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CAPITOLO 2. Le varie destinazioni d’uso della Cannabis

1.2. Cannabis come farmaco

Diversi studi scientifici spiegano che il CBD può essere un’alternativa naturale ai trattamenti tradizionali farmacologici per curare i pazienti che soffrono di diverse patologie anziché i suoi rispettivi sintomi come per esempio: Alzheimer, artrite, attacchi di panico, cancro, cefalea, colite ulcerosa, depressione, dermatite atopica, epilessia, glaucoma, infiammazione, ipertensione, nausea e vomito, patologie cardiovascolari, schizofrenia, sindrome del colon irritabile, sindrome premestruale e trombosi. Successivamente si spiegherà brevemente come il CBD può influenzare positivamente nel trattamento di alcune di queste patologie e sintomi.

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Ibidem.

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1.2.1. I cannabinoidi possono curare il Cancro87?

Normalmente le cellule nel nostro organismo si moltiplicano per natura per compiere diversi obiettivi come per esempio rigenerare la pelle dopo un taglio fino a rimarginare la ferita, dopodiché smettono di proliferare. Questo succede in delle situazioni normali ma quando si parla di cancro, le cellule (ovvero cellule anomale) cominciano a ‘impazzire’ e iniziano a moltiplicarsi in modo anormale creando delle mutazioni che si accumulano nel tempo per formare un tumore maligno.

La maggior parte di questi tumori prendono il nome dell’organo da dove si origina e perciò possono essere divisi nelle seguenti categorie88:

- carcinoma: tumore che inizia nella pelle; - sarcoma: cancro che inizia nell’osso; - leucemia: cancro che inizia nel sangue;

- linfoma: cancro che inizia nel sistema immunitario;

- cancro del sistema nervoso: inizia nei tessuti del cervello.

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Si tratta di “il nome dato a un insieme di malattie con alcune caratteristiche comuni. In tutti i tipi di cancro, alcune cellule del corpo iniziano a dividersi senza fermarsi e spesso a diffondersi nei tessuti circostanti. Non esiste un'unica malattia di nome cancro, ma tante patologie diverse che rientrano sotto questo nome collettivo, anche se ognuna può avere cause diverse, colpire tessuti e organi differenti e richiedere specifici esami diagnostici e soluzioni terapeutiche. Esistono però alcune caratteristiche che accomunano tutti i tipi di cancro e che permettono di dare a queste diverse malattie una descrizione comune, almeno in linea generale”.

Come nasce un tumore. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/cose-il-cancro/come-nasce-un-tumore. (Consultato il 16 settembre 2020).

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Associazione Internazionale per la Cannabis come Medicina. https://www.cannabis-med.org/index.php?tpl=faq&red=faqlist&id=267&lng=it. (Consultato il 16 settembre 2020).

L’associazione italiana malati di cancro, parenti e amici AIMAC, suddivide il cancro a seconda il singolo tipo: tumori cerebrali, al colon, al fegato, all’esofago, al rene, alla prostata, al polmone, al pancreas, all’ovaie…

In che forma incide l’uso di cannabinoidi nei pazienti con cancro? Il dottor Manuel Guzmàn, professore presso il Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare alla Complutense University di Madrid e coordinatore del gruppo di segnalazione sui cannabinoidi spiega che “i cannabinoidi, i componenti attivi della cannabis ed i loro derivati, esercitano effetti palliativi nei pazienti affetti da cancro attraverso la prevenzione di nausea, vomito e dolore e tramite la stimolazione dell'appetito. Inoltre, questi composti inibiscono la crescita di cellule tumorali in animali di laboratorio (topi e ratti). Tuttavia, al momento non ci sono prove concrete per dimostrare che i cannabinoidi, sia naturali che si ntetici, possano curare efficacemente il cancro nei pazienti, sebbene ulteriori ricerche siano in corso in tutto il mondo”89.

I cannabinoidi inibiscono la crescita del cancro? Il dottore Gusmàn spiega che per adesso sono stati pubblicati i risultati della prima e unica Fase di uno studio clinico che è stato fatto su un campione di nove persone con tumore aggressivo al cervello. La terapia con medicinali standard tradizionali non ha portato nessun risultato positivo in questi pazienti e perci ò si è deciso di provare una terapia alternativa a base di cannabinoidi, nello specifico con il THC90, somministrato con un catetere direttamente nel loro cervello. I risultati affermano che alcuni pazienti hanno risposto positivamente al trattamento a base di THC che ha inciso sulla diminuzione del tasso di crescita del tumore. Risultati veramente incoraggianti ma rimangono non statisticamente significativi. Da qui la necessità di continuare ad indagare e realizzare ulteriori ricerche su

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Associazione Internazionale per la Cannabis come Medicina. https://www.cannabis-med.org/index.php?tpl=faq&red=faqlist&id=267&lng=it. (Consultato il 16 settembre 2020).

