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DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1985 (pagine 99-123)

n. c.

Nella sala della Giunta della Camera di commercio di Torino è custodito e via via aggiornato l'albo d'onore dei presidenti dell'istituto, da quando l'ente nel 1687 co-minciò a chiamarsi, sotto Vittorio Amedeo II, Sovrintendenza generale del commer-cio, arti e manifatture. Da allora la Came-ra di commercio ha mutato nome più vol-te: Consiglio del commercio dal 1729 al 1801, poi sino al 1814 Camera di commer-cio, quindi di nuovo Consiglio del com-mercio, dal 1827 al 1863 Regia Camera d'agricoltura e commercio, successivamen-te fino al 1911 Camera di commercio e arti, dal 1911 al 1928 Camera di commer-cio e industria, dal 1928 al 1939 Consiglio provinciale dell'economia, dal 1939 al 1945 Consiglio provinciale delle corpora-zioni, d o p o la guerra sino al 1966 Camera di commercio, industria e agricoltura, quindi l'attuale dizione che inserisce anche l'artigianato. Le origini peraltro sono forse anteriori alla data sopracitata, in quanto, come ha ricostruito nel 1965 Dina Rebau-dengo nel volume «Vecchia T o r i n o » , un organo in qualche m o d o assimilabile po-trebbe essere considerato quello istituito con un editto dal Duca Amedeo Vili nel

1430, concernente le « a r t e s » e gli «artistae

mecanici», assoggettati a vigilanza da par-te di «esperti ispettori giuristi», che aveva-no tra i diversi compiti anche l'obbligo di accertare che i manufatti fossero genuini. Con questo mezzo millennio di vita alle spalle è ovvio che le attribuzioni della Ca-mera di commercio si sono trasformate e ampliate secondo le necessità del divenire economico. Da poche centinaia di artigiani da seguire e controllare si è infatti passati alla gestione di innumerevoli compiti am-ministrativi e promozionali per 162.500 aziende (tale è la consistenza delle imprese iscritte al Registro ditte dell'istituto came-rale torinese a fine dicembre 1984), di cui 10 0,4% agricole, il 9,5% industriali, il 39,7% commerciali, il 14,3% dei servizi e 11 36,1% dell'artigianato.

Però, come cinque secoli fa, invariato resta l'obiettivo fondamentale del sostegno del-l'economia locale, allora delle arti e dei mestieri, adesso dei più diversi settori pro-duttivi. Ed è a p p u n t o per consentire al m o n d o imprenditoriale del comprensorio pinerolese di avvalersi più rapidamente di molti servizi amministrativi che l'8 genna-io 1985 la Camera di commercgenna-io di T o r i n o ha inaugurato un ufficio decentrato a Pine-rolo, in via Saluzzo 100-102.

L'orario per il pubblico è identico a quello della sede torinese (9-12,30 dal lunedì al venerdì). Il recapito telefonico, (0121) 794231/2.

Grazie ai collegamenti telematici i servizi resi sono molti e riguardano il Registro

delle ditte (accettazione domande di

iscri-zione, modificazione e cessaiscri-zione, rilascio certificati, visure a legalizzazione firme e autenticazione documenti), il Commercio

interno (accettazione domande di

iscrizio-ne, modificazione e cessazione al Registro Esercenti il Commercio, rilascio certificati e visure REC, accettazione domande esa-mi idoneità commerciale, rilascio certifica-ti idoneità commerciale, accettazione do-mande iscrizione, modificazione e cessa-zione ruolo Mediatori e rilascio relativi certificati, accettazione domande di iscri-zione, modificazione e cessazione ruolo Agenti e Rappresentanti e rilascio relativi certificati, accettazione domande di iscri-zione alla Cassa Mutua commercianti), l'Artigianato (accettazione domande di iscrizione, modificazione e cessazione al-l'albo delle imprese artigiane della provin-cia di Torino, accettazione domande di qualificazione professionale per attività di parrucchiere, estetista e simili, rilascio cer-tificati) e le visure sui Protesti cambiari. Sulla base delle richieste provenienti dalle aziende, si valuterà in futuro l'eventuale allargamento delle prestazioni.

