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All’aumentare della soglia di rappresentanza (soglia effettiva) dovrebbe aumentare la probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale Questo effetto positivo

Criterio III: la coalizione pre-elettorale è un’alleanza di portata nazionale

5. All’aumentare della soglia di rappresentanza (soglia effettiva) dovrebbe aumentare la probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale Questo effetto positivo

dovrebbe essere più forte in caso di sistema partitico polarizzato18.

La prima ipotesi, riguardante l’effetto negativo della distanza ideologica tra due partiti sulla probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale, gode di ampio sostegno nella letteratura sulle coalizioni e sulle strategie elettorali (Axelrod 1970, De Swann 1973, Laver e Schofield 1990, Laver e Schepsle 1996, Laver 2005). Un partito è incentivato ad allearsi con un altro attore se ne condivide i piani d’azione di governo, in maniera tale che entrambi possano perseguire gli obiettivi prefissati in termini di policy. L’unidimensionalità ideologica è probabilmente una semplificazione della realtà, ma in questo contesto può essere ritenuta un’approssimazione accettabile.

La seconda ipotesi, riguardante la dimensione della coalizione, prevede un incremento della possibilità di formazione di una coalizione al crescere della quota di voti detenuta dai partiti che ne fanno parte, fino al raggiungimento del 50% dei seggi totali. Una volta superata questa quota, la probabilità di formazione dovrebbe diminuire. Se la somma dei voti tra due partiti potenziali alleati fosse troppo alta, la probabilità che questi formino una coalizione dovrebbe risultare relativamente bassa, poiché il payoff in termini di office non sarebbe soddisfacente rispetto al caso in cui si formasse una coalizione minima vincente.

Nel caso in cui una potenziale coalizione abbia una quota di seggi potenziali molto superiore al 50%, soprattutto nel caso di distribuzione asimmetrica nella quale uno dei partiti potenziali

alleati ha la possibilità di ottenere autonomamente la maggioranza, le probabilità di formazione dovrebbero essere basse.

Golder utilizza come indicatore della polarizzazione la distanza ideologica tra i due partiti maggiori del sistema: in presenza di due partiti maggiori dalle posizioni di policy particolarmente distanti, entrambi dovrebbero temere che l’avversario sia incaricato alla formazione del governo, così da avere la possibilità di implementare politiche radicali e lontane dalle proprie preferenze. Per questo motivo essi dovrebbero cercare di trovare un accordo per la formazione di coalizioni pre-elettorali con altri attori, in modo da contrastare al meglio l’avversario.

L’ultima ipotesi considera l’incidenza del sistema elettorale sulla probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale. Un sistema elettorale con caratteristiche maggioritarie dovrebbe produrre incentivi alla formazione di alleanze pre-elettorali maggiori rispetto a un sistema proporzionale, in cui la quota di seggi è uguale a quella di voti. All’aumentare della soglia effettiva, calcolata tramite l’indice proposto da Lijphart (1994), aumenterebbe la probabilità di formazione di una alleanza.

Verrà fornita una più completa descrizione critica, riguardante le ipotesi e le variabili utilizzate, nel prossimo capitolo, dedicato alla revisione dell’analisi statistica per la definizione della logica nella formazione delle coalizioni pre-elettorali. In questa sede proseguiremo invece con la descrizione della metodologia utilizzata nell’analisi empirica di Golder.

Il dataset è composto da 4460 casi, ciascuno dei quali rappresenta una coppia (o diade) di partiti appartenenti a uno dei 20 sistemi politici democratici presi in esame, per un periodo che va dal secondo dopoguerra alle ultime elezioni precedenti al 2000, eccezion fatta per Spagna e Portogallo, per i quali è stato considerato il periodo che ha inizio con le prime elezioni democratiche (per entrambi gli Stati durante gli anni ’70).

La variabile dipendente è la presenza di coalizioni pre-elettorali. Golder individua la presenza di 245 coalizioni pre-elettorali tra i 4460 casi osservati (Tabella 2.1): si tratta di poco più del 5% rispetto al totale delle diadi considerate.

Tabella 2.1

Frequenza di coalizioni pre-elettorali nel dataset

Presenza Freq Percent

0 (assenza) 4,215 94.51

1 (presenza) 245 5.49

Totale 4,460 100.00

Apparentemente si tratta di un fenomeno raro, tuttavia se si contassero i casi di coalizioni pre- elettorali per ogni tornata elettorale, si avrebbe una frequenza del 44% circa. L’unità di analisi, rappresentata dalla diade di partiti, permette di suddividere il sistema partitico in coppie di partiti e di contare il numero di coalizioni pre-elettorali bilaterali per ogni sistema politico. Per ogni elezione, dunque, è possibile che i casi di riferimento siano molti (aumentano con una logica fattoriale al crescere del numero dei partiti), con la possibilità che solo una di queste diadi di partiti sia unita effettivamente in coalizione. Nonostante ciò, la formazione anche di una sola alleanza può avere ripercussioni molto importanti sul sistema politico e sulle dinamiche competitive, nonché sulla fase negoziale successiva alle elezioni. La variabile “coalizione pre-elettorale” ha valore 1 nel caso in cui la diade abbia effettivamente formato una coalizione, e 0 nel caso contrario.

La natura dicotomica della variabile dipendente impone l’utilizzo di un modello statistico non lineare: la relazione tra le variabili non può essere descritto da una retta di regressione perché il fenomeno studiato può assumere solo due stati. È necessario dunque proporre un modello statistico probabilistico che descriva l’incidenza di una variabile sulla probabilità che si passi dalla condizione di assenza di una coalizione pre-elettorale alla sua presenza. Golder opta per l’utilizzo di un modello Probit, che permette di stimare l’effetto di ogni variabile esplicativa sulla probabilità di formazione della coalizione.

