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SCENA PRIMA.

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Camere del Prefidente .

Il Prefidente feduto , e Rodrigo con catena al braccio. Rod. T)Ietà , Signore , vi prenda d* un’ innocente per-

Seguitato . Dovrò io dunque penare miferamen- te frà quelle catene mentre il mio nemico franco,c ardito palleggia per le contrade meditando contro di me nuove accufe> Ah le giufto liete fcioglietemi que¬

lle catene per i colpevoli deftinate .

Il Pref. Sciolte non vi faranno quelle ritorte finché appa¬

rite un agallino , un inlìdiatore all* oneftà di una—

Donna .

Rod. Io affamino ! Io inlìdiatore ! Oh Dio ! Quale calunnia orribile a mio danno s* inventa >

lì Pref. Qui due teftimonj depongono, che dalla fiepe u- fcire vi videro colla Spada alla mano in atto di af¬

fa lire D. Lopez,* e Orazio medelimo....

Rod, Orazio dopo di avermi promelfa , non dovea teme¬

rariamente negarmi la Figlia. D. Lopez è un pertur¬

batore dell’ altrui quiete , e fe lì vuole giuftamente riflettere , egli folo è autore del tradimento . Egli ufurpa i miei diritti, e tentando di sforzare la vo¬

lontà d’ EnricJietta inlidia la di lei oneftà . Io , che con ragion la difendo,reo apparifco , e di catene fo¬

no aggravato? Penfateci, o Signore,* e un* Animai giufta , come fuppongo voi fiate v non potrà a meno , raccapricciando all* orror delle accufe , di non cono- fcere , e proteggere un9 innocente .

Il Pref Più , che penfo io vi ritrovo mai Tempre reo. Vcu non avevate più alcuna ragione fu di Enrichetta. 9 poiché ella medefima una Scrittura fottofcrilfe in fa¬

vor di D* Lopez ....

Rod* Lo fo 3 Signore , lo io ; ma fo ancora che a que^

atto

tir Z o. *9 atto infedele fu corretta dal Padre fao .

Il Pref. D. Lopez fa corta re che a Lei non fece violenza alcuna , feanzi ella fpontaneamente alle Aie braccia lì diede . Perche adunque infierire contro di lui >

Rad, E* un mentitore D. Lopez, e chi lo aflerifce s* s teftimonj fpettatori pur furono di quella Scena

Il Pref Quel che videro, ve lo dilli ,• dov’ è chi tVrtV fichi a voftro favore , e li fmentifca ? tC**U

Red. Se umane teftimonianze mi mancano non mancaram mi quella del Cielo ....

II Pref. Il Cielo nei Fori terreni non parla.

Rei. Parla bene al mio cuore , e un mio giuramento.

Il Pref. li giuramento fi amette quando mancano i tefij*.

Roti. Ma i prodotti fon (ìli.

Il Pref Provatelo.

“ S&ftrj'ssr p" p,,,‘ ■ **»•• *

Il Pref Tutto vi condanna.

Rod. Ma gli Uomini....

Il Pref Vi accufano con verità .

Rod. Il dettino ....

Il Pref A voftro danno congiura.

Rod. Il Cielo....

Il Pref Non ode i voftri lamenti .

Sod. Uomini ingiufti, deftin tiranno, barbari numi ' r.

^iranmde dunque,non la giurtizia in querto Forò rit

pj'rhfr’ i'fpf f?te SÌudke ? ''' luogo ....

Rei. Che Giudice! che nfpetto, che luogo ! Giacché é ir riparabile la mia mina voglio almeno a cordar! al mio dolore uno sfogo. SI, un giudice voi liete mal vag.o, crudele ingiufto , indegno di refpirare queftT aria indegno d. vedere la luce del giorno e meri tevole foltanto di cflere dalle voragini d,? àbllTo gojato , e fepolto .... ( Furìofo ) ... . Amabile Fori

3

*

ATTO

SCENA IL 1/ Cavaliere, e Dettf»

Jlpd. A Tempo, Signore, voi arrivate . Difendetemi s lì vi Scongiuro dalie calunnie, che in quello Xri- bunal mi lì fanno .

