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L’indagine sui documenti riguardanti l’Accademia dei Semplici, non rileva fonti documentarie che illustrano in maniera sistematica ed esaustiva l’organizzazione e il funzionamento della produzione teatrale del «Teatro dei Semplici», per tutto il Settecento, e questo in particolare vale per la prima metà del secolo. Le problematiche gestionali emerse durante il corso del XVIII secolo, si possono desumere dallo spoglio sistematico dei Diurni di

Cancelleria283, delle Lettere, conservate presso l’Archivio di Stato di Prato,

messe a confronto con le Deliberazioni accademiche284 dei Semplici,

custodite presso la Biblioteca Roncioniana di Prato. La necessità di realizzare una cronistoria, collazionando le varie fonti archivistiche, è dovuta in primo luogo dalla particolare configurazione dell’amministrazione compartecipata del teatro, fra l’Accademia dei Semplici e il Comune di Prato, in secondo luogo da come tali istituzioni furono capaci d’interfacciarsi, sia con l’autorità centrale granducale, prima medicea, poi lorenese, sia con gli impresari e i comici che si rivolsero al teatro in maniera totalmente differente. Per la prima metà del secolo XVIII, la scarsità di fonti documentarie genera il bisogno della redazione di una cronistoria che metta in luce le dinamiche sotterranee dello spettacolo pratese, che altresì rimarrebbero sommerse fra le falde degli archivi.

La sezione archivistica dell’istituzione comunale e l’altra che riguarda la gestione privata e interna degli affari degli accademici Semplici risultano complementari, poiché garantiscono la possibilità di ricoprire diversi vuoti

283 Rimando interno 284 Rimando interno

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temporali dovuti alla scarsità di fonti d’archivio285. In secondo luogo, la

complementarietà delle fonti utili a ricostruire la storia del teatro pratese del Settecento, è tale poiché la stessa tipologia delle testimonianze mette in luce aspetti completamente differenti. Da un lato, i Diurni di cancelleria, voce ufficiale delle istituzioni comunali, precisano il rapporto fra il Comune e l’autorità granducale, occultando maggiormente tutte le controversie interne e le problematiche di gestione che si vennero a creare all’interno delle mura cittadine. Dall’altro, le deliberazione accademiche, offrono altresì la possibilità di indagare a fondo le dinamiche di criticità fra l’accademia e tutti i suoi interlocutori, sia pubblici e privati che s’interfacciarono direttamente con il teatro: i pubblici amministratori della proprietà, le stesse compagnie accademiche, gli impresari teatrali, le compagnie girovaghe di comici professionisti, gli intellettuali pratesi che dialogarono con il teatro. Le decisioni che i Semplici presero negli anni, permettono inoltre d’addentrarsi nel cuore della gestione quotidiana del teatro, mettendo in luce tutte le tracce della storia materiale, con una particolare attenzione al funzionamento giornaliero del teatro stesso. L’integrazione e il confronto delle due fonti è tuttavia indispensabile per comprendere con certezza quale fu la natura della produzione teatrale poiché, vista la particolare configurazione dell’amministrazione compartecipata fra l’accademia dei Semplici e l’istituzione comunale, non è scontato che ciò che venne deliberato dalla prima fosse concesso anche dalla seconda.

Il «Teatro dei Semplici» veniva aperto due volte l’anno, durante i giorni della feste mariane di settembre e nel periodo del Carnevale. Le due stagioni teatrali venivano preparate in anticipo: le decisioni riguardanti la stagione settembrina venivano prese, in genere, durante i mesi estivi, in

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particolare nel mese di luglio286. Per quanto riguarda la stagione del

