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La riscoperta di un nucleo di opere inedite di Antonino Leto attraverso la documentazione fotografica

Tutte le altre opere documentate nel corpus di fotogra-fie della Galleria Beatrice sono inedite e di ubicazione ignota. Tra queste si segnala per qualità Il Vesuvio (Fig.

25), databile al 1874-1875 per la resa lieve delle figure, colte a sostare nel singolare paesaggio dominato dal vulcano sullo sfondo, mediante il tocco rapido tipico della pittura di Leto degli anni settanta, successiva alla stagione parigina. È una pittura che fugge dalla pla-sticità salda della materia guardando quasi agli effetti delicati dell’acquerello per la voluta assenza di defini-zione che si alterna all’armonioso gioco di trasparenze tra pieni e vuoti. L’opera è da leggere in continuità con il più noto dipinto La guida del Vesuvio, realizzato da Leto nel 1873, ed è debitrice della pregevole serie che Giuseppe De Nittis dedicò alla grande eruzione del Ve-suvio del 1872, da cui anche Francesco Lojacono trasse ispirazione per i propri paesaggi vulcanici64.

Nel corpus si trovano anche le fotografie di due

ver-sioni del dipinto Stabilimento di bagni a La Spezia (Fig.

26, Fig. 27), che differiscono in pochi dettagli tra cui la firma e la data, “Leto 76”, riscontrabili solo in una delle fotografie. Le opere documentate dall’archivio fo-tografico mostrano un’adesione al reale libera dall’ac-cademismo, come si evince dalla macchia rapida, volta alla resa dei valori emozionali del soggetto, e si offrono al confronto con il dipinto omonimo, del 1877 circa, a lungo sconosciuto ed esposto in occasione della mostra antologica di Antonino Leto alla Galleria d’Arte Mo-derna di Palermo, facente parte delle collezioni della Certosa e del Museo di San Martino di Napoli65. In queste tre opere, inoltre, si riscontra un tema affine all’opera dello stesso Leto I Bagni Palmieri a Livorno del 1876, in cui si riconosce però il noto stabilimento balneare sulla costa livornese già raffigurato nel 1866 da Giovanni Fattori ne La rotonda di Palmieri, alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze66.

Fig. 26 – Gustavo Matucci, Stabilimento di bagni a La Spezia, post 1876, stampa all’albumina, 14 x 28 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 27 – Gustavo Matucci, Stabilimento di bagni a La Spezia, post 1876, stampa all’albumina, 11,5 x 22,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

45 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Il timbro a secco sul supporto secondario consente di attribuire le fotografie dello Stabilimento di bagni a La Spezia a: “G. MATUCCI / FOTOGRAFO DI S. M. / SUCCES. DI A. BERNOUD / FIRENZE”. Gustavo Matucci, che fu fotografo di Sua Maestà e di cui sono noti ritratti e soggetti artistici, operò dal 1875 al 1904 a Firenze, dove rilevò l’atelier, sito in via dell’Oriuolo 51, del fotografo francese Alphonse Bernoud, attivo a Firenze, Napoli e Livorno67. Come nel caso di Guida, fotografo presente a Napoli, il ricorso a Matucci, con studio a Firenze, attesta non solo la già nota perma-nenza di Leto in questi rinomati centri artistici ma anche il suo inserimento nei più aggiornati ambienti culturali del tempo.

È della fine degli anni settanta Il treno (Fig. 28), una veduta vagamente malinconica in cui il passaggio di un treno in lontananza si staglia sulla linea dell’orizzonte dividendo in due piani la composizione ben

equili-e datatequili-e 1878-1879, Passa il trequili-eno (o Paequili-esaggio con con-tadine e treno in lontananza), presso la Pinacoteca Giu-seppe De Nittis a Barletta, e Passa il treno, di collezione privata. Si tratta di opere realizzate in anni estremamente formativi per Leto che, stabilitosi a Parigi, collabora con la Maison Goupil ed entra in contatto con diversi artisti.

Degna di nota la fotografia in cui si riconosce il dipinto del 1887 La sciavica (Fig. 29), oggi noto solo attraverso gli studi ma di cui, come per gli altri casi, si ignora l’ubicazione. Sul verso è presente il timbro “Giovanni […]antano / Fotografo / Via Museo 73, Napoli”. Vi trova riscontro il dipinto già descritto dall’Accascina, come esempio del realismo di Leto «che gli fa rendere con spietata verità la bruttezza dei pescatori arsi di sole che tirano le reti inclinando i loro corpi nella fatica»68, e da Giovanni Rutelli come una scena in cui «alcuni pescatori con grande sforzo tirano a riva una rete»69. La fotografia si rivela particolarmente importante in quanto costituisce Fig. 28 – Autore non identificato, Il treno, post 1878-1879, stampa ai sali d’argento, 9,5 x 15,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 29 – Giovanni [...]antano, La sciavica, post 1887, stampa all’albumina, 11 x 22 cm, Palermo, Galleria Beatrice

