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Camilla Sette

(camilla.sette@graduate.univaq.it) SSD: ICAR 14 – Composizione architettonica e urbana

Parole chiave

Riqualificazione urbana, pianificazione territoriale, progettazione archi-tettonica, regolamenti edilizi, aree interne.

La rinnovata attenzione nei confronti del paesaggio, inteso non solo come naturale, ma come insieme di fattori artificiali, materiali e immate-riali, ha assunto da tempo in Italia, come anche in Europa, un ruolo pre-valente nella ricerca scientifica. Tra tutti, quello dominante nella cultura collettiva nazionale è sicuramente il paesaggio urbano: questo corrispon-de in genere ai contesti storici, dove il patrimonio edilizio presenta nella maggior parte dei casi un valore pregevole, ma che al contempo necessita di urgenti interventi di rigenerazione e recupero.

Anche il PNRR si concentra sulla rigenerazione urbana e architet-tonica dei centri storici minori (nella nostra ricerca quelli ricadenti nel Parco Nazionale del Gran Sasso) per contrastare gli annosi problemi di vetustà del patrimonio edilizio e culturale e di sovraurbanizzazione del suolo. Si è finalmente affermato il carattere patologico del consumo di suolo che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi 70 anni, conseguente a politiche speculative e pianificazione inefficace, che, seppur ancora non

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esaurito nelle sue dinamiche incrementali, si è certamente ridotto nella portata lasciando però ai comuni una eredità di difficoltà e problemi che hanno smentito decisamente la convinzione generale degli anni ’80-90 per cui a un minor controllo del territorio corrispondesse un vantaggio per cittadini ed imprese.

Soprattutto per i piccoli comuni delle aree interne gli interventi do-vranno essere altamente qualificanti, idonei a generare un recupero di ruolo, sensibili miglioramenti della qualità della vita e della valenza am-bientale, nonché un elevato impatto sulla riaffermazione identitaria delle comunità residenti.

Nell’ultimo trentennio, i progetti all’interno dei borghi storici sono stati caratterizzati dalla conservazione e valorizzazione delle risorse sto-riche e naturali dei territori, mentre gli interventi di riuso o di recupero sono ormai diventati ripetitivi e omologati, in cui il tutto si riduce spesso ad un mero problema di materiali tradizionali (o ritenuti tali) e di forme:

occorre saper trovare il giusto mezzo tra passato e presente, non rincor-rendo semplicistiche emulazioni della tradizione, ma andando piuttosto ad interpretarla alla luce della cultura del presente.

Ciò significa che è necessario costruire delle immagini di futuro dei di-versi comuni e dei territori circostanti: rigenerare questi luoghi che versa-no in stato di abbandoversa-no, o anche in via di crescente fragilizzazione, vuol dire ripensarli e reimmaginarli anche profondamente, essendo luoghi ca-ratterizzati da uno stile improntato per lo più da azioni autoreferenziali o spontanee, eccezion fatta per sporadici interventi dovuti a sensibilità culturale della committenza. Questi borghi vanno visti come terreno per vincere le sfide urbanistiche, economiche e sociali dei prossimi anni: ela-borare una metodologia che abbia la forza di cambiare il paradigma delle montagne e aree interne come luoghi da preservare e valorizzare, e che abbia come centro la natura e la specificità dei territori, “il suo essere in-treccio ineludibile”, per citare Manlio Rossi-Doria, di “osso e di “polpa”, per dare nuova vita a questi centri storici complessi e assai diversificati.

Obiettivo generale della ricerca è quello di sviluppare un approccio metodologico innovativo, di carattere quantitativo e qualitativo, che permetta di classificare le aree in analisi sulla base dei caratteri architetto-nici, urbanistici, socio economici, paesaggistici.

A livello analitico-quantitativo, viene svolta una raccolta dello stato dell’arte su temi riguardanti la pianificazione e la progettazione, com-presa la verifica della letteratura scientifica (Angi, 2016; Fonti, 2006;

Rolli & Romano, 1995; De Rossi, 2018; Tarpino, 2016; Teti, 2016) e del patrimonio cartografico esistente attraverso sopralluoghi; indivi-duazione dei perimetri di studio e confronto con il quadro normativo vigente. Accanto a queste, vengono svolte riflessioni di tipo qualitati-vo, riguardanti il rapporto tra qualità dell’ambiente costruito ed aspetti quali, ad esempio, la valorizzazione del paesaggio, la dipendenza dalla città, i valori immobiliari, l’attrattività residenziale e turistica, il senso di identità sociale.

