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Il centro benessere è situato allo stesso livello della palestra, dispone di spogliatoi dedicati che permettono la fruibilità del centro sia ad utenti esterni che a coloro che hanno abbonamento in palestra, essendoci un collegamento tra i due ambienti. Una sala relax di grandi dimensioni, con affaccio sul parco, permette di godere degli effetti di luce generati dalla vela, sostando sulle sedie a sdraio. Inoltre, da questo ambiente principale si raggiungono le sale per il massaggio e quelle termali.
L’ultimo piano dell’edificio rivolto a Nord Est è a cielo aperto, adibito a terrazza, qui la struttura interna si manifesta apertamente, proseguendo dall’interno dell’arena come a determinare una continuità tra interno ed esterno, segno tangibile dello sforzo strutturale dell’edificio. La terrazza è aperta ed accessibile indipendentemente dalle attività sportive, sia dalle scale in facciata che dall’atrio aperto su Parco Gramsci. Questo luogo vuole restituire una parte di spazio pubblico alla città, che le è stato sottratto attraverso la costruzione di questo impianto imponente; lo spazio di progetto è sempre aperto, si configura come luogo sociale con un ristorante che gode di una vista privilegiata sul parco e sulle montagne lombarde.
la spa
la terrazzaeil ristOrante
nOrma COni Il progetto ha richiesto la consultazione delle Norme
CONI per l’impiantistica sportiva, imprescindibile poiché regolamenta le principali caratteristiche degli edifici sportivi.
Suddetta norma, si pone l’obiettivo di individuare i livelli minimi quantitativi e qualitativi da rispettare nella realizzazione di nuovi impianti sportivi, al fine di garantire idonei livelli di igiene, sicurezza e funzionalità.
Innanzitutto, l’edificio di progetto rientra nella categoria degli impianti sportivi agonistici, ovvero quelli in cui si possono svolgere attività ufficiali, agonistiche delle Federazioni Nazionali Sportive (FSN) e Discipline Sportive Associate (DSA).
In seguito, è stato necessario stabilire il numero di utenti per ogni attività, al fine di poter dimensionare gli spogliatoi, gli spazi di attesa e le attrezzature per lo svolgimento della pratica sportiva.
Per quanto riguarda le proporzioni della pista agonistica, si definisce che, il campo è una superfice piana delimitata da regole precise, composto da uno spazio rettangolare di 60 metri di lunghezza e 30 metri di larghezza con gli angoli arrotondati ed un raggio di curvatura pari a 8,5 metri. Lo spazio di gioco è delimitato da una barriera alta un metro, detta balaustra, e circondato da un corridoio di 2,5 metri di larghezza.
La Norma CONI fornisce anche le specifiche relative all’altezza degli ambienti sportivi: “l’altezza minima, libera da qualsiasi ostacolo, in corrispondenza dello spazio di attività, fasce di rispetto comprese, dovrà consentire l’agevole svolgimento della pratica sportiva ai livelli previsti e secondo le indicazioni delle FSN e DSA, tenendo conto dell’eventuale presenza di attrezzi. (…) Tale altezza, misurata a partire dal piano di gioco (quota dell’acqua per le vasche), non dovrà essere inferiore a:
- Piscine per la pallanuoto: h=5.00 m
- altri spazi di attività con superficie superiore a 250 mq:
h=7,00 m.”1
Le tribune sono state progettate sempre secondo i criteri dettati dalla presente Normativa, tenendo conto del numero di posti necessari e con l’obiettivo di garantire
1 noRMe conipeRl’iMpiAntiSticA SpoRtivA, Approvata con deliberazione del C.N. del CONI n. 1379 del 25/06/2008, pag. 5
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massima visibilità ad ogni spettatore.
Attraverso la formula presente nel testo, è stato possibile determinare la curva di visibilità dei posti a sedere, le gradinate hanno quindi un’altezza variabile compresa tra i 60 e i 66 cm nel punto più alto, questo ci ha permesso di rispettare i requisiti per il mantenimento della visibilità ad ogni spettatore.
Una serie di prescrizioni specifiche definiscono le caratteristiche degli impianti natatori, con riferimento alle specifiche tecniche della Federazione Italiana Nuoto (FINA), che variano in base al livello ed al tipo di attività previste a seconda dell’impianto sportivo. La Norma CONI stabilisce la temperatura minima dell’acqua delle vasche, il tipo di canalette di raccolta delle acque e definisce le caratteristiche migliori per il bordo vasca.
