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SCÈNA PRIMA.

Sala &c. nel Palazzo del Cavaliere . jInrichetta fola

E

ccomi ancora in dubbio del mio deftino . Che gior¬

no fatale è mai quello ! CelTa appena un tormen¬

to che un altro riforge a lacerarmi. Vive il mìo ca¬

ro Rodrigo , ma ... . oh Dio .... Vien condannato, ed egualmente lo perdo .... Il Cavaliere .... Eh sì la barbara Temenza farà a quell* ora per mezzo Tuo rivocata . Ancora non giunge.Chi fa.Ah troppo io mi lufingo . Le mie fperanze forfè non fo¬

no , che vane produzioni del mio dehderio • SCENA II.

Orazio , e Vetta . Oraz.

A

H Figlia. .. .

Enric. xJl Ah Padre.*.. Con forprefx, Oraz. Vengo nunzio felice •

Enric. Forfè Rodrigo....

Oraz Rodrigo è libero , D. Lopez è punito , io fono difingannato , e convinto. Venite al mio feno , e in quello amplelTo , cara Figlia , prendete un pegno deir amor mio. V abbraccia .

Enric. Ciel ti ringrazio / Il Cavaliere, Rodrigo ove fo¬

no ?

Oraz. Sono in cafa dell’ Uffiziale . Ora da lui ne vengo . Egli m’ à impoho di colà condurvi acciò diate la mano di fpolo a Rodrigo , che impaziente vi atten¬

de .

Enric. oh momento felice / Oh piacere che m’ efprime-»

dagli occhi il pianto •

Oraz.

ATTO 4 «

Orai.. Andiamo.

Mnric. Non mi fu mai alcun voflro comando così gradito*

Parte. Graz* Ora più non mi fugge . Siamo vicini alla notte, e

fpero che faranno inutili le ricerche del Cavaliere.

Parte. SCENA III.

Il Cavaliere, e Rodrigo vengono dalla parte oppojla. Il Cav. ( TJArlando ad un Servo.) Come! E’ flato aper-

I fo del Giardino 1* ingreflo ! Andate , dubi¬

to , andate , rintracciate per tutto , e fe alcun vi trovate trattenetelo, ed a me ila condotto.

Il Servo parte . Rod. Qual mercede , o Signore, potrà compenfare il be¬

nefìzio , che mi facefte . La mia perfona le robe mie, la mia vita , benché non fieno baftevoli....

Il Cav. Nò , mio Rodrigo , tanto da voi non voglio. So¬

lo una cofa bramo da voi pofcia fon foddisfatto . Rod. Dite pure eh’ io coll* allegrezza nel cuore 1* accol¬

to .

Il Cav. Voglio che di buon animo perdoniate a chi 1* o- nore , la libertà , la vita tentò rapirvi . Già voi ve¬

dete che il Cielo punifee i voftri nemici. Rammenta¬

tevi , che P odio , la vendetta fono affetti viliffimi, che eguagliano all* offenfore P offefo . Vi facciano orrore le colpe, ma compaffione vi facciano, sì mio Rodrigo, vi facciano compaffione i colpevoli Chi è Uomo cade . La virtù fpeffo è vinta dalla palli ne , ma la roedefima quando vuol la ragione riforge , e trionfa . Chi compatire le altrui cadute , fe cade è compianto. Io fo eh? rofleravvi uno sforzo P ufare del mio configlio perchè fo quanto fia dolce il pia¬

cere della vendetta , ma quello sforzo appunto può farvi foltanto a me grato .

Rod. Oh feofi degni della voflra Anima grande ! E chi può ricufare di feguire le legsù della voflra virtù ? Voi me ne dafie P efempio col perdonare ad Ora- zi© , che infultovvi nella voflra cafa medefima. Ah

sì.

Q_ Lf I N T Ò. 47 , itilo Signore , a tutto io perdono , di tutto io mi fcordo , e finch* io viva uferò delle voftre maflìme generofe *

SCENA IV.

Bianca mortificata , i Detti «

Il Cab, T? * Tempo , Rodrigo, che ila premiato 1* inno- Pj cente amor vollro .. - . Bianca, dite ad En- richetta che venga .... Ma voi liete fcoiìfolatà ? Che avenne ì

Bìan, Enrichetta è perduta * Il Cav. Perduta !

