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Archivi digitali online per una proposta di laboratorio sulla Grande guerra

Nel documento Studi e ricerche Infieri (pagine 93-96)

con repertori digitali e banche dati Fabrizio la Manna

2.  Archivi digitali online per una proposta di laboratorio sulla Grande guerra

Il laboratorio proposto si avvale di materiale iconografico di faci-le reperibilità e ampiamente disponibifaci-le su alcune banche dati on-li-ne (Minuti 2004), ossia le cartolion-li-ne illustrate prodotte on-li-nel corso della Grande guerra. Esso può essere replicato con assetti variabili a secon-da delle situazioni. Infatti, qualora si disponesse di tempi medio-lun-ghi, di classi sufficientemente strutturate, di un gruppo di studenti fortemente motivato, con discrete capacità nel lavoro autonomo e in grado di trainare il resto dei compagni, si potrebbe procedere, dopo aver fornito una serie di indicazioni metodologiche e alcune coordi-nate di massima, alla ricerca autonoma dei materiali. In quest’ultimo caso si comincerebbero ad esercitare e affinare quelle procedure euri-stiche che costituiscono, ad un livello più raffinato, proprio il metodo della ricerca storica. In tal senso, l’emulazione della ricerca storiogra-fica è utile per far comprendere come il sapere storico sia per defini-zione aperto ad un continuo processo di revisione e aggiornamento, e tuttavia fondato su una metodica consolidata e su una letteratura specialistica condivisa dalla comunità scientifica.

Anche per limiti di spazio, il laboratorio viene qui presentato in una versione ridotta e opportunamente semplificata, in cui il docen-te ha già organizzato un piccolo, ma rappresentativo, archivio digitale di immagini da fornire agli studenti. Anche in questo caso, però, non si può comunque prescindere dal renderne esplicita la provenienza, fornendo, allo stesso tempo, i criteri che hanno guidato la selezione e le coordinate generali per una eventuale ricerca autonoma. Ciò al fine di evidenziare l’importanza delle fonti nella strutturazione del sapere storico, e la rilevanza delle nuove tecnologie, in particolar modo delle banche dati digitali, come valido supporto a disposizione non solo de-gli studiosi di storia, ma anche dei cultori della disciplina o dei sempli-ci appassionati (Crissempli-cione 2006; Noiret 2008 e 2011). Nel laboratorio è inoltre fondamentale che gli attori siano a conoscenza delle procedure per poterle replicare, così come è necessario che vengano mantenuti degli spazi e dei momenti per la riflessione e l’iniziativa autonoma.

Le immagini, individuate nel novero di un vasto campionario, sono state raccolte principalmente attraverso due portali, vere e proprie banche digitali on-line ad accesso libero, contenenti materiali di vario tipo (manifesti di propaganda, diari, memorie, lettere, pubblicazioni a stampa ecc.): Europeana Collections e 14-18 documenti e immagini della

grande guerra. Si sono rivelati molto utili anche la Digiteca dell’Istituto

di storia moderna e contemporanea, e l’Archivio digitale della Bibliote-ca nazionale centrale di Roma. Alquanto intuitivi e di facile consultabi-lità, necessitano, al contrario, di una certa capacità da parte del fruitore nella selezione mirata di quei materiali che andranno a comporre un percorso articolato e non una congerie episodica di dati disorganici. Le centinaia di immagini a disposizione rischiano infatti di disorientare l’utente che non sia adeguatamente attrezzato dal punto di vista me-todologico. Per questi motivi, al fine di limitare una dispersione con-troproducente, qualora si volesse sperimentare una modalità di lavoro autonomo, nella fase di ricerca è opportuno che il docente fornisca del-le linee guida abbastanza stringenti, in maniera tadel-le da indirizzare gli studenti verso una selezione ragionata dei materiali disponibili. In ter-mini di sviluppo di competenze specifiche, ciò può inoltre contribuire a riorientare gli allievi verso un utilizzo più consapevole delle risorse informatiche e dei nuovi canali comunicativi. La presenza sul web di un’enorme mole di contenuti utilizzabili ai fini dell’approfondimento o della ricerca storica ha infatti comportato una ridefinizione della rete

da semplice medium o luogo di sedimentazione di contenuti, a prota-gonista di una “storiografia digitale” che si serve di linguaggi e metodi innovativi (Ragazzini 2004).

Nel caso del laboratorio qui presentato sarà il docente stesso a mettere a disposizione degli allievi un corpus significativo di imma-gini. Queste potranno essere consegnate senza alcun ordine stabilito, in modo che emerga attraverso l’analisi e il confronto uno schema condiviso; oppure ordinate sommariamente attraverso un criterio interpretativo stabilito dal docente, ma che non viene reso noto fin dall’inizio. Infatti, anche in questa forma ridotta il laboratorio, ri-spetto alla lezione tradizionale di tipo trasmissivo, deve puntare ad un accrescimento del sapere che mantenga un tratto di spontaneità e autonomia. La fruizione delle immagini, molto evocative per via dell’esplicita finalità propagandistica, deve procedere parallelamente all’analisi di brani storiografici necessari per leggere e interpretare cri-ticamente lo specifico tipo di fonte. A questo proposito, è opportuno che il docente renda esplicita non solo la provenienza delle immagini proposte, ma si soffermi sinteticamente sul concetto di fonte, con par-ticolare attenzione a quelle iconografiche (Burke 2002), evidenziando la loro importanza ai fini della strutturazione del sapere storico (Gi-rardet 2004). Allo stesso tempo, non può sfuggire che così come ogni elemento del passato costituisce potenzialmente una testimonianza a disposizione dello storico (Marrou 1962), non si dà mai il caso di una fonte che non vada sottoposta al vaglio critico (De Luna 2001).

Il contatto con la fonte deve perciò innescare un meccanismo infe-renziale, che a partire dalle informazioni esplicite e dai dati oggettivi, desuma quelli impliciti e ipotetici. Analogamente alle altre tipologie di fonti, anche per quanto concerne le cartoline illustrate della Gran-de guerra il docente Gran-deve innanzitutto chiarire alcuni dati impre-scindibili: attraverso un’adeguata contestualizzazione va esplicitato chi è il produttore di quella che per noi posteri è una fonte, cioè un “reperto” di un passato più o meno lontano, che si impone nella sua presunta oggettività, ma che per i coevi risponde a molteplici finalità: utilitaristiche, strumentali e soprattutto propagandistiche. A tal fine, potrebbe essere molto proficuo analizzare, in un’ottica comparativa, le cartoline illustrate prodotte nello stesso periodo negli Imperi cen-trali, oppure nei Paesi neucen-trali, come nel caso della Svizzera.

Nel documento Studi e ricerche Infieri (pagine 93-96)