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2. ANALISI DELLO STATO ATTUALE

2.2. S TATO DEI LUOGHI

2.2.2. Caratteri del contesto paesaggistico

La variante C si localizza lungo la valle del fiume Calore, fiancheggiata dai Monti del Matese a nord e dai Monti del Taburno-Camposauro a sud. Essa attraversa, pertanto, quella parte della Campania posta in corrispondenza dello spartiacque tra questi due sistemi montuosi; tale spartiacque è segnato anche dal fiume Calore.

Gran parte del territorio è occupato da emergenze naturalistiche delimate dal Sito di Interesse Comunitario denominato IT8010027 “Fiumi Volturno e Calore Beneventano”, oltre che da una serie di piccole colline di interesse paesaggistico caratterizzate da impianti di legnose agrarie, quali la vite e l’olivo. La variante C in progetto nè interferisce con il SIC “Fiumi Volturno e Calore Beneventano”, né potrebbe avere interferenze significative sui fattori biotici ed abiotici in quanto la SS372 rappresenta un elemento di separazione fra l’opera in progetto ed il sito SIC.

Nell’area adiacente al fiume Calore si sviluppano due tipologie di suolo: un’area agricola ed un’area con vegetazione spontanea. Le aree agricole sono caratterizzate da una coltivazione spinta a vite ed ulivo, ben ordinata, che si estende a volte fino alla sponda del fiume, lasciando uno spazio modesto per la presenza di vegetazione spontanea.

Fig. 10 - Caratteri naturalistici dell'area

2.2.2.2. Tessitura insediativa del contesto

L’area in questione è situata a Nord-Est rispetto al centro abitato di Torrecuso, che dista circa 2 km. Nell’intorno delle zone di lavoro non sono presenti significativi insediamenti urbani, si riscontra solamente la presenza di pochi gruppi rurali sparsi, collegati tra loro da una serie di strade secondarie.

Si evidenzia la presenza della SS372 (Telesina) che corre parallela al fiume Calore; la variante C si localizza nella fascia di rispetto dell’infrastruttura viaria, rimanendo in parallelismo ad essa senza attraversarla.

2.2.2.3. Caratteri paesaggistici dell’area

Come riportato in precedenza, la componente paesaggistica dominante nell’area di studio è data dalla matrice agricola e le tipologie di colture che si riscontrano nel territorio sono diverse.

Morfologicamente l’area si presenta prevalentemente collinare, caratterizzata da colture e usi differenti con rilevante valore paesistico per l’eccellenza dell’assetto percettivo e panoramico in cui la componente insediativa presente si relaziona coerentemente con il contesto. La presenza di impianti di legnose agrarie, quali la vite e l’olivo, è esemplificativa dei caratteri espressi nell’Unità di paesaggio UP18 individuata dal P.T.C.P., così definito:

Unità di paesaggio UP18: “Bassi versanti settentrionali del complesso montuoso carbonatico del Camposauro, flysch miocenico nel settore estremo occidentale e flysch rosso nel settore orientale e unità continentale-vulcanica in contatto con la piana alluvionale del Calore a bioclima meso-mediterraneo/umido con ecomosaico antropomorfo dominante con matrice agraria di colture permanenti, fitocenosi naturali mesofile e termofile autoctone frammentate, centri abitati e nuclei rurali sparsi”.

Il carattere dominante della collina è legato al presidio agricolo prevalente, che plasma e struttura il paesaggio rurale, conservando significativi aspetti di diversità ecologica ed estetico percettiva.

I paesaggi collinari sono quelli della campagna abitata, con assetti ed equilibri sostanzialmente conservati e non completamente alterati dalla trasformazione urbana, così come più di sovente è avvenuto in pianura.

Il P.T.R. assegna questo territorio al sottosistema delle “Colline interne marnoso-calcaree e marnoso-arenacee”, così definito:

Colline interne marnoso-calcaree e marnoso-arenacee: colline su alternanze marnoso-calcaree, marnoso-arenacee e conglomeratiche, con energia di rilievo da debole a moderata, a morfologia dolcemente ondulata. L’uso agricolo, nei diversi sistemi afferenti a questo gruppo, è caratterizzato da un rapporto variabile ma generalmente equilibrato tra seminativi nudi ed arborati, colture legnose specializzate (vigneti, oliveti, noccioleti) e sistemi particellari complessi. Le unità colturali sono sovente delimitate da siepi e filari, e punteggiate da esemplari isolati di quercia e boschetti.I boschi di querce e di latifoglie decidue occupano circa il 10% della superficie, con lembi a vario grado di continuità in corrispondenza delle sommità dei rilievi, degli affioramenti rocciosi e dei versanti delle incisioni fluviali. Sono anche presenti aree a mosaico agroforestale complesso, caratterizzate dalla compenetrazione di boschetti di ricolonizzazione e di aree agricole attive. Ne risulta un paesaggio armonicamente variato, fittamente segnato dalla trama degli appezzamenti, dei filari arborei, delle siepi divisorie. L’evoluzione di questi paesaggi appare legata, oltre che ai cambiamenti della politica agricola comunitaria, alla crescita e modificazione dello schema insediativo, originariamente impostato in prevalenza su nuclei accentrati di sommità e crinale, che ha registrato negli ultimi decenni una forte tendenza alla dispersione, con irradiazioni nastriformi degli abitati lungo la viabilità primaria ed un notevolissimo aumento delle abitazioni sparse.

Rilevanti sono le aree adibite a coltivazioni di fruttiferi, come vigneti ed oliveti. In particolare, lungo il tracciato della condotta in progetto (variante C), si riscontra la presenza di un vigneto, che in parte dovrà essere rimosso per consentire il passaggio dei mezzi necessari alle lavorazioni. Vi è la presenza, in misura minore, anche di terreni adibiti a colture ortive e coltivazioni di foraggere.

2.2.2.4. Ecosistemi

Si riassumono di seguito le unità ecosistemiche individuate nelle immediate vicinanze delle opere in progetto:

• Aree antropiche: caratterizzate dalla presenza di agglomerati rurali sparsi. Rappresentano una minima parte del territorio in oggetto;

• Aree adibite ad uso agricolo: rappresentano la parte più consistente della zona in questione e sono caratterizzate da differenti tipologie di coltivazioni e prodotti;

• Aree coperte da vegetazione rada: composte per lo più da specie arbustive e da bassi cespugli, che spezzano la regolarità dei campi coltivati;

• Aree lungo il fiume Calore: distinte soprattutto per la disposizione della vegetazione ripariale, che contribuisce ad evidenziare le linee del corso d’acqua, e per la presenza di specie arboree appartenenti al sito della ZPS;

• Aree boschive: concentrate in gruppi all’interno del territorio e composte soprattutto da boschi di latifoglie e castagneti, intervallati da specie come salici e pioppi.

La variante in progetto interesserà principalmente le aree con matrice agricola.

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