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Fig. 15 – Antonino Leto, Posillipo, 1880, olio su tela, 50 x 85 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

31 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 16 – Antonino Leto, I due amici, 1880, olio su tela, 50 x 80 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

opere sue più importanti e caratteristiche e che la scelta delle opere minori e dei bozzetti sarà fatta con severo accorgimento»48. Il medesimo articolo, evidenziando la necessità di «rivalutare ai fini della Storia dell’Arte Italiana del secolo XIX» l’artista siciliano, «creatore di originale potenza in un suo fresco e vivo sentimento

della tradizione», inoltre, fa riferimento a «quadri e studi di grande interesse» tra cui spiccano I funari di Torre del Greco e La pesca del tonno e cita una ventina di

«notevolissime opere» in Germania, «di cui la famiglia del Leto possiede le riproduzioni»49.

Nonostante le direttive di Pica e l’impegno assunto dai sostenitori di Leto, l’indicazione generica di Studio, che non consente l’identificazione complessiva dei dipinti esposti, e le cronache del tempo lasciano presupporre che a Venezia non fossero presenti i capolavori dell’ar-tista, fatta eccezione per poche opere di grande qualità tra cui rientrano almeno Posillipo e Il richiamo, in col-lezioni private50.

Dopo un periodo di formazione intenso grazie al quale è in contatto con le tendenze artistiche all’avanguar-dia della seconda metà dell’Ottocento, Leto raccoglie il consenso della critica e si afferma sul mercato e, se è più complesso ricostruire il panorama delle oppor-tunità espositive e di vendita, sono invece indicativi di questo successo la committenza illuminata dei Flo-rio e la collaborazione con Pisani e Goupil così come i riferimenti delle cronache al gran numero di opere presenti in collezioni tedesche e inglesi. Nel 1923, Fig. 17 – Pergamena rilasciata ad Antonino Leto in

occa-sione dell’Esposizione Internazionale di Nizza, 1883-1884, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Fig. 18 – Antonino Leto, La pesca del tonno (La mattanza a Favignana), 1887, olio su tela, 96 x 188 cm, Palermo, Fondazione Sicilia

33 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

tuttavia, a dieci anni dalla scomparsa, si avverte l’ur-genza di riscoprire la figura di Leto, caduta in oblio dopo la morte. Come scrive nel 1932 Ottorino Gur-rieri per “Emporium”, commentando positivamente il rinnovato ordinamento e le nuove acquisizioni della Galleria d’Arte Moderna di Palermo, Leto, che «con Casa di Portici, Bosco di Portici, Case di Capri, Scogli, I Faraglioni, I Cordari, […] superò il Lojacono per forza di disegno, per spontaneità, per luminosità […] solo ai nostri giorni è stato riconosciuto come il grande pae-sista siciliano dell’800»51 e anche Maria Accascina nel 1936, a proposito delle iniziative promosse dal Circolo della Stampa di Palermo, nell’articolo de “Il Giornale di Sicilia” In tema di mostre, auspica l’organizzazione, tra le altre, di una mostra di Leto: «Molti vari tipi di mostre assai utili alla cultura del pubblico, potrebbero

frire piccole mostre di arte retrospettiva, veder riuniti, ad esempio, di tanto in tanto una decina di ritratti di Salvatore Lo Forte, o alcune scene di marine di Anto-nino Leto […]»52. E, ancora, Franco Grasso nel 1990, invitando le istituzioni a una più ampia divulgazione dell’opera di Leto, era ben conscio del pericolo che il pittore siciliano non godesse di una degna conside-razione nel panorama nazionale e non solo53. Oggi, tuttavia, si aggiungono alle principali fonti sull’artista diverse pubblicazioni ed esposizioni, tra cui la mostra Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri54, curata da Luisa Martorelli e Antonella Purpura e pro-mossa dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, che, unitamente al continuo e aggiornato ricorso a colle-zioni private, consentono di collocare l’attività di Leto sotto la giusta luce, anche grazie al contributo agli studi Fig. 19 – Antonino Leto, Golfo di Napoli, 1890 circa, olio su tavola, 17 x 30 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Note1 M. Accascina, Ottocento siciliano. Pittura, Roma 1939, p. 89.

