Nel 1953 morì Stalin e Dolores, addolorata, dichiarò di aver perso la sua guida di cui nessuno poteva considerarsi un degno erede. Da quel momento in poi si tentarono delle iniziative per la liberalizzazione del partito, infatti diciotto mesi dopo si tenne il V Congresso a Praga in cui era si manifestò la forte volontà di cambiare, ma allo stesso tempo si dichiarò che il processo di destalinizzazione sarebbe avvenuto gradualmente. Dolores presentò una relazione il cui tema fondamentale era l'unione delle forze democratiche contro il franchismo, annunciando la volontà di epurare tali forze dai membri considerati traditori, sul modello dei processi purga. Il linguaggio di Dolores era forzatamente moderato, poiché il suo discorso verteva sulla necessità di eliminare qualsiasi forma di atteggiamento settario all'interno del partito.
Infine nel 1956, durante il plenum del Comitato Centrale, fu sanzionata la squalifica dei procedimenti settari all'interno della direzione, con chiaro riferimento a Uribe nel rapporto della Pasionaria, e con attacchi personali da parte di Claudín e Carrillo, che conducevano un'operazione interpretata come un atto di destalinizzazione che colpiva lo stesso Uribe e il suo culto della personalità. Questa “caduta” di Uribe aveva avuto inizio nelle precedenti riunioni plenarie dell'Ufficio Politico, in cui inizialmente si era messo in discussione Carrillo, che Dolores accusava per aver creato un partito nel partito e perché si era permesso di esprimere una valutazione positiva sull'ingresso della Spagna di Franco nell'ONU. Poi però Claudìn attaccò Uribe, accusandolo di essere poco leninista. Nonostante la Pasionaria all'inizio non fosse d'accordo con le accuse, nella riunione plenaria dell'Ufficio Politico del marzo 1956 si schiererà a favore di Carrillo e Claudín, poiché aveva avuto un'anticipazione sul rapporto segreto di Chruščëv, al XX Congresso del PCUS del febbraio '56, e riteneva che le posizioni dei due membri fossero in linea con la nuova tendenza antistaliniana. Chruščëv aveva denunciato i delitti commessi da Stalin, a causa dei quali troppe persone avevano perso la vita. I servizi segreti americani pubblicarono il documento, nonostante in URSS snon se en garantisse l'autenticità. Dolores nelle sue memorie dichiarava che a causa
dell'angoscia scaturita da queste rivelazioni, sarebbe stato preferibile vivere nell'errore. Inoltre sosteneva che di tutto ciò che era stato rivelato non si avevano prove autentiche, e sperava che un giorno la personalità di Stalin si potesse rivalutare grazie ad un'analisi più profonda65. A suo avviso, nessuno era a conoscenza delle purghe di Stalin, ma questa affermazione, come osserva Maria Ferrone, non convince perché c'è il dubbio che la Pasionaria fosse al corrente di tutte le fobie repressive del capo. Le venne imposto un silenzio che le proiettò addosso un'ombra, nonostante nessuno osasse condannarla per la fede nutrita nella guida bolscevica. Uribe così fu isolato e sostituito da Carrillo nella carica di direttore della centrale di Parigi.
