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ARTICOLAZIONI DELL'ARTO SUPERIORE:

Nel documento APPUNTI DI ANATOMIA I (pagine 135-143)

SCHELETRO APPENDICOLARE: ARTO SUPERIORE E CINGOLO SCAPOLARE

ARTICOLAZIONI DELL'ARTO SUPERIORE:

ARTICOLAZIONI DEL CINGOLO SCAPOLARE: il cingolo scapolare è quella struttura

articolare che coinvolge nella sua costruzione scapola, clavicola, sterno e coste; si individuano ben quattro diverse articolazioni:

1. PER CONTINUITÀ:

1. CORACO CLAVICOLARE, articolazione anomala. 2. PER CONTIGUITÀ:

1. STERNO CLAVICOLARE. 2. ACROMIO CLAVICOLARE.

ARTICOLAZIONE STERNO CLAVICOLARE: si tratta di una articolazione a SELLA che si

instaura fra l'estremità mediale della clavicola e il manubrio dello sterno, le due superfici combaciano e consentono una serie di movimenti angolari:

CAPI ARTICOLARI sono:

estremità sternale della CLAVICOLA.

Incisura CLAVICOLARE dello sterno.

Sono dotate di una struttura fibrosa a disco che si interpone fra i due capi articolari e ne media il rapporto, questa di fatto divide l'articolazione in due parti, l'articolazione viene quindi definita doppia.

La CAPSULA ARTICOLARE prende inserzione vicino ai capi articolari stessi ed è rinforzata da numerose strutture di natura legamentosa:

TRE LEGAMENTI INTRINSECI:

STERNOCLAVICOLARI:

ANTERIORE.

POSTERIORE.

INTERCLAVICOLARE: si tratta di un legamento che origina da una delle due articolazioni sternoclavicolari e passando al di sopra della incisura giugulare dello sterno giunge a livello della articolazione controlaterale.

UN LEGAMENTO A DISTANZA:

COSTOCLAVICOLARE: si tratta di un legamento che origina dalla faccia superiore della prima cartilagine costale per inserirsi a livello della incisura costoclavicolare sulla faccia inferiore dello sterno.

MOVIMENTI CONSENTITI: sono movimenti tipicamente angolari come per esempio:

INNALZAMENTO E ABBASSAMENTO DELLA CLAVICOLA.

ARTICOLAZIONE ACROMIO CLAVICOLARE: si tratta di una artrodia doppia, consente

movimento minimo quindi.

CAPI ARTICOLARI: sono:

ACROMION della scapola.

ESTREMITÀ ACROMIALE della clavicola.

LEGAMENTI: anche in questo caso si riconoscono un legamento intrinseco e un legamento a distanza:

LEGAMENTO ACROMIOCLAVICOLARE, si tratta di un legamento che interessa unicamente i due capi articolari.

LEGAMENTO CORACO-CLAVICOLARE: si tratta di un legamento a distanza, viene cosiderato come un unico legamento ma è in realtà composto di:

TRAPEZOIDE che si colloca lateralmente, dal processo coracoideo della scapola si inserisce a livello della linea trapezoidea della clavicola.

CONOIDE che si colloca invece medialmente, dal processo coracoideo si inserisce a livello del tubercolo conoide della clavicola. Questa articolazione consente movimenti minimi ma essenziali per l'articolazione della spalla.

ARTICOLAZIONE SCAPOLO OMERALE o DELLA SPALLA: si tratta di una ENARTOSI che

unisce la cintura pettorale alla parte libera dell'arto, caratterizzata dalla presenza di due cavità complementari.

CAPI ARTICOLARI:

CAVITÀ GLENOIDEA DELLA SCAPOLA.

TESTA DELL'OMERO.

Compatibilmente con le strutture muscolari vicine l'articolazione consente tutti i movimenti possibili.