2 Sull’argomento si consultino M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939; F. Grasso, Ottocento e Novecento in Sicilia, in Storia della Sicilia, vol. X, Palermo 1981, pp. 167–257; E. Di Stefano, Le arti figurative, in Palermo 1900, a cura di G. Pirrone, catalogo della mostra (Palermo, Civica Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo), Palermo 1981, pp. 193–208; G.

Barbera, La pittura dell’Ottocento in Sicilia, in La pit-tura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, tomo II, Milano 1991, pp. 521–531; L. Bica, Otto-cento in Sicilia. Città e paesaggio nella pittura, Palermo 1994; Ottocento siciliano. Dipinti di collezioni private agrigentine, a cura di G. Barbera, catalogo della mo-stra (Agrigento, Complesso Chiaramontano, Basilica dell’Immacolata), Napoli 2001; Francesco Lojacono (1838-1915), a cura di G. Barbera, L. Martorelli, F.

Mazzocca, A. Purpura, C. Sisi, catalogo della mostra (Palermo, Spazi ex convento Sant’Anna), Cinisello Balsamo 2005; La pittura dell’Ottocento in Sicilia tra committenza, critica d’arte e collezionismo, a cura di M.C. Di Natale, introduzione di A. Buttitta, testi di S. La Barbera, I. Bruno, M. Vitella, Palermo 2005;

Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Catalogo delle opere, a cura di F. Mazzocca, G. Barbera, A. Pur-pura, Cinisello Balsamo 2007; Poliorama pittoresco.

Dipinti e disegni dell’Ottocento siciliano, a cura di G.

Barbera, catalogo della mostra (Agrigento, Fabbri-che Chiaramontane), Cinisello Balsamo 2007; D.

Lacagnina, Attraverso il paesaggio. L’immagine della Sicilia fra pittura, fotografia e letteratura (1861-1921), Palermo 2010; Le collezioni della Fondazione Banco di Sicilia, VI: I dipinti. Ottocento e Novecento, a cura di F. Mazzocca, Cinisello Balsamo 2015. Si vedano anche G. Pirrone, Palermo, una capitale. Dal Settecen-to al Liberty, con testi di E. Mauro, E. Sessa, Milano 1989; Arte e Architettura liberty in Sicilia, a cura di C.

Quartarone, E. Sessa, E. Mauro, introduzione critica di N.G. Leone, Palermo 2008.

3 Si segnala Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri, a cura di L. Martorelli, A. Purpura, ca-talogo della mostra (Palermo, Galleria d’Arte Moder-na “Empedocle Restivo”), Cinisello Balsamo 2018.

4 Sull’argomento vedasi Poliorama pittoresco..., 2007, in particolare L. Martorelli, Napoletani in Sicilia, pp. 21–27.

5 Cfr. E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classicista al modernismo, introduzione di U. Di Cristina, Palermo 2002; E. Mauro, Le Arti, in G. Pirrone, Palermo, una capitale…, 1989, pp. 232–239; A.M. Ruta, Ernesto Basile e i suoi amici artisti, in DISPAR ET UNUM 1904-2004. I cento anni del Villino Basile, a cura di

E. Mauro, E. Sessa, Palermo 2006, pp. 321–327; E.

Sessa, Ernesto Basile 1857-1932. Fra accademismo e

“moderno”, un’architettura della qualità, Palermo 2010;

M. Marafon Pecoraro, E. Marrone, Lo studio Basile.

Crocevia di arti e mestieri, Palermo 2013.

6 Sull’argomento si vedano S. Troisi, Vedute di Palermo, Palermo 1991; Di là del faro. Paesaggi e pittori siciliani dell’Ottocento, a cura di S. Troisi, P. Nifosì, catalogo del-la mostra (Palermo, Vildel-la Zito), Cinisello Balsamo 2014.

7 M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, p. 10.

8 A lungo sottovalutato, Luigi Lojacono svolse invece un ruolo importante nella formazione del figlio Francesco e di altri artisti. Cfr. I Lojacono. Luigi e Francesco Lojacono nella raccolta del Museo e nelle collezioni private, Palermo 1995; M. Vitella, Una traccia per Luigi Lojacono, in Francesco Lojacono (1838-1915)…, 2005, pp. 369–375.

9 Maria Accascina e Il Giornale di Sicilia. 1934-1937.

Cultura tra critica e cronache, I, a cura di M.C. Di Natale, Caltanissetta 2006, pp. 369–370.