L'apertura in via sperimentale dello spor-tello è avvenuta dopo un'accurata valuta-zione della consistenza del bacino di uten-za (7.500 ditte industriali, commerciali e artigiane) e delle priorità rispetto ad altre aree in termini di minor celerità dei colle-gamenti con Torino. La decisione era mol-to attesa ed è stata accolta con particolari consensi non solo dalle imprese operanti nella zona. La conferma sostanziale è la messa a disposizione da parte del Comune di Pinerolo dei locali (funzionalmente arre-dati dall'ente camerale), avvenuta con la firma di una specifica convenzione. È la storia della Camera di commercio, in-dustria, artigianato e agricoltura di Torino che continua, per rispondere alle più senti-te esigenze delle casenti-tegorie operative e sup-portare e promuovere sempre meglio, nel solco della positiva tradizione plurisecola-re, l'espansione dell'economia dell'intero territorio di competenza.

Nelle colonne che seguono si presenta uno stralcio del-l'indagine curata dall'istituto camerale torinese sull'an-damento congiunturale dell'economia della provincia di Torino nel corso del 4° trimestre 1984.

I SETTORI PRODUTTIVI IN GENERALE

Industria

Il 37% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver prodotto di più nei confronti del trimestre prece-dente, il 48% è rimasto stazionario e il 1 5% ha con-suntivato un calo (saldo + 22%, a fronte di - 11 % tre mesi fa e + 17% alla stessa data dell'anno preceden-te). Rispetto al quarto trimestre 1983 vi è un 42% di risposte indicanti un andamento evolutivo, un 37% stazionarietà e un 21% flessione (saldo +21%, a fronte di + 24% la volta scorsa e - 2% nel dicembre 1983).

La capacità produttiva è apparsa in ascesa a detta dell'8% degli interpellati, invariata per l'87% e ce-dente per il 5% (saldo + 3%, contro + 8% e - 1 % nel-l'ordine nelle due volte precedenti), mentre i costi di produzione sono cresciuti a giudizio del 73% delle imprese, rimasti uguali per il 25% e in diminuzione per il 2% (saldo + 71%, a fronte di + 7 6 % a settem-bre e + 82% un anno fa).

Quanto ai prezzi di vendita, il 26% li ha visti crescere, il 73% restare fermi e l ' I % regredire (saldo +25%, contro + 2 7 % in tutte e due le scorse occasioni); in merito al fatturato,\ pareri si sono invece così ripartiti, sempre in confronto con il trimestre precedente: 46% lievitazione, 40% stazionarietà e 14% involu-zione (saldo + 32%, a fronte di - 1 5% tre mesi fa e + 25% lo scorso anno).

Nei confronti della domanda interna, il 19% dei giudi-zi è di crescita, il 60% di stagiudi-zionarietà e M 1% di ce-dimento (saldo + 8%, contro - 7% a settembre e - 3% un anno fa). Per quel che concerne gli ordinativi

esteri, il 27% li ha considerati in crescita, il 63%

co-stanti e i l i 0% in flessione (saldo + 17%, contro + 5% nel trimestre passato e + 2% nel dicembre 1983).

Previsioni per il primo semestre 1985: produzione

+ 23% (+12% tre mesi fa) (+12% un anno fa); do-manda interna + 10% (+ 11 %) (+ 2%); dodo-manda este-ra + 23% (+11%) (+11%); occupazione - 2 0 % ( - 1 6 % ) (-23%); prezzi di vendita + 5 5 % (+54%) (+69%).