Il Frtf Udiiie 1* audace»

11 Qav. V udii ( Sì volge a Rodrigo ) Vergognatevi di ef¬

fe re così vile dandovi in preda ad una funeda difpe- ragione. Un* innocente , che fodenere non fappia in¬

trepidamente i mali a cui 1* umanità va fogge tta c- fcura anzi annienta la fua virtù, e meritevol fi ren-

* '-V de dello fdegno del Cielo . Se a torto perfeguitato voi fiete , fe dagli Uomini ogni conforto negato vi viene dovete rifcuoterlo da voi medelìmo . La tran¬

quillità dell’ ànimo figlia di una giuda fperanza fem- pre gl* Innocenti accompagna, li anima, li rinvigo¬

risce a fodenere con più di forza de* tuoi nemici I*

adatto . Chi difperatamente infulta i proprj nemici loro porge le armi ond* edere combattuto, e vinto ; priva fe dedo di un interno Sollievo , e vi coititi! i- fce in fua vece lo fdegno , che Io tormenta , e di¬

vora . Perchè adunque offendere il vodro giudice , e poi pretendere eh’ io vi difenda?

LLbd. Ah Signore . non più , non più ... Se 1* adldenza vodra voi mi negate , oh Dio , che farà di me / . . . della mia Spofa tenera parte dell* Anima mia ! . ..

Il Cav. Avrete la mia adidenza femprecchè facciate i{

vodro dovere col Giudice da voi olfefo.

Rod. Che devo fare?

Il Cav. A lui umiliarvi.

Rod. Il mio fdegno fu giudo . Il Cav. No; forfennato ?

~Fod E devo .. *.

LI cdV. e dovete penfare chi ve Io impone.

Liod. ( oh Dio t che pena j q perdere un benefattore , o avvviirmi col mio nemico. Da fe »

il Cav- No-a parlatt? A Rodrigo»

Rod*

TERZO- 3 t Rod. ( S* io mi umilio il Giudice fi fa più audace . )

Da fe.

Il Pref. (Si umilia, o nò il temerario, dovrà foccombert alla mia vendetta. ) Da fe .

Il Cav. E ancora non rifpondete ? A Rodrigo . Rod. Ma, Signore, penfate poi ....

Il Cav. Sì, io penfo che fiete indegno della mia aflìften- za . Serbatevi nel voftro capriccio . Io v’abbandono . Abbandonerò così la voftra Spofa , e mentre goderà il Rivale i frutti della voftra coftanza, voi raccorre¬

te frà le catene i frutti della voftra fuperbia . In atto di partire . Red. Ohimè ! Che afcolto ! Placatevi , Signore , e fon-,

pronto ad obbedirvi . ( Sì volge al Prefidente. ) Fu uno fdegno ingiufto un forfennato frafporto , che oltrag¬

giovvi, ed offefe . Ve ne dimando feufa, compaffio- ne , perdono. Son nelle voftre forze. {Inginocchiane do/i'•) Prendete fopra di me la foddisfazione , che a voi piace, che io, conofcerò mai fempre dovuta al mio trafeorfo la pena.

Il Cav. Siete foddisfatto? Al Prefidente .

Il Prefi (Si dica di sì per non offenderlo.) (Dafie.) Ca¬

valiere , in grazia vofìra fon foddisfatto . Alzatevi # tornate alla voftra prigione , e ringraziate chi vi pro¬

tegge . ( Rodrigo f* alva vuol baciare la mano al Pre¬

fidente , che la ritira guardandolo biecamente. ) ( Super¬

bo, mi pagherai.) (Da fe») Rodrigo bacia la ma¬

no al Cavaliere dicendo •

Rod. Signore, perdonatemi fe v’ offefi . Il Cav. Siate faggio.

Rod. Vi raccomando la mia cara Enrichetta. Parte»

SCENA III.

Il Cavaliere, ed il Prefidente • Il Prefi T? Voi foffrlte quel temerario?