10 Sulla pittura napoletana dell’Ottocento si vedano almeno Giacinto Gigante e la scuola di Posillipo, a cura di L. Martorelli, catalogo della mostra (Napoli, Castel Nuovo, Sale della Loggia), Napoli 1993; S. Bietoletti, M. Dantini, L’Ottocento italiano. La Storia. Gli Artisti.

Le Opere, Firenze 2002; Dal vero. Il paesaggismo napole-tano da Gigante a De Nittis, a cura di M. Picone Petrusa, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Cavour), Torino 2002; La pittura di paesaggio in Italia. L’Ottocento, a cura di C. Sisi, Milano 2003; La scuola di Resina nella collezione della provincia di Napoli e da raccolte pubbliche e private, a cura di L. Martorelli, catalogo della mostra (Napoli, Pio Monte della Misericordia), Napoli 2012.

11 F. Grasso, Ottocento e Novecento…, 1981, p. 188.

12 Pittori siciliani dell’Ottocento, a cura di I. Mattarella, Palermo 1982, p. 21.

13 G. Vittori, in Francesco Lojacono (1838-1915)…, 2005, p. 54.

14 R. Monti, I Macchiaioli, “Art e Dossier”, n. 17, Firenze 1987, pp. 5–7.

15 Sui Florio si vedano R. Giuffrida, R. Lentini, L’Età dei Florio, Palermo 1985; S. Candela, I Florio, Palermo 1986;

A. Pomar, Franca Florio, Palermo 2006 (I ed. 1985); S.

Requirez, Storia dei Florio, Palermo 2007; O. Cancila, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Milano 2008;

C. Costanzo, Ettore De Maria Bergler e la Sicilia dei Florio.

Dal paesaggismo di Francesco Lojacono al Liberty di Ernesto Basile e Vittorio Ducrot, prefazione di M.C. Di Natale, postfazione di G. Barbera, Cinisello Balsamo 2015; C.

Costanzo, La committenza dei Florio nel segno del Liberty ecclesiastico: la chiesa di Sant’Antonio da Padova a Favigna-na, in Arredare il sacro. Artisti, opere e committenti in Sicilia dal Medioevo al Contemporaneo, a cura di M.C. Di Natale, M. Vitella, Ginevra–Milano 2015, pp. 145–158.

35 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

16 Sul rapporto tra Leto e la famiglia Florio si vedano anche S. Troisi, I Florio e la cultura artistica in Si-cilia tra Ottocento e Novecento, in R. Giuffrida, R.

Lentini, L’Età dei Florio…, 1985, pp. 103–151; G.

Barbera, Appunti su Leto e le committenze dei Florio, in Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri…, 2018, pp. 80–81.

17 Per l’attività espositiva di A. Leto cfr. Antonino Leto.

Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri…, 2018.

18 Nel 1891 F. Lojacono usò questo epiteto per pre-sentarsi a René Bazin. Cfr. R. Bazin, Sicile. Croquis Italiens, Paris 1893, p. 116; R. Bazin, Sicilia. Bozzetti italiani, Palermo 1979, p. 84.

19 Cfr. S. Bietoletti, in Galleria d’Arte Moderna di Palermo…, 2007, p. 159.

20 M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, p. 83.

21 Per le date del soggiorno fiorentino cfr. S. Bietoletti, in Galleria d’Arte Moderna di Palermo…, 2007, p. 159.

22 Su De Maria Bergler cfr. M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939; Ettore De Maria Bergler, a cura di L. Bica, catalogo della mostra (Palermo, Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo), Palermo 1988;

G. Barbera, De Maria Bergler Ettore, in Dizionario Biografico degli Italiani, ad vocem, vol. 38, Roma 1990, pp. 523–524; A. Purpura, De Maria Bergler Ettore, ad vocem, in L. Sarullo, Dizionario degli Artisti Siciliani. Pittura, vol. II, a cura di M.A. Spadaro, Pa-lermo 1993, pp. 153–154; Galleria d’Arte Moderna di Palermo…, 2007; C. Costanzo, Ettore De Maria Bergler e le arti decorative: uno sguardo aggiornato at-traverso la scoperta di fonti inedite, in “OADI. Rivista dell’Osservatorio per le arti decorative in Italia”, n.

