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31 4.2.6 L’ascolto selettivo, l’ascolto riflessivo e l’ascolto attivo

Come argomento conclusivo della prima giornata è stato affrontato il problema dell’ascolto dando agli studenti le nozioni di ascolto selettivo e di ascolto riflessivo, focalizzando poi l’attenzione sull’ascolto attivo, le sue dinamiche e sull’importanza che esso gioca in ambito comunicativo.

4.3 Seconda giornata

Mentre nella prima giornata sono stati affrontanti argomenti inerenti alla teoria della comunicazione, giusto per fornire strumenti utili in tal senso, nella seconda giornata abbiamo cercato di unire questi strumenti al fine di gestire in modo consapevole e strutturato una relazione d’aiuto, fornire elementi strategici per una miglior gestione delle dinamiche relazionali entrando così nel vivo di quello che è la comunicazione empatica

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Infatti, la prima parte della mattinata della seconda giornata è stata improntata proprio sulla consapevolezza e sulla percezione dell’empatia.

4.3.1 L’empatia

Questo aspetto, fondamentale, del seminario è stato trattato cercando di non dare definizioni o spiegare che cos’è l’empatia, ma la strategia pedagogica adottata è stata puramente di carattere euristico, cercando di portare lo studente a fare esperienza diretta dell’empatia.

Inizialmente è stato fatto vedere un cortometraggio animato dal titolo “Il valore dell’empatia - mouse for sale” che offriva, in modo saliente, spunti di riflessione su questo tema (vedi figura 8).

Dopo la visione del video, agli studenti è stato chiesto di esprimere le loro impressioni e considerazioni sulle emozioni che il cortometraggio avesse in loro suscitato.

Personalmente ho riscontrato, oltre all’interesse mostrato, un coinvolgimento emotivo, forse inaspettato da parte degli studenti, unito all’individuazione di tutti gli aspetti rilevanti che il cortometraggio esprimeva relativamente all’empatia.

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Finito il momento di discussione relativo al video, gli studenti sono stati divisi in coppie formate secondo un criterio specifico. Ad uno studente veniva chiesto di scegliere lo studente che conosceva meno o con il quale avesse meno confidenza. In questo modo si sono formate le coppie, alle quali è stato dato circa 20 minuti di tempo per parlare. Uno dei due doveva raccontare all’altro un episodio della sua vita emotivamente coinvolgente, e l’altro, applicando le tecniche dell’ascolto attivo, doveva semplicemente ascoltare. La scelta di chi doveva raccontarsi e di chi doveva ascoltare era lasciata, come libera scelta, alla coppia di studenti.

Rientrati in aula, gli studenti che si erano raccontati sedevano su sedie poste in cerchio, e dietro di loro, in piedi, si collocava il compagno che aveva ascoltato. Questo dava origine al “cerchio dell’empatia” (vedi figura 9).

Lo studente che era in “modalità” di ascolto, doveva esprimere l’emotività percepita dal compagno che si era raccontato, e chi si era raccontato doveva dare conferma o meno dell’interpretazione data. Il fatto che nella disposizione fisica, chi aveva ascoltato, fosse dietro al relativo compagno, era perché non venisse condizionato dagli sguardi o dall’espressività di chi si era raccontato, ma parlasse in modo libero e senza condizionamenti.

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È stato uno dei momenti più belli e significativi del seminario, l’atmosfera che si respirava durante l’esperienza era impregnata di silenzio, attenzione e coinvolgimento. Anche gli studenti hanno espresso un parere favorevole dell’esperienza fatta e, molti di loro, hanno asserito che è stata sia istruttiva che emotivamente coinvolgente. Il coinvolgimento degli studenti è stato tale che ha dato origine anche a momenti di commozione e di profonda riflessione… insomma, in quel cerchio, si respirava l’empatia.

4.3.2 Le strategie comunicative

In questa parte del seminario, agli studenti sono state forniti elementi di strategie in ambito comunicativo e, per sottolineare l’impatto che ha la comunicazione non verbale, sono stati mostrati loro due spezzoni di film, prima senza audio chiedendo successivamente loro cosa avessero percepito vedendo solo le immagini; successivamente sono stati riprodotti gli stessi spezzoni di film con l’audio che, confermava esattamente le situazioni e gli stati d’animo degli attori, percepite dagli studenti.

4.3.3 Le dinamiche relazionali

Questo argomento, che inizia in pratica a mettere insieme tutti i punti trattati, è stato presentato agli studenti fornendo loro il concetto di relazione, con particolare riferimento alla relazione d’aiuto e successivamente sono stati fatti vedere loro due spezzoni tratti dal film “La forza della mente – 2001” relativi a due colloqui in ambito sanitario; il primo spezzone è relativo alla comunicazione, da parte del medico, della diagnosi di cancro alla paziente e dell’iter diagnostico-terapeutico che avrebbe dovuto seguire, il secondo spezzone relativo al colloquio dell’infermiera di turno di notte con la paziente che ormai consapevole dell’esito infausto della malattia.

Dopo la visione delle parti del film, gli studenti sono stati divisi in 8 gruppi di 5 studenti ciascuno e, in base al percorso fatto durante il seminario, dovevano individuare i punti di forza e i punti di debolezza degli aspetti comunicativo-relazionali

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visionati. Successivamente è stato chiesto a ciascun gruppo di esporre il lavoro svolto e praticamente tutti i gruppi di lavoro avevano individuato sia gli aspetti negativi che quelli positivi relativi sia alle tecniche comunicative che alle dinamiche relazionali, cogliendo sfumature e aspetti da me, forse, inaspettati.

4.3.4 Il mimetismo

L’argomento è stato introdotto agli studenti facendo vedere loro un video dove veniva usata questa tecnica e chiedendo loro di cercare di capire quale strategia stesse usando l’emittente nei confronti del destinatario. L’importanza di introdurre questa tecnica è scaturita dal fatto che spesso, in sanità, è difficile instaurare una relazione d’aiuto basata sull’empatia, vuoi per lo stato d’animo del paziente e/o dei familiari, sia perché spesso il setting non aiuta e quindi, avere strumenti che possono portare la relazione più su un piano empatico sono, ad avviso dello scrivente, utili.

Il mimetismo non è altro che rispecchiare comportamenti, tono della voce, velocità dell’eloquio e del linguaggio del nostro interlocutore. Secondo alcuni studi, il mimetismo è alla base di una relazione terapeutica efficacie (Fioretto F. at al., 2015).

4.3.5 L’assertività e le strategie assertive

Questo argomento è stato affrontato fornendo agli studenti il concetto di assertività e relativamente il concetto e le strategie della comunicazione assertiva, specificando quanto essa trovi spazio nella relazione d’aiuto.

Agli studenti è strato mostrato un video relativo alla comunicazione passiva e successivamente lo stesso video, però improntato sulla comunicazione assertiva. Successivamente è stato chiesto loro di trovare le differenze sostanziali tra il primo e il secondo video.

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