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Nel 1971 iniziarono le speranze di tornare in Spagna: Franco aprì le porte a molti esuli in URSS e Dolores li salutò con affetto e malinconia per il distacco. Nel 1974, quando ormai molti regimi dittatoriali europei sembravano prossimi alla fine, come quello greco, portoghese e spagnolo – Franco cominciava a cedere – , si svolse un comizio del PCE a Ginevra . Le Commissioni Operarie, sorte nel '63 per iniziativa dei lavoratori che si rifiutavano di collaborare con i sindacati verticali, e dirette ora da comunisti, si allearono con altre forze di opposizione, organizzando manifestazioni e scioperi, seguiti da inevitabili rappresaglie. Durante il comizio Dolores e Carrillo ricevettero l'ordine di non parlare, poiché Franco aveva minacciato il governo elvetico di rompere ogni legame nel caso in cui loro avessero proferito anche solo una parola. Dolores si alzò e dichiarò “ Ci hanno proibito di parlare ma non di cantare. Allora vi farò ascoltare un canto rivoluzionario della mia gioventù72”, rievocando ricordi dell'infanzia trascorsa a Gallarta.

L'inizio della fine del lungo esilio di Dolores coincise con la morte di Franco nel 1975. La Pasionaria saluterà l'evento con un discorso emesso da Radio Pirenaica, un discorso vibrante di speranze in una nuova Spagna democratica in cui il popolo sarebbe stato di nuovo protagonista. Poco dopo, a Roma fu celebrato l'ottantesimo compleanno di Dolores. Durante la celebrazione, ella confermò la

71 VÁZQUEZ MONTALBÁN, Manuel 1995, p.118. 72 FERRONE, Maria 1998, p. 307.

raffigurazione del PCE quale partito di cui tenere conto durante la transizione spagnola alla democrazia; il suo fu un discorso nostalgico, che ricordava oltre sessant'anni di militanza. Invocò la riconciliazione nazionale affinché avessero fine le divisioni imposte dalla guerra e dalla dittatura franchista. Questa sarà l'ultima apparizione importante della Pasionaria sulla scena internazionale.

Intanto tutto in Spagna sembrava rompere con il passato: proteste dei gruppi dell'opposizione che non davano tregua al successore di Franco, la transizione graduale dal totalitarismo alla democrazia, i mutilati della guerra civile che ricevettero la pensione per invalidità e il manifesto di diversi intellettuali a favore del ritorno degli esiliati comunisti.

Nel luglio 1976 si radunò a Roma il Comitato Centrale del PCE, da Dolores presiedette con la speranza di tornare a casa. Nel discorso di apertura la Pasionaria ribadì l'indipendenza del PCE dal Cremlino: “ Siamo internazionalisti, solidali con tutti i popoli che lottano per la loro liberazione...però costituiamo un vero e proprio partito spagnolo, che non obbedisce a nessuna disciplina internazionale e su questo è necessario e fin troppo ovvio insistere73”. Il Comitato Centrale si rinnovò, ma i ruoli di Dolores e Carrillo rimasero invariati. Benché il governo rifiutasse la richiesta dei dirigenti del PCE di tornare in Spagna, nonostante fossero stati liberati già molti prigionieri politici, nel 1977 il PCE fu legalizzato e fu insediata la nuova sede a Madrid. Tutti tornavano a casa, ma Dolores ancora non aveva il permesso. Finalmente, nel maggio di quell'anno lasciò l'URSS e tornò in Spagna, per ricoprire un ruolo significativo nella fase di transizione, abbandonando la vita familiare dopo quarant'anni di esilio. All'interno del partito si riteneva che si dovesse rompere con il passato poiché l'identificazione con la guerra civile avrebbe potuto arrecargli danni elettorali. Infatti, quando Carrillo propose il nome di Dolores come candidata per le elezioni nelle Asturie, ciò provocò non pochi dissidi. I risultati delle urne si rivelarono deludenti per il PCE, ma non per la Pasionaria che, dopo una campagna energica, fu di ancora una volta eletta deputata delle Asturie. Questo le permise di rientrare a far parte del Parlamento, sebbene non riuscisse a esercitare il mandato per molto tempo per via

dell'avanzata età che le precludeva ogni attività politica. Ritornò allora a interpretare, come una regina madre, un ruolo decorativo nella nuova sede del partito.

Nel 1977 la Pasionaria sosterrà Carrillo, attaccato da un giornale sovietico, in relazione alla pubblicazione del suo libro L'eurocomunismo e lo stato. Dolores non apprezzava l'eurocomunismo, ma per senso di lealtà e per timore che il partito si scindesse, decise di appoggiare il segretario generale del PCE e di schierarsi contro l'intervento dei sovietici. Nell'agosto di quell'anno iniziarono i problemi di cuore, ma grazie a un pace-maker vivrà per altri 12 anni.

Quando nell'agosto 1982 il PCE perse definitivamente ogni speranza di egemonia davanti alla vittoria elettorale del PSOE, dividendosi così tra eurocomunisti e filosovietistici, Carrillo si dimise, ma questo non segnò la caduta di Dolores. Se nel 1970 la Pasionaria era rimasta con Carrillo senza credere nella sua politica eurocomunista, ma solo perché rappresentava la maggioranza, nell'83 decise di non passare dalla parte dei filosovietici, guidati da Ignacio Gallego. Rimarrà invece in un PCE dall'inserimento sociale difficile, composto da uomini nuovi, molto giovani, dando così prova di fedeltà in quel partito che rappresentava una soluzione di continuità rispetto quello alla cui fondazione aveva contribuito74. Il suo fu dunque un atteggiamento che si potrebbe definire legittimistico. Una impostazione simile era dovuta dalla formazione bolscevica di Dolores: se la maggioranza del partito decideva una nuova linea, il centralismo democratico le imponeva di appoggiarla. O forse era troppo avanti con l'età e troppo stanca per contrastare i nuovi leader, Gerardo Iglesias e Julio Anguita, e fu quindi costretta ad appoggiarli anche perché in essi vedeva l'unica possibilità di continuità del partito. La Pasionaria morirà a Madrid il 12 novembre 1989.

CAPITOLO 4

COMMENTO ALLA TRADUZIONE

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