Commercio

Le vendite a prezzi costanti dei grossisti sono au-mentate, tra il terzo e il quarto trimestre 1984, a detta del 41% degli intervistati, rimaste costanti per il 44% e scese per il 1 5% (saldo + 26%, a fronte del - 10% del trimestre precedente e del + 10% lo scor-so anno). Quanto ai dettaglianti, il 49% ha giudicato la situazione in via di miglioramento, il 22% stazio-naria e il 29% in involuzione (saldo +20%, contro - 1 7 % tre mesi fa e + 2 1 % nel quarto trimestre

1983).

In merito alle giacenze, il 9% dei grossisti le conside-ra esubeconside-ranti, l'80% normali e l'11% scarse (saldo - 2 % , a fronte di + 4 % nel trimestre passato e - 6% nel dicembre 1983). Tra i dettaglianti, il 20% ritiene il proprio magazzino esuberante, il 73% in equilibrio

e il 7% sottodimensionato (saldo +13%, contro + 12% a settembre e + 13% un anno fa).

Relativamente ai prezzi, il 34% dei grossisti li ha visti crescere sul trimestre precedente, il 61% rimanere invariati e il 5% diminuire (saldo +29%, contro + 43% nel settembre e + 4 1 % nel dicembre 1983). Tra i dettaglianti, il 44% si è espresso per l'aumento, " 53% per la stazionarietà e il 3% per la flessione

(saldo +41%, a fronte di + 50% tre mesi fa e + 50% 10 scorso anno).

Le previsioni per il primo trimestre 1985 mettono in rilievo un 1 8% di grossisti ottimisti, un 56% di indif-ferenti e un 26% di pessimisti (saldo - 8%, contro + 21 % nel trimestre precedente e - 21 % un anno fa). Quanto ai dettaglianti, il 17% intravede un migliora-mento, il 40% è per la stazionarietà e il 43% è per una flessione (saldo - 26%, a fronte di + 17% la volta scorsa e di - 39% un anno fa).

Credito

L'affluenza del risparmio è stata giudicata in crescita rispetto al trimestre precedente dal 70% degli istituti di credito interpellati, costante dal 20% e in regresso dal 10% (saldo +60%, contro + 11% nel settembre di quest'anno e + 43% un anno fa).

Circa le richieste di credito, il 30% delle risposte è per l'incremento, il 60% per la stazionarietà e il restante 10% per la flessione (saldo + 20%, contro + 78% nel-lo scorso trimestre e + 7 1 % nel dicembre 1983), mentre con riguardo alle concessioni di credito, il 30% è per la crescita, il 50% per la stazionarietà e il 20% per il calo (saldo + 10%, a fronte di + 78% nella precedente occasione e di + 71 % lo scorso anno). 11 costo del denaro è crescioto a giudizio del 40% del-le banche intervistate, rimasto costante per il 40% e calato per il 20% (saldo +20%, contro + 5 6 % tre mesi fa e - 29% lo scorso anno).

Previsioni per l'economia torinese nel primo

trime-stre 1985: il 60% s'aspetta un miglioramento e il 40% stazionarietà (saldo + 60%, contro + 67% a set-tembre e + 29% nel dicembre 1983).

MOVIMENTO ANAGRAFICO E DELLE FORZE DI LAVORO

Popolazione

Nei primi nove mesi del 1984 i nati in provincia di Torino sono stati 14.034 ( - 4 , 8 % sul corrispondente periodo del 1983) e i morti sono ammontati a 16.730 (-7,2%). Si tratta tuttavia di dati ancora provvisori. Il saldo naturale è così migliorato rispetto al 1983 ( - 2 . 6 9 6 unità contro - 3 . 2 8 1 ) . Quanto al movimento migratorio, nello stesso periodo sono cresciuti gli immigrati (+3,4% sul gennaio-settembre 1983, da 49.294 persone a 50.975), mentre gli emigrati sono calati ( - 1,7%, da 59.155 a 58.162). Ne consegue per il 1984 un saldo migratorio di - 7 . 1 8 7 unità, sensibilmente più contenuto nei con-fronti di quello rilevato alla stessa data dello scorso anno ( - 9 . 8 6 1 unità). Il saldo totale è stato pari a - 9 . 8 8 3 persone, a fronte di - 13.142 dell'anno pre-cedente.

