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a disposizione la parete prima del presbiterio, che si concludeva in alto con una finestra termale a segmenti, ma doveva tenere conto anche del grande altare marmoreo compiuto nel 1716 da Pasquale Lazzarini. Per questo motivo l’architettura dipinta dell’ancona inizia appena sopra le teste delle sculture marmoree e anche la Gloria di Sant’Ignazio è di conseguenza collocata più in alto. L’ancona a sua volta appare come una parete concava serrata da poderose colonne di ordine composito. Quest’impressione è ulteriormente rafforzata dalle nuvole con Sant’Ignazio e gli angeli che si librano verso il cielo e nell’attico illusionisticamente sfondato, dove appare Cristo su una delle nuvole e la colomba dello Spirito Santo illuminata dalla luce. La parte conclusiva dell’altare si prolunga nell’apertura della finestra termale ed è pertanto ancora più marcata, dove la macchina dipinta si interseca felicemente con il vaso del finestrone, mescolando così le due la luce vera con gli effetti chiaroscurali della finta prospettiva. Il gioco si fa ancora più capriccioso, in quanto ai lati dell’edicola sono raffigurate delle finte porte e finestre apparentemente piene di luce5 che accrescono l’illusione i una struttura a sé stante. In questo modo il Tausch si è avvicinato all’ideale terminazione absidale della Chiesa del Gesù a Roma. Osservando l’altare della chiesa goriziana si può notare che il Tausch non era molto abile nel tratteggiare le figure, una mancanza che ha saputo nascondere da valente scenografo con le efficaci composizioni monumentali, dove conta l’illusione armoniosa dell’intera composizione. Pertanto anche

Fig. 165 - Tausch, Facciata Chiesa di Sant’Ignazio, Gorizia (progettata nel 1721, conclusa nel 1724).

Fig. 166 - Tausch, “Gloria di Sant’Ignazio”, 1721; Lazzarini, Altare Maggiore, 1716. Presbiterio della Chiesa di Sant’ Ignazio di Gorizia.

Fig. 168 - Tausch, Facciata, dettaglio della Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia. Mensole, archi spezzati e sculture, ordine composito gigante, Sant’ Ignazio in posizione centrale.

Fig. 167 - Tausch, Facciata, dettaglio del frontone della Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia.

Fig. 169 - Tausch, Facciata, dettaglio ingresso latarale con cornice e triglifi, Chiesa di S. Ignazio a Gorizia.

Fig. 170 - Tausch, Facciata, dettaglio Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia. Prosecuzione sviluppo base attica su muro.

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questo altare di dimensioni e rapporti ideali è adeguato allo spazio per il quale è stato progettato e contribuisce ad arricchire esteticamente l’ambiente sacro.6

L’utilizzo della prospettiva, nel passaggio dal Rinascimento al Barocca e per tutta la durata di quest’ultimo, ebbe un ruolo fondamentale nell’attività di quadraturisti, ossia pittori specializzati nella resa di finte architetture, eseguite per lo più ad affresco sulle pareti e sui soffitti degli edifici in modo da dilatare illusivamente gli spazi dell’ambiente così decorato.

Non a caso molti quadraturisti furono anche abili scenografi, trovando proprio nella pratica degli allestimenti scenici l’occasione per raffigurare vertiginosi scorci di scale, colonnati, atrii e gallerie che in definitiva costituivano una sorta di spettacolo nello spettacolo, in linea con il precetto barocco per il quale il compito dell’artista è suscitare stupore e meraviglia.

Il Tausch opera negli anni di passaggio fra quadratura come illusione architettonica, spazialmente razionale, e pittura libera e descritta in sé: l’altare corrisponde appunto ad entrambi gli schemi, attraverso una ricerca prospettica e illusionistica7 unità ad una fantasia personale.

In genere, per la realizzazione di quadrature come questa, gli artisti prendevano spunto da elementi presenti nell’ambiente in cui l’affresco doveva essere inserito: un espediente efficace per amplificare l’illusione percettiva. In questo caso, tuttavia, non sono riscontrabili molti riferimenti al contesto della chiesa. Solo piccoli elementi quasi impercettibili, mentre è stata riscontrata una quasi celata analogia con la soluzione compositiva del prospetto principale.

