La relatione di Francesco Maria Vialardo sopra
il Stato di Parma e Piacenza
Lo stato di Parma e Piacenza, città nobilissime della Gallia Cesalpina, è posseduto dalla Casa Farnese. Queste due città hanno titolo di Ducato e l’una non cede all’altra, in modo che il Duca per non disgustarle usa questo stile, che quando si trova a Piacenza si mette prima Duca di Piacenza et puoi di Parma,405 ne gli ordini
e bandi che si pubblicano et a Parma si nomina prima Duca di Parma.
Delle cose appartinenti all’Historie di queste due città e stato, come sarrebbe a dire dell’origine loro, delle cose da loro fatte, e delle cose memorabili, che vi sono accadute non ragionarò, poiché si può vedere Fra Leandro nella Descrittione d’Italia, che di ciò tratta. Né tampoco dirò della origine di Casa Farnese, poiché di lei ne tratta Honofrio Panvinio nella Vita de Papi, parlando di Paolo Terzo; ma in somma è Casa Toscana, che ha hauti gran Capitani, et è nobile più di 700 anni sono et ha havuto origine dal Castello Farnese in Toscana, qual Castello fu edificato da Farnazo venuto d’Asia, come racconta Fanusio Campano nella sua Historia e poi di mano alterandosi li nomi da Farnach, cioè fu detto Farnese.
Il più Illustre Capitano di questa Casa fu un Ranuccio, per il quale il presente Duca Ranuccio si chiama. La grandezza maggiore de Farnese nacque da una bellissima donna, della quale innamorossi Alessandro Sesto, della quale fece il figliolo detto Alessandro Cardinale, che fu poi Papa Paolo Terzo, il quale diede Parma e Piacenza a Pierluiggi suo figliolo e diede in contracambio alla Chiesa Camerino, ch’era di detto Pierluigi. Onde Christofano Madrucci Cardinale di Trento, quando Paolo Terzo propose in Concistoro di fare detta permuta, disse che S. Santità voleva pigliare due sale, cioè Parma e Piacenza, con dare un Camerino. Il Duca di queste due città è Ranuccio Prencipe di corpo ben disposto, di mediocre statura, di colore bianco oscuro, di voce soave, di costumi amabili, amatore de popoli, giustitiero, affabile e prudente nel governo.406
Ha un fratello nominato Odoardo Cardinale, non corpolento, anzi magro di voce bassa, pallido et ricco di 47 mila scudi d’entrata e gode Caprarola con il Palazzo che vi è. Il Palazzo che è in Roma407 con una bella
guardarobba, il giardino et una vigna. Ha una sorella detta Margherita, maritata al Duca di Mantova, ma per non essere atta al divorzio s’è ritirata tra le Religiose e quivi vive.
I titoli del Duca sono Duca di Parma e Piacenza e Castro, Confaloniero perpetuo di Santa Chiesa, Prencipe di Val di Taro e Marchese d’Ortona. Ha d’entrata ordinaria poco più di 100 mila scudi e straordinaria tra donativi e confiscationi sotto sopra per 25 mila altri e questa entrata è di gabelle ragionevoli,408 eccetto una a Parma, che gli huomini pagano un non so che, entrandovi, chi più et chi manco,
come sarebbe li sudditi del Duca di Savoia pagano manco de gl’ altri e quelli del Paese del Papa, oltre la detta somma. Ha il Duca quello che cava da Novara, città del Milanese, datoli dal Re di Spagna et ha quello che
405 si mette prima Duca di Piacenza ] si mette prima Duca di Piacenza M ] si nomina prima Duca di Piacenza F ] [si
firma prima Duca di Piacenza] G. In realtà, come riferisce Mario De Grazia, il copista del testimone G «ha chiaramente tralasciato la frase». Dunque in G, l’integrazione, «si firma prima Duca di Piacenza», è stata effettuata dal De Grazia: «Il copista qui ha chiaramente tralasciato la frase da noi messa fra parentesi quadre» (M.DE GRAZIA, Una antica e fedele Guida de ʽguidaʼ degli stati farnesiani di Parma e di Piacenza cit., p. 153).
406 di voce soave, di costumi amabili, amatore de popoli, giustitiero, affabile, e prudente nel governo ] di voce soave, di
costumi amabili, amatore de popoli, giustitiero, affabile, e prudente nel governo M ] di Popoli giustitiero, affabile, et prudente nel governo F ] di voce soave, di costumi amabile, amatore de’ popoli, giustiziero, affabile e prudente nel governo G.