Il comune capoluogo a fine dicembre 1984 eviden-ziava una popolazione pari a 1.049.892 abitanti, con una flessione dell' 1,8% rispetto all'anno passato. In quest'anno sono nate 8.328 persone ( - 3 , 1 % rispet-to al 1983) e ne sono decedute 10.230 ( - 8,7%), per cui il saldo naturale è nel frattempo passato da - 2 . 8 7 8 unità a - 2 . 1 6 0 . Per quel che concerne il movimento migratorio in Torino città sono immigra-te nell'anno in esame 1 8.805 persone, a fronimmigra-te di 19.140 nel 1983 (- 1,8%), mentre ne sono emigrate quest'anno 35.661, con una variazione del - 12,2%. Pertanto, il comune capoluogo ha perso 16.961 abi-tanti a causa del movimento migratorio, contro 21.543 nell'ugual scorcio dell'anno trascorso (-21,3%).

In sintesi si può dire che sta continuando il calo di Torino a causa sia della flessione delle nascite, sia

per il processo di redistribuzione degli abitanti sul territorio metropolitano. Infatti, il resto della provin-cia ha guadagnato anche quest'anno abitanti a sca-pito della capitale regionale (circa 10.000 unità).

Movimento ditte

Nei primi undici mesi del 1 984 si sono iscritte alla Camera di commercio di Torino 15.918 ditte, con una crescita dell'1,9% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Nel frattempo le cancellazioni sono scese del 2,1 %, passando da 11.731 nel 1983 a 11.481 nell'anno successivo.

Settore per settore, le iscrizioni sono diminuite dello 0,6% (da 4 927 a 4.899) tra le ditte industriali, sono lievitate del 6,1 % tra quelle commerciali (da 6.612 a 7.01 7) e si sono ridotte dell' 1,8% per le restanti atti-vità (-1,8%).

Quanto alle cancellazioni, esse hanno subito una flessione sia per l'industria (-2,8%, da 4.153 a 4.036) che per il commercio (-2,9%, da 5.204 a 5.051 ). Si sono invece accresciute per le altre attivi-tà (+0,8%, da 2.374 a 2.394).

Forze di lavoro

In Piemonte il totale delle forze di lavoro al 1984 (media delle quattro rilevazioni trimestrali ISTAT) ammontava a 1.977 mila unità, di cui 1.222 mila maschi e 755 mila femmine. Il tasso d'attività risul-tava pari al 45,5%, c: ntro il 45,7% del 1983 e il 44,9% di due anni fa. Rispetto allo scorso anno la forza lavoro piemontese è scesa di 28 mila unità, in-terrompendo una tendenza ascensionale, che durava pressoché ininterrotta dagli anni '70.

Quanto agli occupati, nel 1984 erano pari a 1.804 mila (1.157 mila maschi e 647 mila femmine), per cui i disoccupati erano 1 74 mila, cioè l'8,8% della forza lavoro. Sul 1983 è da segnalare una flessione di 33 mila unità tra gli occupati e un'ascesa di 2 mila tra i senza lavoro. Un anno di ripresa economica ha quindi sortito il solo effetto di frenare l'emorragia oc-cupazionale, tenuto conto che tra il 1982 e il 1983 erano invece andati perduti 24 mila posti di lavoro (da 148 mila disoccupati si era passati a 172 mila). Nel 1984 vi erano 32 mila disoccupati veri e propri (cioè coloro che hanno perso un precedente impie-go), 88 mila in cerca di prima occupazione e 54 mila altre persone alla ricerca di un lavoro. Nei confronti dell'anno precedente i primi sono lievitati di mille unità (erano 31 mila), i secondi sono calati di 8 mila (96 mila) e gli altri sono saliti di 9 mila. Tali oscilla-zioni, piuttosto modeste in termini assoluti, vanno prese con beneficio d'inventario, in quanto occorre tenere nel debito conto l'esistenza degli scarti cam-pionari dovuti alla metodologia dell'indagine. Sem-bra però accertato che la disoccupazione giovanile ha goduto qualche beneficio dalla mutata situazione economica, anche se si tratta tutto sommato della classica goccia sulla pietra ardente.

