• Non ci sono risultati.

2.B Il concetto di costo e le relative classificazion

Come precedentemente anticipato, per poter affrontare il tema riguardante il budget e tutte le operazioni necessarie alla sua predisposizione, è necessario che l’imprenditore, o chi per lui incaricato a redigere i budget operativi, conosca e sappia identificare l’elemento base che genera tutto questo processo.

Cominciamo dai fondamentali di contabilità, se così vogliamo dire, per avere una panoramica più chiara.

Cinquini18 offre un buon punto di partenza, spiegando che “ogni operazione che pone in

contatto l’azienda con terze economie alimenta una dinamica monetaria”. Il ciclo della

produzione, infatti, può essere rappresentato da due aspetti:

- aspetto numerario, che identifica le variazioni di denaro che misurano l’aspetto economico;

- aspetto economico, che è quello derivato dall’aspetto numerario ed è connesso alla formazione di ricchezza aziendale.

Nel momento in cui l’impresa acquisisce fattori produttivi, l’uscita di denaro misura il costo di

acquisto, mentre nel momento in cui l’impresa vende, le entrate costituiscono i ricavi di vendita; questi due fenomeni costituiscono le variazioni di ricchezza dell’azienda.

L’autore prosegue con un’analisi di altri elementi fondamentali, che costituiscono il cosiddetto “ciclo della gestione”; esso si costituisce di ulteriori sotto-cicli che identificano archi temporali diversi relativamente allo stesso evento:

- ciclo economico della gestione globale, comprende l’arco di tempo tra la costituzione dell’impresa e la sua liquidazione; quindi l’evento che inizia con l’investimento in fattori produttivi e si conclude con il loro disinvestimento;

- ciclo produttivo, racchiude tutte le operazioni che, coordinate tra loro, permettono di realizzare il risultato economico d’impresa per un determinato arco temporale; questo stesso ciclo può essere a sua volta suddiviso in base ai fattori produttivi coinvolti:

ciclo produttivo di breve periodo: comprende i fattori produttivi a fecondità

semplice, ovvero quelli a rapido consumo che sono impiegati una sola volta nel processo produttivo (es. materie prime e manodopera);

29

ciclo produttivo di lungo periodo: comprende, oltre ai fattori a fecondità

semplice, anche quelli definiti a fecondità ripetuta, ovvero quelli che hanno un’utilità prolungata nel tempo e non si esauriscono al primo utilizzo (es. immobilizzazioni);

ciclo produttivo in senso economico: fattori che partecipano all’ottenimento dei

prodotti, tra cui risorse immateriali (es. brevetti) e processi di apprendimento. La categoria del ciclo produttivo di breve durata, viene altresì denominata ciclo operativo

aziendale e racchiude il ciclo economico, dall’acquisizione dei fattori produttivi alla vendita del

relativo prodotto finito, nonché il ciclo monetario, ossia il tempo che trascorre tra l’esborso di denaro per le uscite relative ai costi, sino alle entrate derivate dai ricavi di vendita. Tutto questo viene rappresentato in figura 6 per dare una migliore visione d’insieme.

Figura 6- Ciclo operativo, ciclo economico e monetario della gestione

Costi e ricavi d’esercizio vengono raccolti in un documento chiamato Conto Economico (CE) che permette di determinare il risultato economico d’esercizio dell’anno; la sua funzione consiste nel presentare incrementi e decrementi del capitale netto aziendale che si sono verificati durante tutto l’anno, ovvero i flussi dei valori reddituali che si sono manifestati nel periodo considerato. La differenza RICAVI - COSTI permette di identificare l’utile o la perdita di esercizio.

30

Un altro documento obbligatorio, che si affianca al CE, è lo Stato Patrimoniale (SP) che rappresenta la “fotografia”, in un dato momento che generalmente coincide con il 31/12 19, riguardo alla struttura e alla situazione del capitale, o patrimonio, dell’impresa.

Analizzando uno dei principali schemi di riclassificazione del Conto Economico, ed in particolare quello definito “a ricavi e costo del venduto”, si individuano quattro gestioni principali alle quali fanno riferimento specifiche classi di valori e conseguenti livelli di risultato che concorrono a formare il reddito netto dell’esercizio 20:

Ricavi netti di vendita - Costo del venduto

- Acquisto di materie prime, componenti, servizi - Canoni passivi

- Costo del lavoro: stipendi, contributi, quote di TFR, emolumenti - Ammortamenti di immobilizzazioni materiali e immateriali

- Premi assicurativi - Perdite su crediti

+ Incremento impianti (immobilizzazioni prodotte internamente) ± Variazione rimanenze (Rimanenze finali - Rimanenze iniziali)

= REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (GOP)

± Proventi netti della gestione patrimoniale + Interessi attivi

± Dividendi, guadagni e perdite su azioni (non partecipazioni) + Fitti attivi

= REDDITO OPERATIVO

- Oneri della gestione finanziaria: interessi passivi

= RISULTATO LORDO DI COMPETENZA

± Componenti di reddito non di competenza ("straordinari")

= RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE

- Oneri della gestione tributaria: tributi

= RISULTATO REDDITUALE NETTO (UTILE O PERDITA)

Figura 7- Schema di Conto Economico riclassificato a Ricavi e Costo del venduto

Sula base di questa classificazione Agliati identifica:

- la gestione reddituale, accoglie la gestione caratteristica, ovvero tutti i costi connessi alla gestione operativa dell’azienda, e la gestione patrimoniale, intesa come gli oneri e proventi dell’esercizio che però sono estranei alla gestione caratteristica industriale o commerciale (gestioni accessorie e complementari);

19- Nella generalità delle imprese il cosiddetto “anno fiscale”, ovvero il periodo di 12 mesi utilizzato come riferimento per la predisposizione dei bilanci e le relative dichiarazioni dei redditi, coincide con l’anno solare. Ci sono casi in cui invece, data la tipologia di attività che svolge un’impresa, la chiusura dell’anno fiscale può avvenire in un periodo diverso; questo avviene soprattutto nelle imprese che, data la stagionalità della produzione, chiudere al 31/12 creerebbe dei disagi oltre che pratici anche economici, poiché si andrebbe a spezzare un periodo caratterizzato da forti flussi comportando, così, una rappresentazione fuorviante della situazione economica dell’impresa.

20- Su questa analisi AGLIATI propone un’interessante analisi che porta alla determinazione di tipologie di costi che possono aiutare il lettore nel comprendere delle tipologie chiave per l’analisi che faremo in seguito; M.AGLIATI,”La contabilità direzionale”, CUSL, Milano 1990.