Il Cav. S/j Prendente , fin* or la prudenza volle, che^>

rifpettar vi facelfi dal prigionier troppo ardito , adef- {9 io pollo rinfacciarvi 1’ ingiallo vedrò procedere^

col

kt A X X IX

coll* ìnnoeente. Voi folle nell’ afcoltire le fue ragioni indebitamente tiranno.

lì Pref. Io non ò oltrepaifato i confini di una modella^

feverità i ma egli oftinato..*. ^

Il Ccty. Già tutto ò afcoltato trattenutomi nella fianza^

vicina V apparenza non giuftifkala voitra condor ta . Il Foro deve fofpettare di tutto, e la coftanza_, dei delinquenti nel difcolparfi è per jl Giudice , un rimarchevole oggetto. Rare volte gli Uomini accu- fano i vizi de* loro limili lenza elfer molli da una^, loro propria paflione. Eccovi un motivo per non do¬

ver fempre credere veridici gli accufatori, ma piutr*

tolto felpe;tri . Guai fe tutti facefFero come voi. Pres¬

ilo fi vuotarebbe lo Rato , e le prigioni incapaci fa¬

rebbero di contenere i miferabili . Il Principe che..#

ama i fudditi fuoi come può avere il piacer barbaro di vederli ingiuftamente cattivi? La giufta clemenza non condanna i rei , che quando inevitabile il calti- go fi renda . Voi sbanditi quefti riflelfi vi appagate di una fofpettofa apparenza . Nella Scrittura, che vi me- ftrai avete pure una prova , che Orazio folennemem»

te promife fu a figlia a Rodrigo, e perciò- lì Pref, La Scrittura di cui parlate è una finzione . Jl Cav. Una finzione ! . .

Il Pref. Sì, perchè una ne à prodotta Orazio in cui En- richctta promette di fuo carattere di fpofare I?. Lo¬

pez .

Il Cav. Ella vi farà fiata coftretta . Il Pref, No fpontaneamente la fottoferifle . Il Cav. Ebbene parlerò con la Giovine .

jl pref. Parlatele pure; ma debbo annunziarvi che .ritre*

vare^e a cafa un ordine di doverla refiituire a fuo Padre.

Jl Cav Chi a dato quell* ordine ì

Il Pref, Il Governo. .

Il Cav. ( No , Enrichetta ufeir non deve dalla mia cafa . ) Vi ^accomando il prigioniere • Parte .

TERZO.

SCENA IV.

Il Prefidente •

33

M

I fpiace, che il Cavaliere caduto fi a in fofpetto di mia perfona . Egli è Sommamente amato da tut¬

ti , e potrebbe .... Ma nò s egli è incapace di nuo¬

cere ad alcuno. Vedo veramente 1* impegno fortiffi- mo nel difendere Rodrigo ; ma quello temerario mi à oltraggiato , e non deve alTolutamente andare im¬

punito . L* umiliazione di lui fu sforzata , e quando anco folle fincera non può compenfare 1* offefa. Reo apparifce nel foro, e fervirommi dell’ autorità mia ancora per vendicarmi.

SCENA V.

D. Lopez , Orazio , t Dette

Pref. *J^°n ^°PezJ Orazio, giungete opportunamea*

Lop. Avete forfè qualche novità?

Pref Dubito, che l' ordine, che avete mandato al Ca¬

valiere non abbia il fuo effetto .

az. E chi può impedirlo ?

Pref. V’ afiicuro che egli è un protettore molto poten¬

te .

Lop, Per potente, che fìa non uguaglierà giammai un nobile Spagmiolo mio pari. Ei dovrà renderla a tut¬

to collo . Voi , Signore , ricordatevi che vi promifi cinquanta zecchini, s* entro quell’ oggi condannata Roirigo come fi merita .

Pref. D. Lopez , vi promifi di farlo , e tutto vi favori¬

sce; ma un procelfo tale formato , efeguito in un_

giorno può facilmente pregiudicare prefio del mondo .all* onore della mia carica. Tuttavia non difpero di farlo ; e per evitare un finillro giudizio venite meco, c concertaremo un piano efficace, e d’ un efito af¬

fai facile. Parte .

C P. Lop.

ATTO

D. lop< Vedete Orazio? Ali* oro nulla refifte . Parte, Oraz. E* vero, quello metallo 1? fa amare, e temere da

tutti « Parte .

SCENA V L

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