Le rivelazioni di quel febbraio 1956 diedero come primo frutto un'insolita flessibilità da parte del PCE, che sfocerà nell'elaborazione di una politica di riconciliazione nazionale. Il gruppo di Parigi, con a capo Carrillo, liberatosi dal cappio staliniano, voleva prendere atto delle nuove esigenze della Spagna e trovare un accordo con la nuova opposizione a Franco, costituita da studenti e da cattolici. Questo fece sì che Dolores si sentisse sempre più isolata, non avendo più notizie dal gruppo di Parigi. La fazione capeggiata da Carrillo avrà la meglio sulla Pasionaria, e il PCE emanó un documento in cui si dichiatava di voler seppellire gli odi passati, alimentati dalla dittatura. Così il partito si mostrava disponibile a unirsi a cattolici e monarchici per consentire un cambiamento pacifico. Nell'agosto dello stesso anno, durante un plenum del Comitato Centrale a Berlino, Dolores e Carrillo esposero la necessità di cambiamenti all'interno del partito. La Pasionaria era propensa a un programma di pacifica riconciliazione nazionale e dimostrò la necessità di un'alleanza con le forze liberali e conservatrici all'interno della Spagna, al fine di raggiungere la democrazia in modo pacifico. Carrillo invece denunciò i difetti della leadership del partito, ovvero quelli di Dolores. Denunciò il culto della personalità nel PCE, il settarismo e il soggettivismo dei membri in esilio e il loro isolamento dalla realtà della Spagna. In questo incontro Dolores rassegnerà le proprie dimissioni dalla carica di segretario generale: è probabile, che di fronte alla forza di Carrillo, avesse deciso di porre fine
all'ipocrisia di una situazione in cui manteneva la carica solo di nome. Sicuramente anche le parole di Chruščëv avevano concorso ad indebolire la sua fede nella causa, spingendola a rinunciare alla leadership del partito66.
Nel 1960, al VI Congresso del PCE a Praga, Carrillo venne eletto segretario, e per l'anziana Dolores fu inventata la carica onoraria di presidente a vita. L'avevano ridotta, e ne era consapevole, a un simbolo decorativo, ma con le sue dimissioni aveva dato una grande dimostrazione di disinteresse poiché aveva anteposto il bene del partito agli interessi personali67. Aveva ceduto il comando a un compagno più giovane e più adatto a gestire un nuovo programma in bilico tra l'obbedienza a Mosca e la completa autonomia68. Era felice però di potersi dedicare interamente alla famiglia, soprattutto ai nipotini ai quali potrà dimostrare molto più affetto di quanto non aveva fatto in passato con i suoi figli. A Mosca, intanto, cominciava a circolare la voce che Dolores non era più la Pasionaria ma la Pensionaria69.
Nel 1964 a Praga Dolores farà un intervento contro Semprún e Claudín, poiché percepiva una deriva socialdemocratica nelle loro posizioni. Da quel momento la Pasionaria assecondò la politica dell'eurocomunismo fatta propria dalla maggioranza diretta da Carrillo e legittimata dal centralismo democratico, mantenendo questa opzione nell'apparato del PCE in modo da garantirne l'unità anche se ciò avrebbe presupposto un distacco dall'URSS, poco incline al riconoscimento dell'autonomia dei partiti comunisti. Lo si sarebbe visto nell'agosto 1968, quando la Russia invase la Cecoslovacchia per liquidare l'esperienza di un nazional comunismo democraticizzato. Dolores si recò al Cremlino e condannò l'azione sovietica: un atto di coraggio, perché la Pasionaria viveva ancora a Mosca. Da quel momento la sua posizione all'interno dei circoli ufficiali della capitale non sarà più la stessa, anche se il suo prestigio era troppo grande perché venisse attaccata apertamente70. Sebbene la Russia avesse risposto sostenendo un PCE dissidente, filosovietico, guidato da Líster, Dolores sostenne
66 PRESTON, Paul 1999 p.407. 67 Ibidem.
68 FERRONE, Maria 1998, p. 302.
69 VÁZQUEZ MONTALBÁN, Manuel 1995, p.117. 70 PRESTON, Paul 1999 p. 408.
Carrillo in questa lotta contro gli elementi stalinisti: sapeva che prima o poi, per garantire la sopravvivenza del partito, avrebbe dovuto allontanarsi dalle consegne di Mosca. Allo stesso tempo, però, lodava i successi del socialismo sovietico e l'appoggio di quest'ultimo alla causa spagnola. Loderà i sovietici soprattutto per non aver preteso una “russificazione” degli esuli spagnoli, permettendo in qualsiasi momento a Dolores e ai suoi compagni di parlare nella propria lingua madre71.