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1.3. La Biblioteca civica di Verona

1.3.4. La Biblioteca Civica attraverso il Novecento fino ai giorni nostr

Questo ultimo secolo di storia della Biblioteca è caratterizzato da grandi progetti architettonici e restauri, testimoni di avvenimenti storici e di un’evoluzione sociale e di abitudini che sono cambiate assai velocemente. Nel 1939 la Biblioteca finalmente poté finalmente allargarsi, dopo un intervento funzionale, nella ex-chiesa di San Sebastiano. Questo nuovo spazio purtroppo venne quasi completamente raso al suolo dal bombardamento del 4 gennaio 1945, così come furono danneggiati pesantemente i solai della sala Poligrafia e di Teologia e Campostrini, e parte dell’ex convento; il materiale sopravvissuto venne spostato nei plessi scampati alle bombe169.

All’indomani della fine del conflitto, cominciarono i lavori di recupero di palazzo Sebastiani e dell’antico collegio dei Gesuiti, finanziati in parte dal

167 Si segnala che tutte le donazioni qui descritte sono tratte da BIADEGO, Storia della biblioteca comunale

di Verona, pp. 34-83

168 Si trova testimonianza dei doni successivi al 1895 in La Biblioteca Civica di Verona ieri e oggi. Da citare nel 1895, 3.666 volumi del legato Salomoni, nel 1900 i 2.000 opuscoli Perez-Pompei, nel 1909 la libreria Campostini con 10.000 volumi, il lascito Bertoli con 11.145 volumi, il Messedaglia con 6.899 volumi e carteggi annessi, nel 1913 il lascito Zambelli 1.891 volumi, manoscritti e carteggi. Non possono essere dimenticati poi il fondo Achille Forti, il da Lisca, il Serego Alighieri, nonché le biblioteche personali di Luigi Messedaglia, di Giovanni Battista Pighi, del generale Alberto Pariani, di Luigi Motta, di Antonio Liverani, di Bruno de Cesco e di Giuseppe Turcato. Per avere un quadro cronologico

dell’avvicendamento dei direttori della Biblioteca civica si veda in appendice Direttori della biblioteca

Civica di Verona

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Comune e in parte dal ministero della Pubblica istruzione, cosicché il 14 maggio 1960, si poté inaugurare questa sede provvisoria.

Nel frattempo la Soprintendenza, in accordo con l’amministrazione comunale bandiva un concorso pubblico con oggetto il progetto per lo spazio dove giaceva l’ex chiesa di San Sebastiano. La facciata, che era rimasta integra, era stata spostata sulla chiesa di S. Nicolò. Il bando indicava dettagliatamente vincoli e caratteristiche del piano da presentare; il vincitore però non venne mai proclamato.

A questo punto il direttore Mario Carrara, Francesco Barbieri e Giampietro Tinazzo collaborano ad un progetto di massima che sia funzionale e che rispondesse alle esigenze presenti, ma anche future dell’utenza; furono interpellati in tale sede la soprintendenza alle Antichità e belle Arti e la soprintendenza ai Monumenti. La prima richiese un saggio da effettuarsi a 6 metri di profondità per verificare la presenza di eventuali reperti archeologici mentre la seconda pose limiti ai volumi e ai materiali da utilizzare170.

Con queste e altre premesse viene chiamato a elaborare un progetto l’architetto Luigi Nervi, che già aveva lavorato in città ideando il ponte del Risorgimento nel 1963171. L’architetto presenterà il suo lavoro nel 1970, ma il

primo progetto non venne approvato; si susseguirono così varie rielaborazioni, fino all’approvazione definitiva del progetto del 1973, fortemente differente dall’idea primigenia dell’ingegnere.

Nervi presentò un magazzino librario di 5 piani, capace di contenere un milione di pezzi, esteticamente in assonanza con il prospiciente grande magazzino Coin, struttura moderna in vetro e cemento, con uno spazio aperto al pian terreno, per salvaguardare l’edificio e ciò che contiene da possibili inondazioni dell’Adige. Alle spalle dell’edificio, unica testimonianza di ciò che sorgeva lì in precedenza, il campanile della Chiesa di S. Sebastiano. Il magazzino librario del famoso architetto fu inaugurato nel 1980172.

Intanto la struttura dell’ex scuola cominciava a dare segni di cedimento,

170 Ivi, p.183

171 BERTOLAZZI,ZANARDI Così è se vi pare, p. 68

172 Per approfondire la descrizione del progetto, si veda il paragrafo omonimo proposto in CARRARA,

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scricchiolii sempre più insistenti e crepe insidiavano la struttura. Dopo diversi esami, viene stabilito che le travi portanti sono infestate da un insetto xilofago, tale Ilotrupe bajulus. Il pericolo che 600.000 volumi potessero precipitare, fece sì che si procedesse celermente a risanare e irrobustire la struttura, ma furono opere atte a tamponare un’emergenza ormai evidente173.

Con il passare degli anni infatti questi lavori eseguiti precipitosamente mostrarono i loro limiti e progressivamente si chiuse il terzo piano del collegio, poi sala Messedaglia e infine tutto il secondo piano; mancando gli spazi si ridussero anche servizi ed utenti, tanto più che era possibile solo consultare materiale della biblioteca, nei pochi posti a sedere rimasti.

La situazione era drammatica, l’amministrazione allora decise di indire una gara internazionale, della quale risulterà vincitore, nel 2003, lo studio di Ugo Camerino. Si cercheranno di interpretare le nuove funzioni a cui dovrà rispondere questa rinnovata biblioteca cittadina, dopo anni di dolorosa assenza, e si lavorerà per far dialogare e collegare fra loro spazi così diversi e disarticolati. Si scelse di restaurare tutto, dagli infissi ai pavimenti, volendo «concepire una biblioteca moderna in un organismo antico»174. Una menzione

particolare merita il lavoro fatto per le librerie ottocentesche del collegio, smontate e numerate pezzo per pezzo, restaurate e rimontate nell’arco di due anni175. In questo progetto si sceglierà di dare nuova vita anche allo spazio al

pian terreno di Nervi, chiudendolo con enormi vetrate al fine sia di conservare l’idea di dialogo con la città sia, al tempo stesso, riuscendo a rendere fruibile uno spazio divenuto, negli anni, luogo di degrado.

I lavori, cominciati nel 2005, si sono conclusi nel 2011 con la realizzazione dell’ingresso vetrato davanti al campanile dell’ex chiesa dei Gesuiti.

È stata così restituita alla città una biblioteca rinnovata nei luoghi e nelle funzioni; il cui potenziale è chiaramente compreso dagli utenti stessi, che testimoniano il loro apprezzamento con le circa 2.000 presenze quotidiane.

173 CARRARA, Storia e cronaca della costituzione, p.182 174 CAMERINO, Nuova biblioteca civica di Verona, p.54

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1.4. I fondi archivistici della biblioteca civica

1.4.1. Premessa

Descrivere la situazione dei fondi archivistici della biblioteca di Verona non è semplice perché ad oggi non esiste una pubblicazione o uno strumento informatico che presenti l’elenco completo dei fondi, archivistici o no, conservati nella Civica; è necessario perciò riferirsi ai vari frammenti di notizie, sparsi qua e là, nei lavori compilati negli anni e alle informazioni assunte direttamente dal personale, sia da chi vi lavora, sia da chi dirige la biblioteca. Una prima elaborazione generale delle informazioni, ha fatto sì che fosse possibile compilare uno schema sommario (vedi Figura 1) delle raccolte della biblioteca: tale modello è da ritenersi una traccia.