Della facciata, nella quale fonde e innesta formule transalpine con quelle italiane, egli riprende elementi quali: l’ordine architettonico gigante e composito (anche se il capitello nell’affresco si presenta molto più fantasioso e meno vincolato la regole costruttive platiche), le mensole presenti sull’ingresso centrale, la continuazione del toro delle semicolonne sulla parete, i triglifi sulle porte, il motivo a triangoli presente ai lati delle finestre del secondo

Fig. 171 - Tausch, “Gloria di Sant’Ignazio” (1721), dettagli affresco del Presbiterio della Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia.

livello, così come le incavature rettangolari. Angeli e putti adagiati sopra trabeazioni ed archi spezzati poi sono esibiti anche nell’affresco, del quale si vuole anche ipotizzare la presenza di figure sul secondo livello di archi spezzati: osservando attentamente si possono notare delle sagome dipinte di piedi color grigio, probabilmente si trattava di angeli che sono stati rimossi dal pannello, magari per eccessivo oscuramento della finestra termale.

Dell’interno sicuramente si può notare la continuità di colore del fregio curvilineo rosso-rosato che corre lungo le pareti e l’utilizzo di una stessa fascia marcapiano evidente nelle pareti del presbiterio. Le finte sculture femminili (Sante) sdraiate sugli archi spezzati esibiscono una il Calice della Fede e l’altra con una mano tiene un cuore, mentre con l’altra regge la Croce della Fede, elementi che si posso ritrovare nell’altare della Cappella della Croce, tuttavia successivo all’affresco in quanto realizzato nel 1764.

Dal punto di vista compositivo si può innanzitutto notare, oltre la presenza di un asse di simmetria centrale, una tripartizione orizzontale (livello terreno con porte e solidi piedistalli; livello intermedio con colonne e Gloria del Santo in un turbinio di nuvole e figure celesti in ascesa verso il Cielo, dove in basso un angelo regge un libro aperto ed esibisce la scritta “AD MAIOREM DEI GLORIAM”; livello superiore aulico dominato dalle figure di Gesù e della Colomba al di sopra degli archi spezzati e delle finestre) presente anche nel prospetto principale (primo livello di ordini romano, secondo livello veneziano, terzo livello nordico). Anche osservando verticalmente la composizione di pittura illusionistica e di architettura reale è simile: al centro sempre Sant’Ignazio, ai lati due figure di Santi in posizione stante (S. Pietro con le chiavi del Paradiso a sinistra e S. Paolo a destra) così come nell’esterno alla chiesa (dove ai lati del Santo sono presenti San Giuseppe con Gesù Bambino e Giovanni Battista).

L’utilizzo del numero 8 per gli ordini: nel prospetto troviamo 4 semicolonne a 3/4 e 4 paraste, nell’affresco sono rappresentate 4 colonne, 2 semicolonne a ¾ e 2 paraste.

In ogni caso dall’analisi dell’affresco, risulta che il Tausch si sia più avvalso delle opere fatte dal maestro Andrea Pozzo e che le abbia reinterpretate, piuttosto che ricercare un’illusione complessiva al contesto della chiesa. Forse nel 1721 non erano ancora presenti particolari elementi di richiamo e decorazione da essere inseriti nella quadratura per renderla ancora più illusionisticamente convincente.

Figg. 172-173 - Tausch, “Gloria di Sant’Ignazio” (1721), dettagli affresco del Presbiterio della Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia. Ordine composito, finestra con decoro a triangoli e cavità rettangolari; triglifo su porta, mensola, statua laterale, toro continuo su parete.

1 Secondo alcune interpretazioni rimase a Gorizia per qualche tempo anche nel 1722, cosa che tuttavia non corrisponde nelle note storiche della confraternita di Gorizia.

2 La Chiesa è stata costruita dopo il Collegio Gesuita, le prime notizie risalgono al 1654. Koršič Zorn (2001).

3 Non sono stati trovate corrispondenze in merito alla presenza di Tausch a Bratislava: in tal caso le opere potrebbero essere andate distrutte o non note (sono presenti chiese gesuitiche), potrebbe trattarsi di un errore di trascrizione (Bratislava invece di Braslavia), o indicherebbe semplicemente la direzione della Slesia.

4 Resman (1998), p. 223. In Šerbelj, F. (2002). La pittura barocca nel Goriziano. Ljubljana: Narodna Galerija.

5 Sono gli effetti che già preannunciano le opere della seconda generazione degli allievi del Pozzo. Cfr. Bösel, R. (1996). Le opere viennersi e i loro riflessi nell’architettura centro orientale. In V. de Feo, V. Martinelli (a cura di), Andrea Pozzo. Milano: Electa.

6 Šerbelj (2002).

7 Istituto di storia sociale e religiosa (1995), Cultura tedesca nel Goriziano – arte e artisti nordici nel Goriziano.

PARTE III

Percepire tattilmente