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campioni più importanti dal punto di vista numerico. Bisogna ancora capire meglio come una cura a base di THC possa essere un trattamento alternativo per i pazienti affetti da cancro91.

1.2.2. Può essere l’epilessia92 trattata con il CBD?

I recettori CB1 presenti principalmente nell’encefalo e in minore quantità nel cervelletto e nell’ippocampo hanno un ruolo chiave perché esercitano delle funzioni importante nel Sistema Nervoso Centrale come “l’inibizione retrograda del rilascio dei neurotrasmettitori, il controllo dell’eccitabilità neuronale e la regolazione di diverse forme di neuro plasticità sinaptica a lungo termine”93. Inoltre i recettori CB1 hanno l’abilità di ridurre l’eccitabilità neuronale e esercitano un’azione mediatrice

diretta, di controllo e soprattutto di protezione contro le crisi convulsive epilettiche anormale e croniche di questa patologia.

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Associazione Internazionale per la Cannabis come Medicina. https://www.cannabis-med.org/index.php?tpl=faq&red=faqlist&id=267&lng=it. (Consultato il 16 settembre 2020).

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“Con epilessia si intende un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato da un’anomala attività dei circuiti nervosi che si traduce in crisi convulsive, talvolta accompagnate da nausea, anomalie comportamentali o sensoriali, spasmi muscolari (miocloni) e in alcuni casi perdita di coscienza. Le crisi epilettiche originano da uno sbilanciamento tra fenomeni eccitatori e inibitori nelle cellule cerebrali e, contemporaneamente, da una sincronizzazione di questo fenomeno in un’ampia area del cervello, talvolta in maniera generalizzata. A seconda dell’area di partenza delle crisi, le manifestazioni cliniche possono variare notevolmente. L’epilessia può manifestarsi in entrambi i sessi e a qualsiasi età, anche se nel 80% dei casi l’esordio è prima dei 20 anni. Durata, gravità e frequenza dei sintomi possono variare notevolmente; in genere, però, la diagnosi di epilessia si pone quando si siano verificate almeno due crisi non provocate. Complessivamente, soffrono di epilessia circa 500mila persone in Italia (fonte ministero della Salute) e 50 milioni in tutto il mondo (fonte Oms)”. «Epilessia». Telethon, /. (Consultato il 27 settembre 2020).

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E. De Vivo, E. Bignamini “Cannabis e cannabinoidi, dalla biochimica alle principali patologie d’organo, dalla legalizzazione alle indicazioni e alle prospettive terapeutiche”, Giovanni Fioriti Editore, 2017, pp.33.

Il Nationwide Children’s Hospital e l’Ohio State University College of Medicine di Columbus realizzò uno studio scientifico su un gruppo di 225 giovani pazienti affetti di Lennox-Gastaut, sindrome che fa parte del gruppo delle encefalopatie gravi di epilessia infantile. I risultati hanno scoperto che il cannabidiolo CBD è un trattamento efficace per questa grave forma di epilessia. I pazienti con la dose maggiore sperimentarono una riduzione delle crisi pari al 42% mentre i pazienti con la dose minore ebbero una riduzione del 37%94.

La Epilepsy Foundation è una delle organizzazioni aperte all’idea di utilizzare la Cannabis terapeutica per aiutare i pazienti epilettici ad alleviare le convulsioni e dichiara: “Quando i trattamenti tradizionali non sono efficaci, come succede in circa il 30% dei pazienti con epilessia, non è insensato considerare la Cannabis. Ecco perché alcuni stati americani l’hanno approvata come permesso caritatevole”95

.

Nel mondo si stanno sviluppando farmaci a base di CBD approvati dalla FDA96, per trattare i pazienti con epilessia e sono venduti e preparati esclusivamente da farmacisti.

In Italia “attualmente è in corso di valutazione presso l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) una richiesta di autorizzazione all’avvio della commercializzazione di un medicinale, in soluzione orale contenente cannabidiolo, che ha già ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio centralizzata da parte dell’European Medicines Agency (EMA) e che lo stesso

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E. Mindell, “Olio di Canapa”, Edizioni il punto d’incontro 2018.

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E. De Vivo, E. Bignamini “Cannabis e cannabinoidi, dalla biochimica alle principali patologie d’organo, dalla legalizzazione alle indicazioni e alle

prospettive terapeutiche”, Giovanni Fioriti Editore, 2017, pp.36-37.

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medicinale è controllato attraverso un programma di uso compassionevole, notificato all’AIFA, per i pazienti in trattamento con sindrome di Dravet e sindrome di Lennox-Gastaut”97.

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