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Autoidentificazione, processo di cristallizzazione e significante vuoto.

Secondo capitolo Ernesto Laclau e La ragione populista.

2.7. Autoidentificazione, processo di cristallizzazione e significante vuoto.

438 Ibidem.

439 E. Laclau (2009), op. cit. p. 57. 440 Ibidem.

Una volta che le domande popolari, stabilita una frontiera antagonista che divide in due il campo sociale, iniziano ad articolarsi tramite la logica dell’equivalenza, devono affrontare due questioni strettamente connesse e relative a “un duplice problema di autoidentificazione”441. Il primo problema da affrontare

è quello di identificare i propri limiti, tentare di definire e costruire la propria “totalità” delimitandone i confini; il secondo problema è relazionato alla necessità di darsi una determinazione di ultima istanza, in definitiva di dotarsi di una identità specifica. Come evidenzia Visentin, si tratta, “detto in maniera diversa, dei due problemi 'egemonici' per eccellenza: la questione della differenziazione verso l'esterno, ovvero della propria autonomia, e quella della differenziazione interna, ovvero della propria omogeneità o unitarietà”442.

La prima difficoltà è risoltada Laclau attraverso la costruzione discorsiva di una differenza “diversa”, una differenza che si esclude per conferire omogeneità

nella differenza del popolo in costruzione. Si tratta di qualcosa che “la totalità

espelle da se stessa per costruire se stessa (per fornire un esempio politico: è attraverso la demonizzazione di una parte della popolazione che la società acquista un senso di coesione interna)”443; come già affermava Freud, l’odio verso l’altro

può essere uno strumento molto efficace per il processo di identificazione di elementi differenziati. Per questo Laclau può sostenere che non vi può esistere un “populismo sin una construcción discursiva del enemigo: el ancien régime, la oligarquía, el establishment, etc.”444.

Per la costruzione di un popolo è quindi necessario che una particolarità, una parte, una classe usando un linguaggio non laclusiano,

si identifichi con la criminalità notoria dell’intera società, cosicché la liberazione da tale sfera appaia come l’emancipazione universale. Affinché una classe divenga la classe della liberazione par excellence, bisogna

441 S. Visentin (2016), op. cit. 442 Ibidem

443 E. Laclau(2008), op. cit. p. 66. 444 E. Laclau(2009), op. cit. p. 59.

al contrario che un’altra classe diventi notoriamente la classe dell’asservimento. L’importanza negativa generale della nobiltà e del clero francesi determinò l’importanza positiva generale della borghesia, la classe piú immediatamente vicina e contrapposta445.

Ancora una volta, come già visto a proposito del testo La lotta di classe in

Francia. 1848-1850, Laclau sembra non riconoscere il debito intellettuale verso

Marx.

In ogni caso, l’unica identità collettiva che si costruisce fino a questo punto, attraverso l’identificazione per contrapposizione, è sempre una totalità aperta, una totalità fallita; una totalità in equilibrio instabile, una articolazione di differenze tenute insieme solo dal loro comune rigetto dell’identità esclusa, nell’essere tutte da una parte dello spazio sociale diviso dicotomicamente da una barriera antagonista. Dato che tra loro sono equivalenti nella comune avversione verso ciò che esse escludono, queste domande si troveranno costantemente in tensione tra logica differenziale e logica equivalenziale; per questo la totalità del populismo si presenta sempre come “un oggetto al contempo impossibile e necessario”446. Finora abbiamo visto che una delle condizioni di base per la creazione di un popolo consiste nella costruzione di una sineddoche, “sinecdoque que sostituye la parte por el todo y el todo por la parte”447, di una metafora sufficientemente forte e produttiva da “transformar una contiguidad temporal en una duracion infinita”448; però affinché si costruisca un popolo questo non basta, è necessario che, oltre al riconoscimento di un antagonismo insanabile, non mediabile né rappresentabile, si produca una “cristallizzazione di una catena equivalenziale” 449 . La

cristallizzazione della catena non va scambiata con un processo di istituzionalizzazione del movimento populista, essa è piuttosto “una modalità di identificazione priva di un contenuto determinato”450; è, come vedremo a breve,

