quindi an­ che dalla sua mancata impugnazione.

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l’annullam ento d e ll’a v v iso di accertam en to eq u iv a le all’annullam ento del n eg ozio costitu tivo di un ’obb ligazion e.

N e d eriv a p erciò una situazione potenzialm ente vantaggiosa per chi sia rim asto estraneo al g iud izio, ch e potrà quindi av v alersen e, in via di e cce z io n e secon d o quanto disposto n ell’art. 1306, 2° com m a , cod . civ.

È corretto quindi riten ere, co m e fan n o le Sezioni U n ite, ch e la d i­ sposizione di cui all’art. 1306 cod . civ . op e ra sul piano processu ale, ed è corretto ritenere che l’ap plicazione di tale norm a p rescin de dalla situa­ zion e sostanziale in cui versa il coob b lig a to « inerte » ; ciò che non è con ­ divisibile è la tesi secon d o cui esiste una situazione sostanziale com p ro­ m essa che pu ò essere fronteggiata attraverso un rim edio di carattere processuale (quale appunto quello di cui all’art. 1306, 2° com m a, cod. civ .).

In realtà, la problem atica non sem bra porsi in term ini di dialettica tra aspetti sostanziali e aspetti form ali d e ll’ im posizione tributaria, qu an ­ to piuttosto in term ini essenzialm ente procedim en tali e processuali.

3.3. E d è , infatti, sul p i a n o p r o c e d im e n ta le e p r o c e s s u a le che il p rob lem a v a ulteriorm en te analizzato.

A l p roposito, v a in sp ecie osservato ch e la m ancata im pugnazione di un a v v iso di accertam en to non p rod u ce effetti sostanziali, m a solo p r o ce ­ dim entali (o, se si p referisce, segu en do la term inologia usata nella sen­ ten za in rassegna, « extra o preprocessuali »).

L a m ancata im pugn azion e nei term ini di un atto di accertam en to com p orta solo la d e c a d e n z a dal p otere di im pugnarlo (in qu esto consiste, in sp ecie, la sua defin itività), senza riflessi di carattere sostanziale.

N essu na norm a fiscale, infatti (e tanto m en o qu ella contenu ta nel- l’ art. 1 6 , D .p.r. 2 6 ottobre 1 9 7 2 n. 6 3 6 , che v ien e n orm alm ente richia­ m ata a questi fini) attribuisce effetti sostanziali alla m ancata im pugna­ zion e d e ll’accertam en to (n on esiste, rispetto agli atti im positivi, una n orm a analoga a qu ella d e ll’art. 2 9 0 9 cod . civ. in m ateria di effetti so­ stanziali del giudicato).

Q uella ch e si v erifica , a seguito della m ancata im pu gn azion e, è solo

una situazione proced im en tale di inoppugnabilità d e ll’accertam en to,

in oppu gn abilità, p erò, ch e , nel caso di solidarietà ai fini d e ll’im posizio­ n e, non è assoluta, essen d o in sp ecie possibile, p rop rio secon d o il princi­ pio con ten u to n e ll’art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., e cce p ire , nel prosiegu o d el p roced im en to di im posizione (ad es. a v v erso l’a v v iso di liqu idazio­ n e), l’esistenza di un g iud izio più fa v o r e v o le pronu n ciato nei confronti di altro coob b liga to.

L ’ applicabilità al caso di sp ecie d e l prin cipio con ten u to n ell’art. 1306, 2° com m a , cod . civ. d eriv a quindi dal fatto ch e qu esto principio si pon e co m e u n ’e c ce z io n e (di natura processu ale) alla regola (sem pre p ro­ cessu ale) della defin itività d e ll’accertam en to non im pugnato.

N é vale obiettare con tro questi tesi ch e l’accertam en to non im pu ­ gnato a v re b b e gli stessi effetti della sentenza passata in giudicato, es­ sen do in specie assim ilabile ad un d ecreto ingiuntivo non opposto.

