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BRIEF PAIN INVENTORY (BPI)

Nel documento B ox T herapy M irror (pagine 58-62)

PROTOCOLLO SPERIMENTALE

BRIEF PAIN INVENTORY (BPI)

1) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive l’intensità del tuo PEGGIORE dolore

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive l’intensità del tuo dolore PIU’

LIEVE

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 3) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive l’intensità del tuo dolore MEDIO

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

4) Valuta il tuo dolore facendo un cerchio intorno al numero che meglio descrive l’intensità del tuo dolore IN QUESTO MOMENTO

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

5) Che terapie o medicine stai ricevendo per il tuo dolore? ________________________________________

6) Nelle ultime 24 ore quanto sollievo hai ricevuto dalle terapie o dalle medicine? Fai un cerchio intorno alla percentuale che meglio descrive quanto sollievo dal dolore hai avuto:

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Segna il numero che meglio descrive quanto il dolore ha interferito con la tua vita nell’ultima settimana:

7) La tua attività generale: 10) La tua normale attività lavorativa (sia in casa che fuori):

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

I pazienti devono cercare di rispondere a ciascuna domanda del BPI tenendo presente che:

- per le domande dalla 1 alla 4, il valore 0 equivale a “nessun dolore” mentre il valore 10 corrisponde a “il peggior dolore che si possa immaginare”;

- per la domanda 5, il valore 0% equivale a “nessun sollievo” mentre il valore 10 corrisponde a “ha interferito com-pletamente”;

- per le domande dalla 7 alla 13, il valore 0 equivale a “non ha interferito completamente” mentre il valore 10 corri-sponde a “ha interferito completamente”;

Il punteggio ottenuto col BPI, sommando i singoli valori delle domande dalla 1 alla 4 e dalla 7 alla 13, permette di dare un giudizio sintetico riguardo al dolore avvertito dal paziente durante l’ultima settimana: sommando i valori delle singole risposte il punteggio minore ottenibile è 0 mentre il maggiore è 110.

5.3 La “Mirror Box Therapy” nel nostro protocollo sperimentale

I pazienti sono stati sottoposti alle sedute di “Mirror Box Therapy” per l’arto inferiore presso la palestra del Reparto di Fisioterapia del Centro Protesi INAIL di Vigorso.

La “Mirror Box” consiste, per l’appunto, in una grande scatola (150 X 50 X 50 cm) a forma di parallelepipedo con-cavo, con 2 aperture:

la prima apertura permette al paziente di inserire il moncone di amputazione di arto inferiore all’interno della “sca-tola”;

la seconda, contrapposta alla prima, permette all’operatore di osservare i movimenti del moncone durante l’esecu-zione degli esercizi.

Esternamente, su una delle 4 pareti del parallelepipedo, è applicato uno specchio, delle stesse dimensioni della pare-te (150x50 cm), così da permetpare-tere al pazienpare-te, duranpare-te la pare-terapia, di vedere, oltre all’arto sano, anche il suo riflesso nello specchio.

La scatola, con lo specchio rivolto verso l’interno, va appoggiata sopra un lettino della palestra.

In un momento successivo si chiede al paziente di togliere la protesi, di sedersi sopra al lettino, di sistemarsi, con l’aiuto di cuscini, nella posizione più comoda possibile e di posizionare il moncone di amputazione all’interno della scatola. Il paziente deve collocare l’arto sano esternamente alla scatola e, prima di cominciare il trattamento, deve accertarsi di avere nel campo visivo sia l’arto sano che il suo riflesso nello specchio: perché questo possa avvenire, oltre a modificare l’orientamento spaziale dello specchio, occorre utilizzare due piccoli tasselli di legno che permet-tono di sollevare il lato mediale della scatola di qualche centimetro.

L’imboccatura della scatola in cui è inserito il moncone è coperta con un lenzuolo, così da impedire al paziente la vista del moncone stesso durante la terapia: è infatti importante che il paziente abbia nel proprio campo visivo sol-tanto l’arto sano ed il suo riflesso nello specchio (non il moncone).

L’operatore si sistema, rispetto alla “Mirror Box”, dal lato opposto del paziente e, da questa posizione, può osserva-re sia i movimenti dell’arto sano all’esterno della scatola, sia quelli del moncone all’interno della stessa.

Ogni seduta di “Mirror Box Therapy” dura dai 15 ai 20 minuti e, in questo lasso di tempo, il paziente deve sempre guardare lo specchio e deve pensare di svolgere gli esercizi non solo con l’arto sano, ma anche con l’arto amputato: il non vedere il moncone ed il vedere il riflesso dell’arto sano nello specchio dà al paziente l’illusione di “avere” ancora entrambi gli arti inferiori.

L’operatore invita il paziente a compiere una serie di esercizi prestabiliti. Gli esercizi sono gli stessi per tutti gli am-putati di arto inferiore, indifferentemente dal livello di amputazione. Per ogni esercizio, il paziente deve cercare di eseguire almeno 10 ripetizioni.

Esercizi con la “Mirror Box” per i pazienti amputati di arto inferiore (tutti gli esercizi cominciano con il paziente seduto sul letto, con il ginocchio dell’arto sano esteso e la tibio-tarsica flessa di 90°):

Flesso-estensione della tibio-tarsica con ginocchio esteso;

Flesso-estensione del ginocchio, cercando di mantenere leggermente sollevato il piede dal piano del letto;

Con il tallone appoggiato sul piano del letto, movimenti di circonduzione del piede, in modo da descrivere due cer-chi, uno in senso orario e uno in senso anti-orario;

Flesso-estensione dell’anca a ginocchio esteso; l’esercizio dovrebbe essere svolto senza che vi sia mai contatto fra il tallone e il piano del letto;

Flesso-abduzione dell’anca e flessione del ginocchio di modo da portare la pianta del piede a fronteggiare il suo ri-flesso nello specchio (senza che vi sia contatto fra piede e specchio); anche in questo caso, quando il paziente adduce l’anca ed estende il ginocchio, dovrebbe evitare di toccare il piano del letto col tallone;

Con il tallone appoggiato al piano del letto, divaricazione “a ventaglio” delle dita del piede;

Con il tallone appoggiato al piano del letto, flesso-estensione dell’alluce sia a livello dell’articolazione metatarso-falangea che a livello dell’intermetatarso-falangea;

Con il tallone appoggiato al piano del letto, flesso-estensione di tutte le dita del piede.

Il paziente si impegna nell’esecuzione di ogni serie di esercizi. L’operatore gli ricorda che, fra una serie di esercizi e la successiva, ha a disposizione tutto il riposo che ritiene necessario.

Al termine della serie, l’operatore richiede al paziente quale esercizio gli abbia dato maggiormente l’illusione di

“avere” ancora entrambi gli arti e lo invita a ripetere una seconda serie di 10 ripetizioni solo di quell’esercizio.

CaPitoLo 6

TERAPIE CLASSICHE PER IL

Nel documento B ox T herapy M irror (pagine 58-62)

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