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aprile 1755 al 30 aprile 1758, redatto dal cancelliere Giovan Francesco Conforti, cart in fol., c n n.

[96]

c. 37 v. / 38 r.

[A dì 7 ottobre 1755]

Stanziamento di scudi 7 per musica destinata alla Messa da cantarsi da Monsignore Novellucci.

[…] Sentiti nella prossima futura festività di tutti i Santi si ha per cantare nella cattedrale nostra la Santa Messa dell’Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Novellucci nuovo Vescovo di Colle, e volendo decorare una tal funzione con la musica perciò deliberorno e deliberarono, stanziorono, lire 7 da pagarsi al signor Antonio Nenci Maestro di Cappella per aiuto di costà nella spesa occorrente nella musica da farsi la mattina della festività di tutti i santi in questa cattedrale ufficiali favorevoli 8 contrario nessuno. Stanziorno altre lire 7 per aiuto di costà della spesa che bisognerà in vettura di calessi per la venuta e ritorno de’ professori musici e sonatori da Firenze a Prato e da

192 Prato a Firenze per loro partito di ufficiali favorevoli 8 contrari nessuno. Non vi essendo altro da trattare si licenziarono.

[97]

c. 44 r./v.

[A dì 25 ottobre 1755]

Signor Apolloni impresario delle Commedie ottiene licenza, passo al uso di stanza del Pubblico.

Sentita l’istanza stata fatta dal signor Tenente Alessandro Apolloni perché in congiuntura di dovere recitarsi nel teatro di questo Publico in questo prossimo futuro Carnevale comedie, venisse dalle signorie loro data opportuna licenza e per comodo delle persone qualificate, e lì vidi concesso il passo et accesso a detto teatro per mezzo del Salone et altre stanze di questo Publico con permettergli di più l’uso della «stanza del segreto» e della stanza dell’«archivio vecchio», nel modo, a forma, che era stato solito tale uso e accesso concedersi in altre simili congiunture. Onde sentiti e considerati, deliberorno e deliberarono al Signor Tenente Alessandro Apolloni impresario delle commedie del prossimo futuro Carnevale, ogni più opportuna facoltà e licenza di potersi valere in congiuntura di tali comedie al Palazzo Publico e del salone e altre stanze di detto palazzo per acceso e passo delle persone qualificate e civili a detto teatro e di potersi valere ancora della «stanza del segreto» e dell’«archivio vecchio», purché però il medesimo Signor Apolloni invigli che alle dette Stanze e Palazzo si abbia il dovuto rispetto e riguardo e vi assista secondo il solito il donzello credenziere, al quale dovrà essere pagata la recognizione solita per loro partito di ufficiali favorevoli 8 contrari nessuno.

[98]

c. 53 v.

[A dì 28 gennaio 1756]

193 Sentita l’istanza di Antonio Fiascaini che domandava stanziarsi di denari di questa comunità qualche somma per aiuto di costà della spesa che occorreva nel gioco del calcio, che deve farsi in questa parte Carnevale, deliberorno e deliberarono, stanziorono per ora lire 7 da pagarsi a detto Fiascaini per pulire la piazza e trasportare sassi e altre materie che ingombrano la medesima ad effetto di rendere quella libera per detto gioco del calcio per ufficiali favorevoli 7 contrari nessuno.

[99]

c. 84 r.

[A dì 1 settembre 1756]

[…] Sentita l’istanza stata fatta per parte di Antonio Fiascaini di stanziarsegli lire 14 per la corsa di una bandiera nel giorno di San Niccola ultimo giorno della nostra fiera, con quanti deliberorno e deliberarono, stanziorono lire 7 per aiuto di costà della corsa della bandiera da corrersi in detto giorno da pagarsi a Antonio Fiascaini per loro partito di ufficiali favorevoli 7 nessun ostinato in contrario.

[100]

c. 112 v.

[A dì 12 febbraio 1757]

Item sentita l’istanza del signore Cosimo Migliorati che per divertimento publico promoveva la recita di alcune commedie in questo Publico teatro e in tale occasione domandava tenersi aperto il palazzo di questo Publico per aversi dalle persone civili l’accesso e passo a detto teatro, deliberorno e deliberarono, accordorono in questo corrente Carnevale in occasione di recita di commedie il passo e l’accesso al teatro pubblico per le stanze e salone di questo Publico palazzo per comodo delle persone qualificate e civili in conformità del solito per ufficiali favorevoli 8 contrari nessuno.