Passando ad esaminare gli occupati, nel 1984 vi erano 183 mila persone impiegate nell'agricoltura (188 mila nell'anno precedente), 772 mila nell'indu-stria (847 mila nel 1983) e 849 mila nelle altre atti-vità (802 mila).

Nell'industria vi è stato un calo generalizzato, mode-sto nel settore dell'energia ( - 4 mila), mentre sia la trasformazione (da 697 mila a 637 mila occupati), che le costruzioni (da 131 a 119 mila), hanno de-nunciato un cedimento occupazionale. Si tratta di cali piuttosto vistosi ( - 8,6% per i comparti manifat-turieri e - 9,2% per le costruzioni) e dovuti al gioco di fattori strutturali e non congiunturali. Nel terziario vi è stata una lievitazione assai marcata: nel commer-cio (da 3 3 0 mila occupati a 355 mila) e nelle pubbli-che amministrazioni ed altri servizi (da 3 2 0 mila a 345 mila). Viceversa, il credito e le assicurazioni si sono mantenuti sostanzialmente stazionari (da 66 mila a 65 mila) e i trasporti e le comunicazioni sono lievemente calati (da 86 mila a 84 mila).

Ancora in tema di tendenze di fondo, si può notare che tra il 1980 e il 1984 (medie annuali), a parità di totale di forze di lavoro, in Piemonte il tasso d'attivi-tà è salito (dal 44,5% al 45,5%) di un punto percen-tuale grazie al calo nel frattempo intervenuto nella popolazione.

Ne consegue che i disoccupati sono passati da 105 mila nel 1 984 agli attuali 1 74 mila (+ 65,7%), cresci-ta notevole, specie se si tiene presente che nel 1974, cioè dieci anni fa, i disoccupati piemontesi ammontavano a 31 mila.

Quanto alla suddivisione settoriale dell'occupazione, che nella sua globalità ha perso 69 mila unità nel quadriennio, si è notato un grosso spostamento dal-l'industria (calata nel frattempo dal 48,4% dell'occu-pazione complessiva regionale, di cui il 40,5% mani-fatturiera, al 42,8%, di cui il 35,3% manifatturiera) ai servizi (cresciuti dal 40,8% al 47,1%). Ne consegue che l'agricoltura è passata dal 10,8% al 10,1%.

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In merito alla sola provincia di Torino, si è innanzitut-to notainnanzitut-to un cerinnanzitut-to calo nel innanzitut-totale delle forze di lavoro (da 1.060 mila unità nel 1983 a 1.039 mila nel 1984).

Quanto agli occupati, si rileva che l'agricoltura è ri-masta sostanzialmente invariata con 43 mila unità, l'industria è arretrata di 56 mila occupati (da 4 7 6 mila a 420 mila), i servizi sono cresciuti di 29 mila lavoratori (da 4 2 8 mila a 457 mila).

All'interno del secondario vi è un cedimento sia dei rami della trasformazione (da 4 0 9 mila a 3 6 2 mila), sia delle costruzioni (da 58 mila a 50 mila). La conti-nua involuzione dei comparti manifatturieri, dovuta sia ai lavoratori dipendenti che a quelli indipendenti, mette in luce le persistenti difficoltà dell'industria provinciale, nonostante sia già avvenuto negli scorsi anni un pesante processo di sfoltimento dei ranghi e sia da tempo avviata una, seppur modesta, ripresa congiunturale.