Per il piano vasca, oltre all’eliminazione di ogni possibile barriera architettonica per garantire il facile accesso a tutti gli utenti, si prescrive una superficie complessiva minima non inferiore alla metà di quella delle vasche servite ed il rispetto di una distanza tra ostacoli fissi e bordo vasca di almeno 1,50 m. Inoltre, si è prestata particolare attenzione nel distinguere il percorso a piedi asciutti da quello a piedi bagnati, infatti l’accesso al piano vasche, per rispettare la normativa di igiene, deve avvenire attraverso passaggio obbligato non eludibile, preceduto da apposita vasca lava piedi.
Nella progettazione dell’impianto sportivo, è stata prestata particolare attenzione alla fruibilità dell’impianto da parte degli utenti DA. La Norma CONI, riporta sufficienti specifiche qualitative e quantitative in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche. Infatti, sia esternamente che internamente, le principali attività si svolgono al piano terra e, ogni spazio ad una quota differente è sempre raggiungibile tramite ascensori o rampe che permettono la fruibilità ad ogni utente.
All’interno dell’arena delle rampe permettono il raggiungimento di posti riservati ad utenti su sedia a rotelle.
Inoltre, i servizi igienici, gli spogliatoi e tutti gli altri spazi di servizio, sono sempre dotati di almeno un WC riservato, di dimensioni adeguate a consentire la manovra necessaria alle sedie a rotelle, oltre che agli spazi dimensionalmente adeguati e predisposti al passaggio di suddetti utenti.
La sicurezza negli impianti sportivi è una questione fondamentale, in merito a questo, il Ministero degli Interni ha emanato “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio di impianti sportivi”, D.M del 18 Marzo 1996, decreto indispensabile al fine di progettare gli spazi
necessari alle vie d’esodo degli spettatori.
Innanzitutto, si stabilisce che il sistema di vie d’uscita del pubblico deve essere indipendente da quello della zona in cui avviene la pratica dell’attività sportiva. Stabilito che, un modulo è 0,60 m, la norma prescrive che ogni via di fuga sia di larghezza non inferiore a 2 moduli (1,20 m). Per gli impianti al chiuso la capacità di deflusso deve essere non superiore a 50 (ovvero, 1,20 m ogni 100 persone), indipendentemente dalle quote. Avendo una capienza di posti a sedere per 3900 persone, l’arena dell’hockey necessita di 39 moduli da 1,20 m, si è deciso di utilizzare porte antincendio di larghezza 2,40 m questo comporta 20 uscite di sicurezza.
Abbiamo stabilito che i primi 5 anelli defluiscono dal parterre, utilizzando i cinque passaggi sotto le tribune per poi suddividersi, tra le dodici uscite di emergenza che conducono all’esterno dell’edificio. Gli anelli dal 6°
al 9°, invece, si suddividono tra le 4 uscite di sicurezza sul lato Nord Ovest e le 4 sul lato Sud Est, che tramite le scale consentono di defluire in un luogo sicuro. Anche le scale esterne, in quanto parte integrante del sistema di deflusso, sono regolamentate dalla suddetta norma come segue:
“Le scale devono avere gradini a pianta rettangolare, con alzata e pedata costanti rispettivamente non superiori a 17 cm (alzata) e non inferiore a 30 cm (pedata); le rampe delle scale devono essere rettilinee ed avere non meno di tre gradini e non più di 15; i pianerottoli devono avere la stessa larghezza delle scale senza allargamenti e restringimenti;
(…).”
La normativa regolamenta anche la distribuzione interna come stabilito, i percorsi di smistamento sono larghi minimo 1,20 m e distribuiscono un massimo di 20 posti per fila e per parte; inoltre, i gradoni per i posti a sedere devono avere una pedata minima di 0,60 m e il rapporto tra pedata ad alzata deve essere maggiore o uguale ad 1,2. Ulteriori disposizioni fornite dalla normativa utili al fine del progetto hanno riguardato la progettazione dei servizi igienici per gli spettatori, la collocazione del pronto soccorso, e gli spogliatoi.
La normativa di riferimento in merito alla progettazione in sicurezza in caso di incendio è il DM del 3 agosto 2015 “Codice di Prevenzione Incendi”; in tale norma si prescrive la possibilità di accostamento per i mezzi di soccorso all’edificio in modo tale da garantire l’intervento.
L’edificio è stato suddiviso in compartimenti, che grazie alle caratteristiche dei materiali, garantiscono un tempo di resistenza al fuoco che varia in base alla classe di resistenza al fuoco. Tra un compartimento ed un altro, e verso l’esterno, le porte sono REI 90 ad uno o due battenti, con apertura sempre in direzione della via di fuga.
nOrmeDi siCurezzae antinCenDiO
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