È importante sottolineare come le due cavità articolari non siano perfettamente complementari, anzi la cavità glenoidea della scapola risulta essere DECISAMENTE TROPPO POCO PROFONDA PER OSPITARE LA TESTA DELL'OMERO; per questo motivo la struttura viene rinforzata in questo modo:

MUSCOLI VICINI rinforzano la struttura articolare limitando i casi di lussazione, in particolare i muscoli SOTTOSCAPOLARE, SOVRASPINATO, INFRASPINATO, e PICCOLO ROTONDO si dirigono verso l'arto superiore costituiscono la cosidetta CUFFIA DEI ROTATORI: le strutture legamentose di questi muscoli si fondono con la capsula articolare rinforzandone la struttura.

MANICOTTO FIBROSO del capo glenoideo: per favorire il corretto inserimento della struttura a livello articolare la superficie articolare della cavità glenoidea è dotata di una struttura fibrosa in rilievo detta LABBRO GLENOIDEO.

CAPSULA ARTICOLARE: si tratta di una struttura piuttosto ampia, in particolare:

PROSSIMALMENTE: si inserisce nel contorno della cavità glenoidea e al labbro glenoideo.

DISTALMENTE si inserisce:

ANTEROMEDIALMENTE si inserisce sul collo chirurgico.

POSTERIORMENTE si inserisce a livello del collo anatomico.

INFERIORMENTE risulta più lassa e descrive una struttura detta RECESSO ASCELLARE.

LEGAMENTI: sono ovviamente numerosi:

GLENO OMERALI: uniscono il contorno della cavità glenoidea e il labbro glenoideo alla estremità prossimale dell'omero, in particolare sono classificati come:

SUPERIORE: che dalla parte superiore del contorno della cavità glenoidea arriva fino al collo anatomico dell'omero.

base della piccola tuberosità dell'omero.

INFERIORE: che dal contorno anteroinferiore della cavità glenoidea giunge fino al collo chirurgico dell'omero.

Alcuni fasci di questo legamento nella parte terminale si uniscono al legamento coraco omerale passando a ponte sul solco bicipitale descrivendo in questo modo il LEGAMENTO TRASVERSO DELL'OMERO.

CORACO OMERALE: si tratta di un robusto fascio appiattito che dal processo coracoideo della scapola si insinuano a livello dell'omero, in particolare a livello del tubercolo maggiore.

CORACO ACROMIALI: che generano dal processo coracoideo e si legano al processo acromiale.

La struttura della membrana sinoviale di questa articolazione risulta fondamentale per la formazione di borse e guaine fondamentali per la stabilità della articolazione stessa:

BORSA SOTTOTENDINEA: un diverticolo della membrana sinoviale che si colloca fra i fasci superiore e inferiore del legamento glenoomerale che ospita li muscolo sottoscapolare.

GUAINA SINOVIALE INTERTUBERCOLARE che accompgna in tendine del capo lungo del bicipite brachiale che decorre all'interno della capsula.

Legamento coracomerale Articolazione acromioclavicolare Legamento coracoacromiale acromion Grande e piccola tuberosità Membana  sinoaviale  bicipitale Capo lungo bicipite Legamenti capsulari Recesso ascellare Posizione membrana sinoviale Processo coracoideo Legamenti trapezoide e conoide

BORSA SOTTOACROMIALE: si colloca fra l'acromion e la faccia superiore della capsula articolare.

BORSA DEL MUSCOLO CORACOBRACHIALE: situata fra le origini comuni sul processo coracoideo dei muscoli piccolo pettorale e coracobrachiale e la capsula articolare.

Con l'invecchiamento la cuffia dei rotatori si indebolisce e assottiglia, questo espone la struttura della borsa sottoacromiale o sottodeltoidea che dir si voglia ad attriti e stress fisici che generano spesso infiammazioni e conseguenti versamenti; il rigonfiamento della borsa spinge verso l'esterno la struttura della testa dell'omero incrementando così il richio di lussazione e gravando sul tendine del muscolo bicipite brachiale che diviene quindi maggiormente soggetto ad infiammazione.

ARTICOLAZIONE DEL GOMITO: presenta numerosi capi articolari a loro volta coinvolti in

numerose articolazioni, in particolare:

ARTICOLAZIONE OMERO-RADIALE.

