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I fondi che meriterebbero un approfondimento sono molti, ma, su suggerimento del direttore Agostino Contò, la nostra attenzione si è concentrata su quattro di essi, selezionati sia per antichità che per importanza storica e culturale dei soggetti produttori. Essi sono: il fondo Serego, il fondo Carlo Cipolla, il fondo Giovanni Battista Carlo Giuliari e il fondo Ippolito Pindemonte.

L’archivio della famiglia Serego182 è il più antico fondo presente in biblioteca: copre un arco temporale che va dal XV secolo al XVIII. È entrato in biblioteca in seguito ad un acquisto avvenuto nel 1875, ed è composto da 61 buste: 47 di queste contengono il carteggio familiare. La famiglia Serego, di origini vicentine, conobbe la sua fortuna al tempo di Cansignorio della Scala, con il militare Cortesia; successivamente mantennero un ruolo politico e sociale all’interno del panorama veronese, che conobbe un picco di popolarità col matrimonio fra Marc’Antonio Serego e Ginevra Alighieri, ultima discendente del sommo poeta; nacque così la famiglia Serego Alighieri tutt’ora esistente nel Veronese. Il fondo è consultabile e riporta soprattutto materiale di

182 L’Archivio Serego-Alighieri era ancora conservato dalla famiglia nel 1990; qui per archivio s’intendono le carte facenti parte del fondo in possesso alla biblioteca civica, i cui dati si trovano alla paginaweb http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=19890

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Lodovico monsignore, di Alberto e dei figli Antonio Maria e Federico, i quali ebbero contatti con Andrea Palladio183. I mezzi di corredo presenti sono un

catalogo generale dei carteggi e un indice parziale dei nomi dei corrispondenti.

Il fondo Carlo Cipolla184 è il fondo quantitativamente più importante: sono 96 buste di cui 37 di corrispondenza e 59 di regesti di documenti, manoscritti di studi storici e copie. Il materiale arrivò in biblioteca nel 1918, in seguito al lascito testamentario dello stesso Cipolla; i documenti vanno dal XIX al XX secolo, con incartamenti in copia che partono da X secolo. Cipolla fu un importante figura della storiografia nazionale a cavallo fra Otto e Novecento185, e questo va a giustificare la copiosa produzione manoscritta.

Assieme al fondo, lasciò anche la sua biblioteca personale costituita da 5.639 volumi e 16.565 opuscoli. Il fondo è consultabile e corredato da un catalogo generale dei carteggi e un elenco sommario dei manoscritti.

Il fondo Giovanni Battista Carlo Giuliari entrò in biblioteca tramite dono dello stesso Giuliari nel 1890186, due anni prima della sua morte. Il

monsignore aveva già donato alla biblioteca altri materiali, per un totale di 55 buste: tra il 1868 e il 1874 i fondi Bartolomeo Giuliari, Eriprando Giuliari, Michele Enrico Sagramoso, di Alessandro e Luigi Torri e l’autografoteca Giuliari187, nel 1888 il fondo Caterina Bon Brenzoni. V’è da ricordare la

donazione, iniziata nel 1862, della sua raccolta di 6.383 fra pubblicazioni, opuscoli, manoscritti e materiale vario di interesse veronese. Il Giuliari al progetto della Biblioteca veronese vi aveva dedicato tanto tempo ed energie, e nonostante le incomprensioni e gli screzi che ebbe con il Comune di Verona e con la dirigenza della civica188, egli rimase ostinato nella sua idea di affidare

la raccolta alla biblioteca pubblica, affinché fosse liberamente consultabile da

183 Per un approfondimento dei rapporti fra i tre, si veda: ZAVATTA, Andrea Palladio e i fratelli veronesi 184 http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=19847

185 Per un approfondimento in tal senso, si veda: Carlo Cipolla e la storiografia italiana 186 http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=19863

187 16 buste contenenti documenti autografi di persone veronesi, dal XVI al XIX secolo; il fondo è consultabile. http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=21959

188 A questo proposito, si veda SANDAL, La “libreria veronese” di G.B.C. Giuliari; qui vengono descritte nel dettaglio le peripezie ed i fatti antecedenti e contemporanei al deposito della biblioteca Giuliari in Civica.

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tutti, nonostante già dal 1856 ricoprisse la carica di direttore della biblioteca Capitolare di Verona189. Il fondo è consultabile ed è composto da 47 buste, di

cui 34 contenenti il carteggio e 18 appunti e studi, prevalentemente di argomento veronese.

Il fondo Ippolito Pindemonte190 venne donato, nel 1869, dal marchese Giovanni Luigi Pindemonte Rezzonico, assieme a oltre 4.000 volumi che costituivano la biblioteca di famiglia191. Sono presenti 8 buste: 4 di carteggi,

autografi e copie, 2 di manoscritti e 2 relative al carteggio raccolto e copiato da Pietro Sgulméro192 nel XIX secolo. La documentazione va dalla seconda

metà del Settecento alla prima metà del secolo successivo; è consultabile ed è corredato, oltre al catalogo generale dei carteggi, anche da un indice alfabetico dei nomi dei corrispondenti e un inventario del fondo risalente al suo ingresso in biblioteca.

1.4.2.2. Archivi diversi

Il macroinsieme degli Archivi diversi è composto da 28 fondi193 (vedi elenco in

tab.2); sotto questa denominazione sono ricompresi gli archivi professionali e le collezioni che fanno riferimento ad enti o istituzioni che hanno cessato la loro attività. Nel sito istituzionale non vi sono riferimenti circa la loro consultabilità e gli strumenti di consultazione.

189 Per approfondire la figura del Giuliari: Il Canonico veronese conte G.B.Carlo Giuliari 190 http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=19883

191 Vi erano anche i manoscritti di Giovanni e Marcantonio nel lascito. Per approfondire il lascito e la sua consistenza, vedere QUADRANTI, La biblioteca di casa Pindemonte

192 Presente in copia anche nel fondo di Pietro Sgulméro, acquistato dalla civica nel 1906 http://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=19891

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Tabella 2: super-fondo Archivi diversi

1- fondo Albo Dantesco Veronese