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Cambiamenti strutturali e nell’organizzazione del lavoro

L’azienda che ha assunto denominazione “Azienda Unità Sanitaria Locale Toscana Nord Ovest”, ha sede legale in Pisa ed è costituita con personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale.

Lo statuto delinea chiaramente denominazione, sede, territorio, missione aziendale e principi ispiratori, ma definisce solo genericamente i principi di organizzazione e

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funzionamento sul calco di quanto stabilito dalla L.R. 84/2015, cioè le relazioni esterne, gli organi aziendali, le funzioni di programmazione, verifica o controllo ad essi pertinenti, gli organismi di valutazione e consultivi, le funzioni di attuazione e gestione, la multiprofessionalità che caratterizza le strutture, quindi l’organizazzione funzionale e professionale di esse, la tipologia di personale dipendente, convenzionato o collaboratore, il potere disciplinare, il patrimonio e l’attività contrattuale. Dal regolamento aziendale allegato allo statuto si può evincere meglio come l’azienda, per il conseguimento degli obiettivi previsti dalla programmazione nazionale e regionale ed in coerenza con quanto previsto dalla legge e dai piani regionali, articola la propria struttura organizzativa in strutture organizzative professionali e funzionali, semplici o complesse in funzione della particolare articolazione organizzativa, del bacino di utenza, della valenza strategica per l’Azienda. In fase di primo impianto, fatte salve le diverse previsioni stabilite dal regolamento o da altri atti di organizzazione, le unità operative del ruolo sanitario e sociale sono rimaste quelle esistenti nelle Aziende USL soppresse, l’articolazione delle strutture organizzative professionali con l’individuazione analitica delle unità operative complesse e semplici è stata determinata con provvedimento successivo, con l’approvazione del relativo repertorio (Deliberazione del Direttore Generale n. 657 del 22/06/2016).

Gli elementi di novità che lo statuto introduce rispetto a quanto avveniva nelle aziende sopresse rigurdano la separazione tra esercizio delle funzioni di indirizzo, programmazione e controllo, proprie della direzione aziendale, e tra esercizio delle funzioni di attuazione e gestione affidato ai vari livelli della dirigenza. Ovvero l’Azienda è gestita da Dirigenti generali (responsabili dei dipartimenti, responsabili delle zone distretto, responsabili delle aree, dello staff, ecc…), Dirigenti di struttura (responsabili di ogni unità operativa), Dirigenti con incarico professionale, responsabili di sezione e di ufficio. La dirigenza generale che rappresenta il primo livello apicale ordinario, adotta gli atti di gestione su proposta dei dirigenti sottostanti (di cui coordina e controlla l’attività), propone le risorse e i profili professionali necessari, esercita il potere sostitutivo e propone l’adozione di misure previste per i casi di responsabilità anche professionale, rappresenta l’azienda verso l’esterno, ecc… Il dipartimento e le zone-distretto sono attributari delle funzioni di direzione generale, cioè rappresentano il primo livello di attuazione della programmazione, degli indirizzi e degli obiettivi definiti dall’organo di

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vertice. Ci sono poi le strutture interne ai Dipartimenti e alla Zone-distretto, che rappresentano il secondo livello ordinario attuativo della gestione sia per gli atti e funzioni di propria competenza che per quelli delegati dalla dirigenza generale.

Tirando dunque le somme riguardo a ciò che è in atto ed a ciò che invece sta ancora cambiando a quasi un anno di distanza dalla costituzione dell’AUSL Toscana Nord Ovest, quando dovremmo trovarci ormai nella fase di entrata a regime vera e propria della L.R. 84/2015, possiamo osservare che sono chiare le nomine delle posizioni di vertice, anche quelle di direttore dei servizi socio-sanitari e direttore della rete ospedaliera che prima non esistevano, e sono stati delineati i nuovi istituti quali i dipartimenti o anche il comitato operativo di supporto. Il nuovo assetto dipartimentale e delle relative aree omogenee dell’Azienda avviato dal 1° luglio 2016, coerentemente con i principi e gli indirizzi regionali e con lo statuto aziendale e la proposta di regolamento generale adottati dall’Azienda già lo scorso 22 giugno, ha comportato la nomina di 51 direttori/responsabili che hanno acquisito tutti gli effetti giuridici ed economici per un periodo di un anno, da confermare per i successivi due anni a completamento del periodo di incarico triennale (qualcuno ha ripreso il posto che già rivestiva, molti non sono stati riconfermati, anche per l’accorpamento e quindi la riduzione in numero di alcune strutture, altri sono stati nominati per la prima volta anche in virtù della creazione di nuove aree omogenee). Le Strutture Organizzative professionali delle 5 ex Aziende sono state tutte mantenute confluendo in questa organizzazione, le funzioni e le attività presenti nelle ex Aziende vengono ricondotte ad ogni singolo Dipartimento, tuttavia comincia a profilarsi adesso in maniera chiara la definizione dell’assetto organizzativo professionale interno di ciascuno e la capillarizzazione attraverso la quale tali dipartimenti ed aree funzioneranno nella realtà quotidiana regolando i servizi esistenti e il lavoro dei dipendenti. Non esiste per adesso alcun atto ufficiale che regoli il funzionamento di ogni dipartimento, ma i rispettivi direttori con i loro collaboratori hanno individuto e presentato nel corso degli interventi formativi a cascata i principi che i dipartimenti dovranno perseguire per il corretto funzionamento dell’AUSL Toscana Nord Ovest. In particolare è stata delineata l’importanza della rilevazione delle presenze, dell’autorizzazione alla formazione individuale, della possibile richiesta di personale o di arredi economali e sanitari o di attrezzature non sanitarie e di manutenzioni ordinarie o di acquisto o rinnovo di attrezzature sanitarie e sono state anche delineate le modalità con cui realizzare tali principi.

