1. Caratteristiche linguistiche del China English
1.1. Caratteristiche fonologiche
Ad oggi non è ancora possibile parlare di ‘standardizzazione’ a livello di pronuncia del China English; tuttavia, a livello fonetico e fonologico, la lingua cinese influenza pesantemente la pronuncia in lingua inglese, tanto che si è notato che la maggior parte dei parlanti adotta le stesse attitudini che hanno reso possibile studiare e successivamente classificare delle caratteristiche specifiche e sistematiche per questa varietà (Ugoretz 2016). Tali caratteristiche, che verranno analizzate di seguito, sono molto difficili da evitare e alcuni linguisti, come Zhang (2009: 94), pensano che sia addirittura impossibile “because of the quite different suprasegmental phonology systems of the Chinese language and the English language, Chinese characteristics of China English at this level is hard to eliminate. So for native English speakers, China English sounds like ‘foreign talk’”.
Come asseriscono Yang e Dai (2011), non esiste una pronuncia standard ‘corretta’ di una lingua, soprattutto quando si parla di lingue come il cinese o l’inglese, a causa dell’elevato numero di dialetti e varietà. La differenza di pronuncia può variare a seconda della posizione geografica, del background culturale personale e del livello di educazione; non vi è perciò una regola fissa, ma piuttosto delle tendenze che, in base alla propria lingua materna, vengono mantenute al momento dell’apprendimento di una seconda lingua. La pronuncia di una lingua è, perciò, un carattere distintivo di questa: un madrelingua cinese di provenienza della Cina settentrionale, ad esempio, potrà sicuramente riconoscere la pronuncia tipica dei parlanti della Cina meridionale e magari, nei casi in cui la pronuncia sia più forte, capirne anche la città di provenienza (Yun 2013). La conformazione fonologica, infatti, viene sviluppata fin da bambini al momento dell’apprendimento della propria lingua materna, e viene migliorata con gli anni a contatto con altri madrelingua; per questo motivo è difficile liberarsi dal retaggio della lingua nativa quando si è a contatto con un’altra lingua. Solo con gli anni e la pratica ci si libera di questi residui, avvicinandosi sempre di più alla pronuncia originale della lingua di arrivo. In questa circostanza l’inglese in Cina ha sviluppato caratteristiche proprie che si identificano con il contesto locale cinese: il China English, che è la varietà di riferimento dei cinesi che stanno apprendendo l’inglese, nonostante le differenze di pronuncia, risulterà comunque comprensibile per i madrelingua inglesi.
Quando si parla di rappresentazione fonetica ci si riferisce a due livelli: quello segmentale e quello soprasegmentale38; le fonti sul primo sono molto limitate (Liu
2008), mentre il secondo evidenzia il legame tra China English e lingua cinese. Secondo Yang e Dai (2011: 10), come detto in precedenza, la fonologia riflette l’appartenenza ad una lingua, e quindi ad una cultura, piuttosto che ad un’altra, pertanto “different English varieties have their own suprasegmental features and their principal features lie in syllable, stress, tone and intonation, which will naturally express the speakers’ national identity”. Jiang (2002: 11) afferma: “fossilization of soprasegmental features makes a speaker increasingly harder to be understood as he/she learns more and speaks faster and fossilization of phonemic features causes definite but limited troubles in communication”; inoltre aggiunge che “the combination of them [sounds] gives listeners a unique flavor of Chinese- ness” (Jiang 2002: 12).
Jiang (cit. in Liu 2008) ha individuato alcuni problemi legati alle caratteristiche fonetiche dell’inglese parlato dai cinesi. Una prima difficoltà deriva dal fatto che la lingua cinese sia una lingua tonale, ovvero una lingua in cui alla variazione del tono con cui viene pronunciata una sillaba corrisponde una differenza di significato39; in
cinese standard vi sono infatti quattro toni (più uno neutro). L’inglese, invece, non è una lingua tonale. Nel China English si osserva che spesso i cinesi mantengono la modulazione della voce che avrebbero in cinese. La differenza di pronuncia però non deve portare le persone a pensare che le varietà non siano intellegibili per i parlanti di altre varietà: basti pensare al British English e all’American English che, nonostante le pronunce differenti, sono mutualmente comprensibili.