Si tratta, infatti, di atti giuridici com p leta m en te diversi p er natura, fu nzione e rim edi esperibili (basti p en sa re, ad esem p io, ch e gli atti giu­ risdizionali defin itivi sono soggetti a r e v o c a z i o n e , m en tre, gli atti di a c ­ certam en to p otreb b ero essere ev en tu a lm en te soggetti a r e v o c a ).

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N é , peraltro, ha sen so disquisire sull’ev en tu a le suprem azia dei

p rov v ed im en ti giurisdizionali (16): la diversità tra i d u e tipi di atto e la m ancan za di un giudicato sostanziale e x art. 2909 cod . civ. (c iò ch e c o ­ stituisce l’ u nico lim ite all’operatività delle disposizioni con ten u te nel- l’art. 1306 cod . c iv .), ren d on o inutile qualsiasi indagine in tal senso (17).

4. Tutti i diversi profili analizzati dalle Sezioni Unite con d u con o, sia pu re, talvolta, con argom enti criticabili, alla m ed esim a e con d ivisibi­ le con clu sion e di prin cip io; ed in sp ecie, qu ella secon d o cui il c o o b b lig a ­ to ai fini d e ll’ im posta di registro ch e non abbia im pugn ato l’a v v iso di ac­ certam en to n otificato nei suoi con fron ti, p u ò, im pugn an do il su ccessivo a v v iso di liqu idazione (o, vi sono bu on i m otivi p er ritenerlo, gli e v e n ­ tuali atti su ccessivi), in vocare la sen ten za più fa v o r e v o le ottenuta d a un altro coob b liga to.

A ll’afferm azion e di q u esto prin cip io con d u co n o con cord em en te con ­ siderazioni svilu ppate su vari profili, ch e in sp ecie son o tra loro con n es­ se d a ll’esigenza fon dam entale di evita re ch e il prin cip io secon d o cui l’a­ d em p im en to di un d eb itore libera gli altri v en g a elu so, con sen ten d o al­ l ’A m m inistrazione finanziaria di riscuotere nei con fron ti di un c o o b b lig a ­ to « una som m a m aggiore di qu ella ch e, se nel frattem po fosse stata pa­ gata d a ll’altro, a v re b b e estinto per intero il cred ito » (18).

E d è in qu esto con testo ch e si p u ò svilu ppare l ’idea, cui si è fatto c e n n o s u b 3 .1 ., secon d o cui l ’esisenza di un giud icato nei confronti di un coob b lig a to « lim ita » , in un certo sen so, lo stesso potere di agire nei con fron ti d e ll’altro c o ob b lig a to, se n on nei limiti di quanto deciso in giudizio.

N o n è ch e l’A m m inistrazione possa perdere il p otere di proseguire il p roced im en to di riscossione del tributo nei con fron ti del coob b liga to « inerte » (qu esto potere p rescin de dalla m ancata im pugnazione d e ll’ac­ certam en to e d eriv a d a ll’esistenza stessa di un accertam en to, ch e costi­ tuisce il presu pposto p er la su ccessiva liqu idazion e); piuttosto, si v erifica ch e q u esto p otere risulta lim itato, da una parte, p er ragioni sue proprie, sulla base d el p r i n c i p i o d i im p a r z ia li t à , che postula l’im possibilità di profittare d e ll’inerzia altrui per p erv en ire ad u n ’ ingiustificata disparità di trattam ento tra du e soggetti posti dalla legge sullo stesso pia n o, e dal­ l ’altra parte, d a ll’esistenza di una s p e c i f i c a f a c o l t à (ch e presenta qu alch e an alogia con la figura d el diritto potestativo) attribuita dalla leg ge al m ed esim o co o b b lig a to , e ch e nasce, d o p o l’accertam en to e nel processo, a segu ito d ella sentenza pronunciata a fa v ore d e ll’altro coobbliga to.

5. Un u lteriore p rofilo, con cern en te la sen ten za ch e si annota ri­ guarda il prin cip io, in essa con ten u to, secon d o cu i, in relazione ai limiti

(16) È q u e s to l'a r g o m e n to più c on testa to dai sosten itori d e lla tesi d e ll’in e ­ sten sib ilità d e l g iu d izio più fa v o r e v o le ( c fr ., p e r tutti, Dav i n i, c it., p. 1241).

