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Le Banche del tempo offline e online

DIFFERENZE PER PROVENIENZA GEOGRAFICA

Grafico 10: Incremento delle diverse forme famigliari in Italia dal 1998 al

4. La Sharing Economy e modelli famigliari “aperti”

4.3. Le Banche del tempo offline e online

“Quando il denaro scarseggia, il tempo diventa la nuova moneta di scambio”45.

In questa società individualista e consumista dove spesso vengono meno i rapporti di solidarietà e reciprocità, la crisi economica e gli scarsi aiuti da parte dello Stato spingono gli individui a “chiedere e donare” aiuti informali.

Lester Salamon definisce questo fenomeno una “rivoluzione associativa”, cioè una propensione delle persone ad associarsi e auto-organizzarsi, un processo di crescita e diffusione di nuove forme di aggregazione sociale, che tende ad aumentare in tutti i momenti di crisi.

Gli individui, si vedono costretti a ridurre le spese e diminuire i consumi, si trovano a far fronte alla scarsità di servizi erogati dagli enti pubblici e all’insoddisfazione dei cosiddetti bisogni relazionali. Per far fronte a queste necessità vengono adottati dei

sistemi di scambi innovativi messi in atto da aggregazioni spontanee di cittadini accumunati dal perseguimento del bene comune.

Un esempio sono le Banche del Tempo, cioè organizzazioni private nate per rispondere a questi nuovi bisogni. Il principio è quello di instaurare dei rapporti basati sulla reciprocità, favorendo lo sviluppo di nuove relazioni amicali. Il fine comune è quello di trarne un beneficio ed un risparmio economico, derivante dalla possibilità di effettuare scambi di beni e servizi senza l’utilizzo del denaro, ma strutturando sistemi di scambi gratuiti di tempo.

Una definizione generale di queste esperienze è fornita da Maria Luisa Petrucci, Presidente dell’Associazione Nazionale Banche del Tempo, la quale le definisce come snodi di una grande rete di socialità e di relazioni, fondata sullo scambio reciproco di tempo, costituita dai rapporti che si instaurano tra soci-correntisti, cittadini e istituzioni46.

Quando parliamo delle Banche del Tempo non dobbiamo pensare ad associazioni di volontariato caratterizzate da relazioni unidirezionali, in cui un soggetto offre e l’altro riceve. Il principio della reciprocità di queste Banche si concretizza nello scambio reciproco di tempo, ossia l’offerta e la domanda di prestazioni, al fine di soddisfare, oltre ai bisogni materiali, anche quelli relazionali, promuovendo l’incontro e il confronto tra vicini.

Queste Banche del Tempo, operano come una banca tradizionale in quanto vengono gestiti scambi e transazioni, con un’unica differenza che le operazioni non comportano l’utilizzo di denaro ma di tempo. Gli individui hanno qui la possibilità di aprire un vero e proprio conto corrente, nel quale sono registrate le ore accumulate erogando servizi in favore di terzi e le ore spese usufruendo di prestazioni offerte da altri correntisti.

I servizi offerti possono consistere in attività di svariato genere, ad esempio, si possono scambiare lezioni o ripetizioni, cucito, cucina, riparazioni sartoriali,

faccende domestiche, commissioni, visite guidate, assistenza ai bambini e agli anziani e passaggi in auto.

Il meccanismo è semplice: mettere a disposizione ciò che si sa fare, per poter chiedere, al bisogno, un altro servizio per il quale non si possiedono le capacità o il tempo.

Tuttavia l’era 2.0 della condivisione, dell’interazione online e dei social networks rende necessario l’utilizzo di strumenti innovativi che permettano alle tradizionali Banche del Tempo di innovarsi e acquisire maggior visibilità agli occhi di un target di utenti sempre più “digitali” come i giovani.

TimeRepublik ne è la prova, in quanto rappresenta uno strumento di ottimizzazione

per le Banche del Tempo. Questa piattaforma nasce con l’obiettivo di rendere visibile e far sviluppare a livello globale il valore delle Banche del tempo tradizionali. La complementarietà tra TimeRepublik e le Banche del Tempo resta quindi fondamentale, poiché solo queste ultime possono essere presenti capillarmente sul territorio. L’elemento di differenza tra la piattaforma online e quella offline riguarda la possibilità di creare scambi di reciprocità anche tra utenti geograficamente distanti tra loro. Il progetto nasce dall’idea di Karim Varini e Gabriele Donati di creare una Banca del Tempo on-line, globale e social.

Timerepublik è una piattaforma di social time-banking, un portale che permette ai suoi

utenti di scambiarsi servizi pagandosi in tempo, non in denaro. All’interno della

community, ognuno può aiutare gli altri senza dover necessariamente ricevere un

servizio in cambio. Chi offre le sue abilità ha la possibilità di ottenere valutazioni e referenze dagli altri utenti, andandosi a creare un vero e proprio curriculum vitae certificato.

A fine ottobre 2013 Timerepublik, ha quasi raggiunto i 10.000 utenti in più di 55 paesi. I vari team dislocati in Svizzera, Italia, Spagna, Brasile, Russia, Francia e Stati Uniti stanno lavorando per siglare accordi con varie realtà come gli spazi di

coworking, incubatori di start-up, atenei, associazioni non-profit e aziende che

possano usufruire dei tantissimi servizi che può offrire la piattaforma.

Questi modelli “aperti” famigliari mettono in risalto il mutamento che ha subito la famiglia nel corso del tempo. Oggi la famiglia non è più un insieme ristretto di individui, ma un sistema di relazioni che si estende alle altre famiglie, agli altri individui, agli altri gruppi sociali. Esaminare i loro mutamenti strutturali ed analizzarne le dinamiche di organizzazione interna ci hanno permesso di capire

quali sono i nuovi bisogni delle famiglie e come esse cercano di rispondere ai questi problemi/bisogni sociali attraverso nuovi schemi organizzativi famigliari e nuovi modelli famigliari.

Nell’ultima parte del lavoro ci soffermeremo dunque su uno dei problemi maggiormente riscontrato dalle famiglie italiane, ossia come riuscire a conciliare la vita lavorativa e quella famigliare/domestica. Proveremo a capire se realmente la nuova economia domestica possa essere una forma di innovazione sociale in grado di aiutare le famiglie a far conciliare le attività lavorative con quelle domestiche. Per far ciò analizzeremo gli strumenti di work-life balance innovativi e vedremo come le aziende si adattano a queste nuove esigenze. Nello specifico ci soffermeremo su un nuovo stile di lavorare, ossia il coworking, che consente di gestire la conciliazione famiglia/lavoro. Infine prenderemo in esame la struttura di coworking Piano C. e i suoi servizi innovati, tra cui le risorse e i servizi salvatempo, un sistema innovativo di soluzioni per facilitare la vita dei genitori-lavoratori all’interno delle mura domestiche.

Capitolo 3