2.2 Primo pilastro: requisiti patrimoniali e misurazione dei rischi
2.2.4 Il calcolo del SCR e del MCR: modello standard
Come anticipato, aspetto fondamentale del primo pilastro è la previsione di due livelli per i requisiti di capitale, calcolati anch'essi valutando attività e passività ai valori di mercato:
1) SCR (Solvency Capital Requirement), ha la funzione di consentire all'impresa di assorbire anche significative perdite inattese, tutelando gli assicurati: si tratta del livello di capitale necessario a far fronte agli impegni esistenti e a quelli che si
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presuppone vengano assunti nei 12 mesi successivi e con un predefinito livello di confidenza (solitamente 99,5%).
Il SCR deve tener conto di tutti i rischi quantitativi e può essere calcolato sia attraverso una formula standard sia attraverso dei modelli interni che sicuramente riescono a fornire dei requisiti patrimoniali aderenti al reale profilo di rischio dell'impresa, sebbene comportino elevati costi di sviluppo e di risorse umane;
2) MCR (Minimum Capital Requirement), stabilisce un livello di capitale minimo al di sotto del quale l'operatività di un'impresa assicurativa presenta un rischio inaccettabile per gli assicurati, tale da rendere necessari gli interventi di vigilanza più gravi.
Il MCR, se calcolato con la formula standard, è compreso tra il 25% e il 45% del SCR e non può essere inferiore a 2,2 milioni di euro per le imprese danni, 3,2 milioni di euro per le imprese vita e riassicurazione, 5,4 milioni di euro per le assicurazioni che esercitano sia i rami vita che non vita.
In particolare, la sezione 4 della direttiva è dedicata al calcolo dell’SCR che, come detto, può essere effettuato secondo la formula standard proposta dalla normativa o tramite modelli interni elaborati dalle singole imprese assicurative. Le soluzioni di calcolo ammissibili si differenziano per come viene trattata l’incertezza: nella formula standard è l’Autorità che definisce il processo di calcolo fornendo lo schema degli algoritmi, tratta l’incertezza formulando le sue opinioni sul futuro dei risk driver e delle loro interrelazioni, e le modifiche nel valore dei parametri – i key parameters – da dare in input agli algoritmi di calcolo del SCR. Di contro, con il modello interno è l’impresa che ha tutta la responsabilità su tecniche di valutazione, processi algoritmici, distribuzioni di probabilità e correlazioni. Esistono anche versioni “miste”, ad esempio formula standard con modello interno parziale o con parametri specifici, per rispettare il principio di proporzionalità, per cui i metodi di calcolo vanno trascelti con l’obiettivo di perseguire una valutazione (market-consistent) adeguata alla natura, alla rilevanza e alla complessità dei rischi da controllare.
Il SCR deve essere calcolato in base al presupposto della continuità aziendale e deve essere calibrato in modo da garantire che siano presi in considerazione tutti i rischi quantificabili cui è esposta un’impresa di assicurazione e riassicurazione; in particolare il requisito patrimoniale di solvibilità deve coprire quanto meno i seguenti rischi:
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• il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione danni;
• il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione vita;
• il rischio di sottoscrizione per l’assicurazione malattia;
• il rischio di mercato;
• il rischio di credito;
• il rischio operativo.
Il processo di calcolo è formalizzato in vari step ed organizzato per livelli di aggregazione; procede dal “basso”, con il calcolo degli SCR relativi ai rischi elementari, “verso l’alto”, aggregando per macro-tipologia di rischio, sino all’SCR di impresa ed eventualmente di gruppo. La seguente figura illustra i vari moduli di calcolo che concorrono alla valutazione dell’SCR:
Ciascun rischio elementare è calcolato in un cosiddetto “risk submodule”, l’insieme dei sottomoduli ed il relativo processo di aggregazione definiscono un “risk module”. Ad esempio i sottomoduli “interest rate”, “equity”, “property”, “spread”, “currency”, “concentration” e “illiquidity” costituiscono il modulo “market”.
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Per ciascun modulo di calcolo è descritto un processo algoritmico che coinvolge, oltre ai dati dell’impresa, informazioni esterne (key parameters) “uguali per tutti”, in modo da garantire lo stesso “metro” per la valutazione.
La formula standard per il requisito patrimoniale di base è la seguente:
./0( ) = 1./0( ) + *34( ) + ./056( ) dove:
1./0( ) rappresenta il requisito patrimoniale di base al tempo ;
*34( ) rappresenta l'aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle riserve tecniche e delle imposte differite;
./056( ) rappresenta il requisito patrimoniale al tempo riferito al solo rischio operativo a cui l'impresa è esposta.
A sua volta il 1./0 è definito dalla seguente relazione:
1./0 = 78/9::;< ;<
∙ ./0;∙ ./0<+ ./0;>?@A;BCDE
dove:
/9::;< sono gli elementi della matrice di correlazione;
./0; e ./0< sono i requisiti patrimoniali relativi ai singoli rischi rientranti nel SCR in base alle righe e colonne della matrice di correlazione;
./0;>?@A;BCDE è il requisito patrimoniale per il rischio legato alle attività immateriali.
