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aprile 1729 al 17 dicembre 1732, redatto dal cancelliere Anton Domenico Puccini Cart in fol., c n n.

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c. 23 r

[A dì 9 settembre 1729]

Gita alla Cattedrale e ostensione del Cingolo fatta privatamente a suddetti prelati di Fiesole e di San Miniato, ne’ ritrovarsi loro in questa città per assistere alla processione per la canonizzazione di Caterina De’ Ricci a pubblicanza poi al popolo del secondo il solito.

Adunati si portarono con i suddetti ufficiali di casa, operai e ministri del Sacro Cingolo, e con l’Illustrissimo Commissario alla cattedrale, dove assisterono al Vespro cantato dal suddetto prelato con musica e successivamente alla dimostrazione che fu fatta in cappella, con essere stati ammessi al bacio di tal Reliquia i due vescovi di Fiesole e di San Miniato, venuto di fresco in questa città per assistere al processo già introdotto per la canonizzazione della venerabile serva di Dio, Caterina De’ Ricci, già religiosa nel monastero di San Vincenzo di questa città, assieme ad alcune dame spose monache e cavalieri in esecuzione de’ comandi di Sua Altezza Reale avanzati con lettere di segretezza al dì 9, e 6 dello stato sic e all’altra dimostrazione che fu fatta al popolo da due parti interiori e esteriore di detta cattedrale quale Santa Reliquia riposta e ben serrata nel suo solito luogo alla presenza del prefato Monsignor, Signor Commissario e del Signor Gonfaloniere […] se ne tornarono a Palazzo e furono licenziati.

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c. 28 r

[A dì 16 ottobre 1729]

Gita alla Cattedrale e ostensione del Sacro Cingolo all’Altezza del Principe di Vittenberg.

159 Portatisi di poi con i Signori Ufficiali di Casa, Operai e Ministri del Sacro Cingolo, e coll’Eccellentissimo S. L. T. alla Cattedrale, assisterono alla Santa Messa cantata, con seguire posteriormente la processione fatta col Vescovo per la Chiesa per essere la terza domenica del mese, qual processione terminata e passati nella Cappella del Sacro Cingolo, assisterono alla demonstrazione che fu fatta di quella Santissima Reliquia, in esecuzione de’ comandi di Sua Altezza Reale con lettere di segreteria de’ 15 ottobre, per mano del Reverendissimo Vicario all’altezza del Duca di Wittemberg e Signor Principe di Sismano e altri che erano in loro compagnia. Qual Santa Reliquia riposta e ben serrata nel suo solito luogo alla presenza del suddetto S.L.T. e del Signor Gonfaloniere, e fatto dall’A.S. ringraziare la Signoria loro adunate per mezzo del Signor Conte Massini napoletano, come seguì coll’abboccamento fatto da esso al Signor Proposto, se ne tornarono a Palazzo e si licenziarono.

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c. 59 r/ 61

Per la festa ideata in apertura della cappella al Publico in anno di San Filippo Neri.

A dì 24 giugno 1730

Adunati nel doversi dar principio alla festa ideata in onore di San Filippo Neri nel salone e cappella di questo Publico, si portarono secondo il convenuto alla cattedrale, doppo il Vespro, e altre sacre funzioni di que’ Signori Capitolari, dove era esposta la Reliquia del Santo consistente in parte de’ suoi precorsi, donata a questo Publico dal Reverendissimo Signor Cavalier Liborio Verzoni […] Avanzatavi per farne di essa il trasporto pubblico processionalmente nel suddetto salone e cominciata tal processione mediante i suddetti signori capitolari, con passare dal Vescovado giunsero finalmente a palazzo e nel precitato salone, all’arrivo della quale datosi principio ad una sinfonia e portatisi ciascuno corpo negli stalli che appo si diranno, doppo collocata era la Reliquia sull’altare, alzatovi, assisterono con molt’altri di seguito alla presenza un panegirico in lode del Santo, fatto e recitato dal Reverendissimo Padre Francesco Nesti di questa città, doppo del quale cantata l’antifona del Santo con la recita apposita alla orazione preposta, partirono detti Signori Capitolari, seguiti da suddetti Signori adunati fino scesa la porta al Palazzo loro, donde fattisi vicendevolmente reverenza si licenziarono […]

160 Continuazione e proseguimento della suddetta festa.

Adunati sulle ore 14 in circa e postisi a sedere davanti alla porta del Palazzo loro unitamente con i Signori ufficiali di Casa, si trattennero quivi fintanto che non comparve il Cappellano, alla Cattedrale giunto il quale processionalmente […] passarono con esso nel Salone già descritto come sopra per Chiesa e partitisi ciascuno dei corpi negli Stalli ordinati e comparso Monsignor Vescovo, che vi si era già vestito pontificialmente nella stanza posteriore alla Cappella, destinata per Sagrestia, assisterono alla sua Santa Messa cantata con Musica squisitissima e strepitosa, doppo la quale spogliatosi il Prelato nella precitata stanza e accompagnato fino fuori alla Porta [...]