47 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 30 – Antonino Leto, La sciavica (Studio), 1887 circa, olio su tela, 40 x 60 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Fig. 32 – Antonino Leto, La sciavica (Studio), 1887 circa, olio su tavola, 17,4 x 35 cm, Palermo, Fondazione Sicilia

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Fig. 33 – Autore non identificato, È alle viste, post 1882, stampa all’albumina, 18 x 25 cm, Palermo, Galleria Beatrice

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Fig. 34 – Antonino Leto, Il richiamo, 1882, olio su tela, 60 x 110 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Fig. 35 – Antonino Leto, Pescatore in riva al mare, 1882 circa, acquerello su carta, 33 x 26 cm, Palermo, Fondazione Sicilia

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Fig. 37 – Autore non identificato, Pescatore, post 1875, stampa ai sali d’argento, 22 x 15 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 38 – Gustavo Matucci, Pescatore, post 1875, stampa all’albumina, 19 x 10,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

55 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

L’adesione del pittore alla tematica scelta con volontà di denuncia sociale e il tono della composizione, in cui il gesto delle figure offre l’occasione per descrivere un momento di condivisione del lavoro, consentono per intensità il paragone con L’alzaia, capolavoro del 1864 di Telemaco Signorini, in collezione privata. La predilezione per i soggetti più umili, in linea con una tendenza dell’epoca ampiamente diffusa, è riscontra-bile in altre opere particolarmente rappresentative dello stesso artista tra cui spicca I funari di Torre del Greco, con cui condivide una visione sincera e partecipe al mondo dei lavoratori. L’individuazione in fotografia di questo capolavoro a lungo sconosciuto è avallata dai di-versi studi per La sciavica, come la tavoletta d’insieme con sei figure di pescatori, in collezione privata, che costituisce il bozzetto pressoché definitivo dell’opera70. Né si possono tralasciare gli studi di figura a essa ri-conducibili, si tratta degli olii su tela, provenienti da collezioni private, in cui si riconoscono rispettivamente i primi tre pescatori in primo piano da sinistra (Fig.

30) e il quarto pescatore (Fig. 31). La Fondazione Sici-lia di Palermo custodisce, invece, uno studio (Fig. 32) che palesa una spiccata attenzione per il colore, cifra stilistica della pittura cromaticamente vibrante di Leto che la fotografia non consente di cogliere. La riprodu-zione de La sciavica, in cui non è chiaramente leggibile il nome del fotografo, rimanda a Pescatori, fotografia datata 1885 circa, di proprietà dell’archivio Giovanni Schettino di Anacapri, del già citato Luigi Guida, espo-nente della stessa scuola napoletana71.

È particolarmente interessante, unico caso presente nell’archivio, la fotografia in cui si legge: “(P. A.) N.

16303 FIRENZE – GALLERIA PISANI A. LETO / È ALLE VISTE”. Questa dicitura, simile a quella della riproduzione di un altro importante dipinto di Leto Ponte Santa Trinità e Lungarno in un giorno di piog-gia72 del 1876, di collezione privata, indica che È alle viste (Fig. 33), di altissimo livello esecutivo e da datare intorno al 1882, fosse un’opera di proprietà della

gal-di cui godeva l’artista, in cui potrebbe trovare conferma la vocazione commerciale delle fotografie. È pertinente raffrontare È alle viste con la pregevole opera di Leto del 1882 Il richiamo (Fig. 34), di collezione privata, da cui differisce per l’assenza degli scogli ma con cui con-divide la maestria esecutiva nella resa delle figure e nella Fig. 39 – Antonino Leto, Pescatorello, 1890 circa, olio su tavola, 23 x 13,5 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Fig. 40 – Autore non identificato, Paesaggio campestre con bambino e fico d’India, post 1880, stampa all’albu-mina, 23 x 16 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 41 – Antonino Leto, Bambino e fico d’India, 1880-1885 circa, tempera su carta, 70,2 x 54,8 cm, Palermo, Fondazione Sicilia

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Fig. 42 – Antonino Leto, Nel bosco di Portici, 1881, olio su tela, 43,5 x 76,5 cm, collezione privata, courtesy Galleria Beatrice, Palermo