445 K. Marx, Annali franco-tedeschi, Ed. del Gallo, Milano, 1965, pp. 138-139. 446 E. Laclau(2008), op. cit. p. 66. 447 P. De Man, Allegorias of reading, Yale University press, London 1979, p. 62. 448 Ivi, p. 63. 449 E. Laclau(2008), op. cit. p. 88. 450 S. Visentin (2016), op. cit.

l’identificazione di un “significante vuoto”451. Una volta articolate le domande, e

quindi costruito un nuovo discorso, è necessario

“dominar el campo de la discursividad, por detener el flujo de las diferencias, por constituir un centro. Los puntos discursivos privilegiados de esta fijación parcial los denominaremos puntos nodales. (Lacan ha insistido en las fijaciones parciales a través de su concepto de points de capito, es decir, de ciertos signifi- cantes privilegiados que fijan el sentido de la cadena significante. Esta limitación de la productividad de la cadena significante es la que establece posiciones que hacen la predicación posible —un discurso incapaz de dar lugar a ninguna fijación de sentido es el discurso del psicòtico)”452.

Anche la costruzione dei punti nodali non si rivela abbastanza forte per conferire stabilità e unità al gruppo in fieri; infatti i legami stabiliti dalla catena equivalenziale sono ancora troppo deboli, e non possono spingersi oltre un “un vago sentimento di solidarietà se non si cristallizzano in una identità discorsiva”453. Se prima della cristallizzazione ciò che veniva rappresentato erano

le singole domande sociali, tenute insieme dal comune rifiuto ricevuto, e per questo equivalenti, quello che ora si rappresenta “è il legame equivalenziale in quanto tale”454. Proprio attraverso la cristallizzazione della catena equivalenziale

quello che prima era una semplice mediazione tra domande differenziali “acquista una consistenza propria” 455: il legame tra le domande, originariamente

subordinato a esse, a questo punto reagisce retroattivamente sulle medesime, comincia a funzionare da fondamento dell’identità in costruzione. In questo momento è visibile come il processo di articolazione modifichi, in parte, l’identità

451 Una delle critiche più efficaci e condivisibili ad alcuni aspetti della costruzione del concetto del significante vuoto in Ernesto Laclau è in A. Negri, Un dialogo critico y cercano, in Debates y combates, anno 5, vol 2, n°9/2015, pp.71-86. In particolar modo è interessante e condivisibile la critica di Antonio Negri quando sostiene che “El significante vacio opera a un nivel nacional. Para Laclau, me parece, es imposible aceptar un discurso cosmopolita, ni siquiera como orizonte… no podemos considerar la sociedad como un campo discursivo totalmente abierto, y a partir de alli fijar la hegemonia politica en un orizonte nacional-popular” (pp. 79-81).

452 E. Laclau C. Mouffe (1985), op. cit., p. 191. 453 E. Laclau(2005), op. cit. p. 88.

454 Ibidem. 455 Ibidem.

stessa delle singole domande differenziali; è inoltre in questo momento, come sottolineano Cirulli e Gargiulo, che ha luogo la “mossa egemonica”456, ovvero la

cristallizzazione delle eterogenee domande differenziali. È in questo passaggio che “il popolo del populismo si costruisce”457.

Il passaggio successivo è quello di costruire un rapporto tra molteplicità (o particolarità, o ancora autonomia) e unità (o universalità e omogeneità) che passi attraverso la rappresentazione, ma che non si esaurisca nella dinamica della rappresentanza 'classica' del meccanismo di autorizzazione-rappresentazione458. È

quindi necessario riuscire a costruire una totalizzazione “fallita” tra domande differenziali; questo è possibile, secondo il filosofo argentino, solo se una domanda, senza perdere la sua particolarità, diventa

la rappresentazione di una totalità incommensurabile. In tal modo il suo corpo appare spaccato in due, tra la particolarità che esso ancora incarna e il significato più universale di cui diventa la portatrice [...]. E dato che questa totalità o universalità incarnata è, come abbiamo visto, un oggetto impossibile, l’identità egemonica diventa qui qualcosa di simile a un significante vuoto, che incarna nella sua particolarità una pienezza irrealizzabile459.