Quindi il requisito patrimoniale di base è pari alla somma del requisito patrimoniale per il rischio relativo agli “intangible assets” e della radice quadrata del prodotto degli SCR di tutte le combinazioni dei moduli (a parte quello del rischio operativo) moltiplicato per il relativo fattore di correlazione tra i rischi secondo la seguente matrice di correlazione:
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Con riferimento all'aggiustamento per la capacità di assorbimento delle perdite delle riserve tecniche e delle imposte differite (*34( )), essa riflette la compensazione potenziale delle perdite inattese tramite una riduzione simultanea delle riserve tecniche o delle imposte differite o una combinazione delle due. Tale aggiustamento tiene conto dell’effetto di attenuazione del rischio esercitato dalle future partecipazioni agli utili a carattere discrezionale dei contratti di assicurazione nella misura in cui le imprese di assicurazione e di riassicurazione possano dimostrare che la riduzione di tali partecipazioni possa essere utilizzata per coprire perdite inattese al loro verificarsi (art. 108).
Il rischio operativo e i rischi ricompresi nei diversi moduli di calcolo del SCR, saranno oggetto di disamina più accurata nel proseguo del presente capitolo. Ora appare giusto completare la trattazione dei requisiti di capitale andando ad analizzare le modalità di calcolo del MCR.
Il calcolo del MCR prevede una formula lineare con un floor del 25% e ed un cap del 45% del SCR, a seconda che questo sia calcolato con la formula standard o mediante l'utilizzo di un modello interno. È previsto inoltre un absolute floor espresso in euro e che dipende dal tipo di impresa (vita o danni).
I valori assoluti del floor (indicati con *F/0) sono:
a) 2,2 milioni di euro per le imprese di assicurazione danni;
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b) 3,2 milioni di euro per le imprese di assicurazione vita; c) 3,2 milioni di euro per le imprese di riassicurazione;
d) la somma del punto a) e b) per le imprese di assicurazione che presentano sia il ramo vita che il ramo danni.
La formula per il calcolo del MCR è differente per i rami vita e danni ed è composta da due step:
• innanzitutto si procede al calcolo del F/0C;>D@G e F/0HIJB;>DK;
• quindi si calcola il MCR.
Il F/0C;>D@G è determinato sulla base della seguente equazione:
F/0C;>D@G = F/0(C;>D@L,>C)+ F/0(C;>D@G,N) dove:
F/0(C;>D@L,>C) è il componente della formula lineare (the linear formula component) per i rami danni o riassicurativi;
F/0(C;>D@G,N) è il componente della formula lineare (the linear formula component) per i rami vita.
Il F/0HIJB;>DK dell'impresa è invece determinato nel seguente modo: F/0HIJB;>DK = MinOF$%(0,25 ∙ ./0; F/0C;>D@G); 0,45 ∙ ./0S Infine, il F/0 dell'impresa va calcolato come segue:
F/0 = Max(F/0HIJB;>DE; *F/0) Formula lineare per il ramo danni o per impegni di riassicurazione Per il ramo danni la formula lineare è descritta dalla seguente identità:
F/0(C;>D@L,>C)= 8 F$%(U<∙ )V<; W<∙ V<) <
dove:
)V< indica le riserve tecniche al netto del risk margin per il ramo danni o riassicurativo nella 4 − YZ[#$ linea di business dopo la deduzione dell’importo recuperabile da contratti di riassicurazione, con un floor pari a zero;
42 V< indica i premi incassati in contratti di assicurazione e riassicurazione nella 4 − YZ[#$ linea di business durante gli ultimi 12 mesi, dopo la deduzione dei premi dei contratti riassicurativi, con un floor pari a zero.
La segmentazione delle linee di business (LoB) da utilizzare per la formula indicata sopra e la calibrazione dei parametri U< e W< è la seguente:
Formula lineare per il ramo vita o contratti di riassicurazione Per il ramo vita la formula lineare necessità dei seguenti input:
43 )V< indica sempre le riserve tecniche al netto del risk margin per il ramo danni o riassicurativo nella 4 − YZ[#$ linea di business dopo la deduzione dell’importo recuperabile da contratti di riassicurazione, con un floor pari a zero;
/*0 indica il capitale a rischio, vale a dire la somma del capitale esposto al rischio di perdite derivanti da tensioni finanziarie, calcolato per ogni polizza in cui esso risulta positivo, come nel caso del polizze TCM o invalidità. Il capitale esposto al rischio di perdite nelle polizze TCM o di invalidità è l’ammontare da pagare alla morte o al momento del verificarsi della disabilità dell’assicurato, calcolato pari al valore attuale delle rendite da pagare alla morte o al momento del verificarsi della disabilità dell’assicurato, decurtate dell’ammontare delle riserve tecniche nette (senza il risk margin) e decurtate delle somme ricevute in virtù dei contratti di riassicurazione stipulati.
Quindi, per il ramo vita la formula lineare è descritta dalla seguente funzione:
F/0(C;>D@L,C)\F$%]U^.`.`∙ )V^.`.`+ U^.`.a∙ )V^.`.a; bVcCIIL∙ )V^.`.`d
+ 8 U<
<∈(^.a.`,^.a.a,^.f) ∙ )V< + U^.g∙ /*0
dove il floor per la partecipazione ai profitti del business (bVcCIIL) è pari al 1,6%, mentre le riserve tecniche ()V) e la calibrazione dei fattori U< considerati in tale componente sono specificati nella seguente tabella:
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