Nel 1937 i rapporti tra i comunisti e Largo Caballero erano sempre più tesi. Il primo ministro continuava a mostrarsi ostile a ogni tentativo di fusione con altri partiti e soprattutto con quello comunista, perché secondo Dolores, anteponeva i propri criteri agli interessi delle masse, che in quel periodo si identificavano con l'unità. Ella definisce la sua politica antipopolare e autoritaria, il leader socialista aveva il difetto di assoggettare i colleghi ad una personalissima dittatura e considerava la guerra un proprio monopolio.45
Quando alla fine di gennaio il commissario di Malaga, Bolivar, fece visita a Largo Caballero per esporre la situazione disastrosa di quella città a cui mancavano armi e che stava per essere assediata dai fascisti, il dirigente socialista si rifiutò di concedere aiuto, così l'8 febbraio Malaga fu presa. L'11 febbraio il PCE pubblicò un documento in cui affermava che era necessario trasformare le milizie in esercito regolare, poiché altrimenti ciò che era accaduto a Malaga poteva ripetersi da altre parti. Bisognava allontanare gli elementi dubbi dai posti di comando. I dirigenti comunisti tentarono di convincere Caballero ad attuare queste trasformazioni, ma lui si rifiutò credendo che essi volessero attentare alla sua autorità.
La perdita di Malaga fu la goccia che fece traboccare il vaso, i comunisti passarono all'attacco contro Caballero e in una riunione del Consiglio dei ministri vollero stabilire le responsabilità della perdita della cittò per denunciare i colpevoli della sconfitta, aprendo un'inchiesta. Chiedevano che Caballero fosse destituito. Il PCE organizzò un comizio a Valenza , in cui Dolores espose la
situazione dei fronti e la necessità di un esercito regolare, epurato dai traditori. Inoltre rivolse accuse molto pesanti a Caballero. Quest'ultimo decise di allontanare comunisti e repubblicani dal governo e di costituire un ministero sindacale con la collaborazione degli anarchici dell'UGT e CNT. Dolores era contraria, e afferma che un governo del genere avrebbe aperto la strada al fascismo, perché avrebbe dovuto sostenersi con la dittatura non esprimendo la maggioranza della nazione.
Ma in quell'anno Caballero non era l'unica preoccupazione. In primavera, dopo la decisione di Franco di sospendere momentaneamente l'offensiva contro Madrid in seguito alla battaglia di Guadalajara, si apriva la possibilità di una guerra mondiale e scoppiò la crisi tra le forze che appoggiavano la Repubblica. Il conflitto più grave insorse tra CNT, che voleva sviluppare subito il processo rivoluzionario e il PCE e PSUC, convinti che il miglior modo di arrestare la sollevazione militare fosse quello di ristabilire lo stato repubblicano e riunire tutte le forze di sinistra: bisognava dunque dare priorità alla guerra e lasciare da parte la rivoluzione sociale. Il 3 maggio a Barcellona le forze della Guardia de Asalto per ordine della Generalitat cercarono di riprendere il controllo dell'edificio della Telefonica, in mano agli anarchici da più di un anno. Essi resistettero e combatterono in vari scontri. Vari gruppi anarchici si incorporarono alla lotta, tra i sostenuti dal POUM. Dall'altra parte c'erano la Generalitat e il PSUC, che fecero fronte alla ribellione. I lavoratori della CNT accettarono un compromesso e il 7 maggio il governo Caballero inviò delle forze delll'ordine che, aiutate da militanti del PSUC, riuscirono a controllare la situazione.
Il Partito Comunista cercò in tutti i modi di allontanare Largo Caballero, convinto che non si poteva più continuare per quella strada. Voleva discutere sul modo di condurre la guerra e di governare il paese poiché la situazione del nord era molto grave. In un comizio nel cinema Olimpia di Valenza, Dolores fece un appello in cui espresse la necessità di creare un esercito epurato dai traditori, dotato di generali che “non si divertano nei postriboli e nei lupanari” mentre le donne e i bambini erano sottoposti ai colpi dei fascisti.
Caballero, che nutriva disprezzo per i repubblicani, si dimise. Durante un consiglio dei ministri si invitò Caballero a prendere provvedimenti per aiutare il nord, si chiese che i responsabili del putsch di Barcellona fossero puniti e che venisse posto fuori legge il POUM, ma lui ignorò le richieste sostenendo che bisognava attenersi all'ordine del giorno da lui preparato. Allora i comunisti Hernández e Uribe si allontanarono in segno di protesta, lasciando Caballero con il solo appoggio degli anarchici. Era impossibile continuare la seduta poiché si era rotta la coalizione governativa, e Azaña incaricò di nuovo Caballero di formare il nuovo governo. Il PCE pose come condizioni che tutti gli affari fossero discussi collettivamente in seno al governo, l'istituzione di un Consiglio superiore di guerra e la separazione degli incarichi di presidente del consiglio e di ministro della guerra. Ma Caballero non accettò poiché voleva essere presidente del consiglio, ministro della guerra e occupare anche il ministero della marina e dell'aviazione. Il Partito Socialista chiese che il dicastero dela Difesa fosse affidato a Prieto e, insieme alla sinistra repubblicana, rifiutò l'ipotesi di un governo che non includesse i comunisti. Caballero quindi rassegnò le sue dimissioni e Negrín formò il nuovo governo con Prieto al ministero della difesa. All'inizio esso non ebbe l'appoggio di UGT e CNT, ma a maggio il Comitato Esecutivo della UGT disapprovò la condotta della commissione esecutiva e decise di appoggiare il ministero. Anche la CNT entrerà a farne parte il primo giugno. Dolores nelle sue memorie riassume quelli che a suo giudizio furono gli errori di Caballero. Sostiene che il Partito Socialista rifiutava di accettare quello comunista come un partito forte, che riusciva a ottenere consensi tra le masse. Infatti il Partito Socialista, anche quando fu obbligato a stabilire rapporti con il PCE, lo fece con una certa prevenzione e ostilità verso i comunisti, poiché li vedeva come rivali che minacciavano la propria egemonia. Questi errori, secondo la Pasionaria, contribuirono in misura rilevante a indebolire lo stato repubblicano46.
Il 18 giugno 1937 ebbe luogo l'assemblea plenaria del Comitato Centrale del PCE. Dolores, ancora una volta figura centrale, propose la fusione col Partito Socialista in una coalizione che avrebbe preso il nome di Partito Unico Proletario.
I socialisti si dimostrarono propensi ad un accordo perché condividevano col PCE l'obiettivo di organizzare la produzione industriale e agricola nazionalizzandone i mezzi con un unico scopo, la lotta contro il fascismo. Ma nonostante tutto, l'antica diffidenza persisteva e in agosto si concluse un patto generico, che era ben lontano dalla fusione vera e propria.