9, giugno, Palermo 2014; C. Costanzo, Ettore De Maria Bergler e la Sicilia dei Florio…, 2015; Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del moderno, a cura di F. Parisi, A. Villari, catalogo della mostra (Reggio Emilia, Palazzo Magnani), Cinisello Balsamo 2016.

23 S. Bietoletti, in Galleria d’Arte Moderna di Paler-mo…, 2007, p. 164.

24 Il rapporto di stretta amicizia tra Leto e De Nittis, di cui danno notizia le principali fonti sull’artista siciliano che fanno riferimento anche ai loro viaggi a Parigi e a Londra, meriterebbe un’attenta verifica storico–critica.

25 Restano quale testimonianza dell’attività della Galleria Pisani di Firenze The Pisani Gallery in Florence, I: Red Room, introduction by V. Pica, Bergamo 1908; La Galerie Pisani de Florence, première partie, Milan 1914.

bibliografia, a Gérôme & Goupil. Art and enterprise, edited by H. Lafont–Couturier, exhibition catalogue (Bordeaux, Musée Goupil; New York, The Dahesh Museum of Art; Pittsburgh, The Frick Art and Historical Center), Paris 2000; La Maison Goupil.

Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressio-nismo, a cura di P. Serafini, catalogo della mostra (Rovigo, Palazzo Roverella), Cinisello Balsamo 2013.

29 Su De Nittis si vedano almeno Giuseppe De Nittis. La modernité élégante, a cura di G. Chazal, D. Morel, E.

Angiuli, catalogo della mostra (Paris, Petit Palais, Musée des Beaux–Arts de la Ville de Paris; Parma, Palazzo del Governatore) Paris 2010; De Nittis, a cura di E. Angiuli, F. Mazzocca, catalogo della mostra (Padova, Palazzo Zabarella), Venezia 2013. Si veda anche Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impres-sionismo, a cura di L. Martorelli, F. Mazzocca, catalogo della mostra (Napoli, Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano), Genova 2017, pp. 15–21, 23–31.

30 Su Catti cfr. M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939; A. Giardina, Michele Catti, “Quaderni dell’A.F.R.A.S.”, n. 1, prefazione di M. Calvesi, Paler-mo 1974; F. Grasso, Michele Catti. L’ultiPaler-mo guizzo del paesismo meridionale, supplemento al n. 1 di “Kalós.

Arte in Sicilia”, gennaio–febbraio 1993; M.C. Gulisa-no, Catti Michele, ad vocem, in L. Sarullo. Dizionario degli Artisti Siciliani, Pittura…, 1993, pp. 90–91;

Michele Catti nelle collezioni del museo, catalogo della mostra (Palermo, Civica Galleria d’Arte Moderna) a cura di A. Purpura, schede di M.A. Malleo, Palermo 1998; Michele Catti [Palermo 1855-1914], a cura di M.A. Spadaro, catalogo della mostra (Palermo, Palaz-zo Sant’Elia), Palermo 2013; M. La Monica, Michele Catti. Paesaggista melanconico, Palermo 2013.

31 Per i Registri della Maison Goupil, digitalizzati e resi disponibili on line dal Getty Research Institute di Los Angeles, cfr. http://archives.getty.edu:30008/

getty_images/digitalresources/goupil/goupil.htm.

Sulle opere di Leto transitate dalla Maison Goupil si vedano anche S. Bosi, La Maison Goupil e gli artisti napoletani, in Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo, a cura di L.

Martorelli, F. Mazzocca, catalogo della mostra (Na-poli, Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano), Genova 2017, pp. 23–31; S. Bosi, Da Firenze a Parigi, in Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri…, 2018, pp. 52–53.

di G. B. Filippo Basile a Palermo. 1867/97, Roma 1984; G. Martellucci, Palermo. I luoghi del teatro, Palermo 1999; L. Gallo, Il Politeama di Palermo e l’Architettura policroma dell’Ottocento, Palermo 1997; Teatri tra ’800 e ’900, supplemento al n. 2, anno XII, di “Kalós. Arte in Sicilia”, aprile–giugno 2000; I. Bruno, La Camera Picta. Dalla decorazione pittorica alla carta e tessuto da parati in ville e palazzi palermitani dall’Ottocento al primo Novecento, Cal-tanissetta–Roma 2010; C. Costanzo, Per la raccolta museale del Teatro Massimo di Palermo, premesse di F. Micari, L. Orlando, F. Giambrone, M.C. Di Natale, R. Pirrone, Palermo 2017; Il Teatro Massimo.