Questa domanda particolare, nella sua parziale vacuità, riesce a funzionare come minimo comune denominatore dell’intero gruppo. Essa risulterà divisa al proprio interno: infatti da un lato rimane una domanda particolare, differenziale, “dall’altro lato la sua stessa particolarità giunge a veicolare qualcosa di molto diverso: la catena totale delle domande equivalenziali. Pur restando una domanda singola, diventa al contempo il significante di un’universalità più ampia”460. Un

simile tentativo è possibile “solo attraverso la logica dell’egemonia”,461 poiché è

456 A. Cirulli E. Gargiulo (2014), op. cit. p. 314. 457 Ibidem.

458 Su questo argomento sempre molto attuali ed interessanti le analisi di Giuseppe Duso. Pars pro toto: G. Duso,La rappresentanza politica. Genesi e crisi del concetto, Franco Angeli, Milano 2003.

459 E. Laclau(2008), op. cit. p. 66. 460 Ivi, p. 90.

grazie ad essa che un significante vuoto può incarnare “nella sua particolarità una pienezza [un'universalità] irrealizzabile”462.

Una volta che una domanda particolare ha assunto il ruolo di rappresentante della totalità in divenire, dopo che “un objecto [è stato elevato] a la dignidad de la Cosa”463, il suo significato tendenzialmente universale è “subito

trasmesso agli altri anelli della catena”464. Questa influenza del significante vuoto

sulla totalità delle domande sociali articolate, fa si che ogni singola domanda risulti adesso divisa, spaccata, tra il particolarismo differenziale di ognuna di esse ed il significato popolare “impartito loro dall’iscrizione nella catena popolare”465. A

questo punto è utile porre in evidenza come l’essere vuoto del significante, “non è il frutto di un sottosviluppo ideologico o politico; esprime semmai il fatto che ogni unificazione populista ha luogo su un terreno sociale radicalmente eterogeneo”466:

esprime cioè il fatto che ogni costruzione del popolo si basa sull’articolazione di domande sociali eterogenee.

La vacuità del significante assume maggiore importanza quando si prova a costruire delle ampie identità popolari in contrapposizione a un nemico sempre più globale. Come chiarisce lo stesso Laclau, più la catena equivalenziale sarà estesa, meno le singole domande popolari articolate al suo interno “saranno ancorate alle loro domande originali”467. In questi casi la funzione di rappresentare

la totalità fallita della catena equivalenziale prevarrà “su quella di esprimere il particolare reclamo che è il portatore materiale di quella funzione”468. In altre

parole, l’identità popolare cristallizzata nel significante vuoto, all’aumentare dell’estensione della catena “diverrà sempre più piena”469, in quanto deve

rappresentare una sequenza di domande sempre più ampia ed eterogenea. Il processo di estensione del ruolo del significante vuoto si accompagna con una perdita dal “punto di vista intensionale”470, poiché i contenuti particolaristici e

differenziali dovranno perdere di intensità per consentire di abbracciare, nella 462 E. Laclau(2008), op. cit. p. 67. 463 E. Laclau(2014), op. cit. p. 84. 464 E. Laclau(2008), op. cit. p. 90. 465 Ibidem. 466 Ivi, p. 93. 467 Ivi, p. 91. 468 Ibidem. 469 Ibidem. 470 Ibidem, corsivo nel testo.

stessa costruzione discorsiva, domande così numerose ed eterogenee. Un significante vuoto dunque è qualcosa di diverso dalla totalità già data, “è ciò che costruisce a tutti gli effetti quella totalità”471. Ha quindi, evidentemente, un potere

performativo; definisce l’identità del gruppo costruendola. Come osserva Laclau,

non ci stiamo occupando di un’operazione concettuale volta a scoprire una comune caratteristica astratta che sia soggiacente a tutte le proteste sociali, ma di una operazione performativa che costituisce la catena in quanto tale472.

