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La Regione Campania è una delle regioni più giovani d’Italia e questa caratteristica demografica, come tutti ormai ben sanno, penalizza la regione sotto il profilo delle risorse economiche che, nell’attuale modalità di ripartizione delle quote di Fondo Sanitario Nazionale, vengono decurtate per un’azione di pesatura al ribasso, dovuta alla prevalenza di popolazione giovane.

Questo aspetto demografico richiede però tutto un mondo di servizi e prestazioni, dalla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione, ad alta specificità per l’età evolutiva nonché la massima attenzione al rapporto madre-figlio, a partire dal concepimento, attraverso tutto il percorso dell’attesa, della nascita, dell’allattamento, della gestione del post-partum, fino a che il figlio non raggiunga l’età adulta.

Un contraltare in termini di risorse per questa differenziata esigenza sociale non c’è, anzi, le problematiche relative a questo tratto di salute della donna e del bambino rientrano nel complesso di spesa sanitaria generale regionale.

Pur se la Regione provvede con specifiche progettualità e risorse all’Area

Materno-infantile, nuove tematiche si affacciano periodicamente ad ingrossare le fila di una domanda socio-sanitaria pressoché inesauribile, che necessita di una continua rimodulazione della distribuzione delle risorse umane.

La componente sociale che caratterizza da sempre il Consultorio rappresentata dall’Assistente sociale che, spesso per prima accoglie la donna ed il suo problema, è stato l’avamposto dell’integrazione socio-sanitaria che solo con la legge quadro n. 328/2000 ha trovato la sua dimensione legislativa.

La Campania porta con sé il poco nobile primato dei Tagli cesarei primari che supera il 50%, molto lontano dalle percentuali attese nazionali secondo il Piano Nazionale Esiti (dal 15% al 25% a seconda dei numero dei parti di struttura): un primato negativo che trae origine da una lunga serie di errori strategici, educativi, preventivi, culturali che pure questa regione sta provando a smuovere. La chiusura dei punti nasciti al di sotto dei 500 parti, pur determinando forti resistenze sociali e politiche, è stato un primo, forte, segnale di una volontà determinata al cambiamento che deve, necessariamente procedere, in parallelo ed in sinergia, con forti azioni di potenziamento dell’area materno-infantile territoriale.

5.1 - I Consultori

L’area materno-infantile, nata storicamente con l’istituzione dei Consultori, luoghi di accoglienza senza barriere, dedicati soprattutto alle aree socio-economiche più a rischio, hanno rappresentato per anni il punto fermo, la sentinella territoriale per azioni di prevenzione e sorveglianza sanitaria, inglobando in generale l’attività vaccinale e tutta l’area della prevenzione e cura della donna, con spazi dedicati in

esclusiva agli adolescenti ed alle tematiche di procreazione responsabile, alla prevenzione delle Malattie sessualmente trasmesse.

I servizi territoriali devono garantire le procedure di presa in carico globale della donna che richiede una interruzione di gravidanza, limitando l’interferenza ospedaliera al solo atto chirurgico, privilegiando il rientro della donna nel contesto consultoriale dove, la continuità dell’assistenza affiancata ai momenti di educazione sanitaria e di prevenzione, possano guidare la donna verso scelte meno dolorose e più consapevoli.

Il Consultorio deve essere luogo privilegiato anche per tutta l’area degli screening della donna: qui è necessario elaborare procedure di presa in carico sostenute e che si completino nella determinazione della diagnosi, che chiudano un primo livello diagnostico di buona qualità, e che siano capaci di governare l’invio al 2 e 3 livello come previsto dall’organizzazione regionale. Ogni ASL deve individuare almeno 3 centri di II livello per gli screening della donna e correlarsi al 3 livello regionale. Procedure omogenee ed offerte eque sul territorio permettono una diffusione dell’adesione allo screening ancora troppo al di sotto della soglia minima prevista dai L.E.A. In tal senso ogni ASL deve dotarsi entro il 31.12.2016 di un programma avanzato di miglioramento delle proprie strategie di chiamata e adesione agli screening della donna per raggiungere nuovi e migliori percentuali di adesione, tendenti all’obiettivo LEA nazionale.

