• Non ci sono risultati.

3.B.d Budget degli investiment

Gli investimenti rappresentano un ulteriore aspetto strategico per l’impresa nella pianificazione della produzione e dello sviluppo della stessa. Questi beni strumentali, contabilmente definiti cespiti, hanno una loro valenza e incidenza nel medio-lungo termine e pertanto il relativo valore trova posto nello stato patrimoniale tra le immobilizzazioni, mentre il costo sostenuto per l’acquisto va determinato e attribuito all’esercizio mediante quote di ammortamento.

Economicamente parlando beni, quali ad esempio macchinari, attrezzature, fabbricati, brevetti, ecc. costituiscono investimenti di capitale il cui esborso finanziario (inteso come pagamento del bene acquistato) si manifesta nel breve periodo, salvo valutare finanziamenti o leasing che trasformano il debito da breve a lungo, mentre il ritorno economico, oltre ad essere incerto, è proiettato nel lungo periodo. “L’imprenditore, o il management, al momento

74

verificare tutte le ipotesi alternative e ponderare le variabili quantitative e ambientali, circoscrivendo i rischi e definendo i presupposti per realizzare i risultati attesi.” 53

In fase di pianificazione strategica e successivamente nella programmazione della produzione, sono state già valutate le necessità di investimento in capacità produttiva, per motivi strategici o di convenienza economica, oppure al contrario, nel caso di incertezza o di incapacità nel reperire le risorse finanziarie, di ipotizzare di ricorrere alla produzione presso terzi. Questo fenomeno viene definito make or buy e si propone di analizzare costi e benefici dal produrre internamente, in base alla capacità produttiva di cui si dispone o eventualmente di quella che si riesce a reperire, contro la possibilità di esternalizzare alcune lavorazioni per evitare investimenti non solo in immobilizzazioni ma anche in personale necessario, costi accessori tra cui energia, manutenzioni, attrezzature affini, ecc.

Esistono degli indicatori che supportano le scelte di investimento e permettono di riscontrare la loro redditività in un dato periodo. Un metodo, tra i più conosciuti e di più facile impiego, è il Valore Attuale Netto (VAN). AL fine di valutare l’investimento, in questo caso, si procede ad attualizzare tutti i flussi di cassa in entrare (FM) e in uscita (I) ad un medesimo istante, correggendoli per un tasso di sconto (r) che attualizza il valore di un euro al tempo t con il valore al tempo zero:

Perché un investimento si possa ritenere profittevole dovrà avere un VAN positivo. La formula sopra riportata considera che il flusso in entrata di cassa avvenga in un’unica soluzione al periodo t1, mentre nel caso si presentino più flussi futuri in entrata la formula generale sarà la

seguente:

Un ulteriore indicatore di rendimento di un investimento è il Tasso Interno di Rendimento

(TIR). Questo indicatore rappresenta il tasso di attualizzazione che da VAN = 0; “Il tasso

interno di rendimento è una misura di redditività che dipende unicamente dall’ammontare e dalla collocazione temporale dei flussi di cassa di un progetto. Il costo opportunità del capitale è uno standard di redditività di un progetto che noi utilizziamo per calcolare il valore del

75

progetto stesso. […] Si tratta del tasso di rendimento atteso offerto da altre attività con rischio equivalente al progetto in esame. Secondo questo criterio, la regola da applicare è: accettare un progetto se il costo opportunità del capitale è inferiore al tasso interno di rendimento.” 54

Pertanto significa che saremo disposti ad investire in un progetto/investimento che rende più di un alternativo prodotto-investimento che si possa reperire nei mercati finanziari.

Per trovare il TIR che azzera il VAN sarebbe necessario eseguire una serie di tentativi provando ad assegnare al tasso di attualizzazione (r) un valore e, in base al risultato del VAN, capire se tale tasso vada aumentato o diminuito. Ad esempio se sostituendo alla formula, al posto del TIR, un tasso di attualizzazione pari a 0, il VAN potrebbe dare valore positivo e pertanto significherebbe dover aumentare il tasso; ponendo, invece, un tasso del 50% il VAN potrebbe dare valore negativo e quindi bisognerebbe ridurre il tasso di attualizzazione ; questo processo andrebbe ripetuto fino ad ottenere VAN=0.