(17) Indagine, che, comunque, se fatta, dovrebbe risolversi nel senso della prevalenza dei provvedimenti giurisdizionali, come correttamente argomentato dalle Sezioni Unite.

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di operatività d ella « facoltà » di e c ce p ire il giud icato più fa v o re v o le form atosi nei confronti di altro coob b lig a to di cui all’art. 1306, 2° c o m ­ m a, cod . c iv ., « il pagam en to che egli (il coob b liga to “ in erte” ) abbia e f­ fettuato, prim a o d op o il form arsi d el giudicato fa v o re v o le nei confronti del con d eb itore, costituisce esercizio n ega tiv o e consum azion e di quella facoltà, im p ed en d o ch e possa successivam ente ripetersi qu an to sia stato in tal m o d o pagato ».

S u q u e s t o p u n t o p a r e o p p o r t u n o q u a l c h e a p p r o f o n d i m e n t o , d is t in ­ g u e n d o il p a g a m e n t o f a t t o « p r i m a » d e l « g iu d ic a t o » , d a q u e l lo f a t t o « d o p o » .

5.1 . N e l caso di pagam en to esegu ito « prim a » d el form arsi del giud icato fa v o re v o le nei confronti del coob b liga to, l’orientam ento delle Sezioni U nite pare con divisibile.

N o n vi è d u b b io , infatti, ch e « prim a » del giud icato più fa v o re v o le , non op era la disposizion e di cui all’art. 1306, 2° com m a , cod . c iv .; ne con segu e ch e il contribuen te nei cui confronti sia div en u to defin itivo l’ a v v iso di accertam en to non pu ò fare altro ch e ottem perare al pagam en ­ to di qu an to richiesto con il su ccessivo a v v iso di liqu idazione (salva, o v ­ v iam en te, l ’esistenza di vizi propri di tale su ccessivo atto).

N é , peraltro, il sop ra vv en u to giudicato più fa v o r e v o le con sen te la

ripetizion e di quanto v ersato, perch é m anca la relativa azion e, sussi­

stend o, in sp ecie, un effe tto assoluto di « irripetibilità d el versato » d o ­ vu to alla defin itività d e ll’atto (19).

5.2. Più com p lesso è il caso d el pagam ento effettu ato « d o p o » il form arsi del giudicato più fa v orev ole.

In qu esto caso, infatti, occorre distinguere l ’ipotesi in cui il paga­ m en to a v v en g a spontan eam en te a seguito della m ancata im pugnazione d e ll’a v v iso di liqu idazione (ciò ch e lascia presu m ere la rinuncia ad av v a­ lersi del giudicato più fa v o r e v o le ), d a ll’ipotesi del pagam en to, p er così dire, necessitato, pur in presen za di un giudizio pen d en te (ad es. contro l’a v v iso di liq u idazion e) nel corso del qu ale sia stata ritualm ente e c ce p i­ ta l ’esistenza di un giud icato più fa v o r e v o le (20).

In qu est’ ultim o caso, infatti, il pagam en to non è « sp ontan eo » , m a v ien e effettu ato solo per ev ita re il pignoram ento.

N o n è q u i n d i r is c o n t r a b i le a lc u n e f f e t t o d i i r r i p e t i b i l i t à d i q u a n t o p a g a t o , s t a n t e la p e n d e n z a d e l g i u d i z i o in c u i è s t a t a s p e c ific a m e n t e e c o r r e t t a m e n t e e c c e p ita l ’ e s t e n s ib ilit à d e l g iu d ic a t o p iù f a v o r e v o l e .

N e d e r i v a q u i n d i c h e , in c a s o d i a n n u l l a m e n t o d e l l ’ a v v i s o d i l i q u i ­ d a z i o n e p e r e s te n s io n e d e l g iu d ic a t o p i ù f a v o r e v o l e , s o r g e r à il d i r i t t o a l r im b o r s o d e lle s o m m e p e r c e p it e s u lla b a s e d i t a l e l i q u i d a z i o n e , s o m m e c h e , v e n u t o m e n o a s e g u ito d i a n n u l l a m e n t o il t it o l o p e r r is c u o t e r le , r i ­ s u lt a n o in d e b i t a m e n t e v e r s a t e .