5.2 - L’area Giuridica (minori e famiglie)

Nell’area Materno-Infantile si declinano anche tutte le problematiche valutative ed assistenziali, di accompagnamento e di sostegno alle capacità genitoriali, alla mediazione familiare, alle valutazioni psico-giuridiche di accompagnamento per le pratiche di affido/adozioni nonché di affidamento di minori in caso di separazioni/divorzi o di revoca di patria potestà per maltrattamenti/abusi familiari, violenza alle donne. Tali delicatissime attività di supporto Giuridico devono trovare in ogni ASL un Centro aziendale di riferimento nel quale vengono prese in carico le famiglie e le loro problematiche, secondo modalità uniche e sotto un’unica visione, garante della tutela dei diritti giuridici, sociali ma soprattutto di salute del minore e del nucleo familiare di origine.

Ogni ASL deve dotarsi di un Centro di riferimento giuridico per minori e famiglie entro il 31.12.2016.

5.3 - L’Area Adolescenti

Per favorire la conoscenza di sé, della fisiologia della sfera sessuale, delle tematiche della riproduzione e della procreazione responsabile, dell’educazione ai sentimenti, da tempo presso le U.O.M.I. sono organizzati specifici spazi dedicati agli Adolescenti, con forti raccordi con il mondo della scuola. Tali buone pratiche

devono essere incrementate e sostenute nella modernità delle problematiche che si affacciano nel mondo dei giovani, rendendo disponibili anche nuove terapie di supporto in emergenza quali la “pillola del giorno dopo”.

Ogni U.O.M.I. deve garantire, anche con una programmata rotazione interdistrettuale, la disponibilità di un ginecologo non obiettore prescrittore per tale necessità, anche durante i giorni festivi, in raccordo con la Continuità Assistenziale.

Un buon supporto Auxologico per la diagnosi precoce di patologie ritardanti la crescita è auspicato.

5.4 - Il percorso nascita

Fase delicatissima della vita madre/bambino è stato fortemente seguito dalla Regione Campania con vari atti decretanti la rilevanza e descrittivi delle finalità.

L’ultimo decreto emanato dai Commissari ad Acta DCA n.37 del 01/06/2016 ha

ricostituito il Comitato Percorso Nascita riconoscendone la validità e imprimendo una nuova volontà per riattivarne la funzionalità. Ci si attende un rinnovato impulso diretto alle ASL, in particolare sulle tematiche di preparazione alla nascita, accoglienza, supporto psicologico nel post-partum per la diagnosi precoce dei casi di depressione, un’azione di facilitazione all’accettazione di un parto naturale, specie per le primipare.

Una forte relazione integrata ospedale-territorio viene qui particolarmente indicata attraverso la produzione di un PDTA/nascita che la Regione dovrà produrre entro il 31.12.2017. Particolare rilevanza deve essere posta alla disponibilità di parto-analgesia in tutte le strutture ospedaliere con UO di Ostetricia entro il 31.12.2017.

5.5 - L’area vaccinale pediatrica

In molte ASL l’area vaccinale pediatrica è affidata ai contesti UOMI, nell’ambito di Centri Vaccinali dedicati all’età pediatrica. Questo modello è fortemente raccomandato dalla regione Campania e ribadito in questo Piano. Un forte raccordo con il Servizio Epidemiologia e Prevenzione del Dipartimento di Prevenzione è necessario ed indispensabile per il buon andamento del percorso vaccinale che, anche in Campania sta registrando forti flessioni, frutto di campagne denigratorie dell’obbligo vaccinale, tutte da contrastare. Informazione, accoglienza, azioni di richiamo, coinvolgimento degli opinion leader locali, e soprattutto forte integrazione con l’attività dei Pediatri di Libera scelta sono le strade da ripercorrere con nuovo entusiasmo per garantire una protezione di massa alla popolazione campana. Troppi episodi di malattie evitabili con vaccino ed eventi mortali si registrano ancora nella regione per poterla considerare al sicuro. In questo contesto un grande strumento è dato dall’informatizzazione del processo di chiamata e di registrazione che pone in capo al PLS una

responsabilità condivisa nel caso di mancata vaccinazione.