Il modo più semplice per calcolare il TIR è predisporre una tabella nella quale vengono inseriti dei tassi di attualizzazione e il calcolo del relativo VAN che ne risulta; successivamente tracciare un grafico che acquisisca i dati della tabella e, seguendo la linea che congiunge le relazioni VAN-tasso attualizzazione, si potrà identificare il valore che cade sull’asse delle X (quindi che azzera il VAN); quel valore rappresenterà il TIR (vedi fig. 23).

Figura 25 - Grafico di esempio per il calcolo del TIR

54- R.A.BREALEY, S.C.MYERS, F.ALLEN, S.SANDRI, “Principi di Finanza Aziendale”, McGraw-Hill, 2011.

-1500 -1000 -500 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 0% 10% 15% 20% 22% 24% 26% 28% 30% 40% VAN Tasso attualizzazione

Calcolo TIR

76

Esistono poi svariati altri indici che supportano nelle decisioni di investimento e in questa sede ne facciamo breve cenno; uno tra questi è l’indice di profittabilità (o profitability index, in inglese) e permette di individuare quei progetti che offrono il più alto rapporto fra valore attuale netto dei flussi futuri in entrata e l’investimento iniziale.

Un ulteriore viene definito payback period e, diversamente dagli altri, si propone semplicemente di individuare il numero di periodi necessari per rientrare dell’investimento realizzato, o da realizzare.

Tutta l’analisi proposta sulle decisioni di investimento e analisi della profittabilità, vanno a scontrarsi successivamente con la possibilità di accedere a fonti di finanziamento esterne poiché, spesso, si ricorre a queste per non togliere liquidità alla gestione corrente dell’impresa. Attualizzando i flussi di cassa futuri derivanti dall’investimento sarà cura dell’imprenditore considerare variabili esterne ed ambientali che possono generare degli squilibri economici e rendere un investimento anche, nel peggiore dei casi non più appetibile. Per di più, programmare un investimento, porta inevitabilmente dei costi definiti costi

sorgenti e che devono pertanto essere preventivati e imputati nel corretto budget operativo;

si pensi ad esempio all’inserimento di un nuovo macchinario, che potrebbe necessitare di un nuovo operatore dedicato, comporterà un aumento del costo dell’energia e di eventuali manutenzioni ordinarie. Per quanto riguarda, ad esempio, l’inserimento di un software amministrativo più completo e complesso, lo stesso potrebbe richiedere un costo annuo di assistenza, oltre ad una nuova figura che lo implementi e lo gestisca.

In conclusione, ogni investimento porta delle novità, che a loro volta richiedono costi connessi maggiori, ma al tempo stesso possono ridurre altri costi di altra natura, quali ad esempio prestazioni di terzi esterni all’impresa, oppure un risparmio energetico o una maggior velocità nell’esecuzione di determinate operazioni.

Tornando alle nostre esigenze di redazione del budget degli investimenti, il documento andrà a raccogliere e suddividere gli investimenti in base alla loro natura (produttiva, commerciale, amministrativa, patrimoniale, ecc.).

77

Investimenti Totale importi

Investimenti a lungo termine di natura produttiva €

…. €

Investimenti a lungo termine di natura commerciale €

…. €

Investimenti a lungo termine di natura amministrativa €

…. €

Investimenti a lungo termine di natura patrimoniale €

…. €

Totale investimenti aziendali

Figura 26 - Esempio di budget degli investimenti

I valori di questo budget operativo andranno riassunti nel budget patrimoniale, poiché vanno ad incrementare il patrimonio dell’impresa. Il budget patrimoniale, per natura, raffigura un istante di vita dell’impresa e quindi i valori riportati in tale documento non coincideranno con quelli del budget degli investimenti, bensì i valori di inizio periodo ricavato dallo stato patrimoniale del periodo precedente + i nuovi investimenti programmati e identificati nel budget operativo – le dismissioni che si intendono effettuare nell’anno oggetto del budget.

78