407 che è in Roma ] che è in Roma M ] che è a Roma F ] che è a Roma G. 408 ragionevoli ] ragionevoli M ] raggionevoli F ] ragionevoli G.
cava dalle caccie e d’alcune possessioni sul Piacentino,409 che sarà da 10 mila scudi d’altri. E però resta il
Duca tributario del Papa per Parma e Piacenza e suddito per Castro, tributario all’Imperatore per Val di Taro et alcuni luoghi ha compri da signori Malespini e resta sotto il Re di Spagna per Ortona, Castellammare410 et
ha alcun altro luogo,411 benché il Viceré di Napoli non s’impacci in detti luoghi di cosa veruna, come ne
anco412 il magistrato di Napoli, o sia il Consiglio.413
Ha per arma le Chiavi et il Padiglione per rispetto del grado del Confaloniero ed i giacinti in forma di gigli. I suoi parenti sono il Duca di Bragancia in Portogallo per rispetto di Maria sua madre, che fu Portughesa, della quale non occorre ragionare, e Cleria Duchessa di Ginestra, sua cugina, figlia naturale del già Cardinale Alessandro: sono i figli del Conte Renato Borromeo, figli di Ersilia Farnese, sorella naturale di suo padre, li Duca Alessandro e Giuliano Cesarino Duca di Civitanova, figlio di detta Cleria.414
Il Duca d’Urbino, figlio di Vittoria Farnese e Filippo Re di Spagna, fratello di Margherita d’Austria, naturale ava del Duca e Margherita de Valois, naturale d’Enrico Secondo, Re, Duchessa di Mommorenci, che fu moglie d’Orazio Farnese Duca di Castro, fratello dell’avo del Duca. La spesa che egli fa è il presidio del Castello di Piacenza, che è di 200 soldati, di 1000 corsi alla fortezza di Parma, 500 soldati al Castel di Borgo Val di Taro e in agenti che tiene in Spagna, Roma, Napoli, Venezia, Milano, in staffette, in Governatori ed alcuni Potestà di Parma, Piacenza, Castro, Ortona, due Borghi cioè di Val di Taro e San Donnino,415 500
cavalli di guardia e 12 archibugieri, 25 mila scudi che dà al Cardinale suo fratello, 6 mila alla Principessa Margherita sua sorella, l’alloggio di forastieri, gl’ ufficiali di giustitia, gabellieri, portinari e la Corte, che è honorata assai, le stalle, le spie, le limosine, le fabriche a Parma e Piacenza, oltre la lite che per Val di Taro ha innanzi l’Imperatore, sì che puoco può avanzare, ma quando gli conviene fare qualche spesa straordinaria li popoli contribuiscono donando maggior somma di quella che si spende.416
Si diletta il Duca di spendere il tempo in audienze, essercitij di gioco di palla piccola e caccie et alle feste attende a balle417 et udir Commedie e di Carnovale ogni giorno alle maschere. Sa qualche cosa di matematica,
e di lettere latine; i suoi favoriti sono Papirio Picedi del genovese, Alessandro Orso suo Primo Segretario, Barbara Sanseverina, Torelli Conte di Montechiarugolo.418 È amato da Genovesi, a quali lascia andare
vittovaglie dal Picentino e fa carezze assai quando si fa la fiera a Piacenza e gli dà coloro che sono condennati alla galera. È amato dal duca d’Urbino come parente, dal Duca di Savoia, da Lucchese, dal Duca di Modena, dal Duca di Lorena e da Venetiani, non è odiato et il Re di Spagna l’ha in protettione, perché non vuole che la
409 possessioni sul Piacentino ] possessioni sul Piacentino M ] posessioni sul Piacentino F ] possessioni sul Piacentino
G.
410 Castellammare ] Castell’a mare M ] Castellammare F ] Castel a mare G.
411 et ha alcun altro luogo ] et ha alcun altro luogo M ] et ha alcuno altro luogho F ] ed alcuno altro luogo G. 412 come ne anco ] come ne anco M ] come neanche F ] come ne anco G.
413 o sia il Consiglio ] o sia il Consiglio M ] ossia il Consiglio F ] o sia il Consiglio G.