Architettura, arte e musica a Palermo, a cura di M.C.

Di Natale, testi di P. Barbera, I. Bruno, G. Fatta, M. Marafon Pecoraro, F. Tessitore, Palermo 2018.

33 Si vedano, nelle collezioni della Galleria d’Arte Mo-derna di Palermo, Fanciulle danzanti attorno a un mandorlo e orchestrina con negro e Caminetto decorato con puttini del 1880, cui si accosta per stile e freschezza La fanciullezza di Zeus (Bambini e capretta) del 1877, oggi di proprietà della Fondazione Sicilia di Palermo.

34 Cfr. I. Bruno, La Camera Picta…, 2010, pp.

103–107.

35 Ibidem. Si vedano anche U. Giambona, Villa Florio Pignatelli. Le pitture di Antonino Leto, in “Kalós. Arte in Sicilia”, anno XII, n. 3, luglio–settembre 2000, pp.

19–21; G. Sommariva, Villa Florio Pignatelli. La vi-cenda storico–architettonica, in “Kalós. Arte in Sicilia”, anno XII, n. 3, luglio–settembre 2000, pp. 16–18.

36 I dipinti sono documentati dall’archivio fotografico di Antonino Leto, esaminato nel capitolo successivo.

37 M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, p. 86.

38 Maria Accascina e Il Giornale di Sicilia. 1934-1937…, 2006, pp. 369–370.

39 Diverse le testimonianze di questo panorama figurativo presenti nell’archivio fotografico di seguito esaminato.

40 Cfr. Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri…, 2018, pp. 171–175.

41 M. Accascina, Ottocento siciliano…, 1939, p. 88.

42 La nona edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, prevista per il 1911, fu anticipata al 1910 per evitare la coincidenza con la grande Esposi-zione d’Arte organizzata a Roma per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del Regno d’Italia, e si tenne dal 22 aprile al 31 ottobre del 1910. I mentori dell’E-sposizione furono Filippo Grimani, Sindaco di Venezia e Presidente della manifestazione, e Antonio Fradeletto, Segretario generale. Degne di nota in ambito italiano la Sala della cupola con decorazioni di Galileo Chini e le numerose mostre individuali italiane e internazionali, tra cui spiccavano quelle di Gustave Courbet, Pierre–Auguste Renoir e Gustav Klimt. Cfr. G. Perocco, Le origini dell’arte

moderna a Venezia (1908-1920), Treviso 1972; Venezia e la Biennale. I percorsi del gusto, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Ducale, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro), Milano 1995; E. Di Martino, La Biennale di Venezia. 1895-2013. Arti visive, Architettura, Cinema, Danza, Musica, Teatro, con presentazione di P.

Baratta, Venezia 2013. Si vedano anche G. Donzello, Arte e collezionismo. Fradeletto e Pica primi segretari alle Biennali veneziane. 1895-1926, Firenze 1987; R. Camurri, Antonio Fradeletto, ad vocem, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49, Roma 1997, pp. 576–578; La pittura nel Veneto.

L’Ottocento, tomo II, a cura di G. Pavanello, Milano 2003.

43 Per l’elenco completo delle opere esposte si veda IX Esposizione Internazionale d’Arte della città di Vene-zia. Catalogo illustrato, Venezia 1910, pp. 151–154.

44 Cfr. XIV Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia. Catalogo, Venezia 1924, pp. 134–136.

45 Ivi, p. 134.

46 Ivi, p. 135.

47 Per la gloria del pittore Leto, in “L’Ora”, 4 marzo 1923.

48 Ibidem.

49 Si trattava presumibilmente di riproduzioni foto-grafiche che facevano parte dell’archivio in oggetto.

50 Secondo S. Bietoletti era presente anche Saline di Trapani che, pur non essendo riportato nell’elenco dei dipinti esposti, nel verso conserva una targhetta dell’esposizione. Tra i dipinti oggi alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo furono esposti anche Strada polve-rosa del 1875-1877 circa e Marina con figura femminile del 1890-1900 circa. Cfr. S. Bietoletti, in Galleria d’Arte Moderna di Palermo…, 2007, pp. 164, 172, 187.