ARTICOLAZIONE OMERO-ULNARE.

ARTICOLAZIONE RADIO-ULNARE PROSSIMALE.

Tutti i capi articolari sono chiusi in una unica capsula articolare, possono essere considerati quindi come una unica articolazione.

CAPI ARTICOLARI: Borsa sottoacromiale Borsa sottodeltoidea Tendine del sopraspinato deltoide Testa omero Cavità glenoidea Piccolo rotondo sottoscapolare sopraspinato trapezio acromion

OMERO: condilo e troclea.

RADIO: fossa articolare della testa.

ULNA: olecrano.

Sostanzialmente le articolazioni mobili sono due:

ARTICOLAZIONE OMERORADIALE: si tratta dell'articolazione fra la testa del radio e il condilo laterale dell'omero, si tratta di una CONDILOARTOSI, consentirebbe sulla carta numerosissimi movimenti ma è limitata da strutture articolari vicine, legamenti e muscoli. ARTICOLAZIONE OMEROULNARE: è un GINGLIMO ANGOLARE o TROCLEA, consente unicamente movimenti angolari qunidi.

ARTICOLAZIONE RADIOULNARE PROSSIMALE: si tratta di una trocoide (ginglimo laterale); consente pronosupinazione.

È importante a livello strutturale la presenza di limitazioni forti a livello di movimento per la condiloartosi radioulnare: in caso di rottura della articolazione è possibile rimuovere il capo articolare radiale per evitare problematiche e allo stesso tempo lasciare al paziente una articolazione funzionante.

MEZZI DI UNIONE: sono estremamente importanti, in particolare:

CAPSULA ARTICOLARE con relativa membrana fibrosa che si estende:

OMERO:

lateralmente e medialmente in vicinanza delle superfici articolari.

Anteriormente sopra alle fosse coronoidea e radiale.

Posteriormente ai limiti della fossa olecranica.

Avvoge cioè tutti i punti di inserzione dei capi articolari sia ad articolazione rilassata che ad articolazione flessa.

ULNA: si inserisce sul contorno delle incisure trocleare e radiale.

RADIO: a livello del collo.

Fra radio e ulna la membrana sinoviale si inserisce nelle cartilagini articolari costituendo il RECESSO SACCIFORME SUPERIORE.

LEGAMENTI a livello strutturale importantissimi per la regolazione della solidità della articolazione e per il livello di movimento consentito. Sono tre:

COLLATERALI:

dall'epicondilo mediale dell'omero si allarga a ventaglio per inserirsi al margine mediale della incisura trocleare lungo la superficie che va dal processo coronoideo fino all'olecrano.

RADIALE che dall'epicondilo laterale con tre fasci si porta:

ANTERIORE sulll'incisura radiale dell'ulna.

MEDIO dietro all'incisura radiale.

POSTERIORE sulla faccia laterale dell'olecrano.

ANULARE DEL RADIO: fascio fibroso che circonda la circonferenza articolare del radio e si fissa sulle estremità anteriore e posteriore dell'incisura radiale dell'ulna.

QUADRATO: si tratta di un fascio fibroso che connette il collo del radio all'incisura radiale dell'ulna.

MOVIMENTI consentiti a livello articolare sono quindi FLESSIONE, ESTENSIONE, PRONAZIONE E SUPINAZIONE, questi ultimi due limitati a livello strutturale dalla presenza di strutture nervose muscolari e connettivali.

ARTICOLAZIONI RADIOULNARI: si distinguono tre articolazioni radioulnari rispettivamente

prossimale (coinvolta nella formazione del gomito), a distanza e distale.

ARTICOLAZIONE RADIOULNARE A DISTANZA: struttura fibrosa che si lega alle due superifici della cresta intrerossea radiale e del margine interosseo ulnare; assume nel suo sviluppo prossimodistale due nomi diversi:

CORDA OBLIQUA nella parte alta della struttura, in particolare nella sezione più prossimale questa struttura fibrosa da lamina si diviene corda che si tende fra la cresta interossea radiale e il processo coronoideo dell'ulna.