Ogni ASL deve dotarsi entro il 30.6.2017 di un sistema informatico di registrazione, chiamata e monitoraggio crociato con i PLS affinchè ogni paziente pediatrico venga opportunamente sollecitato e l’azione vaccinale, anche quando effettuata direttamente dal PLS, venga correttamente riportata aggiornando il file relativo al piccolo paziente. La Regione valuterà l’impianto di tale processo di registrazione su una piattaforma regionale entro il 31.12.2016 tal che i software aziendali possano essere messi in rete su una piattaforma regionale unica.

Solo così il dato vaccinale campano potrà essere qualitativamente valutabile e pertanto essere riferimento certo per l’analisi dello stato di salute della popolazione campana.

5.6 - La salute della donna

Nel suo percorso di vita la donna attraversa una serie di stagioni, tutte di grande rilevanza sanitaria, tutte necessitanti di specifici supporti educativi, preventivi e di cura. L’età giovanile, l’età fertile, l’età della maturità, l’età della menopausa devono trovare risposte e proposte per il superamento delle rispettive criticità.

Anche la psicologia della donna deve essere sostenuta nelle UOMI, specie per quanto riguarda tematiche di violenza e di abusi, fino al terribile fantasma del femminicidio. Azioni di sostegno, anche in raccordo con le Istituzioni Locali, i Servizi Sociali e le Forze dell’Ordine, devono essere sviluppate, accogliendo e proteggendo la donna ed i minori violati, secondo procedure di sicurezza e di riservatezza, attraverso precisi protocolli di Intesa con le Istituzioni ed eventuali Centri di accoglienza.

Almeno uno Sportello antiviolenza in ogni ASL è da realizzare entro il 31.12.2016.

5.7 – La rete Consultoriale

Il presente Piano prevede che, al fine di pervenire all'attuazione delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della quantità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita (Conferenza Unificata Rep. Atti 137/CU del 16/12/2010), le Aziende Sanitarie debbano implementare un Programma di rafforzamento delle proprie reti consultoriali e dei raccordi con i punti nascita per l'assistenza alla gravidanza fisiologica ai fini della riduzione anche dei parti cesarei.

In particolare, il suddetto programma dovrà prevedere gli standard organizzativi e i criteri di riorganizzazione territoriale dei consultori, con l'analisi dell'attuale organizzazione e livello di attività, e l'individuazione:

 della composizione minima delle equipe consultoriali;

le prestazioni previste dalla normativa vigente per il monitoraggio e l'assistenza alla gravidanza;

 dei percorsi e delle attività utili a favorire le dimissioni precoci dal punto nascita con l'assistenza post parto al domicilio;

 delle attività di aggiornamento e formazione del personale;

 dei percorsi di continuità per l'esecuzione degli esami diagnostico clinici prenatali, e per il raccordo con i punti nascita;

 delle iniziative di comunicazione pubblica per l'informazione e sensibilizzazione dell'utenza potenziale;

 degli indirizzi per la riqualificazione delle sedi consultoriali. Le UOMI, le UCCP, le UCCP pediatriche

Ove previste, UCCP e UCCP pediatriche attraverso il raccordo organizzativo del Direttore di Distretto si interfacciano e si integrano, senza sovrapposizioni o duplicazioni, nell’ottica di sistema, e secondo procedure operative condivise. La Pediatria di Base

La salute globale del bambino è affidata al medico Pediatra di Libera Scelta secondo le indicazioni e le disposizioni previste dall’ Accordo Nazionale vigente e dall’AIR regionale a cui si fa esplicito e totale riferimento.

Appare necessario tuttavia programmare nuovi modelli organizzativi che provvedano a colmare alcuni vuoti assistenziali, che spesso rappresentano un vulnus assistenziale, a sua volta inevitabile causa di un ricorso inappropriato ai Pronto Soccorsi ospedalieri. Si è già detto, nell’ambito del Capitolo delle Cure Primarie, della istituzione sperimentale regionale di n. 2 UCCP pediatriche.