Quanto al terziario, al suo interno il commercio è lie-vitato di 17 mila unità (da 171 mila a 188 mila), i trasporti e le comunicazioni sono rimasti quasi sta-zionari, come pure il credito e le assicurazioni. Infine, le pubbliche amministrazioni e gli altri servizi sono passati da 1 74 mila addetti a 188 mila.

Passando ai disoccupati, si rileva in primo luogo che nel 1984 ammontavano a 119 mila, contro 115 mila nell'anno precedente. Tra essi, coloro in cerca di prima occupazione erano 62 mila (63 mila nel 1983). I disoccupati veri e propri erano 2 4 mila e

sono ora 19 mila, mentre le altre persone in cerca di lavoro sono cresciute da 28 mila a 38 mila unità. Dai dati comunicati dall'Ufficio provinciale del Lavo-ro risulta che a fine novembre 1984 erano iscritti nelle liste di disoccupazione in provincia di Torino 122.041 lavoratori (+15,8% sul 1983), di cui 57.491 alla prima classe (+ 17,2%) e 58.486 alla se-conda (+ 14,3%). Anche per questa via trova confer-ma la difficile situazione occupazionale torinese, sia tra i giovani in cerca del primo impiego (cioè gli ap-partenenti alla seconda classe) che tra i disoccupati veri e propri (prima classe). Inoltre, gli assunti nei primi mesi del 1984 erano pari a 67.924 unità ( - 2 , 2 % sul corrispondente periodo del 1983) e i li-cenziati a 72.738 (+0,9%).

Quanto alla Cassa integrazione guadagni, nel 1984 le ore di intervento totali sono ammontate a (genna-io-novembre) 155.846.890, con un calo del 5,5% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Oc-corre però rilevare che i dati relativi al 1984 sono ancora provvisori e suscettibili di incrementi anche notevoli. Si osserva inoltre che a un calo delle ore straordinarie (- 15,8% e 103.123.238 ore) si è con-trapposto un lieve accrescimento di quelle ordinarie (+0,4% e 52.723.652 ore).

I SINGOLI SETTORI INDUSTRIALI

Alimentare

Il primo trimestre dell'anno è stato caratterizzato da alcuni elementi positivi in un quadro generale però di sostanziale stazionarietà. Successivamente però vi è stata un'apprezzabile evoluzione, via via crescente, che ha consentito di superare discretamente i livelli operativi conseguiti nell'anno precedente. Nell'ulti-mo trimestre i ritmi produttivi sono rimasti abba-stanza elevati, anche se di non molto superiori ai corrispondenti del 1983. Questo fatto è dovuto ai già relativamente alti livelli del quarto trimestre del-l'anno passato, periodo già caratterizzato da discrete lievitazioni operative. In sintesi si può valutare che l'industria alimentare locale abbia conseguito tra il 1983 e il 1984 un guadagno produttivo di circa 5

punti percentuali a valori costanti. Il 1 984 si è con-cluso abbastanza bene anche sotto il profilo della domanda globale, specie nella componente interna, e ha pure presentato una situazione dei magazzini di prodotti finiti in equilibrio.

Le previsioni a sei mesi, infine, sono discrete per pro-duzione e domanda estera, mentre scontano qualche modesto cedimento nei confronti del tiraggio del mercato interno.

Tessile e abbigliamento

Il comparto tessile già ad inizio anno evidenziava on quadro congiunturale in sostanziale evoluzione sui periodi precedenti. In particolare vi erano crescite dal lato della domanda, sia interna che estera, con la produzione in fase di modesto irrobustimento. Tale situazione ha poi trovato conferma nei mesi centrali del 1984 ove si è riusciti a consolidare i recuperi operativi rispetto all'anno scorso. L'ultimo scorcio dell'anno ha poi manifestato ulteriori spinte evoluti-ve della produzione che dovrebbero aevoluti-ver consentito di conseguire un bilancio d'annata tutto sommato soddisfacente, valutabile in un accrescimento, a lire costanti, del 5% sul 1983.