In virtù del fatto che il significante vuoto opera come punto di identificazione per tutte singole domande popolari articolate, per tutti gli anelli della catena equivalenziale, esso non può risultare del tutto autonomo rispetto ai singoli elementi articolati, alle singole domande che rappresenta. Seguendo questo ragionamento si può affermare che “la rappresentazione populista mira a mettere in crisi la rappresentazione statuale, ma non a sostituirsi ad essa, poiché per certi versi ne ha bisogno per potersi manifestare – ha bisogno della società per poterla reinventare”473. Nella rappresentanza populista la parzialità incarnata nel

significante vuoto ha perso il suo carattere differenziale, particolare, “per diventare uno dei nomi della totalità” 474, ma di una “totalità fallita”, aperta al

mutamento e attraversata da una tensione costante tra universale e particolare. Affinché tutto ciò sia possibile, quindi affinché la parzialità della plebs acquisisca questa valenza universale, è necessario che l'occupazione del posto 'universale' da parte di un soggetto particolare non cancelli in alcun modo tale particolarità; il che è possibile se permane un elemento “irriducibilmente opaco” 475 all'interno della

rappresentazione, che impedisca una mediazione trasparente degli elementi differenziali nell'universalità. 471 Ivi, p. 153. 472 Ivi, p. 92. Corsivo nel testo. 473 S. Visentin (2016), op. cit. 474 E. Laclau(2005), op. cit. p. 212. 475 Ivi, p. 213.

2.8. Nominazione, affetto, leader e significanti fluttuanti.

Nelle pagine de La Ragione populista Laclau insiste molto sul fatto che non si deve intendere il significante vuoto come un concetto astratto, né tanto meno come un elemento vago, pre-concettuale o a-concettuale, proprio per questo il significante si identifica, tramite la nominazione, con un nome. Come rileva Visentin, è proprio “l'atto della nominazione [che] costituisce quel significante vuoto che solo può dare vita a una cristallizzazione/identificazione populista”476. Il

significante vuoto s’identifica pertanto con un nome, e tramite questo processo di nominazione riesce a cristallizzare l’identità popolare477. È importante rilevare,

anche in riferimento ai primi populismi realmente esistiti, come il populismo russo di metà Ottocento e quello statunitense di qualche decade successiva, che il nome che cristallizza la catena equivalenziale può essere “una data (il 15M in Spagna), un luogo (Gezi Park in Turchia), anche se il più delle volte è il nome del leader”478. In particolare, “la presenza di un leader è rilevante nella misura in cui

egli esprime un nome”479; infatti anche quando il significante vuoto si identifica

con il “capo”, o per meglio dire con il nome del capo, non per questo lo sottrae dal gioco delle parti, in quanto egli continua a essere inserito nella catena equivalenziale. Pertanto non vi potrà mai essere l’assoluta predominanza del leader sul popolo, ma vi sarà sempre la ricerca di un equilibrio instabile: l'autonomia del leader è sempre parziale. Il nome esprime all’interno del processo di significazione qualcosa di “costitutivamente irrappresentabile”480,

ovvero il fatto che esso non sostituisce interamente il ‘pieno’ del significato, bensì mostra come tale pieno possa esistere perché al suo cuore c'è sempre un vuoto, esiste cioè un significante che non è attaccato a nessun significato. Senza questa irrapresentabilità costitutiva non si potrebbe capire perché Laclau 476 S. Visentin (2016), op. cit. 477 Il tema della nominazione, come si vedrà al largo dell’intero lavoro, riveste un molto importante per questa ricerca, ed in generale per una ricerca che tenti di usare le analisi laclausiane sul populismo. 478 R. Maniscalco (2017), op. cit. p. 235. 479 S. Visentin (2016), op. cit. 480 E. Laclau(2008), op. cit. p. 100.