Boi. Oh Cielo ! E Come *

Bìan, Ella dal mio fianco levolìi ; iìon la fògliii ; là {"uà tardanza mi pofe timore. Comincio a chieder di Lei , ninno fa dirmi ove fia , niuno la vide ad ufcire , e 1* ò cercata fin’ ora in vano . Ohimè ? Chi fa eh*

ella non fia difperaramentè fuggita • Èod. Ah quello colpo mi atterra !

il Gazi. Ma dove, perchè fuggire ?.... Ah Giovine in¬

cauta che felli ?.. .. Tornate à cercarla , informate¬

vi dai vicini . . . Affrettatevi. . . . ( Bianca parte fret- tolofa . ) I miei fervi . *. . Elà . . . . ( Efce un Servo . ) Si cerchi Enrichetta* Il Servo parte*

SCENA Ve

Enrichetta, M, Glouton , il Cavaliere, e Rodrigo * M. Gfou Avaìiere .

Unric, Signore, mercè ài quello Uffiziale eccomi in faìvò.

Rod, Mio Bene.... Oh Dio ! Qual gioja fento in veder¬

vi .

Enric Sarà grande , ma non maggior dèlia mia . Il Cav. Come vi allontanane di qui ?

Etìric. Per un inganno del Genitore* Il fello chi mi fal- vò ve lo dica «

Ì/1, Ghu,

4$ ATTO

M* Clou. Veniva a quella volta quando olio lo Crepita di un legno tirato da due Cavalli correndo . Mi fer¬

mo ; ci s* avvicina Odo ì gemiti di una Donna che piange , e la conofco Enrichetta. Grido al Poftiglion che fi fermi ; egli ubbidifee . M’ avvànzo . Ella gri¬

da ; Glouton fen tradita , e in quello feende d’ un falto . Orazio la trattien per la velie . Ella cado.

Accorro , 1* afferro , T innalzo , e di lafciarla gl*

Impongo. Ei rcufa . Io lo fgrìdo , e il dover fuo gli rammento. Non intende ragione , e di rimetterla;

fui legno fi sforza . Io fdegnato fnudo il ferro , al braccio accenno il colpo. Egli la lafcìa, e comanda al Polligliene, che fugga Io T approvo. Corrono i Cavalli , e lo perdiamo di villa . Quello è il peri¬

glio , quello è il modo con cui v* ò falvàta la Spo«

fa . A Rodn'go .

Il Gav. Cosi Orazio mi tradifee e mi manca dopo di a~

vere per lui perorato, e falvato dalla prigione, do¬

po di avermi egli promelfo di non fare alcun olla- colo a quell* Imeneo > Ah la palfione 1* accieca in tal guifa che non conoide ne decoro, ne onor , ne ragione. Chi lì fa un idolo dell* oro arriva non di rado ad obbliare perfino i doveri della naturà . De¬

testabile Avarizia, che merita dal Cielo la più ter¬

ribile vendetta . Non temete . ( Ad Enrichetta. ) Se vollro Padre fiegue a ricufarvi la Dote , proverà i rigori delia giullizia , a darvela farà sforzato . Di¬

mani fpofarete folennemente Rodrigo , e farà così coronata la vollra innocenza, ad onta dei voftri ne¬

mici .... La costanza dell’ amor vollro . ( A dì ('pet¬

to di quello appalfiunato mio cuore.) Da /<?.

Rod. Q magnanimo!

Enrìc. O grande Benefattore !

Il Cav» Datemi nuova del finto Lopez. A Glouton.

M» Glcu• L* impoftore è protervo - e fi protetta inno- cente.Giuiio timcrofo tutto confelfa , e chiede per¬

dono . Voi 5 come facefle a liberare fi prelto Ro¬

drigo ì

Il Cav. I teftimonj carcerati ad ifianza del mio PtoC- cyratore depofero di eifere flati da Lopez fedotti

« dif~

3

CL U I N T O . 4f e dittero il vero a favor di Rodrigo . L* arreco dell*

impoftere Giulio , che tutte à {coperte le trame a quefti innocenti tele da lui , ciò è ftato ballante»*

perch* io abbia ottenuto la liberazione del prigio¬

niero .

M. Glou. E il Prefidente ?

Il Cav II Prefidente farebbe già a queft* ora carico di catene fra quattro mura per condurvi il retto de*

giorni fuci efiendolì già fcoperto eh* egli è ftato dall* oro di Lopez corrotto ; ma io che veder non vorrei miferabili al mondo ò implorato dal Princi¬

pe j che P efiglio, la perdita de’ fubi Beni fia la_*

fua pena , giacché non deve mai reftare un delin¬

quente di tal forta impunito .