Dai sopralluoghi e rilevamenti che verranno effettuati nei centri prin-cipali dei comuni del Parco, deriverà un descrittore di condizione ricon-ducibile alle analisi delle matrici architettoniche e urbanistiche di questi.

A questo descrittore si può associare l’indicatore di nuovo conio che esprime, in forma sintetica e speditiva, lo “Stato Di Conservazione Re-siduale Dei Connotati Storico- Architettonici Di Alta Valenza Testimo-niale” (con suscettibilità di variazione lessicale nel corso della ricerca), fermo restando il concetto relativo alla qualità del sistema “Impianto Urbano – Corpi Edilizi – Matrice Rurale” (Fig. 1).

Sia il descrittore che l’indicatore derivano da una indagine expert-ba-sed, non essendo ragionevole farli discendere da procedure di misura sui singoli luoghi che sarebbero troppo incerte e discutibili nel loro metodo applicativo, oltre che estremamente onerose tecnicamente e, quindi, al di fuori delle possibilità di impegno di un dottorato.

Ad oggi si sta procedendo con un campionamento di studio e messa a punto del registro descrittivo/analitico con i centri di maggiore prossimi-tà con il centro urbano di L’Aquila (Collebrincioni, Aragno, Camarda e Assergi) sperimentando un metodo ricognitivo misto mediante Goo-gle Earth/View Street e poi sopralluogo fisico di verifica. Ciò dovrebbe consentire di allestire una schedatura-tipo da estendere poi agli altri bor-ghi del PNGSML secondo il protocollo detto. La ricognizione di questi dati, unitamente alla sezione teorica di ingresso, porterà alla stesura di una mappatura geografica che mostri la distribuzione territoriale dei vari gradi di qualità e delle eventuali categorie di raggruppamento (cluster)

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entro le quali riuscire ad incasellare gruppi di borghi con caratteri e pro-blematicità affini, nonché per comuni dinamiche di trasformazione.

La ricerca proseguirà poi con l’individuazione di linee guida per la stesura di un’architettura normativa edilizia, con peculiarità caratte-ristiche per i singoli comuni. In una condizione teorica con il livello professionale sempre molto elevato e la committenza dotata di elevata sensibilità culturale e consistente disponibilità economica, un rigido incasellamento regolamentare degli interventi risulterebbe negativa-mente limitativo. Ma le condizioni correnti, seppur in progressiva e lenta maturazione, non hanno tali connotati e quindi si ritiene che la migliore soluzione per raggiungere una apprezzabile qualità del costru-ito e dell’ambiente, che fungerà da attrattore per nuove residenzialità e nuovi investimenti economici, sia quella di studiare forme di orienta-mento dell’azione progettuale e di realizzazione seguendo la falsariga di esperienze già attuate in passato in Abruzzo e altre regioni italiane fin dagli anni ’70.

Figura 1. Best e worst practice a confronto: Civitella Alfedena e Collebrincioni.

GRUPPO DI RICERCA E PROGETTI FINANZIATI

Gruppo di ricerca: Prof. Federico De Matteis, Prof. Bernardino Roma-no, Prof. Filippo De Dominicis.Il progetto di ricerca presentato è tema della tesi di dottorato svolta dall’Ing. Ph.D. student Camilla Sette.

BIBLIOGRAFIA

Fonti L. (2006). Parchi, reti ecologiche e riqualificazione urbana, Alinea, Firenze.

Angi B. (2016). Amnistia per l’esistente. Strategie architettoniche adattive per la riqualificazione dell’ambiente costruito, LetteraVentidue Edizio-ni, Siracusa.

Rolli G.L., Romano B. (1995). Progetto parco. Tutela e valorizzazione dell’ambiente nel comprensorio del Gran Sasso d’Italia, Andromeda Editrice, L’Aquila.

Teti V. (2016). Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni, Donzelli editore, Roma.

Tarpino A. (2016). Il paesaggio fragile. L’Italia vista dai margini, Ei-naudi, Torino.

De Rossi A. (a cura di, 2018). Riabitare l’Italia, Donzelli editore, Roma.

Valutazione di rischio per fagliazione superficiale e