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9. Lettura dei dati in chiave di Social Innovation

9.2. I bisogni “sociali” affrontat

Come già evidenziato nel capitolo 6, i “bisogni” dei territori rurali, che le strategie regionali hanno affidato all’azione Leader riguardano:

• la riattivazione dell’economia delle aree rurali, con il sostegno all’imprenditoria privata (commercio, artigianato, turismo) ed i servizi (ampliamento, accesso, diffusione), assicurati dall’azione pubblica (Toscana). I GAL sono lo strumento di combinazione efficace fra la domanda locale (i bisogni di investimento dei soggetti pubblici e privati, per iniziative di natura economica, culturale, ricreativa) e l’offerta (le risorse). Una forte regia regionale, che annulla le possibili cause di disfunzione (mediazione inconcludente, dominanza di poteri locali, incoerenza “esterna” delle strategie), valorizza altresì la vicinanza “competente” dei GAL agli utenti e consente di raggiungere vari obiettivi:

- le performance quantitative del programma (obiettivo istituzionale);

- la mediazione costruttiva fra interessi diversi, nel caso di progetti complessi (vedi la Misura 124);

- la facilitazione dei rapporti fra il territorio e la pubblica amministrazione, nel caso di investimenti individuali (con l’assistenza e il tutoraggio progettuale; l’accompagnamento negli obblighi procedurali e negli adempimenti di legge).

• In Basilicata, i fabbisogni affidati all’azione Leader riguardano ambiti analoghi (servizi alla popolazione e alle imprese; multifunzionalità; integrazione all’interno delle filiere produttive), ma da parte regionale viene posto un accento particolare sulle azioni strategiche o di sistema (marketing territoriale; valorizzazione integrata delle risorse naturalistiche e storico culturali; miglioramento della qualità) che potrebbero dare ai territori nuove prospettive di sviluppo (per esempio attraverso l’organizzazione più efficiente dell’offerta turistica) ed sul potenziamento della cultura e della pratica partenariale attraverso la stessa esperienza Leader, limitando perciò l’interferenza dell’amministrazione centrale con le scelte locali. L’obiettivo appare più ambizioso perché teso a radicare la capacità progettuale dei GAL sui territori, piuttosto che a “gestire” efficacemente i finanziamenti pubblici per conto dell’amministrazione regionale. I GAL interpellati con questa ricerca ritengono fondamentale la fase di ascolto dei bisogni per adempiere quella che considerano la propria mission, e ritengono di averla adeguatamente esercitata durante la concertazione preliminare all’elaborazione della strategia; inoltre, l’assistenza tecnica fornita agli utenti beneficiari in fase di realizzazione è testimoniata, soprattutto dai GAL toscani, come attività necessaria ad assicurare il successo dei progetti e quindi le performance del programma.

Essi ritengono fondamentale la capacità di raggiungere, con l’informazione e il tutoraggio, anche le aree più periferiche, in questo incrociando pienamente le aspettative di ambedue le amministrazioni di appartenenza.

Il loro modo di “interpretare” il proprio ruolo enfatizza la competenza e la presenza; i bisogni delle comunità che Leader può soddisfare secondo i GAL riguardano:

- un contributo alla rottura dell’isolamento geografico nelle aree rurali, e una maggiore equità nell’accesso alle opportunità di investimento;

- l’ascolto e la progettazione partecipata con i territori, attuata prevalentemente in fase di pre- strategia e, pur con diverse metodologie, percepita dai GAL come l’apice della propria capacità di condivisione e approccio innovativo;

- il rafforzamento identitario e della coesione interna attraverso il recupero delle tradizioni e la promozione del territorio in un’ottica di mercato (soprattutto per i GAL della Basilicata che hanno adottato strategie riguardanti lo sviluppo turistico).

Il punto di vista dei beneficiari, in ambedue le regioni, si differenzia sulla base del “profilo” dei medesimi, ed è a questo livello che si rileva qualche risultato inaspettato.

I privati hanno un atteggiamento opportunistico: Leader è considerato uno dei tanti strumenti dell’azione pubblica, e la motivazione prevalente della presentazione delle candidature è cogliere un’opportunità finanziaria per risolvere un problema individuale.

Il diverso ruolo dei soggetti pubblici (Comuni) o collettivi (Associazioni, consorzi, aggregazioni estemporanee per i progetti complessi ex Misura 124) restituisce una visione più articolata e consapevole, sia delle dinamiche e dei problemi dei propri territori (i bisogni), che delle opportunità rappresentate da Leader, anche in prospettiva futura, in qualche caso auspicando addirittura un rafforzamento dello strumento.

Gli stessi tecnici e consulenti, che in qualche caso fanno da intermediari fra il GAL e i beneficiari (vedi GAL Cosvel in Basilicata), usano generalmente argomentazioni “competenti” verso Leader, e una visione prospettica delle necessità del territorio, al di là delle singole realizzazioni materiali (messa in rete delle risorse turistiche; politiche coordinate di valorizzazione; integrazione dei vari strumenti per ottenere maggiori risultati).

Da parte di tutti, viene espressa gratitudine verso l’assistenza fornita dai GAL, a dimostrazione che l’accezione di “vicinanza” espressa dai GAL stessi come il vero “valore aggiunto” del proprio operato, ottiene pieno riconoscimento dal territorio; ma rispetto alle modalità attuative, la maggiore competenza dei soggetti o la capacità di una visione più ampia, consente l’emersione di accenti problematici, e un parziale insoddisfazione per la limitatezza dei risultati.

Dal punto di vista della capacità di adesione ai bisogni, le risposte fornite dai beneficiari dimostrano sostanziale soddisfazione, nella misura in cui ciascuno degli intervistati ha dichiarato di aver potuto realizzare, grazie a Leader, quanto programmato, sia come impresa privata sia come soggetto collettivo (Enti Locali; Agenzie).

Se può essere considerata “naturale” la diversa sensibilità rispetto a tematiche complesse, dal punto di vista della comprensione e consapevolezza dell’opportunità che Leader potrebbe o dovrebbe rappresentare per lo sviluppo rurale, al di là della mera distribuzione di risorse e accompagnamento ai progetti, si rileva a livello del territorio scarsa conoscenza o interesse.

Inoltre, Leader si riconferma uno strumento di limitata inclusività: tutto ciò che esula dagli interessi economici è “lasciato fuori” dall’arena Leader, non ha alcuna visibilità né diritto di rappresentazione; questa certezza viene dichiarata indistintamente da tutte le realtà osservate.

Come già evidenziato da diversi autori (Kovàch et al., 2008; Schucksmith, 2010; Thuesen, 2010), Leader non prevede pratiche partecipative che vadano oltre il partenariato istituzionale, rafforzando, ove presenti, gli assetti di potere esistenti, con rischi anche di ulteriore esclusione verso i gruppi più deboli, ed un portato democratico limitato alla rappresentanza degli interessi già organizzati.