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Caratteristiche comuni al canone emergentista

In questa sezione analizzerò le caratteristiche centrali che possono essere rin- tracciate all’interno della moltitudine di teorie emergentiste. Le seguenti caratteristiche, che sono naturalismo, innovazione, gerarchia, irriducibilità e imprevedibilità possono considerarsi, in un senso nemmeno troppo approssi- mativo, come esplicative della concezione emergentista britannica. Un’analisi più adeguata delle suddette nozioni sta sicuramente alla base di una buona fondazione per le eventuali considerazioni che seguiranno.

i) Naturalismo

La prima caratteristica dell’emergententismo è sicuramente l’incondizio- nata accettazione di un punto di vista puramente naturalistico e molto semplicemente questo implica innanzitutto che spiegazioni sovrannat- urali sono, ipso facto inaccettabili, non esiste niente del tipo: forze nascoste, dei, spiriti vitali, anime cartesiane o qualsiasi cosa del genere. Al contrario, qualsiasi teoria emergentista afferma che tutte le strut- ture presenti in natura sono composte degli stessi elementi basilari, e non esisterebbero nessun tipo di componenti speciali per, ad esempio, la vita; tutte le proprietà sono istanziate da strutture composte di ele- menti naturali.

Accettando il naturalismo, l’emergentismo può mantenere una visione empirica e scientifica del mondo, senza dover cadere nel vicolo cieco del riduzionismo. Tuttavia sarebbe forse meglio dire, considerarndo come di fatto esistano diverse forme di naturalismo e il concetto di proprietà

emergente potrebbe risultare alquanto problematico,39che gli emergen-

tisti sono impegnati con un monismo fisicalista, secondo il quale tutte le entità del mondo sono composte da elementi fisici, concludendo così che, tutte le proprietà, incluse quelle emergenti, sono instanziate da strutture fisiche.

ii) Innovazione

Un’altra caratteristica delle teorie emergentiste, è l’idea che nel corso del tempo, in un sistema che definirei complesso, inevitabilmente avviene nel mondo qualcosa di assolutamente e genuinamente nuovo. Ma cosa si intende per ‘nuovo’? Nuove strutture, nuove entità, nuove propri- età o addirittura nuove leggi? Come si evince facilmente è forse più facile dire cosa non intendessero dire, e sicuramente non contempla- vano la venuta in esistenza di proprietà o entità numericamente nuove. Ad esempio, la proprietà di avere un peso di 78,549623 g, non sarebbe chiamata ‘nuova’, anche se essa fosse stata istanziata per la prima volta nell’universo. Quindi ciò che viene inteso per innovativo è l’istanza di un tipo che non è mai stato istanziato prima; ed in effetti sarebbe alquanto strano dire che le nuove leggi della natura vengono al mondo. Il concetto di innovazione è importante e meriterebbe una consider- azione più adeguata, ma non è così rilevante per la presente esposizione, perciò, brevemente, possiamo dire che la caratteristica di innovatività si riferisce a nuovi tipi di strutture o nuovi tipi di proprietà. Se as-

39Si pensi ad esempio ad un naturalismo forte, tutte le proprietà manifeste dovrebbero

sumiamo che sistemi con stesse identiche microstrutture, non possono avere diverse proprietà,40 ne segue che una condizione necessaria per la

manifestazione di una proprietà nuova, è l’istanziamento di una nuova struttura; se la struttura non fosse nuova, la proprietà corrispondente sarebbe già stata istanziata.

In conclusione l’idea di una genuina innovazione presuppone una dis- tinzione di base tra due tipi di proprietà che le entità complesse pos- sono avere: proprietà che anche i componenti possono avere, e proprietà che nessuno dei componenti presenta. Sono le seconde che sono state denominate proprietà sistemiche o anche emergenti. Sembra difficile negare una certa forza a queste tesi, infatti, ad una più attenta analisi, ci si rende conto che se non esistessero proprietà sistemiche, tutte le proprietà delle strutture sarebbero proprietà che anche i componenti hanno, ma ci sono un’infinità di esempi che ci dimostrano il contrario. Sostenere che non esistono innovazioni genuine, sarebbe equivalente a sostenere che tutti i tipi di sistemi e proprietà che esistono ad oggi, sono sempre esistite e non esiste supporto empirico a questa tesi. ii) downward causation