Fig. 43 – Antonino Leto, Nel bosco di Portici, litografia di P. C. Gilardi, Torino, Lit. F.lli Doyen, 1881-1882, Società Promotrice delle Belle Arti in Torino, Catalogo generale dei premi distribuiti annualmente dal 1842 a tutto il 1882 ai Soci i quali non risultavano vincitori nelle estra-zioni delle Opere acquistate coi fondi

dispersa, nota come Golfo di Napoli, in virtù dell’am-bientazione facilmente riconoscibile e, continuando, il pescatore raffigurato a destra è assimilabile all’olio su tavola Vecchio pescatore datato 1885-1890 circa, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, ma si pensi anche alla redazione ad acquerello del 1882 circa Pescatore in riva al mare (Fig. 35), di proprietà della Fondazione Sicilia di Palermo. Nella resa e nella posizione della fi-gura a sinistra, invece, È alle viste mostra un’evidente analogia con la fotografia di un’altra opera di Leto, nello

stesso archivio fotografico in esame, Pescatore (Fig. 36), in cui un pescatore a riva, con le reti sulla spiaggia, è raffi-gurato con forte intensità espressiva nell’atto di chiamare a gran voce verso l’orizzonte. L’opera è pubblicata nel 1923 su “Parva Favilla” con il titolo Il richiamo (Studio)74. Emerge con esiti particolarmente riusciti un topos caro a Leto, riscontrabile anche nella fotografia eseguita da Ma-tucci, presente nell’archivio in due redazioni, del dipinto Pescatore (Fig. 37, Fig. 38), firmato e datato “Leto 75”, di cui è protagonista un pescatore con cappello e canna da pesca raffigurato sugli scogli. Dal soggetto analogo il Pescatorello, di collezione privata, del 1890 circa (Fig. 39).

La tendenza a proporre studi e varianti dello stesso sog-getto in scene diversamente articolate e a ricorrere a un ricco repertorio di immagini per desumere singole figure e composizioni autonome è frequente nella pro-duzione di Leto. Limitandoci all’archivio fotografico è possibile citare il Paesaggio campestre con bambino e fico d’India (Fig. 40), in cui la figura di un giovinetto intento a raccogliere fichi d’India è in tutto simile a quella di Bambino e fico d’India (Fig. 41), tempera su carta del 1880-1885 circa oggi di proprietà della Fon-dazione Sicilia di Palermo, e al dettaglio della ben nota opera del 1881 Nel bosco di Portici (Fig. 42, Fig. 43), di collezione privata, dove lo stesso bambino tira un gruppo di pecore.

Paesaggio campestre con bambino e fico d’India condi-vide la medesima atmosfera dell’opera Aranceto (Fig.

44), raffigurante una bambina che raccoglie alcuni frutti in un rigoglioso aranceto. Il titolo è desumibile non solo dal soggetto della riproduzione presente in archivio ma anche dalla didascalia che accompagna il dipinto nell’articolo di Francesco Bono pubblicato nel 1923 su “Parva Favilla”75. Da datare alla seconda metà degli anni ottanta, il dipinto è dominato da una visione genuina e incontaminata della natura amplificata dall’adesione affettuosa al soggetto raf-figurato. Negli anni ottanta questo rinnovato sen-timento della natura, unito a un’originale ricerca sulla preziosità del colore e della luce nella resa di temi semplici, spinge Leto a dedicarsi al paesaggio di Capri, come ampiamente documentato dal corpus fotografico.

Fig. 44 – Autore non identificato, Aranceto, post 1885, stampa all’albumina, 23,5 x 13 cm, Palermo, Galleria Beatrice

59 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 45 – Autore non identificato, Bagnanti a Capri, post 1890, stampa all’albumina, 16 x 23,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 46 – Autore non identificato, Grotta rossa, post 1890, stampa all’albumina, 24 x 15,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

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Fig. 47 – Autore non identificato, Marina di Capri, post 1887-1888, stampa all’albumina, 16,5 x 22 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 48 – Autore non identificato, La Cala di Matromania, post 1880, stampa ai sali d’argento, 23,5 x 36,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

63 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 49 – Autore non identificato, Marina con figure, post 1885, stampa ai sali d’argento, 14,5 x 21,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

65 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 50 – Autore non identificato, Marina di Capri con il Vesuvio sullo sfondo, post 1897-1898, stampa all’albumina, 17 x 21 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 51 – Autore non identificato, Faraglioni a Capri, post 1897-1898, stampa all’albumina, 16,5 x 22 cm, Palermo, Galleria Beatrice

67 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 52 – Autore non identificato, Capri. Banchina, post 1900, stampa all’albumina, 14,5 x 22,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

Fig. 53 – Autore non identificato, Veduta di Capri dal giardino dell’Hotel Pagano, post 1894, stampa all’albumina, 23,5 x 14 cm, Palermo, Galleria Beatrice

69 L’archivio fotografico di Antonino Leto della Galleria Beatrice

Fig. 54 – Autore non identificato, I Faraglioni di Capri, 1910 circa, stampa all’albumina, 17,5 x 23,5 cm, Palermo, Galleria Beatrice

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