Pure la domanda si è rivivacizzata, giungendo nei mesi finali del 1984 a superare di vari punti percen-tuali la corrispondente di dodici mesi prima. La situazione delle giacenze di prodotti finiti era con-fortante, così come i livelli medi di utilizzazione degli impianti. Le attese per la prima metà del 1985 erano poi di segno positivo lungo l'intera linea del fronte, cioè sia per la produzione che per la domanda, italia-na ed estera.

Quanto all'abbigliamento, esso in avvio d'anno è sta-to caratterizzasta-to da un rilancio della domanda inter-na che non si è immediatamente ripercossa sull'atti-vità operativa, ma solamente sul processo di smalti-mento delle scorte esuberanti. Nel contempo le cose sui mercati esteri sono andate abbastanza bene. Tale situazione di relativa fiacchezza dei ritmi pro-duttivi è proseguita fino a tutta l'estate, come pure i cenni di recupero dal lato della domanda, sia all'in-terno che oltre frontiera. Solamente nell'ultimo tri-mestre si riusciva a raddrizzare la situazione produt-tiva, nel senso che venivano superati, anche se di poco, i corrispondenti livelli operativi dell'anno pre-cedente e nel contempo si portava il grado medio di sfruttamento degli impianti su valori apprezzabili. Pure la domanda globale si innalzava e consentiva

Tabella 1 - MOVIMENTO DITTE IN PROVINCIA DI TORINO - ANNO 1 9 8 4

Industria Commercio Altre attività Totale Iscrizioni Cancellazioni Iscrizioni Cancellazioni Iscrizioni Cancellazioni Iscrizioni Cancellazioni

1984 1984 1984 1984 1984 1984 1984 1984 Gennaio 721 969 853 8 8 5 550 427 2 1 2 4 2 2 8 1 Febbraio 558 323 763 3 4 3 507 2 1 8 1828 884 Marzo 576 259 746 4 4 0 437 183 1759 882 Aprile 4 4 5 2 5 3 6 2 0 3 7 6 3 3 4 2 2 2 1399 851 Maggio 399 316 6 2 2 5 0 0 401 231 1422 1047 Giugno 3 9 2 2 7 0 521 4 0 8 325 185 1238 863 Luglio 4 3 5 3 8 0 652 5 4 6 367 208 1454 1134 Agosto 2 1 9 191 331 2 4 0 159 101 709 532 Settembre 31 1 2 6 9 592 3 3 6 249 154 1152 759 Ottobre 4 6 0 3 9 5 6 7 2 5 2 0 332 2 4 0 1464 1 155 Novembre 3 8 3 411 6 4 5 4 5 7 341 225 1369 1093

anche a questo ramo industriale di riassorbire com-pletamente le scorte eccedenti di prodotti finiti. In sintesi, il 1984 nel suo insieme non dovrebbe aver superato i ritmi produttivi del suo predecessore no-nostante il finale in crescendo. Si stima perciò che tra i due anni vi sia stata una lieve flessione operati-va, valutabile in circa un punto a valori costanti. Quanto alle attese future, si pensa, a giudicare dalle risposte fornite dagli operatori del settore, che nei prossimi mesi la produzione dovrebbe crescere, così come la componente interna della domanda. Si nutre invece qualche timore sulle possibilità di tenuta delle esportazioni.

Legno e mobilio

Dopo le preoccupanti flessioni operative durante quasi tutto il 1983, vi è stato un certo rilancio già nel corso del primo trimestre 1984, senza tuttavia

con-sentire un recupero delle perdite accumulate in pre-cedenza. Solamente nell'aprile-giugno si sono supe-rati i livelli produttivi del corrispondente periodo del-lo scorso anno. Tale situazione è stata confermata anche successivamente, in virtù di un certo rafforza-mento della domanda globale. Pure nell'ultimo tri-mestre si sono superati di alcuni punti percentuali i

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1985 (pagine 99-123)