Uno degli aspetti che ha più accesso il dibattito sull’emergentismo, specialmente nel campo della filosofia della mente, è la questione della downward causation, ampiamente elaborato da studiosi come J. Kim.41

La questione è molto delicata e complessa, e richiederebbe conseguente-

40Quella che viene a volte chiamata mereological supervenience. 41Vedi ad esempio, [Kim92].

mente una trattazione a parte; ne presentiamo qui solo un accenno al fine della completezza espositiva.

Secondo Stephan, la downward causation può essere interpretata in due modi: i) il sistema che ha proprietà emergenti influenza causalmente il comportamento dei suoi componenti, oppure ii) le proprietà emer- genti stesse influenzano il comportamento dei componenti di un sis- tema. Questo dipenderà chiaramente da se assumiamo che tali pro- prietà possano avere potere causale oppure solo il sistema che le real- izza. Tuttavia, nel dibattito più recente, questa seconda formulazione è quella più centrale. Il problema in questo caso è che la fisica non lascia spazio a questi poteri causali addizionali, in altre parole, il regno della fisica è causalmente chiuso.

iii) Gerarchia

Un’altra caratteristica tipica delle teorie emergentiste è una sorta di visione stratificata della natura. Secondo questa visione tutte le cose in natura appartengono ad un determinato livello di esistenza, ognuno a seconda delle sue proprietà caratteristiche. Tutti questi livelli an- drebbero a costituire una gerarchia di complessità crescente, quello più fondamentale sarebbe ovviamente quello della fisica e per ogni altro livello superiore ci sarebbe una scienza speciale che lo spiega.

L’idea di questa struttura gerarchica ha giocato un ruolo fondamen- tale sia nelle teorie dell’emergentismo britannico ma anche in tutta la filosofia del ventesimo secolo. La relazione fondamentale che crea questo modello gerarchico è la relazione parte-tutto: tutte le entità di

un dato livello sono composte da entità di livello inferiore, eccetto per le entità al livello basilare le quali non hanno struttura. Qualche volta questo modello rimane più oscuro ma questa visone stratificata della realtà è stato uno degli sfondi che ha accompagnato molti dibattiti, come quello sul riduzionismo o sullo statuto delle scienze speciali. iv) Irriducibilità

Gli ultimi due concetti chiave che ci sono rimasti, irriducibilità e im- prevedibilità, sono tra loro strettamente legati, ad esempio in riferi- mento alle proprietà sistemiche già menzionate, esse sono irriducibili e in principio sono anche imprevedibili prima della loro originale istanzi- azione. Tuttavia, rimane possibile, come approfondiremo più avanti, che una proprietà possa anche essere riducibile, ma per qualche altra ragione rimanga imprevedibile. Il concetto di imprevedibilità risulta più complesso e quindi verrà trattato per ultimo.

L’irriducibilità è un concetto centrate nella discussione contemporanea sull’emergentismo, e allo stesso tempo è un concetto chiave anche nella teoria emergentista di Broad. Riprendiamo la sua, ormai familiare, definizione di proprietà emergente così da usarla come punto di partenza:

[...] le proprietà caratteristiche del tutto R(A, B, C) non possono, nem- meno in teoria, essere dedotte dalla completa conoscenza delle proprietà di A, B e C isolatamente o in altri insiemi che non sono della forma R(A, B, C).42

Un problema con questa definizione è che, a rigor di termini, nessuna

proprietà può essere davvero dedotta, ma solo leggi.43 In una termi-

nologia più moderna, e prendendo questo problema in considerazione, la di irriducibilità potrebbe essere formulata come segue:

Irriducibilità. Prendiamo un sistema S la cui proprietà sistemica E è nomologicamente dipendente dalle microstrutture 〈c1, ..., cn| o〉 (ovvero,

i componenti c1, ..., cne il loro ordine specifico o.) E è irriducibile, se la

legge secondo la quale tutti i sistemi con la microstruttura 〈c1, ..., cn| o〉

hanno la proprietà E non possono essere dedotti, nemmeno in principio, dalle leggi che descrivono il comportamento e le proprietà dei compo- nenti c1, ..., cn isolatamente o in altri sistemi più semplici di S.44

Secondo Akim Stephan45 in realtà ci sono due diverse definizioni di

irriducibilità implicite nello scritto di Broad, e che il fallimento nel dis- tinguerle ha portato fuori strada la discussione sull’emergentismo. Secondo Broad, le supposte leggi emergenti della chimica e biologia potrebbero infatti rivelarsi riducibili: "All’interno del regno fisico ri- mane sempre logicamente possibile che l’apparenza di leggi emergenti è dovuta ad una nostra imperfetta conoscenza delle strutture micro- scopiche o ad una nostra incompetenza matematica."46 Tuttavia, le

leggi che connettono qualità secondarie con proprietà fisiche sono neces- sariamente irriducibili, proprio per il fatto che le proprietà in questione non sono in tal modo analizzabili comportamentisticamente.47 Quindi,

in maniera sintetica, questa non analizzabilità di una proprietà significa

43Il primo a notare questa cosa è stato Pepper: "é solo umanamente parlando che

qualsiasi cosa è deducibile. E cosa è strettamente deducibile non sono né le qualità né gli eventi, ma leggi". [Pep26], p. 243. Traduzione mia.

44[Ste99], p. 36. 45[Ste99], p. 37-44. 46[Bro25], p. 81.

47Per disambiguare questo termine vorrei specificare che qui Stephan non sta facendo

riferimento alla corrente comportamentista della psicologia, ma sta usando questo avverbio nel senso del comportamento delle parti del sistema.

che non può essere spiegata in termini di comportamento, nel senso più ampio del termine, delle strutture ad essa connesse.

Siamo adesso in grado di apprezzare meglio il perché l’arcangelo di Broad non poteva dedurre le qualità fenomeniche o secondarie: anche se l’arcangelo ha un capacità di calcolo illimitata e può percepire diretta- mente le strutture microscopiche non poteva sapere quale fosse l’odore dell’ammoniaca. Non lo poteva sapere proprio perché non era analizz- abile comportamentisticamente, e quindi non derivabile dal comporta- mento delle strutture correlate. Questo di porta alla prima definizione di irriducibile:

1) Irriducibilità1 Proprietà sistemiche che non sono comportamentis-

ticamente analizzabili sono (necessariamente) irriducibili1.48

Questa definizione trova una corrispondenza con il concetto di irriducibil- ità implicato dal modello funzionalista, questo modello non sarà ap- profondito, ma vale la pena riassumerlo brevemente. L’idea centrale di questo modello è che una condizione necessaria per la riduzione di una proprietà è che deve essere funzionalizzata, ovvero, definito il suo ruolo causale. Queste nozioni potrebbero essere considerate pratica- mente equivalenti, se non che la differenza sostanziale è che la nozione di funzionalizzazione è chiaramente definita, mentre quella di compor- tamentisticamente analizzabile rimane alquanto vaga.

Passiamo quindi alla seconda definizione di irriducibilità, secondo Broad, anche le proprietà sistemiche che sono comportamentisticamente anal-

izzabili possono essere irriducibili; sarebbe il caso in cui il compor- tamento dei componenti del sistema, dal quale emerge una proprietà sistemica, non può essere dedotto, nemmeno in principio, dal com- portamento dei componenti in altri sistemi. Questa seconda forma di irriducibilità non viene mai direttamente discussa da Broad in The Mind and its Place in Nature, appare in altre opere ma non viene mai precisamente formulata.49 Stephan la formula come segue:

2) Irriducibilità2Una proprietà sistemica E di un sistema S irriducibile2,

se il comportamento dei componenti di S non segue dal compor- tamento di questi componenti in sistemi più semplici di S.