(19) Cfr. Tr e m o n t i, Imposizione e definitività nel diritto tributario, Milano, 1977.

(20) Il ricorso contro l’avviso di liquidazione non sospende infatti la proce­ dura di riscossione (cfr. art. 54, D .p.r. 25 ottobre 1972 n. 634; art. 56, D .p.r. 26 aprile 1986 n. 131).

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6 . U n a p r o b l e m a t i c a c o n n e s s a a q u e l l a q u i in e s a m e , è q u e l l a r e la ­ t i v a a lla « c o m u n i c a b i l i t à » d e l g iu d ic a t o p r o n u n c i a t o a i fi n i d e l l ’ im p o s t a d i r e g is tr o a i f i n i d e l la d e t e r m i n a z i o n e d e l v a l o r e f i n a le r i l e v a n t e a i f i n i In v i m. I l p r o b l e m a si p o n e , d i r e g o l a , n e l c a s o in c u i l ’ a v v i s o d i a c c e r ta ­ m e n t o s ia i m p u g n a t o , a i fi n i d e l l ’ im p o s t a d i r e g i s t r o , s o lo d a l la p a r t e a c ­ q u i r e n t e (c h e n o n è s o g g e tto p a s s iv o a i f i n i In v i m) e n o n d a l la p a r t e v e n ­ d it r ic e (c h e è i n v e c e s o g g e tto p a s s iv o s ia a i f i n i d e l l 'i m p o s t a d i r e g i s t r o , s ia a i f i n i In v i m) . I n q u e s t o c a s o , m e n t r e il g iu d ic a t o p iù f a v o r e v o l e p r o ­ n u n c ia t o n e i c o n f r o n t i d e l l ’ a c q u i r e n t e si p u ò e s t e n d e r e a i f i n i d e l l ’ i m p o ­ s ta d i r e g is tr o a n c h e n e i c o n f r o n t i d e l v e n d i t o r e , s e c o n d o q u a n t o d is p o ­ s to n e l l ’ a r t . 1 3 0 6 , 2 ° c o m m a , c o d . c i v . , il m e d e s im o e f f e t t o e s t e n s iv o n o n si p u ò in v e c e v e r i f i c a r e , n e g li stessi t e r m i n i , a i f i n i In v i m; e q u e s t o , s e b ­ b e n e il c .d . « v a l o r e f i n a le » , a i f i n i d e l p a r t ic o la r e t r i b u t o , si d e t e r m i n i s u lla b a s e d i « q u e l l o d ic h ia r a t o o d i q u e l lo d e f i n i t i v a m e n t e a c c e r ta t o a i f i n i d e l l ’ im p o s t a d i r e g is tr o » ( c f r . a r t . 6 , D .p.r. 2 6 o t t o b r e 1 9 7 2 n . 6 4 3 ) .

L ’effetto estensivo di cui all’ art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., presu p­ p on e, infatti, l’esistenza di un rapporto di solidarietà passiva tra i c o o b ­ bligati, ciò ch e in v e ce non si v erifica ai fini In v i m, d o v e è prevista la soggettività passiva d el solo ven d itore.

N on ostan te l’ob iettiva diversità d ella qu estion e qui in esam e, ri­ sp etto a qu elle descritte nei paragrafi p reced en ti, è riscontrabile in d ot­ trina, in giurisprudenza e nella prassi am m inistrativa un contrasto di opin ion i e determ inazion i ch e ricalca q u ello relativo all’estensibilità del giud icato ai fini d el registro (21).

Su qu esto pu nto, le Sezioni U nite non si son o potute pronu n ciare (in qu an to il p rob lem a non si p o n e v a n ella causa sottoposta al loro esam e); in cinden talm en te, p erò, è stata chiaram en te afferm ata l’ inapplicabilità d elle considerazion i relative alla portata del prin cip io di cui all’art. 1306, 2° com m a , cod . c iv ., m a n can d o in sp ecie un rapporto di solidarietà passiva (e, più in g en erale, trattandosi di tributi aventi caratteristiche