51 O. Gurrieri, La Galleria d’Arte Moderna della città di Pa-lermo, in “Emporium”, vol. LXXVI, n. 451, 1932, p. 38.

52 Maria Accascina e Il Giornale di Sicilia. 1934-1937…, 2006, pp. 230–231.

53 F. Grasso, Antonino Leto dall’analisi realista alla libera ef-fusione del colore, supplemento al n. 5, anno II, di “Kalós.

Arte in Sicilia”, settembre–ottobre 1990, pp. 28–29.

54 In occasione della mostra è stato presentato per la prima volta al pubblico l’archivio fotografico di Antonino Leto, cfr. C. Costanzo, Note per l’archivio fotografico di Antonino Leto, in Antonino Leto. Tra l’e-popea dei Florio e la luce di Capri…, 2018, pp. 29–31.

55 A Gaspare Amodeo, fondatore nel 2006 a Pa-lermo della Galleria Beatrice, va il merito della riproposta espositiva dell’archivio fotografico di Antonino Leto nell’ambito della già citata mostra Antonino Leto. Tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri e di aver contribuito, attraverso la propria fervida attività di collezionista e gallerista, al ri-collocamento culturale dell’Ottocento siciliano.

Il pregevole corpus di fotografie che documenta un co-spicuo gruppo di dipinti, per lo più inediti e di ubica-zione ignota, di Antonino Leto si rivela degno di nota tanto ai fini di una testimonianza storica quanto sul piano dell’approfondimento sugli studi relativi alla produzione dell’artista siciliano56. Nella sua opera fon-damentale per gli studi sulla pittura siciliana dell’Otto-cento, Ottocento siciliano. Pittura, già Maria Accascina, lamentando la difficoltà nel reperire le opere del pe-riodo fiorentino dell’artista, dà notizia dell’esistenza, presso la Casa del dottor Leto a Palermo, di un nucleo di fotografie di dipinti di Antonino Leto, verosimil-mente il medesimo esaminato in questa sede57. Rinvenuto presso la collezione degli eredi dello scul-tore Antonio Ugo e acquisito nel 2011 dalla Galleria Beatrice di Palermo, l’archivio fotografico di Leto, co-stituito da ventisette unità, documenta diverse opere eseguite dalla metà degli anni settanta del XIX secolo ai primi anni del XX secolo. È possibile stabilire la da-tazione delle fotografie considerando come termine post quem la data di realizzazione dei dipinti mentre per quanto riguarda i titoli delle riproduzioni fotogra-fiche delle opere inedite essi vengono attribuiti sulla base del soggetto raffigurato. La qualità delle fotografie consente di escludere la matrice amatoriale ma, a ec-cezione di pochi esemplari, non figurano riferimenti a

mercato, verosimilmente all’interno di album rilegati, come lascia presupporre l’applicazione, nella maggior parte dei casi, su supporti secondari cartacei uniformi.

Seppur in mancanza di un esame chimico, si ritiene che l’archivio sia costituito da stampe all’albumina e stampe ai sali d’argento58.

È opportuno inquadrare lo studio dell’archivio foto-grafico di Leto nella temperie culturale di un’epoca in cui le ricerche convergenti di pittura e fotografia, e la sempre maggiore consapevolezza del contribuito fornito da quest’ultima all’interpretazione della realtà, hanno avuto un ruolo di primaria importanza nelle riflessioni di diversi artisti interessati al nuovo me-dium tecnologico, tra cui si annoverano, solo per ci-tarne alcuni, Francesco Paolo Michetti, Giulio Aristide Sartorio, Francesco Lojacono e Michele Catti59. Non entrando nel merito dei generi della fotografia ottocen-tesca e delle tensioni estetiche che animano il rapporto, a tratti conflittuale ma estremamente affascinante, tra fotografia e pittura, è necessario evidenziare che le foto-grafie in esame non palesano un’autonomia espressiva o un carattere sperimentale e creativo, legati a processi volti ad attribuire significati nuovi ai dipinti, ma che il loro principale motivo di interesse è finalizzato alla documentazione dell’opera d’arte60.

Non essendo nota, allo stato attuale, un’attività di Leto

2. L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

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