Questi due criteri di irriducibilità sono completamente indipendenti, anche se il comportamento dei componenti del sistema S non può es- sere dedotto dal comportamento di questi componenti in altri sistemi, è perfettamente possibile che le proprietà di S siano comportamentis- ticamente analizzabili. Dall’altro lato però, anche se le proprietà di un sistema S non sono comportamentisticamente analizzabili, rimane perfettamente possibile che il comportamento dei componenti di S può essere dedotto dal comportamento di questi componenti in altri sistemi. Stephan prosegue proponendo una definizione integrata dei due concetti di irriducibilità ma per quello che concerne la nostra argomentazione è sufficiente aver chiarito come non c’è accordo sulla definizione di ciò che si intende per irriducibile quando si parla di proprietà sistemiche.

v) Imprevedibilità

Siamo giunti a quello che, secondo la presente argomentazione, è il con- cetto più importante della struttura concettuale di Broad, il concetto di imprevedibilità. Risulta importante sottolineare quanto il problema in questione è l’imprevedibilità di principio. Gli emergentisti britan- nici, come specialmente Alexander e Morgan, non erano interessati nelle nostre limitate capacità di previsione come meri esseri umani, piuttosto si immaginavano condizioni ideali dove non c’erano limiti alle capac- ità di calcolo o alla quantità di informazione disponibile al soggetto conoscente. Il punto fondamentale era proprio dimostrare come anche un arcangelo o un demone con risorse illimitate non avrebbe potuto prevedere le proprietà emergenti, proprio per il fatto stesso che esse sono per principio imprevedibili.

Possiamo dire che una proprietà può essere definita imprevedibile in almeno due modi diversi:

i) Una proprietà può essere imprevedibile per il fatto che la mi- crostruttura del sistema che la istanzia è imprevedibile prima della sua manifestazione nel mondo.

ii) Una proprietà può essere imprevedibile per il fatto che essa è ir- riducibile.

Se una proprietà è irriducibile, non può essere dedotta anche da una completa conoscenza della microstruttura del sistema, e quindi non può essere prevista precedentemente alla sua prima manifestazione, anche se la microstruttura stessa fosse stata prevedibile. Abbiamo già visto

la questione dell’irriducibilità, quindi vediamo di seguito quei casi in cui una proprietà può essere comunque considerata imprevedibile anche senza essere irriducibile.

Per prima cosa, una proprietà di un sistema S è riducibile ma impreved- ibile se il comportamento dei componenti di S può essere dedotto dal loro comportamento in altri sistemi, ma alcuni di questi sistemi neces- sari per questa deduzione si presentano, manifestatamente, solo dopo il nostro sistema. In questo caso, l’apparizione di una certa proprietà non può essere prevista nemmeno in principio, anche se la proprietà è riducibile.

Un’altra possibilità è che ci sono proprietà riducibili ma imprevedi- bili perché l’universo è fondamentalmente non deterministico, e le mi- crostrutture sono per questo motivo imprevedibili. Si può opinare se questi due casi di imprevedibilità siano di qualche rilevanza teoretica per l’emergentismo.

Una terza e più interessante possibilità è quella che un processo, che con- duce alla generazione di una struttura innovativa, e quindi emergente, sia di tipo caotico; ciò implicherebbe che anche le proprietà riducibili di questa struttura non potrebbero essere previste. Qui il problema sembra essere se i processi caotici o quantomeno sufficientemente com- plessi siano o meno prevedibili in principio, questa domanda sarà uno dei temi centrali della sezione sui sistemi complessi, vedi sez. 5.

Riassumendo, la caratteristica di imprevedibilità può essere formulata come segue:

Imprevedibilità: una proprietà sistemica è per principio im- prevedibile, prima della sua manifestazione, se 1) è irriducibile o 2) la struttura che la istanzia è imprevedibile prima della sua apparizione.50

Nella prossima sezione vedremo quali sono stati i modi in cui si sono cercate di classificare le varie teorie emergentiste, cercherò in questo modo di fare un panorama della tassonomia dell’emergentismo. Su questa base vedremo a conclusione della sezione quali sono le riflessioni sellarsiane sul concetto di emergenza e come esse debbano essere inserite nel quadro che andrò a delineare nelle prossime pagine.