Carnevale, ogni dettaglio veniva prestabilito fra il mese di novembre e l’inizio

del nuovo anno287. Per comprendere pressappoco l’ordine di grandezza delle

due differenti stagioni possiamo considerare i dati della stagione della fiera

del 1752288, che constava di cinque recite, mentre quella del Carnevale del

1753 di ben ventisette289. Con il passare dei decenni, si accentuò la

propensione ad accettare le richieste estemporanee, provenienti da impresari che di altre città italiane, in occasione delle recite dei giorni festivi della Fiera. Il 1 settembre 1749, Pietro Montelatici e Francesco Del Moro, impresari delle opere del teatro di Pistoia:

«domandavano il nostro teatro nella prossima festa della natività di

Maria Sempre Vergine per recitarvi tre opere di Metastasio […]»290

Non molti anni dopo, il 5 settembre 1756, il «Teatro dei Semplici» fu concesso a Valentino Colpi di Verona «per la Fiera e i giorni seguenti, per

rappresentare forze e giochi»291, mentre il 14 agosto 1758 la concessione fu

accordata, solo con qualche giorno in più d’anticipo, al nobile pratese Cosimo

Lapo Migliorati per mettere in scena «alcune burlette in musica»292.

286 Per elaborare una tendenza sulla programmazione, per quanto riguarda le deliberazioni

sulla stagione della Fiera, si veda BRP, ms. 863 (T-VII-8): cc. 82 r (28 giugno 1723); cc. 91 r.- 92 r. (26 luglio 1726); cc. 128 r.-128 v. (17 agosto 1739); cc. 130 v.-131 r. (13 agosto 1740); e ancora in BRP ms. 864 (T-VII-): cc. 13 v-15 r. (17 giugno 1746); cc. 76 v.- 77 r. (4 giugno 1759)

287 Per elaborare una tendenza sulla programmazione, per quanto riguarda le deliberazioni

sulla stagione della Fiera, si veda BRP, ms. 863 (T-VII-8): cc. 79 v (12 novembre 1722); c. 87 r (2 gennaio 1724), cc. 92 r – 92 v (13 novembre 1726); cc. 94 r – 95 r (21 gennaio 1728); cc. 103 r – 104 r (27 dicembre 1730); c. 107 v (24 gennaio 1732); cc. 115 r-166 r (16 gennaio 1735); cc. 120 v- 121 r (20 dicembre 1735); c. 121 r (1 gennaio 1736); cc. 124 r -124 v (27 gennaio 1737); c. 130 r (17 gennaio 1740); c. 138 v (27 novembre 1743); e ancora in BRP, ms. 864 (T-VII-8): c. 7 v (5 dicembre 1745); cc. 42 r – 43 r (14 novembre 1751); cc. 48 v - 49 r (10 dicembre 1753); cc. 69 r- 70 r (18 dicembre 1758). 288 Cfr. BRP, ms. 864 (T-VII-8), cc. 45 r – 45 v (4 settembre 1752) 289 Cfr. BRP, ms. 864 (T-VII-8), c. 47 r (20 gennaio 1753) 290 Cfr. BRP, ms. 864 (T-VII-8), cc. 32 v – 33 r 291 Cfr. BRP, ms. 864 (T-VII-8), cc. 58 v – 59 r 292 Cfr. BRP, ms. 864 (T-VII-8), cc. 65 r-65 v

105 Segue la cronistoria dettagliata dello spettacolo che andò in scena al Teatro dei Semplici di Prato, la piazza teatrale ufficiale della città nel XVIII secolo, fino alla chiusura del teatro nel 1764.

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1700

Il 17 ottobre il Comune di Prato concesse, all’unanimità, l’uso del salone in favore degli «accademici» Semplici per «ingresso et egresso», in occasione

della preparazione dell’inaugurazione del nuovo teatro293. Gli accademici

Semplici deliberarono di inaugurare il teatro pubblico con la commedia La

forza della gratitudine di Valerio Inghirami, con «prologo in musica e i suoi

adornamenti di balletto et abbattimento»294.

Il 24 ottobre fu inaugurato il nuove teatro con La forza della gratitudine di