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UE, RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Settima relazione intermedia sulla coesione economica, sociale e territoriale , Bruxelles novembre 2011
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Glossario
A Accesso ai FS
Il meccanismo di accesso alle risorse finanziare è così concepito: dato un livello di sviluppo economico identificato dall’UE grazie a criteri scientifici (vedremo più avanti quali), il territorio è collocato in determinati “Obiettivi” fissati a livello comunitario e l’istituzione che insiste su un determinato territorio può accedere a un determinato tipo di strumenti finanziari in ambito FS. Le 271 Regioni europee confluiscono in ciascuno dei 3 Obiettivi in ragione del loro PIL pro capite rispetto al PIL pro capite medio dell’UE a 2590. I FS della programmazione 2007‐2013 sono attualmente due, cioè FSE e FESR e contribuiscono al raggiungimento di 3 Obiettivi: 1. Obiettivo “Convergenza”: vi accedono le Regioni che hanno un livello di sviluppo inferiore al 75% della media dell’UE a 2591. Tale Obiettivo interessa 84 Regioni con una popolazione di 154 milioni di persone (30,8% della popolazione UE), nonché – su una base di esclusione progressiva (phasing‐out) – altre 16 regioni con 16,4 milioni di abitanti che starebbero in questo Obiettivo se l’indicatore fosse il PIL pro capite medio dell’UE a 15 SM. L’obiettivo “Convergenza” dispone di 282,8 miliardi di € pari all’81,5% del budget dei FS ripartiti come segue: 199,3 miliardi per le regioni Convergenza, mentre 14 miliardi sono riservati alle regioni “phasing‐out” e 69,5 miliardi al Fondo di Coesione, al quale accedono 14 SM (vedi sopra) e la Spagna in regime di sostegno transitorio. Sono interessate all’Obiettivo Convergenza regioni situate in 18 SM. In Italia le Regioni dell’Obiettivo Convergenza sono: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Spagna esse sono: Galizia, Castilla‐La Mancha, Extremadura e Andalusia.
2. Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione”: vi accedono le Regioni che non sono coperte dall’Obiettivo “Convergenza”. Sono complessivamente ammesse a fruire di tali finanziamenti 168 regioni, le quali rappresentano 314 milioni di abitanti (62,8% della popolazione UE). Tra di esse, 13 regioni, in cui vivono 19 milioni di abitanti, rappresentano le cosiddette aree di “phasing‐in”, cioè sono oggetto di stanziamenti speciali in virtù del loro precedente status di regioni “Obiettivo 1” nella programmazione FS 2000‐2006 ma che attualmente hanno un PIL pro capite medio superiore al 75% del PIL pro capite medio dell’UE a 15 (per l’Italia la Sardegna). Il budget dell’Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione” è di € 55 miliardi – dei quali € 11,4 miliardi destinati alle regioni “phasing‐in”. Esso corrisponde a poco meno del 16% dello stanziamento totale. Sono interessate a
90 Il PIL pro capite delle Regioni è rapportato al “PIL pro capite medio dell’UE a 25” cioè quando l’UE era composta da 25 SM, ossia prima dell’entrata nell’UE di Bulgaria e Romania (1/1/2007).
198 questo obiettivo regioni site in 19 SM. 3. Obiettivo “Cooperazione territoriale europea”. L’Obiettivo si suddivide in Cooperazione transfrontaliera, Cooperazione transnazionale volta a uno sviluppo territoriale integrato (Programma ESPON) e Cooperazione e scambio di esperienze a livello interregionale. Vi accedono le Regioni europee a seconda della loro posizione geografica e della natura dell’intervento. La popolazione che vive nelle zone interessate corrisponde a 181,7 milioni (36,3% della popolazione UE), mentre tutte le regioni e tutti i cittadini dell’UE rientrano in uno dei 13 ambiti attuali di cooperazione transnazionale. 8,7 miliardi di € (2,5% del totale FS) sono disponibili per questo obiettivo e sono ripartiti come segue: € 6,44 miliardi per la cooperazione transfrontaliera, € 1,83 miliardi per l’elemento transnazionale e € 445 milioni per la cooperazione interregionale). Interreg, Interact, Urbact e Orate sono programmi cofinanziati tramite l’Obiettivo “Cooperazione territoriale europea”. Si aggiunge ai due FS anche il Fondo di Coesione, che, come abbiamo visto sopra, opera nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza (UE, La politique de
cohésion, 2007).
