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Aspetti qualitativi e quantitativi delle acque superficial

Come descritto, la totalità del territorio regionale piemontese ricade all’interno di un unico grande bacino, quello del fiume Po, in cui i numerosi affluenti di sinistra (a Nord del corso del fiume) sono caratterizzati da un regime prevalente alpino e da portate maggiori rispetto a quelli appenninici presenti sulla destra idrografica (verso la Liguria e l’Emilia- Romagna), che hanno portate minori e trasportano elevate quantità di detriti, grazie alla loro caratterizzazione torrentizia.

Le zone a Nord e Nord-Ovest del Po, nelle quali il regime stagionale è favorito dalla piovosità, dai grandi bacini idrografici e dal ciclo di formazione e fusione del manto nevoso, risultano le maggiori tributarie in termini di disponibilità della risorsa, a differenza delle zone a Sud e Sud-Est, caratterizzate da una limitata disponibilità idrica.

Con riferimento all’uso irriguo dell’acqua, in Piemonte, attualmente, sono presenti circa 1.000 derivazioni, suddivise tra grandi derivazioni e grandi prelievi da acque su- perficiali e riferite a circa 2.600 punti di presa, con portate superiori ai 100 l/s. I settori

60 Sono stati analizzati 650 campioni provenienti da 322 siti diversi.

61 Le analisi sono riferite a una cinquantina di punti su di una rete a maglie fisse 18x18 km.

62 Decreto ministeriale n. 471 del 25 ottobre 1999 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni” (Gu, Supplemento ordinario n. 218 del 15 dicembre 1999).

maggiormente interessati da prelievi idrici sono quello idroelettrico per il 47% e quello ir- riguo per il 42%; delle derivazioni a scopo irriguo più di un terzo hanno portate derivabili superiori ai 500 l/s. Le derivazioni idriche censite come piccoli prelievi da acque superfi- ciali, con concessioni a derivare portate inferiori ai 100 l/s, sono 1.741, delle quali la gran parte (circa 1.270) sono destinate al settore irriguo (dati pta).

Negli areali del Toce, della Dora Baltea, della Dora Riparia, dell’Alto Tanaro e del Bas- so Po sono presenti numerose concessioni per il settore idroelettrico, a cui si aggiungono gli impianti su Chisone, Alto Sesia, Stura di Lanzo, Stura di Demonte e Ticino; per le realtà locali, sono significativi i sistemi idroelettrici localizzati sul Gesso e Orco. L’impatto che il settore idroelettrico opera attraverso la sottrazione di risorsa idrica si avverte sensibilmen- te su scala locale.

Le aree più importanti per i prelievi da acque superficiali destinati al settore irriguo, quali Basso Po, Dora Baltea, Ticino, Basso Sesia, Stura di Demonte, Stura di Lanzo, Alto Tanaro, Orco e Dora Riparia, in gran parte coincidono con le aree interessate da prelievi a scopi idroelettrici. Le portate maggiori sono prelevate in aree montane (settore alpino) idro- logicamente ricche, dove ci sono maggiori disponibilità di risorsa. Nel settore appenninico della regione i prelievi sono, invece, molto contenuti, a causa del regime idrologico stagio- nale non favorevole alle idroesigenze estive. Per i prelievi di tipo dissipativo, che interessano il settore irriguo, è stato possibile confrontare la disponibilità annua naturale del Piemonte con il volume di prelievo annuo totale, utilizzando il volume annuo teorico naturale (anno medio) stimato nella sezione fluviale del Po al confine regionale (Pieve del Cairo).

Il sistema di prelievi per l’agricoltura irrigua e di derivazioni incidono, oltre che sulla quantità, anche sulla qualità ambientale delle acque, in quanto a valle delle derivazioni si evidenzia uno scadimento qualitativo della risorsa: la riduzione della portata, con con- seguente riduzione della capacità di diluizione del corpo idrico, porta all’aumento della vulnerabilità all’inquinamento e alla riduzione della capacità autodepurativa, nonché alla diminuzione della concentrazione in ossigeno disciolto.

Come accennato in premessa, in Piemonte esiste una rete di monitoraggio qualitati- va dei corsi d’acqua gestita dall’arpa che comprende 195 punti riferiti a 70 corpi idrici rite-

nuti significativi ai sensi del d.lgs. n. 152/99. Lo stato ecologico dei corsi d’acqua (Seca), in base a quanto previsto dal d.lgs. citato, viene determinato dall’incrocio dei dati del livello dei parametri macrodescrittori (Lim) e delle classi di Indice biotico esteso (Ibe). Lo stato ambientale dei corsi d’acqua (Saca) è determinato dall’incrocio dei dati del Seca e dello stato chimico (considerando i metalli pesanti e i solventi clorurati). Lo stato ambientale delle acque superficiali viene ordinato in 5 diverse classi: elevato, buono, sufficiente, sca- dente e pessimo.

Per quanto riguarda lo stato chimico, nel 2008 si è verificato il superamento dei valo- ri di riferimento per lo zinco, nel Tepice a Cambiano, e per il tetracloroetilene nel Sangone a Torino. In tutti e due i punti, il superamento dei valori non ha determinato una variazio- ne del Saca, rispettivamente al livello pessimo e scadente.

Nello stesso anno sono stati ritrovati residui di prodotti fitosanitari solo in 102 punti (51% di quelli monitorati). Con riferimento ai metalli pesanti monitorati di quelli prevalen- temente riscontrati nel 2008 sono risultati essere il cromo, il mercurio, il nichel e il rame. Per alcuni metalli, quali ad esempio il nichel, presente in 115 punti della rete, è ipotizzabi- le, in alcuni contesti territoriali, un’origine naturale.

Direzione Ambiente della Regione Piemonte. I laghi naturali individuati come significativi o di rilevante interesse ambientale o potenzialmente influenti su corpi idrici significativi63

sottoposti a monitoraggio sono: – lago Maggiore o Verbano; – lago d’Orta o Cusio;

– lago di Viverone o d’Azeglio; – lago di Mergozzo;

– lago di Candia;

– lago di Avigliana o Grande di Avigliana; – lago di Trana o Piccolo di Avigliana; – lago Sirio.

In particolare la rete dei laghi naturali prevede il prelievo in 10 stazioni (1 stazione per i laghi con superficie inferiore a 80 km2 e 3 stazioni per il lago Maggiore) con frequenza

di campionamento almeno semestrale. Nel 2008, così come per gli anni precedenti, per tutti i laghi monitorati sono stati determinati gli indici di: stato ecologico (Sel) e stato

ambientale (Sal). Inoltre è stato determinato lo stato chimico per i metalli pesanti e per i

solventi clorurati. Rispetto aquesti indici, i laghi piemontesi non presentano una concen- trazione di inquinanti superiore al valore soglia.

Inoltre, i prodotti fitosanitari sono risultati scarsamente presenti in tutti i laghi mo- nitorati, con occasionali presenze di alcune sostanze attive, nello specifico di terbutilazina nei laghi di Avigliana piccolo, Candia e Sirio e metolaclor nel lago di Candia. Per quanto riguarda la ricerca del Ddt nel lago Maggiore, nel corso del 2008 questo parametro è sem- pre risultato inferiore al limite di quantificazione (0,010 μg/l)64.