M. Glou. Colui meritava di ettere appefo acciò appren¬

der potettero i Giudici , che fottengono le veci del principe qual fallo enorme fia quello di pofporre la giuttizia al proprio interefte .

SCENA VI.

Bianca , Riccardo condotto da due Servi, e Betti.

Bian. QIgnori , nel giardino è flato trovato Ricca?- C> do .

Il Cav. Riccardo !

Rie. ( Gettandofi in ginocchio . ) A voftri piedi pieno di confufione , eccovi , Signore , il piò perfido di tut¬

ti gli Uomini , perchè il piu traditore , il piu in¬

grato .

Il Cav. Alzatevi , miferabile , eh* io non ò il coraggi#

di vedervi in tal guifa avvilito. ( Riccardo P alza . ) Voi dunque fcacciato di eafa mia arditte ritornarvi con violenza? E perchè?

Rie. Per vendicarmi.Lo dico con orrore, e vergo¬

gna .... Per vendicarmi di voi , per rapire mentre dormiva Enrìchetta . La pafiion mia fomentata da D.

Lopez mi à firafeinato ad efeguire il nefando atte»- tato . Da etto mi fu dato quello fonnifero . ( Con la hiccettìna in mano. ) Aceiè che Ella nel fonno fopì-

$o ATTO

ta a trasportarli non fi fentiiTe. Conferò d* e0er Io il reo.... .Di meritare la vendetta vodra , e del Cielo ... Punitemi , Signore .... fu via .... Puni¬

temi come a voi piace.. ..Ma il vedrò cuore..., fé i Numi non 1* hanno cangiato per farmi fentire tutto il pefo dell’ ira fu a .. .. il voftro cuore non potrà a mepo di non intenerirli a quello pianto , ed accordarmi compaffione .... pietà •• . perdono...

, ( S’ inginocchia . ) 11 Cav> Tacete , ne funedate di più in me la memoria

dì avervi beneficaro , Si F ingratitudine vedrà vor¬

rebbe la rrda vendetta, ma di vendicarmi mi fento incapace . La vodra padìone facendovi di nuovo in¬

grato di compatimento vi refe indegno , Piangete pure, che del pianto voi fedo la cagione vi fabbri*

cade . Dopo di avervi follavate dal fango non ò cuore di vedervi efule , povero , e ramingo . I ri¬

mordi della voftr* anima del vodro delitto fieno la pena , eh’ io farò vendicato badevolmente fe quedi arrivano a farvi conofcere 1* orridezza del fallo ve¬

drò . Andate , io vi perdono, e fìa il cadigo dell*

ingratitudine vedrà quedo nuovo mio benefìzio.[ Si leva una bo'rfa di tafea con denari, gliela dà toglien¬

doli la boccettìna .] Quedo infame liquore a terra fi fparga . ( La getta per terra . ) e fi tolga in tal gui- fa a voi il mezzo di commettere nuovi delitti, a me la memoria di avere beneficato un traditore , un* ingrato ,

Mie. ( Salza.) Ah qual* Anima generofa....

Il Cav. Partite, e tacete» Riccardo parte confufoM, Glou Che vidi {

£nric. Che udii J

Rod. Che intefi ! In quante guife , o Signore , trionfate di tutti noi? Ah perchè mai non è qui raccolto il mondo intero ad applaudire, ad ammirare la gran^

dezza della vodr* anima ! Voi flètè benefìcatore dei jniferi, protettore degl’ innocenti, trionfatore delle paffìoni; con la prudenza al fianco , col umiltado*

nella ceffona, con le labbra rifuonanti di nobili fen¬

denti , di faggi configli , e chi non deve in voi rie-

ATTO QUINTO.

U

riconofcere un carattere veracemente vlrtuofo f Nif- funo , io (pero , faravvi , che vedendo il voftro ri¬

tratto non applaudita , e il defiderio , o il conten¬

to di rafibmigliarvi non Tenta . Defterà in feno ad ogni alma bennata 1* efempio voftro una brama vi¬

vace di giugnere al poifelfo della vera virtjìì , e Tuli' orme da voi imprefie vedremo forgere frequenti e- mulatori dei voftro geneiofo operare .

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