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La famiglia: la “ragnatela sociale”

AMBIENTE ESTERNO

Capitolo 2 La famiglia e le nuove esigenze:

1. La famiglia: la “ragnatela sociale”

Nella prima parte ci siamo soffermati sulla famiglia-azienda. Parlare di famiglia nell’ambito aziendale, significa far riferimento ad un’azienda di consumo, che destina la sua produzione ai soli soggetti che la compongono. La famiglia-azienda fa riferimento ad un’azienda che produce redditi destinati a soddisfare durevolmente e direttamente - attraverso il consumo di beni e servizi e attraverso il risparmio - il complesso di bisogni ordinari o straordinari delle persone che la compongono. Fine ultimo della famiglia-azienda non è quello economico ma bensì il bene comune di tutti i componenti, in quanto a differenza dell’azienda, essa non svolge solo finalità economiche ma tende a raggiungere finalità riconducibili alla sfera sociale, affettiva ed etica.

La famiglia non è un soggetto individuale, un’entità economica istituita e retta per il soddisfacimento dei bisogni umani, non è solo un insieme di individui legati da un vincolo di parentela. La famiglia è una rete, al cui interno troviamo gli individui, che non devono per forza essere uniti da un vincolo di parentela, ma che lavorano e operano insieme per il benessere di tutti i membri della famiglia. Zappa ha definito le aziende di consumo private e, in particolare la famiglia, come economie di benessere, perché rappresentano un’unità sociale di grande rilevanza22.

Studiare le loro strutture, i loro comportamenti e i loro mutamenti può essere utile per comprendere l’interno sistema, in quanto ogni azienda, ogni istituzione, ogni società è composta da persone che appartengono a delle famiglie.

La famiglia può essere vista come una grande ragnatela. Un grande scrittore italiano, Italo Calvino, nel suo libro “Le città invisibili”, si è ispirato alla ragnatela per descrivere l’immaginaria città-ragnatela chiamata Ottavia. Ottavia è edificata in sospensione tra due precipizi, fatta di corde, teleferiche e case a sacco, che a differenza delle altre città tende a svilupparsi verso il basso. La ragnatela sia per

descrivere Ottavia, sia nel nostro caso quando parliamo di famiglia, rappresenta la relazione, la leggerezza, la sospensione, ma più di tutto la fragilità e la forza allo stesso tempo.

Anziché concentrare un’enorme pressione su una ristretta superficie da costruirsi con materiali sempre più resistenti, l’ingegneria di Ottavia si basa sulla distribuzione delle forze. Vi è un equilibrio tra la struttura e gli spazi, perché il rispetto del bilanciamento dei carichi è essenziale. Ogni intersezione, ogni nodo della rete vibra all’unisono, rendendo i cittadini di Ottavia fortemente connessi gli uni agli altri. Ognuno percepisce fisicamente la propria dipendenza dall’ultimo degli abitanti e questo crea responsabilità e suggella un patto di aiuto e di sostegno reciproco.23

Proprio come Ottavia, la città della rete, la famiglia rappresenta un sistema sociale costituito da reti di relazioni che sono di tipo interdipendente, ogni membro è connesso ad un altro. In questa ottica tra gli individui si crea un processo di interscambio, i cui sviluppi individuali influenzano e vengono influenzati contemporaneamente dai vincoli definiti dall’appartenenza del gruppo.

La struttura, le caratteristiche e gli spazi della famiglia dipendono dagli individui che la compongono e dai modi in cui le diverse individualità si connettono tra di loro. L’interdipendenza e la connessione tra i membri, elementi che caratterizzano le relazioni nella famiglia, tendono ad innescare dei processi di influenzamento reciproco, sviluppando delle dinamiche interattive per cui il cambiamento di uno di essi innesca un cambiamento in tutti gli altri e si va a modificare ed alterare il funzionamento di tutto l’insieme.

Alcune famiglie tendono a garantire la coesione tra i membri e a sviluppare un forte senso di appartenenza al gruppo, altre invece tendono a favorire l’individualità e l’indipendenza dei loro componenti. Alle varie combinazioni tra coesione e individualità corrispondono infiniti stili di funzionamento delle famiglie. Questi stili di funzionamento famigliare servono per definire le modalità con cui il gruppo

23 Cfr. Calvino I. (1972).

famigliare coniuga cambiamento e stabilità. Alcune famiglie sono ancorate alla tradizione e al passato, altre sono più aperte alle innovazioni e al futuro24.

Quindi se la famiglia rappresenta il fulcro del sistema, bisogna analizzare da vicino ogni singolo elemento che la compone, capire come si sono evoluti nel tempo i bisogni della famiglia, soffermarci sui cambiamenti più significativi e cercare delle giustificazioni al sorgere di questi bisogni.

L’obiettivo non è quello di analizzare i bisogni del singolo individuo che compone la famiglia, ma di considerare i bisogni della rete famigliare. Il nostro obiettivo in questo lavoro non è quello di soffermarci sul ruolo economico della famiglia nel contesto sociale, ma di analizzare il contesto sociale in cui prende vita la famiglia, ossia le mura domestiche.

Lo scopo di questo lavoro non è quello di elencare le nuove necessità e i nuovi bisogni delle famiglie, ma cercare di entrare all’interno di questa rete, capire i loro problemi e i loro bisogni e quali soluzioni adottano per far fronte ad essi.

Effettuare un’analisi della struttura famigliare ci permetterà di evidenziare i confini inter e intra-famigliari, di soffermarci sulla gerarchia e sui ruoli del gruppo famigliare. In particolare concentreremo il nostro studio sull’economia domestica, cercando di analizzare i mutamenti dei membri della famiglia all’interno delle mura domestiche, capire l’evoluzione dei ruoli e la ripartizione dei carichi domestici. Viene spontaneo chiedersi, considerando il cambio di status della donna, che in passato si occupava della gestione famigliare, della cura ed dell’educazione dei figli, delle mansioni domestiche, chi si occupa oggi di tutto ciò.

Basti pensare a tutti i cambiamenti della società, all’emancipazione della figura femminile, al suo ingresso nel mondo del lavoro, alla continua ricerca di modi per conciliare lavoro e famiglia, per capire che c’è bisogno di nuovi schemi organizzativi della vita domestica e famigliare.

24 Cfr. Fruggeri L. (2005: pp. 17-23).

Questi cambiamenti hanno indotto sempre più famiglie a chiedere degli aiuti che possono essere di tipo informali e/o esterni per avere un sostegno nell’ambito domestico e nella cura dei figli o dei famigliari.

Alcune famiglie ricorrono ad un collaboratore domestico per ridurre il carico di lavoro in casa, per prendersi cura di malati, anziani e disabili, per avere un aiuto con i propri figli. Altre famiglie invece si affidano a modelli innovativi come il

coworking e cobaby, per gestire il tempo e lo spazio dedicato al lavoro, che allo stesso

tempo facilita l’organizzazione famigliare e le relazioni, riducendo le distanze. Il nostro obiettivo in questa parte del lavoro, sarà quello di cercare di capire quali sono le motivazioni che inducono le famiglie a cercare sostegno dall’esterno e a chi si affidano.

Principalmente il quesito di ricerca che ci poniamo in questa parte del lavoro, è quello cercare di comprendere se e a che condizione avviene l’esternalizzazione nell’acquisto di beni e servizi domestici, e soprattutto quali effetti produce sul tempo dedicato alle attività domestiche dei membri del nucleo famigliare.