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L’attività dell’Italian Cultural Centre

Nel documento FRONTIERE IDENTITARIE (pagine 167-171)

L’indagine sul campo

3- L’attività dell’Italian Cultural Centre

Le associazioni, al di là del nome, del luogo di riferimento e del gruppo rappresentato, non si limitano a trovare nell’Italian Cultural Centre un luogo fisico di incontro, ma esse stesse costituiscono l’anima del Centro; la sede di Vancouver dunque non ospita semplicemente i vari circoli, ma la sua vita è forgiata dall’attività stessa che in esso si compie.

Figura 2- Mappa dell’Italian Cultural Centre Society di Vancouver11.

Ogni “gruppo locale” (così definito visto che la scala di riferimento varia

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da quella regionale a quella sub- regionale) solitamente usufruisce degli spazi del Centro per riunioni a scadenza settimanale e/o mensile. Le varie associazioni inoltre strutturano, con gli eventi da loro organizzati, il calendario delle attività svolte al centro e dirette a tutti: corregionali, altri italiani e non solo. Esistono naturalmente degli avvenimenti comuni organizzati dal Centro e offerti a tutta la comunità, la gestione dei quali è affidata ad un manager team articolato in tre aree: dipartimento amministrativo, il servizio catering, ed il settore culturale (compresa la scuola di lingua italiana che ha sede all’interno dell’edificio).

Il Centro, sede e collegamento tra le associazioni, è un punto di riferimento importantissimo in città, per tutti coloro che desiderano avvicinarsi e/o perfezionare la lingua italiana. La scuola di italiano, da sempre una delle attività principali (Jansen, 1981), da un anno è diretta da Edda Onesti che, accanto ai “classici” corsi di lingua per adulti e per bambini, sta sperimentando nuove tipologie di insegnamento che puntano a far avvicinare alla lingua italiana nuove fasce di utenti12 (cap. IV). Una importantissima occasione di conoscenza della lingua e della realtà italiana è offerta dalle proiezioni cinematografiche in lingua originale (solitamente con sottotitoli in inglese) che hanno luogo nella grande sala centrale durante l’anno con scadenza variabile, generalmente almeno una volta al mese. Tali proiezioni sono considerate sia un buon modo per tenere aggiornati gli utenti sulle produzioni cinematografiche italiane (classiche e recenti), sia un valido strumento di appoggio della scuola che può offrire, a coloro che hanno raggiunto un upper level di conoscenza linguistica, un ulteriore momento di “immersione” nella lingua italiana (Edda Onesti).

La sala in cui si svolge la serata cinematografica rappresenta, con la sua magnificenza di spazio e attrezzature, il luogo per eccellenza, accanto all’aula magna presente all’Istituto di Cultura Italiano, in cui prendono corpo le occasioni solenni della comunità italiana in città.

Sala conferenze, sala cinema e spettacolo (grazie alla presenza di un gran

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Si rimanda all’analisi di alcuni brani tratti dall’intervista svolta ad Edda Onesti (cap. IV). I corsi sono destinati ai bambini delle fasce d’età prescolare (dai tre anni), fino a quelli per adulti (corsi di varia tipologia: da quelli di conversazione, a quelli di grammatica, ai nuovi corsi come Let’s go

Italy il cui fine è quello di fornire strumenti linguistico atti ad agevolare una prima competenza

palco), sala che accoglie le cene che cadenzano il calendario della comunità e non solo. Tra le principali attività che finanziano il Centro infatti c’è il servizio catering aperto a tutta la cittadinanza canadese, senza, naturalmente, distinguere tra attività prettamente “italiane” (che rimangono comunque quelle che hanno luogo principalmente) e non.

Il servizio catering è infatti l’attività che genera gli introiti che finanziano le attività didattiche e culturali, accanto ai finanziamenti ricevuti dallo Stato italiano. La grande struttura, con annessa cucina, ospita sovente le cene dei vari gruppi che, seppur affiliati all’ICC, devono naturalmente pagare tutti i servizi da esso offerti. La sala, in tali occasioni, arriva ad ospitare centinaia di persone. L’impegno con cui le varie associazioni organizzano e sponsorizzano i differenti avvenimenti sembra farcito dal naturale desiderio di eguagliare (o meglio superare) le feste organizzate dagli altri circoli in una sorta di benevola gara alla serata meglio riuscita e maggiormente gremita di partecipanti (cap. IV). Oltre che occasioni in cui celebrare le varie realtà locali, le cene costituiscono dunque un momento in cui gli appartenenti ad un singolo gruppo hanno modo di creare e/o fortificare le relazioni con coloro che non fanno strettamente parte del gruppo stesso. Tali rapporti trasversali interregionali sono rinsaldati inoltre dalla presenza nella confederazione del Centro di associazioni che, come visto nel precedente paragrafo, non riflettono specifiche aree italiane di origine (come la presenza dei due cori o il gruppo dei bersaglieri, etc.).