Allargamenti (1973, 1981, 1986, 1995, 2004, 2007)
Dalla CEE composta da 6 SM si è passati all’UE, che oggi ne conta 27. II processo di allargamento è stato graduale e si è protratto per mezzo secolo. Oggi esso subisce una stasi, dovuta anche alla “integrazione” dei 12 SM che sono entrati nell’UE negli ultimi 7 anni. Il processo di integrazione dei nuovi SM è al centro della Politica di coesione ma non lo esaurisce: alcuni SM che in passato hanno beneficiato grandemente dei FS si sono trovati nella programmazione 2007‐2013 in una condizione di cospicua riduzione i fondi. I quali sono stati destinati in gran parte dedicati agli stati di recente adesione. Nel 1973 il primo allargamento ha visto l’inclusione della Gran Bretagna in quella che allora si chiamava CEE, unitamente all’Irlanda ed alla Danimarca. Nel 1981 anche la Grecia, uscita dalla Dittatura dei colonnelli (1967‐1974), aderisce all’UE. Nel 1985 Spagna e Portogallo92 diventano SM. Nel 1995 altri 3 SM si aggiungono a quella che nel frattempo (Trattato di Maastricht 1992) è diventata l’UE e cioè la Svezia, la Finlandia e l’Austria. Per circa 10 anni l’UE mantiene 15 SM fino a giungere al 1 maggio 2004, data in cui si assiste al più grande allargamento finora riscontrato. Dieci nuovi SM entrano nell’UE (dagli stati baltici ai paesi ex comunisti dell’Europa dell’est fino alle isole del Mediterraneo93). L’allargamento si completa nel 2007 con l’entrata di Romania
92 Ormai archiviate le dittature di Francisco Franco (1975) e António de Oliveira Salazar (morto nel 1970 ma il cui partito è stato al potere fino al 1974)
93 Il 1 maggio del 2004 entrano nell’UE altri 10 SM: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Cipro e Malta. L’UE passa così da 15 a 25 SM.
Per quanto concerne l’isola di Cipro, si precisa che è entrata nell’UE la Repubblica di Cipro (greco ‐ cipriota). La Repubblica di Cipro ha sovranità su tutta l’isola di Cipro e le sue acque circostanti, tranne due basi inglesi situate nel sud dell’isola. È appena il caso di ricordare, però, che la parte nord dell’isola (36% della superficie dell’isola) è stata occupata dall’esercito turco nel 1974. La autodefinitasi Repubblica Turca di Cipro del Nord, costituita ad hoc nel 1983 in tale territorio è riconosciuta dalla sola Turchia e non fa parte dell’UE. Tra le due Repubbliche vi è una zona cuscinetto
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e Bulgaria. Attualmente 3 sono gli stati candidati all’entrata nell’UE: Turchia (candidata dal 1987), Croazia e Islanda ed altri 2 hanno lo status di candidati all’adesione: Macedonia (FYROM ‐ Former Yugoslav Republic of Macedonia) e Montenegro. Ciascuno sta seguendo un suo percorso di adesione ma non è previsto l’ingresso di altri SM nel breve periodo.
B Bilancio UE
Il bilancio dell’UE segue regole particolari, elaborate dagli SM ed aggiornate nel “Diritto originario” e nel “Diritto derivato”94 che si sono succeduti nel corso dei 54 anni della sua esistenza.
Le entrate complessive dell'UE devono essere uguali alla spesa totale e non devono superare la soglia concordata. Essa consiste nell'1,31% del reddito nazionale lordo (RNL) dell'UE per gli stanziamenti per impegni e nell'1,24% per gli stanziamenti per pagamenti. La principale fonte di finanziamento del bilancio UE è rappresentata attualmente da una risorsa basata sul reddito nazionale lordo degli Stati membri. Tale risorsa ha superato le altre fonti di finanziamento, ossia i dazi doganali e i prelievi agricoli (le "risorse proprie tradizionali") ed ha anche superato la risorsa basata sull'imponibile IVA (web CE, Bilancio, 2011). Le entrate complessive dell’UE vengono poi allocate nel Bilancio UE. Esso è un bilancio atipico, composto principalmente da trasferimenti. L’80% è gestito direttamente dagli Stati membri in forma decentralizzata (mediante organi nazionali, regionali, locali) e il 20% è gestito direttamente dalla Commissione. Il bilancio dell'UE è aumentato in termini assoluti come riflesso della crescita economica e dell'allargamento. In percentuale della ricchezza dell'UE, si è mantenuto pressoché stabile, attorno all'1% del reddito nazionale lordo (RNL). (Aiello 2010)
Gli stanziamenti economici dedicati ai FS sono cresciuti fino a raggiungere un terzo del budget complessivo delle istituzioni europee. I FS 2007‐2013 costituiscono attualmente il 35,7% dell’intero Bilancio UE. Le risorse disponibili raggiungono i 347,410 miliardi di € (in prezzi 2008). L’81,5% è destinato all’obiettivo “Convergenza”, il 16% all’obiettivo “Competitività” ed il 2,5 all’Obiettivo “Cooperazione”. Il 57,55% dell’intero budget è destinato alle regioni con un PIL inferiore al 75% del PIL UE. Il 20% delle risorse è destinato al FdC, il 12,6% alle azioni di competitività regionale ed impiego, il 4% alle regioni “phasing‐out” ed il 3,4 alle regioni “phasing‐in”, il resto è distribuito tra le azioni di cooperazione (interregionale, transfrontaliera e transnazionale). La Polonia con 67 miliardi di € (45 per “Convergenza” e 22 per “Competitività” si aggiudica la quota maggiore di FS, seguita dalla Spagna con 35 (di cui 21 per “Convergenza”). All’Italia vanno 28 miliardi, di cui 21 per “Convergenza” (UE, La politique de cohésion, 2007). controllata dall’ONU.
94 Diritto comunitario originario: composto da Trattati istitutivi delle Comunità Europee e atti di modifica successivi (protocolli); in particolare: l'Atto Unico Europeo, il Trattato sull'Unione europea (altrimenti noto come Trattato di Maastricht), il Trattato di Amsterdam, il Trattato di Nizza, e il Trattato di Lisbona; Principi generali di diritto comuni agli Stati membri; Principi generali propri del Diritto Comunitario; Costituzione Europea.