Il modello permette inoltre di osservare la relazione esistente tra ognuna delle due coppie di variabili che, interagendo fra loro, dovrebbero influire sulla probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale. Si tratta della coppia di variabili composta da polarizzazione e soglia effettiva, e da quella composta da dimensione e asimmetria. Il modello statistico che riassume le ipotesi elencate è:

PEC= β0+ β1 Incompatibilità ideologica + β2 Polarizzazione + β3 S + β4Polarizzazione*Soglia effettiva + β5 Dimensione coalizione + β6 Dimensione Coalizione2 + β7 Asimmetria + β8 Asimmetria*Dimensione coalizione + ε

Segue la tabella che indica la relazione attesa tra le variabili esplicative e la probabilità di formazione di una coalizione:

Tabella 2.2

Relazione attesa con la variabile dipendente

Variabile Relazione attesa

Incompatibilità (β1) Negativa

Soglia effettiva (β3) Positiva

Polarizzazione*Soglia effettiva (β4) Positiva

Dimensione coalizione (β5) Positiva

Dimensione coalizione2 (β6) Negativa

Asimmetria*dimensione coalizione (β8) Negativa

β3+β4 Polarizzazione Positiva

β2 + β4 Soglia effettiva Positiva

β7 +β8 Dimensione coalizione Positiva

L’analisi statistica mostra che tutti i coefficienti presentano il segno ipotizzato. Particolarmente forti sembrano le relazioni delle variabili dimensione, asimmetria e distanza ideologica con la probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale. Soglia elettorale e polarizzazione hanno una relazione positiva e statisticamente significativa solo se combinati tra loro. All’aumentare della soglia elettorale, se i partiti maggiori del sistema si trovano in posizioni ideologiche particolarmente distanti, la probabilità di formazione di una coalizione aumenta.

I coefficienti non danno tuttavia informazioni riguardo all’effetto delle variabili sulla probabilità di formazione di una coalizione. Golder esamina gli effetti marginali delle variabili nei modelli di interazione tramite dei grafici, che mostrano la coerenza dei risultati con le ipotesi di fondo. Infine, manipolando i valori delle variabili esplicative, è possibile osservare la variazione delle probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale al variare di ogni variabile esplicativa.

Conclusioni

In questo capitolo è stato presentato nel dettaglio un modello della formazione delle coalizioni pre-elettorali nelle democrazie occidentali. L’analisi, caratterizzata da solide basi teoriche, rappresentate da un modello non cooperativo in un’arena competitiva composta da tre partiti, ha permesso l’elaborazione di ipotesi riguardanti gli elementi che incentivano o disincentivano la formazione delle coalizioni pre-elettorali. Il modello è stato accompagnato da ricerche empiriche di tipo qualitativo e quantitativo, che hanno fornito risultati coerenti con le ipotesi.

Nel capitolo successivo verrà proposta un’estensione dell’analisi di Golder. La nuova analisi sarà volta alla discussione critica di alcune delle ipotesi avanzate da Golder. I principali elementi discussi saranno i seguenti:

 La presenza di un gran numero di coalizioni tra partiti dal potenziale elettorale asimmetrico sembra mettere in dubbio la variabile asimmetria. Essa potrebbe essere valida per potenziali coalizioni di grandi dimensioni, superiori al 50%. In questo caso, vista la distribuzione asimmetrica della quota di voti, uno dei partiti potenziali alleati potrebbe essere in grado di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi autonomamente, e dunque non sarebbe disposto a formare una coalizione con altri attori del sistema.

 Un altro punto controverso sembra essere la definizione del concetto di polarizzazione: esso non sembra trovare fondamento nella letteratura sulla competizione partitica, ed è per molti versi discutibile, poiché viene espresso tramite la variabile che indica la distanza ideologica tra i due maggiori partiti del sistema, e non dà informazioni riguardanti il livello di estensione della dimensione ideologica dell’intero sistema. Questa variabile potrebbe essere tuttavia utilizzata come indicatore della dinamica competitiva del sistema partitico.

 Gli effetti prodotti dal sistema elettorale sulla probabilità di formazione di una coalizione pre-elettorale potrebbero non essere derivanti unicamente dalla soglia di rappresentanza. È possibile ipotizzare che i sistemi elettorali presentino altre caratteristiche nel metodo di attribuzione dei seggi che producono incentivi alla formazione di coalizioni pre-elettorali. È possibile individuare alcuni casi (come

Francia e Gran Bretagna) in cui la soglia di rappresentanza assume lo stesso valore, ma il sistema elettorale produce incentivi al coordinamento differenti.

Questi aspetti verranno approfonditi nel prossimo capitolo, nel quale in primo luogo verranno presentati tre studi di caso riguardante tre sistemi politici (Italia, Germania e Australia) dalle caratteristiche istituzionali particolarmente differenti. L’obiettivo dello studio sarà duplice: verranno inizialmente considerati e descritti i processi di formazione delle coalizioni pre- elettorali per ogni sistema politico preso in esame, e successivamente si osserverà se le variabili ritenute determinanti nello studio di Golder (2006b) effettivamente producono gli incentivi previsti anche nei sistemi politici oggetto di studio. Lo studio dei tre casi sarà strumentale alla formulazione di nuove ipotesi: avrà dunque funzione euristica, e permetterà di inserire nuove variabili esplicative nel modello statistico. Esso sarà proposto per confrontare i risultati prodotti con quelli ottenuti da Golder, e per osservare l’incidenza delle nuove variabili create sulla probabilità di formazione delle coalizioni pre-elettorali.

Capitolo 3

Le coalizioni pre-elettorali come variabile dipendente: l’analisi