La sede comunitaria, nella sua vastità di sale e corridoi, presenta al suo interno anche luoghi di incontro non scanditi dalle tempistiche “ingessate” delle riunioni o delle cene programmatiche; tra questi: la biblioteca, il ristorante Dario, il bar e l’annesso campo di bocce.

La biblioteca ospita numerosi volumi relativi alla comunità italiana all’estero, ma anche testi legati ai grandi classici italiani che possono essere così di facile accesso per gli italiani qui residenti e per coloro che desiderano, al di là della nazionalità, accedere al patrimonio letterario italiano. La sede della biblioteca è stata trasferita nel 2008 in un’altra area del Centro per far posto ad un museo dell’emigrazione italiana fortemente voluto dai dirigenti dell’Italian Cultural Centre e dalla comunità che ruota attorno a questo polo.

Annesso al Centro di Cultura Italiano si trova un ristorante, Da Dario, conosciuto in città appunto per essere “diretta espressione”, nella tipologia di cibo offerta al pubblico, di quel made in Italy che nel tempo ha spopolato, da un punto di vista culinario, ma non solo, nell’immaginario canadese.

A differenza del ristorante, che per ovvie finalità è aperto alla più disparata clientela (italiana e non, giovane o anziana) e che non a caso è posto proprio accanto al parcheggio in modo da essere usufruibile direttamente al resto della città, il bar è parte integrante della struttura ed è assoluta espressione, in quanto ad utilizzo, della vecchia “comunità italiana” (e naturalmente, in qualche occasione, anche delle generazioni italo- canadesi). Il bar è infatti un bellissimo esempio di ricreazione di dinamiche comunitarie in una città come Vancouver non avvezza ad avere, almeno nei circuiti cittadini più battuti, tipologie di “cafè” siffatti. Rispetto ai bar che caratterizzano la città e rispetto anche a quelli che si possono trovare in Italia nei contesti urbani, il bar del Centro, luogo per eccellenza di ritrovo di una parte ben precisa della comunità, ovvero quella maschile e anziana, è lo “spazio pubblico”, la piazza del Centro.

Il bar, luogo di incontro, più che “commerciale”, è uno spazio che tende a ricreare nella sua semplicità ed essenzialità dell’arredamento (che contrasta apertamente con la magnificenza di altre aree del Centro, di uso meno quotidiano e teatro di attività ben più formali) i bar dei nostri centri italiani minori, ben attivi in aree periferiche. Lo spazio, appena varcata la porta d’ingresso, ospita una decina di tavolini adibiti nel pomeriggio ad accogliere numerose partite di carte; tale zona si contrappone spazialmente all’area in cui è collocata la tv, altro polo, soprattutto grazie agli avvenimenti sportivi, di interesse di questa fascia della “popolazione italiana” in Canada.

Naturalmente il bar tende a risentire delle altre attività presenti nel Centro; di conseguenza non è raro trovare gruppi che, conclusa l’abituale riunione settimanale o mensile, vadano poi a rifocillarsi in quest’area. Di solito, al di là di queste occasioni però, l’uso del bar è quello precedentemente descritto; ovvero quello di spazio d’incontro usufruito principalmente dalle fasce maschili e anziane della comunità. Ad aumentare la sua funzione di nodo costante delle relazioni del Centro è la sua adiacenza al Campo di Bocce. Il gioco delle bocce, come avremo

modo di riscontrare nel paragrafo dedicato all’analisi dei dati dell’indagine empirica (cap. IV), sembra essere per le fasce d’età più alte della comunità un’attività ludica fortemente praticata, tanto da diventare per molti uno degli emblemi dell’italianità in città.

Nel documento FRONTIERE IDENTITARIE (pagine 167-171)