414 e Giuliano Cesarino Duca di Civitanova, figlio di detta Cleria ] e Giuliano Cesarino Duca di Civitanova, figlio di
detta Cleria M ] et Giuliano Cesarino Duca di Civitanova figlio di detta Cleria F ] e Giuliano Cesarino duca di Civitanova, figlio di detta Cleria G.
415 San Donnino ] Sandonino M ] San Donino F ] Sandonino G.
416 quella che si spende ] quella che si spende M ] quella che spende F ] quella che si spende G. 417 alle danze.
418 Barbara Sanseverina, Torelli Conte di Monte Chiarugolo ] Barbara Sanseverina, Torelli Conte di Monte Chiarugolo
M ] Barbara Sanseverina Contessa di Sala, et alquanto Pomponio Torelli Conte di Monte Chiarugolo F ] Barbara Sanseverina Contessa di Sala, ed alquanto Pomponio Torelli, Conte di Monte Chiarugolo G.
Chiesa si impadronisca di Parma e Piacenza, frontiere et antemurali dello Stato di Milano. 419 È odiato da
Papi, che vorrebbono Parma e Piacenza, dal Re di Francia che pretende 400 mila scudi, spesi dalla Corona per mantenere il già Duca Ottavio in Stato e pretende sopra il Borgo San Donnino.420
È odiato dal Duca di Mantova per le risse del divorzio della sorella, per gli abbracciamenti fatti su il Mantovano dal Conte Ottavio Avogrado, amico e servidore del Duca Ottavio e per la lite nata per il resto della dote della sorella ripudiata.421 Non è amato dall’Imperadore, che favorisce i Landi, et ha dato sentenza contro
il Duca di restituire Borgo di Val di Taro al Conte Landi; non è amato da Casa Davelos422 per le disfide
seguite tra lui et il già Marchese del Vasto né è troppo amato dal Gran Duca di Toscana per l’antica nemistà ch’è tra Casa di Medici e Farnese.
Batte monete d’oro, argento e rame, nel suo paese lo scudo d’oro ci vale assaissimo perché ce ne sono pochi. Confina il suo Stato con quello di Milano, verso il Cremonese, Pontremoli, il Lodigiano et il Pavese, confina con il Mantovano verso Guastalla, con il Duca di Modena verso Brescello, con Toscana verso Lunigiana, con Genovesi verso Varese e Lunigiana. Questo Stato manda a Milano e Genova, grani, pellami, olivi, casci e salami; piglia sete, drappi fini, sale, ogli, pesce di mare, carta, libri e tutto il resto, dal vino e carne in poi. Si serve delle cose che gli mancano a tutto questo Stato, da Milano, Genova e Venetia. Ha il Duca una razza de cavalli all’Aquila d’assai buona riuscita. In questo Stato sono alcune miniere di ferro, ha stampa del Viotto bellissima; il Po passa vicino a Piacenza e discosto da Parma sette miglia.
Il Papa scrivendo al Duca dà il titolo, che dà agli altri Duchi, eccettuati Toscana e Savoia; l’Imperatore gli dà il titolo d’Illustre. Il Re Christianissimo di Monsur di Parma. Il Re di Spagna d’Illustrissimo et V. S. Illustrissima il Duca di Toscana e Savoia d’Illustrissimo et Eccellentissimo e V. Eccellenza, così anco fa Venetia, e Genova. Gli altri Duchi d’Italia gli danno del Serenissimo o Altezza, come fanno anco li Cardinali. In questo Stato non nasce altro che quello che è per vivere humano, cioè risi, farri, legumi, grani in quantità, segale, biade, vini, ma piccioli, la più parte rossolini e frutti d’ogni sorte, parlando dell’ ordinarij e dell’ortaglie ordinarie, perché non ci nascono cavoli fiori, né lazzarole, né romorini et molti altri. È abbondante il paese de fieni, hortaglie, carni, pollami, ma ha pochi uccelli, non ha salvaticine, se non in pochissima quantità, non fa oglio solo, che di noce per la plebe, onde di tal frutto abonda, non ha miniera, che alcune di poca importanza di ferro nelle montagne verso Pontremoli, come ho detto, non ha pesce, che un poco dal Po; non fa altro Parma, che stuccetti, e qualche cosa di ferro e casci, che vanno per il mondo, e Piacenza fa alcuni drappi di seta e lana di poca consideratione. Non è paese di traffico se bene a Piacenza si fanno le fiere di cambij, da pochi anni in qua, ove concorrono i banchieri d’Italia. Quanto a gli animali, tutto quel paese abonda de porci, lepri, colombi, capretti, capponi, vacche, gallinalle d’India, anitre et oche. Il paese
419 che la Chiesa si impadronisca di Parma, e Piacenza, frontiere et antemurali dello Stato di Milano ] che la Chiesa si
impadronisca di Parma, e Piacenza, frontiere et antemurali dello Stato di Milano M ] che la Chiesa si impatronisca di Parma, e Piacenza, dal Re di Francia che pretende m/400. scudi, spesi dalla Corona per mantenere il già Duca Ottavio in stato, et pretende sopra il stato Borgo San Donino F ] che la Chiesa s’impadronisca di Parma e Piacenza frontiere ed antemurali dello stato di Milano G.
