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Il nuovo Centro Sportivo si configura come edificio unico, caratterizzato da due elementi: la Teca e la Vela.
La Teca è completamente vetrata, si apre alla città e permette di stabilire quella connessione mancante tra gli edifici del luogo. In particolare, si è deciso di progettare una doppia parete vetrata lungo i lati longitudinali, che, insieme alla copertura, costituisce uno spazio preferenziale per il posizionamento degli elementi strutturali ed impiantistici dell’edificio, tra cui 12 pilastri Vierendeel che sostengono la copertura; si tratta di una doppia pelle funzionale che ci ha permesso di liberare sempre più efficacemente la pianta da ulteriori ingombri.
Il trattamento dell’involucro ha rappresentato un altro importante tema di riflessione: essendo la Teca completamente vetrata, si è dovuto progettare un sistema schermante che permettesse di filtrare i raggi solari nei mesi caldi e che si adattasse alle esigenze di illuminazione naturale e/o artificiale dei diversi ambienti.
Se il contenitore con struttura in acciaio e vetro di forma rettangolare, è stata chiamata “la Teca”, in quanto concepita alla stregua di una grande finestra sulla città, che perde la sua matericità a favore di evidenziare il proprio contenuto; la schermatura solare è chiamata “La Vela”, in quanto sospesa, senza alcun appoggio al suolo. La vela ha rappresentato un elemento complesso sia dal punto di vista strutturale che da quello tecnologico, ed è realizzata tramite una mesh metallica ad anelli incastrati, sorretta da puntoni e tiranti secondo il principio della tensimetria, che permettono a questa sovrastruttura di sormontare l’edificio e di avvolgerne lo scheletro.
La vela diventa elemento chiave dell’edificio, sia perché riconoscibile anche a distanza sia perché, grazie alla sua maglia cangiante, permette di amplificare il rapporto tra interno ed esterno, tra pieno e vuoto, tra luce e buio; inoltre, è stata studiata approfonditamente non per nascondere la teca ma per le potenzialità che questa sovrastruttura, attraverso curve e controcurve, possiede di accentuarne i caratteri dominanti. Si alza per rivelare al passante parte degli interni, oltre che per dare risalto alle scale e per mostrare i fronti e gli accessi all’edificio, come se fosse una sorta di invito ad entrare. La maglia dorata, inoltre, genera effetti di luce mutevoli nel corso della giornata, che
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Fig. 01 _ Ex Aree Falck
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variano in base all’ora e alla stagione, motivo di curiosità e di emozione per il fruitore che può essere testimone di un’atmosfera sempre nuova.
Scegliere l’elemento schermante che meglio si adattasse all’edificio ha comportato l’analisi di diverse possibili alternative; abbiamo ricercato tra i riferimenti quali fossero le soluzioni adottate ed abbiamo scelto l’impiego di una mesh metallica poiché ci ha permesso di progettare non solo una schermatura ma anche un elemento che, se studiato approfonditamente, poteva fungere da tramite tra l’aspetto funzionale/tecnologico e quello architettonico, dandoci l’occasione di conferire al progetto un elemento di rilievo e di riconoscibilità formale che ha arricchito la chiarezza formale dell’impianto della teca.
Seguendo quanto stabilito da normativa, l’altezza da terra della vela è sempre maggiore o uguale a 4 m, per quanto riguarda invece lo sviluppo altimetrico e longitudinale dipende da quelle che sono le esigenze: sicuramente l’uso di questa tecnologia, ci ha permesso di garantire una schermatura efficace all’edificio, senza separare le funzioni del Centro Sportivo da quelle della città.
Dal punto di vista strutturale, è stato necessario stabilire delle gerarchie che ci hanno portato a suddividere il nuovo impianto in tre macro parti: la prima è quella che governa il sistema globale, la grande copertura reticolare, sorretta dai pilastri Vierendeel, che permette di gestire con la massima libertà la distribuzione planimetrica dell’impianto.
In secondo luogo, dal piano campagna in elevazione, la struttura portante è in travi e pilastri in acciaio, totalmente indipendente dalla struttura di copertura. Infine, il piano interrato è realizzato interamente in calcestruzzo armato.
La copertura dell’edificio è realizzata mediante una piastra reticolare 3D, che permette di sostenere le grandi luci di cui l’arena necessita senza appoggi intermedi e di ospitare la molteplicità di spazi destinati alle diverse attività sportive.
Questa soluzione è stata adottata per diversi edifici, tra cui il Centro Congressi realizzato all’EUR e il Pala Alpitour di Torino, in cui si è presentata la necessità di avere ampie luci libere, sostenute da pilastri puntuali. In questi casi, spesso, il vetro è utilizzato come materiale di facciata con l’obiettivo di esibire lo sforzo strutturale dell’edificio.
Le scale hanno rappresentato un altro elemento focale del progetto, poiché sono state dimensionate e progettate in funzione alla gestione del deflusso in occasione dei grandi eventi che il palazzetto sportivo dovrà ospitare; si è ritenuto che fossero importanti, poiché peculiari di un grande impianto, da qui la scelta di collocarle esternamente, congiuntamente al principio di liberare la pianta. In aggiunta a quelle necessarie all’esodo in caso di incendio per l’arena
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Fig. 01 _ Ex Aree Falck
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dell’hockey (4 per ciascun fronte), sono state progettate due scale, una per lato, che consente il raggiungimento del piano impianti agli addetti, ed altre due, che collegano il livello zero con la terrazza, situata all’ultimo piano dell’edificio, in questo modo rendono il ristorante aperto alla città ed indipendente dalle funzioni sportive.
Il sistema delle scale è quindi dinamico, e si rapporta al movimento della vela, che alzandosi ne rivela la complessità.
Mentre le scale esterne sono rettilinee e strettamente vincolate dalle imposizioni normative, internamente sono state progettate due scale elicoidali, sinuose che conferiscono all’atrio per i grandi eventi carattere di rilevanza e che permettono il raggiungimento della summa cavea.
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