Per dare qualche contentezza ai posteri della già cominciata festa e al motivo, per qualità di essa, trasse questa il suo principio dall’essersi, la pubblicità della Cappella di questo Pubblico, che per prima era privata e riservatane solamente per cadenze delle festività al Santo a cui è dedicata, in giorno di festa di precetto, la soddisfazione di esso nell’assistere della Messa, delle Magistrature solamente, ministri e serventi di detto Publico […] dovendosi doppo tal grazia solennizzare la festività di San Filippo Neri, che è uno dei Santissimi protettori di esso Publico, di rendervi pubblica con strepito e segni di allegrezza distinta.

Ordinata per tanto mediante il Reverendissimo Padre Lodato Arcivescovo Franchi di questa città, Monsignore alla scuola maggiore, un’accademia da stamparsi, in lode al Santo, del quale ne esistono esemplari negli atti colla dedicatoria a Sua Altezza Reale nostro Signore, che si compiacque benignamente accettarla mediante le pratiche del Signor Antonio Geppi, spedito a bella posta all’Altezza Suprema da questo Publico, fu ordinato posteriormente appararlo al Salone colla sua Cappella e adiacenze alla medesima, il che seguì come approvato.

Era il salone decorosamente vestito per ogni suo fianco dal fregio in giù, fino alle cassebanche, con lino damascato cremisi, listato e frangiato d’oro. In cima di esso risedeva la cantoria de’ musici fornita di arazzi, che ne riempiva in elevazione tutta la larghezza, doppo la quale alzandosi immediatamente in alto con una statua in mezzo al salone […], opera del Signor Gaetano Neri di questa città, si faceva vedere questo non meno ricco di argenteria, che abbondava di lumi […] doppo il Reverendissimo Capitolo ne succcedeva immediatamente l’alzata della Cattedra, vestita anch’essa ricamata con damasco, ma bianco, preposto per la Festività del Santo. La Cappella era anch’essa decorosamente rivestita degli stessi damaschi del salone, formati nella loro sommità da un fregio con intreccio d’alone seteria

161 di diversi colori, e altri, damascati al quale pendeva una lumiera di cristallo […] La scala pure, che conduce a detti luoghi, era parata anch’essa di diverse seterie. Solo il ricetto del palazzo non aveva ornato nessuno straordinariamente essendo stato creduto ornamento pienamente decoroso la veduta delle immagina poi appese di Pubblici benefattori, e le hanno rispettivamente in tanta abbondanza beneficate queste universali.

Avanti l’ingresso in detto ricetto e segnatamente sotto le logge di queste colonne più prossime al medesimo, finivano l’apparato, nelle più remote era fissata interiormente una porta per ciascuna parte, ornata di seterie, panni di arazzi e altri, e esteriormente pure e per la parte della piazza ricorreva simile apparato già una colonna e l’altra. Sopra la porta di detto ricetto, pendeva l’arme di Sua Altezza Reale, nostro Sovrano, e a fianchi di essa si succedevano due alzate di panno di arazzo, arricchiti con altri fregi di tal panno dalla guardarobba alla prefata Altezza […]

Terminata nel giorno del 24 la preaccennata funzione, si andavano disponendo i fuochi artifiziali già ordinati, e venutane la sera, oltre a molti bombi di mortaletti, che si fecero sentire dalla sommità di Palazzo Pretorio, si vide bruciare più girandole, girasoli, getti di bombe, palle di fuoco, fontane parimente di fuoco e più di centinaia di razzi che si da essa parte, che dalle torri adiacenti al palazzo del Publico, e da alcune case gesticolari furono gettati in aria nel doppo pranzo del 25. Fu cantato il Vespro colla stessa musica della mattina, facendo le funzioni il Reverendissimo Signor Priore delle Carceri colla assistenza de’ giù Reverendissimi Cappellani e doppo il quale, essendo stata pensatamente premeditata una corsa di cavalli per una bandiera, non meno per la continuazione alla festa, che per render libero e spedito dalla gente con questo sollevamento il salone, fu dalle mani immediatamente a quello deporre […] colla assistenza de’ signori deputati per le funzione accademica destinata per la sera.