420 sopra il Borgo San Donnino ] sopra il Borgo Sandonino M ] sopra il stato Borgo San Donino F ] sopra il Borgo San
Donino G.
421 dal Conte Ottavio Avogrado, amico, e servidore del Duca Ottavio, e per la lite nata per il resto della dote della
sorella ripudiata ] dal Conte Ottavio Avogrado, amico, e servidore del Duca Ottavio, e per la lite nata per il resto della dote della sorella ripudiata M ] dal Conte Ottavio Avogrado, et per la lite nata per il resto della dote della sorella ripudiata F ] dal Conte Ottavio Avogrado amico e servidore del Duca Ottavio e per la lite nata per il resto della dote della sorella ripudiata G.
è quasi tutto piano, massime il Parmiggiano, che ha pochissima collina e poco rilevata, ma il Piacentino è tutto montuoso, come è anco tutta la Valle di Taro e verso Pontremoli. le colline del Parmegiano sono verso Corniglio et alcuni altri luoghi.
La città di Piacenza è più ricca, più popolata e più grande, e più mercantile di Parma, ma Parma è seggio del Duca, ha più Illustri feudatarij ha più belle Chiese et è più bella et ama più il suo Principe. il Paese è humido, grasso, ha acque assai d’inverno, è molto fangoso e principalmente il Parmegiano, e però l’aria è grossa, et humida e vi regna la nebbia e però gli huomini sono tali che potrebbono essere più acuti, più sodi e più d’apparenza; ma sono Martiali e cervellazzi, che danno nel pazzo; parlo de Parmegiani che i Piacentini hanno l’aria meno grossa et il paese meno humido e però sono acuti, per lo più magri, agili, di poco fede verso il Principe pronti alle risse, avari et ambitiosi et stanno sul grande, e come si dice per proverbio Parmegiano pazzo, così dice Piacentino pesa l’ovo, per dinotare la sua avaritia. I fiumi di questo Stato principali sono il Po, la Parma, la Lenza, la Trebbia, il Taro non navigabili e certi torrenti sul Piacentino. L’una e l’altra città o Vescovato, Piacenza sotto l’Arcivescovo di Milano e Parma sotto quello di Bologna; oltre dotte città sono in quello Stato, molti belli, e popolati luoghi e grandi, come è Borgo San Donnino, Borgo Val di Taro, ove si fa una bella fiera, Colorno del Marchese di Colorno, corte Maggiore del Marchese Sforza Pallavicino, Fontanellato de Conti di San Vitale, San Secondo del Conte di detto luogo. Il luogo del piacere del Duca è il Vairo su il Parmegiano, luogo da caccie.423
La corte del Duca è piccola, è d’una stalla di 40 cavalli col Mastro di stalla, con Tesoriero, un Pagatore, o Sottotesoriero, tre Segretarij, un Mastro di Casa, tre o quattro Signori per Corteggiani, otto Paggi, otto Staffieri, la Musica, il Medico, otto, o diece avitanti di Camera, alcuni pochi gentil’huomini di Camera, un Auditore di Camera, il Capitano della Guardia a cavallo e poi lo Scalco e Cuochi e simili officij bassi, uno Scultore, un Pittore e tre o quattro Consiglieri. Il Paese ha pochi danari, perché non ha traffico et non ha che quello che si cava da passaggieri e se bene lo Stato cava danari da bestiami, pollami, grani, lini et orzi, che manda a Genova e sul Genovese e qualche cosa sul Milanese, gli spende nondimeno quasi tutti,424 e gli manda
fuori del paese per comprare zuccheri, medicinali, sali, ogli, saponi, cibi da Quaresima, cere, corami, miele, spetiarie, drappi, armi, e molti lavori. Per la fabrica non fa venir altro d’altri paesi che colori per le pitture, perché ha qualche marmi, calcina, mattoni, con li quali fabrica, legnami, e ferro. Il governo è secondo le leggi Imperiali, che l’essercita, nelle città s’addimanda Governatore, o Auditore, gli Ufficiali per li luoghi si chiamano Podestà da quali è appellatione all’Auditori dagli Auditori al Governatore, dal Governatore al Duca e suo Consiglio e sono gli officiali, come si usa a Roma, poiché quello Stato essendo Stato della Chiesa ritiene anco il medesimo modo di Governo. Però il Governatore fa pubblicar bandj, dà licenza di portar l’armi e fa simili cose. I Signori nelli loro Castelli hanno la prima cognitione e possono far far giustitia. Hanno anco il loro Governo le Communità, il Palazzo, nel quale fanno fanno raggione, le prigioni, officiali a parte, e fanno condanne, ma non di morte, deliberano sopra la polizia delle città, o de villaggi, sopra i donativi da fare al Duca, sopra far fare le guardie alle porte e simili cose.