MEMBRANA INTEROSSEA nella parte centrale e distale, si fonde in prossimità della epifisi con la capsula della articolazione radioulnare distale.

ARTICOLAZIONE RADIOULNARE DISTALE: si tratta di una TROCOIDE o GINGLIMO LATERALE; consente quindi entro i limiti delle strutture circostanti movimenti di tipo laterale.

CAPI ARTICOLARI:

INCISURA ULNARE del RADIO.

CAPSULA ARTICOLARE ricopre tutta la struttura della articolazione, la membrana sinoviale si estende superiormente fra le due ossa a formare il RECESSO SACCIFORME INFERIORE.

DISCO ARTICOLARE presenta una struttura particolare: si tende fra il processo stiloideo e il margine inferiore della testa dell'ulna, in pratica va ad inserirsi fra la faccia inferiore dell'ulna e le ossa semilunari a rendere le superfici articolari della articolazione radiocarpica omogenee.

I movimenti rotazionali consentiti si traducono nella possibilità di generare un movimenti di PRONAZIONE o di SUPINAZIONE.

ARTICOLAZIONE RADIOCARPICA: si tratta della articolazione che coinvolge alcune ossa

della mano, il disco articolare della articolazione radioulnare distale e l'epifisi distale del radio; per descrivere tale articolazione è necessario descrivere la mano stessa: la struttura ossea della mano è suddivisibile in tre parti fondamenetalmente:

1. CARPO: si tratta di una stuttura costituita di otto ossa allineate su due file, una prossimale e una distale; interessata dall'articolazione è unicamente la fila prossimale; le ossa in ogni caso sono:

1. FILA PROSSIMALE in senso lateromediale:

1. scafoide. 2. Semilunare. 3. Piramidale. 4. Pisiforme.

2. FILA DISTALE in senso lateromediale: 1. trapezio.

2. Trapezoide. 3. Capitato. 4. Uncinato.

2. METACARPO: si tratta di una struttura costituita da cinque ossa lunghe che si classificano e numerano in senso LATEROMEDIALE, quindi:

1. PRIMO METACARPO = METACARPO DEL POLLICE.

DEL MIGNOLO.

3. DITA: si tratta delle stutture in assoluto più distali e sono costituite ciascuna di più ossa lunghe dette FALANGI, queste sono tre per dito ad eccezione del primo dito della mano che ne presenta due (pollice); le tre falangi si dicono:

1. PROSSIMALE. 2. MEDIA.

3. DISTALE o UNGUEALE, cioè dell'unghia.

L'articolazione radiocarpica è una CONDILOARTOSI, consente qunidi numerosi movimenti.

CAPI ARTICOLARI:

RADIO: faccia articolare carpale, la faccia articolare risulta divisa in due parti dalla presenza di una cresta, questa divisione è funzionale all'articolazione con le ossa SCAFOIDE e SEMILUNARE.

CARPO: tre ossa sono coinvolte,

SCAFOIDE.

SEMILUNARE.

PIRAMIDALE.

Queste tre ossa unite formano la struttura di un condilo carpale.

LA CAPSULA ARTICOLARE è rinforzata da NUMEROSI LEGAMENTI:

RADIOCARPICO: classificato in palmare e dorsale.

ULNOCARPICO: anche in questo caso palmare e dorsale.

COLLATERALI radiale e ulnare.

Una patologia tipicamente associata a questo tipo di articolazione è il TUNNEL CARPALE, si tratta di fenomeni di calcificazione che si generano a livello legamentoso e provocano di fatto uno sfregamento estremamente doloroso sia nei confronti delle strutture legamentose sia nei confronti delle strutture nervose.

I movimenti teoricamente consentiti alla condiloartosi radiocarpale sono praticamente tutti possibili (eccetto la rotazione ovviamente), le strutture legamentose e muscolari non sono infatti troppo costrittive.

Nel documento APPUNTI DI ANATOMIA I (pagine 135-143)