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Va notato che, mentre la riforma si avvia, nell’AUSL Toscana Nord Ovest emergono anche le prime differenze rispetto alle altre due Aziende sanitarie istituite con la riforma, per citarne una possiamo osservare che all’interno dell’AUSL Toscana Nord Ovest il Dipartimento della Riabilitazione è stato suddiviso in area Nord e area Sud, mentre nelle AUSL Toscana Centro e AUSL Toscana Sud Est il Dipartimento è unitario e gestito da un solo direttore (Deliberazione del Direttore Generale n. 687 del 24/06/2016) (Struttura Complessa Organizzazione, procedure e dati Azienda USL Toscana Centro, 2016).

Il Piano di Area Vasta 2016-2020 è stato approvato dalla conferenza aziendale dei sindaci in data 5 Luglio 2016 ed ha dato particolare rilievo all'importanza di privilegiare e sviluppare i temi della prevenzione e della sanità territoriale, segnalando anche la necessità di un maggiore e costante confronto con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria e con l'Università di Pisa. I Piani Attuativi Locali invece sono ancora in via di definizione, così come i Piani Integrati di Salute e i Piani di inclusione zonale, infatti questi sono strettamente correlati alla ridefinizione delle zone distretto. Difatti l’approvazione da parte dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Toscana, in data 29 aprile 2016, della proposta di ridisegno delle zone distretto da inviare alla Regione Toscana avrebbe dovuto portare da 32 a 27 zone-distretto (leggermente di più rispetto alle 25 inizialmente prospettate dalla Giunta Regionale) e per l’AUSL Toscana Nord Ovest avrebbe significato l’accorpamento delle zone Bassa Val di Cecina con la Val di Cornia e dell’Alta Val di Cecina con la Valdera, portando ad un assetto finale caratterizzato da 10 zone-distretto: Lunigiana, Apuane, Versilia, Valle del Serchio, Piana di Lucca, Pisana, Valdera-Alta val di Cecina, Livorno, Elba, Bassa val di Cecina-Val di Cornia (Naldoni S., 2016). Tuttavia ad oggi le zone-distretto sono rimaste invariate ed ad ognuna è stato assegnato un responsabile, pertanto, sebbene la situazione potrebbe rimanere in divenire per molto tempo, questo sembra l’assetto territoriale definitivo e come tale dissattende in parte le iniziali direttive regionali.

Il riordino della rete ospedaliera è uno dei punti che sta ancora prendendo forma, sono state presentate le prime idee su quali potrebbero essere le specialità per ogni presidio (e le nomine dei direttori dei dipartimenti in parte ne sono espressione), ma non vi è attualmente nessun atto ufficiale che descriva l’organizzazione relativa a questo punto. Analogamente si può dire per ciò che concerne i sistemi di prenotazione per l’utenza e le iniziative di apertura dei servizi oltre il normale orario, che attualmente non hanno subito

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modifiche.

Era prevista una particolare difficoltà nella riallocazione delle attività per i vincoli logistici e territoriali, considerato anche che essa comporta una ridefinizione dei carichi di lavoro e delle competenze dei singoli o spostamento del personale, che se da un lato può agevolare la mobilità interna e quindi agevolare quanti erano costretti a spostarsi per lavoro in zone lontane da casa o per qualsiasi altro motivo a loro scomode, dall’altro rischia di vedere presidiate certe attività da personale non formato o non motivato. Ulteriore criticità per quanto riguarda il personale dipendente è l’omogeneizzazione dei trattamenti giuridici ed economici del personale, dei sistemi di valutazione, delle politiche di sviluppo delle carriere e dei sistemi premianti collegati a sistemi di valutazione delle performance e la predisposizione di un piano formativo comune. Tali criticità sono tuttora presenti, ma in parte regolate dalle normative regionali. Il piano di formazione è invece stato già ideato anche grazie ad software gestionale (Ermione) comune a tutte le ex Asl, che oltre a permettere la gestione dell’anagrafica aziendale, permette anche di pianificare, gestire e monitorare tutte le attività formative. Sono state messe insieme le proposte pervenute dalle cinque strutture di formazione con ulteriori progetti di interesse Aziendale d’intesa con la direzione, sulla base dei bisogni comuni e con l’intenzione di coinvolgere non solo i soliti direttori di struttura complessa ma tutti gli attori in gioco (i dirigenti delle professioni sanitarie, i coordinatori del personale infermieristico e tecnico-sanitario, le posizioni organizzative, gli animatori), affermare l’impegno della Dirigenza Aziendale per una Formazione permanente dei suoi professionisti, capace di accrescere le loro competenze in termine di conoscenze, capacità, consapevolezza e disponibilità ad assumere responsabilità e utilizzare la formazione come leva strategica per introdurre e guidare il cambiamento. Una nota viene fatta anche sulle professionni sanitarie della riabilitazione, per le quali la formazione comune dovrebbe creare una rete di comunicazione che permetta da subito di essere informati sull’offerta formativa interaziandale, per consentire la partecipazione mirata alle iniziative di formazione inerenti il settore.

Attualmente in base alle sedi operative, al bisogno assistenziale, alle liste di attesa e alla modalità con cui ogni ex AUSL aveva strutturato il proprio modello organizzativo si sta facendo un’analisi del bisogno di risorse, anche con l’ipotesi di assunzione del personale e omogeneizzazione del funzionamento.

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4.3 Strutturazione del Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie e della