Gli Ecclesiastici sono ricchi, et hanno il loro giudicio a parte, che fa il Vescovo dal quale a appellatione a Roma e né il Duca né altri l’impaccia di loro e sono gli Ecclesiastici vecchi in tal modo, che godono la metà dell’entrate e perché li loro beni sono esseri d’ogni gravezza, quindi è che il Duca meno ne cava.
423 luogo da caccie ] luogo da caccie M ] luogo da caccie F ] luogo di caccie G.
424 qualche cosa sul Milanese, gli spende nondimeno ] qualche cosa sul Milanese, gli spende nondimeno M ] qualche
In questo è Università o Studio mantenuto a spese del Duca,425 fondato da questo Duca di due città.
Non so dire più di quello n’habbia detto fra Leandro nelle Descrittioni d’Italia, salvo che Parma gira da 4 miglia, ha bellissime strade, e larghe fa da 16 mila anime e non più, è bene fabricata, non è senza marmi, ha un bellissimo Domo, una bella Chiesa detta la Steccata, con eccellentissime pitture, un bellissimo Monastero detto di San Giovanni di Monaci Benedettini, ricco di 10 mila scudi d’entrata, nel quale sono cinque belli claustri, una bella libraria, quanto al vaso, alcuni belli oratorij sopra le mura della città. Ha Parma altri belli Monasterij, di S. Francesco de Canonici Regolari e de Padri Eremitani di S. Agostino. Il Casino del Duca ove è un bellissimo giardino di naranci, una regia fontana con molte statue, pitture e giochi d’acqua fata sallire con l’ingegno d’Allemagna in alto426 e la fontana a due ordini, il primo è a terra piana, il secondo vicino alle
stanze, tra le quali vi sono alcune pitture maravigliosamente depinte dal Mirol e principalmente d’una rovina, ch’è un’opera stupenda in pittura. Vi è il Battistero di figura circolare bellissimo, alto. Ha Parma tre ponti, un bellissimo, una bellissima piazza, l’Accademia dell’Innominati, famosissima nella quale sono descritti li principali d’Italia e Prencipi et il Duca Ottavio essendo Prencipe dell’Accademia mi favorì di farmice scrivere.
È bello il portico del Palazzo della Communità, e la Torre dell’orologio dell’istesso. Vi è il Casino di Monsignor Oratio, nel quale sono molte stanze degne d’esser vedute, una ha tutti gli altri istromenti di Musica, un’altra piena di molti bei vasi di varie sorte, ha un bel giardino,427 con una peschiera, in un canto, e
ne gli altri tre canti una stanzina aperta con una statua in prospettiva et al fondo alcune stanze, con l’effigie de Prencipi e grandi huomini dipinti.428 Vi è una stanza in capo con l’effigie di tutte belle donne in pittura et uno
stanzione nelle quale sono scritture, scolture, pittura, medaglia e cose artificiali e naturali rarissime et in grandissima copia, tra le quali pitture un Cupido Ignudo, il quale si china per caricar l’arco, o pittura tanta bella quanto è lasciva.429 Per tutta la città si vedono bellissime opere del famoso pittore detto il Parmeggiano,
una sede della quale il Re Enrico Terzo pagò 4 mila scudi in contanti. Vi è anco il giardino di quelli della Lata