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1.3. La Biblioteca civica di Verona

1.3.2. La biblioteca del Monastero di San Zeno

È indispensabile a questo punto fare un approfondimento riguardo le vicissitudini del Monastero di San Zeno e della sua biblioteca. La storia del Monastero ha inizio all’incirca nell’813 e termina nel 1770 con la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti135.

Le origini sono confuse ma sappiamo dell’esistenza del plesso monastico nell’813 grazie alla testimonianza contenuta in un documento che regolava le decime di questi territori, in cui viene citato136.

Con l’arrivo dei Carolingi in Italia, il cenobio ha modo di crescere abbondantemente, grazie all’appoggio vescovile. Non esistono notizie assodate circa la consistenza della biblioteca in questo periodo, tuttavia un fortuito ritrovamento avvenuto nel 1940 qualche informazione la fornisce. Si tratta dei manoscritti 3034 e 3035 conservati in biblioteca Civica a Verona; durante un intervento di restauro ad alcuni codici appartenuti al monastero

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Ivi, pp. 25-26

135 PAROLOTTO, La biblioteca del monastero di San Zeno, pp. 1-45 136 Ivi, p.3

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di San Zeno, si ritrovarono, utilizzati come rinforzo, diversi frammenti di due opere: il Tractatus in Joannis evangelium di S. Agostino e le Istitutiones di Giustiniano137. Entrambi i testi sono ascrivibili al IX secolo ed entrambi pare

siano stati prodotti dallo scrittorio della Cattedrale di Verona ai tempi dell’arcidiacono Pacifico138.

Il periodo di floridezza continuò per tutto il XII secolo quando il monastero divenne anche, luogo prediletto di permanenza degli imperatori a Verona. Sul finire del secolo si ebbe un periodo di decadenza: i monaci non furono più in grado infatti di sfruttare la situazione politica a loro vantaggio, intrappolati fra le ingerenze politiche locali e l’incapacità di gestire un patrimonio che negli anni era prosperato notevolmente.

Nel 1226 Ezzelino da Romano assunse il potere in città ed affidò la gestione a dei laici esterni alla struttura; l’abate di San Zeno tentò d’opporsi a queste intromissioni politiche ma le sue battaglie si rivelarono vane, tanto più che il monastero era oramai disabitato: un monaco soltanto vi dimorava. Il culmine della sopraffazione politica nella conduzione del cenobio si ebbe nel periodo di dominio Scaligero, qui trovarono asilo due figli illegittimi, che vennero posti a capo della struttura139; contemporaneamente però si misero in atto dei

comportamenti atti a far aumentare il numero dei religiosi nella struttura, così da far ritornare il monastero alla floridezza passata.

È del 1318 uno dei primi documenti che ci informano circa la consistenza della biblioteca: è un inventario per un passaggio di consegne da un campanario al suo successore. Apprendiamo così che all’epoca v’erano ventinove codici nel monastero140.

Un successivo inventario del 1400, ci è utile per sapere che il numero delle opere è salito a 131, tutte di argomento religioso e giuridico141. Erano alle

porte gli anni dell’annessione a Venezia, che dominerà Verona e avrà potere sul monastero, fino alla sua soppressione nel 1770142.

137 Ivi, p.4

138 Mille anni di libri, pp.17-21

139 Giuseppe (1292-1314), Bartolomeo (1321-1337). Ivi, pp. 6-7 140 PAROLOTTO, La biblioteca del monastero di San Zeno, p.7 141 Ivi, pp.8-9

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Furono anni difficili, soprattutto dal punto di vista spirituale: i monaci chiesero di abbandonare la regola benedettina ma l’abate vi si oppose. Vennero chiamati a ripopolare il monastero zenoniano dei monaci provenienti dalla Germania, che contribuirono ad arricchire il patrimonio librario della biblioteca attraverso nuovi acquisti. Purtroppo, col passare degli anni, la condotta morale dei monaci tedeschi andò deteriorandosi: se ne trova cenno in due documenti ufficiali, uno del 1568 e uno del 1582, in cui vengono richiamati ad una maggiore rettitudine e controllo143.

Durante il XVII secolo numerosi sono i tentativi di allontanare i monaci germanici dalla struttura; sopraggiunge poi la peste del 1630 e a tale flagello sopravviverà solo un monaco144.

Il cenobio riprese poi lentamente la sua attività; della biblioteca non ci sono notizie significative sino al 1720, quando muore a Venezia Alvise Priuli, abate commendatario dell’abazia di San Zeno dal 1684. Nel testamento ordina che la sua biblioteca venga conservata nel monastero e ne predispone una dote di cento ducati l’anno, da suddividersi fra nuovi acquisti e stipendio per un bibliotecario145. Il notaio Gabrielli, che compila l'inventario della suddetta

donazione, annota più di 1.400 tomi e 91 liberculi146; buona parte sono libri di diritto canonico, tantoché l’abate lascia piena facoltà all'istituto di usare i codici come merce di scambio per acquisirne altri.

Dieci anni dopo il lascito Priuli, un altro ne giunge ai zenoniani: si tratta del dono147 di Lodovico Perini, pubblico perito della città di Verona.

Dei cinquant’anni che intercorrono da quest’ultimo lascito alla soppressione, notizie dirette della biblioteca non ve ne sono. Vengono però in nostro soccorso due scritti: il primo è costituito da un paio di volumi che riuniscono i documenti del monastero dal 1705 al 1769148: sono interessanti perché, oltre

ad offrire notizie generiche sul cenobio, danno informazioni anche sull’evoluzione della figura del bibliotecario all’interno della comunità. In

143 Ivi, pp.12-18 144 Ivi, pp. 18-22 145 Ivi, pp. 24-26 146 Ivi, pp.26-29 147 Ivi, pp.29-33 148 Ivi, p.35-36

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alcuni periodi, per esempio, pare che a ricoprire questo ruolo fossero in due, un titolare e un vice; questo può far supporre che la priorità fosse assicurare la fruizione dei libri in ogni momento.

Il secondo strumento è il Libro delle entrate che va dal 1740 al 1759149:

purtroppo però ci fornisce solo le entrate e le uscite dell’abazia, che non comprendevano, se non eccezionalmente, quelle per la biblioteca.

Si arrivò così al 5 dicembre 1770, giorno in cui fu reso noto il decreto del Senato veneziano di soppressione di quattro monasteri benedettini, fra questi anche quello di San Zeno. I monaci vennero indirizzati verso altre comunità, ma le strutture, e soprattutto la biblioteca, dovevano trovare una nuova sistemazione; è qui che la storia del monastero iniziò ad intrecciarsi con la Biblioteca civica.

1.3.3. La biblioteca Civica nel corso degli anni: dalla fondazione