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[101]

c. 118 r.

[A dì 24 marzo 1757]

[…] fu loro partecipata una domanda soscritta da Lorenzo Nanni e altri tre suoi compagni con la quale in sostanza, ricorrendo perché dal Signor Antonio Nenci Maestro di Cappella non si tiene scuola di canto nella stanza delle scuole pubbliche conforme si pratica dagli altri maestri, veniva fatta istanza ordinarsi all’istesso che tenga scuola nella stanza a tale effetto destinata e per essere questa male in ordine, resarcirsi e ridursi per tal uso propria e decorosa con quel più.

Onde sentiti e considerati il tenore di detta istanza e sapendo che il suddetto Signor Nenci ha tenuta e tiene per comodo di chi voglia imparare a cantare di musica scuola aperta in sua casa, e reflettendo, che per la comunità non è in stato di potere fare le spese che sarebbero necessarie per ridurre la stanza sopradetta ad uso di tale scuola, commessero farsi sapere ai ricorrenti che volendo per ora applicare al canto della musica vadano con tutta libertà alla casa di detto Nenci, e non vi essendo altro da trattare si licenziorno.

[102]

c. 135 v. / 136 r. A dì 13 luglio 1757

Adunati, sentiti il Signore Provveditore di Comune che rappresentò con ordine alle lettere dirette a questo Illustrissimo, dovendosi cantare il Te deum in ringraziamento al Signore Dio per la liberazione della città di Praga dall’assedio dell’armi prussiane, riportando con vantaggio dell’armi austriache, proponeva alle Signorie loro a motivo di non potersi avere i professori musici e sonatori fiorentini nella susseguente domenica, destinarsi per tal funzione la mattina del dì stante, soggiungendo che tale anche sarebbe stato il sentimento dell’Illustrissimo Signor Commissario e del Reverendissimo Capitolo. Onde sentito e considerato, deliberano e deliberorno di concerto dell’Illustrissimo Signore Commissario e del Reverendissimo Capitolo, destinorono per cantarsi solennemente in musica il Te deum la mattina del dì 16 stante ed ordinorono per tal mattina intimarsi tutte le magistrature per intervenire in tal funzione per loro partito a viva voce.

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[103]

c. 165 r.

Item sentiti l’istanza statagli fatta da Antonio Calendi e compagni impresarij delle commedie da recitarsi in questo pubblico teatro, che domandavano in sostanza l’accesso a detto teatro per mezzo del salone e del palazzo pubblico e l’uso in detto tempo di detto salone della stanza del segreto e dell’altra dell’archivio vecchio per i rinfreschi e per il gioco […] Onde sentiti e considerati, deliberorno e deliberarono, concessero a detto Antonio Calendi e compagni in congiuntura di recite di Commedie da farsi in questo futuro Carnevale nel teatro di questo Publico l’uso del salone e di altre stanze annesse per i rinfreschi, e per il gioco, con che devino valersi di detto Salone, e stante col dovuto rispetto, e riguardo, e deva nel tempo che starà aperto detto Publico Palazzo stare sempre assistente il donzello credenziere, e altro donzello di questo publico, a cui perciò ordinorono che sia pagata per tale assistenza la solita recognizione per loro partito di ufficiali favorevoli 6 contrari nessuno. E non vi essendo altro da trattare si licenziarono.

[104] c. s.n.

A dì 16 luglio 1757

Adunati, si portarono coll’intervento dell’Illustrissimo Signor Commissario e di tutte le magistrature alla cattedrale dove assisterono alla Santa Messa solennemente cantata in musica dopo la quale fu parimenti cantato solennemente il Te deum con sparo di mortaletti e suono di campane essendo in tal funzione concorso numeroso popolo e terminata la suddetta funzione se tornorono a Palazzo e distribuita la solita rigaglia furono licenziati.

E nella sera di detto giorno a spese di varie particolari persone furono sula piazza della cattedrale in segno di particolare letizia fatti fuochi di festa, e fuochi artificiati con suono di trombe e con sinfonie di corni di caccia, timpani, ed altri musicali istrumenti.

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XIV

ASP, 269 (1758-1761)

Dal 1 maggio 1758 al 21 maggio 1761, redatto da Giovan Francesco