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Architetto, Madesimo (Sondrio)

Casa VG, Madesimo (SO).

paesaggio, che ne modifica la percezione e aspira a esserne elemento qualificante.

In alcune occasioni, ci siamo ritrovati a progettare all’interno di paesaggi lontani dai centri abitati; sia- mo intervenuti su edifici consueti, senza elementi eccezionali; si potrebbe quasi dire senza qualità. Gli edifici rurali sono stati trasformati, ampliati, riedifica- ti sempre nell’ottica di un progetto consapevole che parte da condizioni estremamente diverse, in un con- testo socio-culturale che rivendica esigenze differen- ti. Gli “alpeggi” a ridosso del centro abitato, in cui sopravvivono fragili vestigia di ruralità, sono territori contaminati in cui vanno ricercate diverse modalità di approccio progettuale; che richiedono progetti co- scienti che rivendichino la loro contemporaneità. Abbiamo la percezione che le nuove forme di abitare consapevole in montagna, il ritorno all’uso di territori dimenticati e la presenza di dinamiche economiche legate allo sviluppo sostenibile dei luoghi alpini ne- cessiteranno di un pensiero progettuale fortemente connaturato con il territorio, con l’ambiente e i nuovi abitanti di questi luoghi estremi.

Nel progetto di ristrutturazione di Casa VG, l’intento

principale è quello di costruire il progetto aggiungen- do il meno possibile. Attraverso la ridefinizione del parapetto e della piccola falda inclinata a sud, lavo- rando sul prospetto, con piccoli interventi di aggiunta (parapetto-camino-scatola lignea) i due volumi origi- nari si fondono, dando vita a un nuovo organismo, caratterizzato da una serie di rivestimenti lignei dal disegno geometrico. Il tema principale del progetto è quello di trasformare elementi che sono considerati di disturbo in elementi di qualità, per poi restituirli con nuovi valori alla comunità.

In “wardrobe in the landscape”, il concetto di di- mensione guida il progetto. Grande è il territorio, il paesaggio; piccolo è il luogo, lo spazio. Si instaura un rapporto reciproco che innesca volontà proget- tuali. Qual è il ruolo della “stanza” nei confronti del paesaggio? Come il paesaggio recepisce, “adotta” la stanza? Una piccola scatola lignea si incastra tra due edifici esistenti.

I pannelli lignei, montati con l’andamento diversifica- to della vena (verticale e orizzontale), reagiscono alla luce restituendo diverse composizioni geometriche. Esternamente, quasi in una condizione mimetica, la

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nuova facciata lignea sembra quasi sottrarsi nelle ombre del paesaggio, per poi ribadire, con la luce del sole, la propria presenza, abbagliando, lanciando un segnale visibile a lunga distanza.

La ricostruzione di casa FD è la storia di una casa non ancora finita, un oggetto nel paesaggio.

Molte volte, per vari motivi, la costruzione degli edi- fici diventa un’attività che si protrae nel tempo, oltre i limiti prefissati. In questo lasso di tempo, l’edificio si configura come oggetto in costruzione, senza abi- tanti, assume una configurazione volumetrica e com- positiva parziale.

Il paesaggio accoglie l’edificio come oggetto inani- mato, quasi da contemplare.

L’edificio non ancora abitato è già elemento del pa- esaggio; esso costruisce un rapporto con esso e ne diviene elemento caratterizzante. L’edificio con la sua pianta poligonale, orientata verso riferimenti esterni, modifica la sua immagine a seconda del punto di vi- sta. Casa FD cambia le sue dimensioni, si assottiglia, si allarga, si modifica nelle sue geometrie. L’insieme delle partiture intonacate si mostra e si nasconde. Le pagine bianche con la loro leggera inclinazione, alleg-

geriscono il paramento di pietra che si riconfigura in geometrie nuove.

La stalla per sei mucche cerca attraverso alcuni sem- plici elementi (portale in cemento armato, sistema li- gneo) di ridefinire il ruolo di un manufatto rurale all’in- terno del paesaggio.

Nel museo del latte, il volume che contiene la distri- buzione verticale cerca di nascondere il proprio con- tenuto; come un oggetto autonomo si affianca all’e- dificio esistente, distanziandosi della giusta misura. La differente composizione volumetrica, l’apparente casualità delle aperture e l’utilizzo del cemento arma- to come unico materiale sono gli elementi che con- tribuiscono all’affrancamento del nuovo manufatto. Ogni progetto è un ripensamento sul rapporto con il paesaggio, sulla sua “ricostruzione dal basso”. È importante la consapevolezza che ogni piccolo in- tervento cambierà, anche se di poco, il paesaggio e che ogni piccolo intervento avrà una piccola area di influenza che necessariamente coinvolgerà future trasformazioni, nella speranza della costruzione di un processo virale che possa attraverso piccoli episodi riqualificare il paesaggio.

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La storia degli alpeggi è marcata da processi storici di lungo periodo ma è essa stessa protagonista di av- venimenti riconducibili a ben definiti “passaggi” sto- rici: la formazione dei comuni rurali (nel XIII secolo), il trasferimento dalle proprietà collettive al moderno comune politico (all’inizio del XIX secolo). L’interesse e la fiducia che il consumatore ripone nelle produzio- ni tradizionali legate all’attività agricola, all’allevamen- to estensivo e in generale alla ricerca di un rinnovato equilibrio tra le attività produttive e l’ambiente natu- rale hanno portato a una maggiore domanda delle produzioni d’alpeggio.

Per “alpeggio” s’intende l’insieme dei terreni pasco- livi presenti in zona di montagna e delle strutture de- stinate al ricovero del bestiame, alla lavorazione dei prodotti, all’alloggio dei conduttori, utilizzate per la monticazione non permanente del bestiame. L’alpeg- gio rappresenta quindi non solo un’azienda agricola “stagionale” ma anche un vero e proprio insediamen- to umano, sia pure temporaneo.

Si assiste quindi al trasferimento, per l’intero periodo estivo, del bestiame e di personale su determinate aree di pascolo dotate di ricoveri per uomini e ani- mali, nonché di locali per la lavorazione del latte e la conservazione del latticini. L’alpeggio spesso coin- cide solitamente con i tre mesi di giugno, luglio e agosto, per una durata “classica” di 80-90 giorni: tra- dizionalmente si sale (“monticazione”) a san Giovan- ni, 24 giugno, e si scende (“demonticazione”) a san Michele, 29 settembre.

Le strutture di