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Criterio III: la coalizione pre-elettorale è un’alleanza di portata nazionale

3. Il modello di Golder

Golder (2006b) propone un modello di contrattazione sequenziale basato sulla teoria dei giochi non cooperativi. Il modello formalizza la negoziazione tra due attori in due momenti - T1 e T2 - in merito alla formazione di una coalizione pre-elettorale per competere contro un terzo partito, il quale non partecipa al gioco negoziale. Il modello si basa su un calcolo costi- benefici in termini di office, policy e vote. L’arena negoziale è composta da tre partiti: il partito A ha il vantaggio della prima mossa, e può decidere se proporre l’alleanza al partito B, che ha la possibilità di rifiutare o accettare. Nel caso rifiutasse, il partito B avrebbe la possibilità di proporre a sua volta (nel tempo T2) un accordo pre-elettorale al partito A, alle sue condizioni. Il partito C non partecipa alla negoziazione, e conduce la competizione elettorale in opposizione ai partiti A e B. Le decisioni prese dai partiti A e B sono definite da un calcolo costi-benefici. Si pesa dunque la quota di office (cariche ministeriali) che potrebbe essere ottenuta concorrendo alle elezioni autonomamente o in coalizione, e la si confronta con i costi in termini di voti e di posizionamento ideologico derivanti dalla formazione dell’alleanza. È possibile che uno dei partiti (tra i due potenziali alleati) preferisca competere autonomamente, rimandando la negoziazione per la partecipazione alla coalizione di governo al periodo successivo alle elezioni, in modo da sfruttare le proprie risorse in un’arena negoziale a cui partecipano tutti i partiti del sistema, nel tentativo di massimizzare il numero di cariche ministeriali. Ciò è più probabile nel caso in cui il sistema elettorale non penalizzi (per quanto riguarda il numero di seggi conquistati) i partiti che partecipano autonomamente alla competizione.

Per quanto riguarda la posizione di policy, i due partiti confrontano la propria collocazione originaria con quella che andrebbero a occupare se si unissero in coalizione. Ciascun partito confronta inoltre la distanza tra la propria posizione originaria e le posizioni delle conformazioni di governo alternative. In alcune circostanze, uno dei partiti potenziali alleati potrebbe non essere disposto a formare una coalizione pre-elettorale, poiché essa non rappresenterebbe la combinazione ideale per la massimizzazione della policy. Ciò sarebbe possibile se uno dei partiti in gioco (A o B) fosse in grado di ottenere la maggioranza dei seggi e formare autonomamente un governo (mantenendo la posizione di policy preferita), o

se potesse ritenere più vantaggiosa la formazione di un governo di coalizione con il partito C, o infine se la posizione di policy di un governo composto dal solo partito C fosse ritenuta preferibile rispetto a quella assunta da un governo nato dall’accordo con il potenziale alleato. Quest’ultima eventualità necessita di una specificazione: il compromesso tra i due partiti potenziali alleati comporterebbe la definizione di una nuova posizione di policy condivisa: se i due partiti occupassero due posizioni particolarmente distanti, la nuova collocazione ideologica potrebbe persuadere uno di essi a preferire la formazione di un governo composto dal solo partito C, occupante una posizione di policy meno penalizzante rispetto a quella in cui si collocherebbero i due partiti potenziali alleati. In questa situazione, dunque la formazione della coalizione pre-elettorale sarebbe meno probabile.

Riguardo ai voti conquistati, una coalizione pre-elettorale potrebbe essere, come abbiamo visto, sub-additiva. I partiti accetterebbero tale perdita di voti solo nel caso in cui la coalizione avesse la concreta possibilità di ottenere una maggioranza che nessun partito potrebbe conseguire autonomamente. La perdita di voti e di seggi sarebbe compensata dalla certezza di entrare a far parte della coalizione di governo. Nel caso di coalizioni additive o super-additive i partiti sono incentivati a unirsi in coalizione, soprattutto se l’accordo comporta dei vantaggi in termini di office (conquista di posizioni di governo) e permette la limitazione dei costi in termini di policy position.

Il modello proposto da Golder individua due condizioni di equilibrio: i partiti decidono di formare una coalizione pre-elettorale nel tempo T1, o diversamente preferiscono partecipare alle elezioni autonomamente. Ciò significa che gli attori prendono decisioni riguardo alla formazione di coalizioni pre-elettorali in un momento molto precedente alle elezioni. Queste conclusioni sembrano coerenti con le modalità d’azione dei partiti nel mondo reale.

Perché la formazione di un’alleanza elettorale produca effetti positivi nella competizione elettorale occorre che essa venga percepita come un’effettiva proposta di governo. È necessario dunque un coordinamento nel voto degli elettori dei vari partiti aderenti alla coalizione, nonché la stipulazione di un accordo sul programma di governo, in maniera tale che gli attori possano manifestare la propria compatibilità. Questo processo di avvicinamento alle elezioni, orientato alla legittimazione della coalizione pre-elettorale, necessita di un periodo relativamente lungo, in cui vengono definite le modalità di coordinamento. Stipulare

riguardo alle due situazioni di equilibrio sono dunque coerenti con i processi reali di formazione.

Il modello produce alcune implicazioni generali relative ai fattori che incentivano la formazione di coalizioni pre-elettorali:

 La formazione di una coalizione pre-elettorale è più probabile se i partiti potenziali alleati hanno maggiori possibilità di vincere le elezioni, e dunque formare una coalizione di governo senza il sostegno di attori esterni. Questa possibilità dipende dalla quota complessiva di voti a disposizione dei partiti alleati, ma anche dalle caratteristiche del sistema elettorale. Istituzioni elettorali maggioritarie, come circoscrizioni di piccole dimensioni o alte soglie di sbarramento, premiano le compagini di grandi dimensioni, e incentivano la formazione di coalizioni.

 La coalizione è meno probabile nel caso in cui un partito abbia la possibilità di conquistare la maggioranza dei seggi autonomamente.

 Minore è la distanza ideologica fra i partiti, maggiore è la possibilità che questi formino accordi pre-elettorali.

 Se la distanza ideologica tra un partito e un altro ad esso opposto aumenta, aumenta anche la possibilità di formazione di accordi pre-elettorali tra il primo partito e un altro affine ideologicamente, per evitare che il partito opposto crei un governo sgradito a causa della sua posizione di policy. Questo può avvenire se la coalizione è comunque elettoralmente vantaggiosa, dunque se rispetta le condizioni precedentemente elencate.

 Le coalizioni pre-elettorali sono più probabili se le aspettative di un partito riguardo alla conquista di cariche di governo migliorano quando questo si unisce a uno o più alleati in sede pre-elettorale.