Fatta pertanto stanziare per questo la residenza e quale al suo broccato bianco, e quella di rivestire il damasco cremisi corrispondente all’ornato del salone, per dover servir questa di trono al sovrano, al quale era dedicata l’Opera, furono disposte inferiormente adesso in mezzo cerchi raddoppiato per una parte, e l’altra al salone, più sedie di damasco parsimente cremisi, e di altri colori, risaltandone una nel suo mezzo cerchi, e immediatamente doppo a detto trono, che dice doveva servire di residenza al Presidente del Sovrano, fermato nella persona di questo Illustrissimo Signor Commissario, era convintamente distinta non solo nel posto, che nei fermenti di essa.

Di conseguenza quasi al trono, e accostatamente all’uscio dell’archivio che è quasi alla metà del salone, fu fermato un carretto con ornato per comodo di

162 Monsignor Vescovo, perché essendo mostrato genio di trovarvi presente, poteva anch’egli così seccamente e senza scrupolo di cerimonia godere della festa.

Per le dame poi, che più anch’esse dovevano essere introdotte, furono superiormente e per la parte di detto […] disposte successivamente l’una doppo l’altra più giuste sedie, restando più comodo degli accademici gli stalli, che antecedentemente nelle altre funzioni erano serviti di residenza ai due corpi ecclesiastici secolari.

Venuta la sera e allumato il salone, che si era quasi ripieno di nobiltà e altre persone civili, tanto secolari che ecclesiastiche, introdotte dai Signori deputati, stando per altro sempre note le sedie de’ due semicerchi interni, tenute disposte per molti cavalieri e gentiluomini, specialmente forestieri, che stavano con molti altri […] Illustrissimo Signor Commissario, come L. I. in tal funzione di Sua Altezza Reale quale comparso e postosi nella sedia destinatali come sopra, con succederli immediatamente il Signor Gonfaloniere e postosi nell’altra sedia il rimanente al seguito, fu dato principio alla funzione con una strepitosissima sinfonia, nel qual tempo furono distribuiti mediante i soprascritti signori deputati i libretti in stampa contenenti tutto l’ordine dell’accademia.

Recitata posteriormente l’orazione, col seguito apposto alle composizioni […] l’accademia era distinta in tre parti, veniva ciascuna di esse terminata con una cantata a solo, unita con gli loro strumenti. Finalmente terminato tutto, fu accompagnato da suddetti ufficiali il soprascritto Illustrissimo Signor Commissario, seguito da altri il prescritto Monsignor Vescovo, che partì per le sue stanze, e tutti gli altri se ne andarono deputati sopra questa festa, come sopra, furono gli Ufficiali Cavaliere Giovanni Migliorati, Cavaliere Stefano Vai eletti da’ nobili ufficiali rappresentanti con facoltà di eleggere altri a loro piacimento. […]

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c. 87 v

[A dì 29 giugno 1730]

Per un anno di corso domandato dal maestro di cappella per musici per solennizzare con musica la festività di Santa Cecilia

Sentita di poi una compagnia al rinomato maestro di cappella e musici di questa città, dove rappresenta essersi disposto di celebrare con musica la

163 festività di Santa Cecilia loro protettrice, domandano che gli sia alzato a spesa pubblica il palco.

Fu proposto stanziamento di 37 scudi.

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c. 107 r

A dì 24 maggio detto (24 maggio 1731)

Stanziamento di scudi 7 per la musica nella Chiesa di Reverendissimi Cappuccini domenicani

Stanziarono scudi 7 per aiuto di costà alla spesa nella musica fatta nella contingenza della suddetta funzione nella Chiesa dei Reverendissimi Cappuccini domenicani per loro legno a ufficiali 7 contrari[…]

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c. 144 v

A dì 30 gennaio detto [30 gennaio 1731]

[…] Concessero e concedono ad alcuni comici il transito al salone del palazzo loro per il teatro nell’occasione di alcune rappresentazioni che sono per farvi per ufficiali 9 contrari 0.

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VI

ASP, 261 (1732-1737)

Dal 18 dicembre 1732 al 5 febbraio 1737, redatto dal cancelliere Anton