Si vedano ora degli esempi concreti di pronuncia nel China English.
38 Ad esempio, Jiang (2002: 12) ha notato che spesso i parlanti di China English non distinguono la
diversa posizione dell’accento in un sintagma e in un nome composto da un modificatore seguito da un nome, come ad esempio green house vs. greenhouse, dove l’accento nella seconda parola viene retratto alla prima sillaba. La stessa cosa avviene per il verbo seguito da una preposizione come sit down: in inglese l’accento cade sul verbo, mentre in China English viene generalmente messo alla fine della parola sulla preposizione.
Gli studenti cinesi, inoltre, ignorano il fenomeno che in inglese viene chiamato shifting stress, ovvero le parole composte potrebbero subire una variazione di accento quando sono usate come aggettivi prima dei sostantivi. In cinese, al contrario, l’accentazione non viene modificata. Ad esempio, nella frase the soldiers are Chinese in the Chinese army (Liu 2008: 31): mentre nel primo caso l’accento è sulla ‘i’, nel secondo si trova sulla seconda ‘e’.
39Se per esempio si pronuncia la sillaba 妈 mā al primo tono, il significato è ‘mamma’; se invece
1.1.1. /θ/ e /ð/ à /z/ o /d/
Dal momento che nella fonologia del cinese mandarino moderno non esiste il suono della fricativa dentale sorda /θ/, come nella parola inglese theory, e quello della fricativa dentale sonora /ð/, come in then, nel primo caso la consonante in China English viene rimpiazzata con il suono /s/ (i.e. ‘seory’), mentre nel secondo con /z/ o /d/ (i.e. ‘zen/den’) (Ugoretz 2016). Si cerca, dunque, di rimpiazzare questi fonemi con quelli cinesi che più si avvicinano a quelli originali della lingua inglese.
1.1.2. /ə/ finale
Una delle caratteristiche distintive più forti nella fonologia del China English rispetto alle altre varietà di inglese nel mondo è la vocale finale /ə/, dal momento che il cinese è sprovvisto di finali occlusive, questa vocale viene aggiunta in finale di parola. In cinese le uniche sillabe che terminano per consonante sono quelle con le finali /n/ e /ŋ/, mentre l’inglese presenta molte più finali di sillaba; pertanto, i cinesi, al momento della pronuncia di sillabe che finiscono per consonante (Deterding 2006) in inglese, tendono ad aggiungere il fonema finale /ə/, chiamato schwa o epentesi, che tende a facilitargli la pronuncia (Ugoretz 2016). Questo avviene con parole che terminano con una consonante occlusiva come p, b e t. Ad esempio, la parola cat [kæt], diventa [kætə] in China English; la parola and [ænd] diventa [ændə], ecc. (Li & Sewell 2012). Deterding (2006) ha notato che questa caratteristica potrebbe ridurre l’intellegibilità, come per esempio nel caso della parola mist che a livello di pronuncia potrebbe essere confusa con la parola mister se le viene aggiunta lo schwa finale.
1.1.3. Diphthong shortening e problemi con le consonanti /ʒ/, /l/ e /n/, /h/
Una caratteristica che è stata notata per la prima volta da Li e Sewell (2012) è che certi parlanti in China English sostituiscono i dittonghi con le vocali corte, fenomeno chiamato diphthong shortening. Ad esempio, la parola stone /stəʊn/ viene pronunciata con la vocale [ɒ]. La difficoltà dei parlanti cinesi nel riconoscere e riprodurre un dittongo in inglese sta nel fatto che, mentre in cinese il dittongo è espresso da due vocali come <ao> o <ou>, in inglese lo stesso dittongo può essere espresso da una singola vocale, come ad esempio nella parola stone, appunto.
Inoltre, la pronuncia di alcune consonanti costituisce una grande difficoltà di pronuncia per i cinesi: si tratta della fricativa palato-alveolare /ʒ/, della laterale nasale /l/, dell’alveolare /n/ e della fricativa /h/. Il primo caso presenta uno dei problemi di pronuncia più grandi da parte dei cinesi: ad esempio la parola usually risulta particolarmente difficile da pronunciare; questa infatti viene pronunciata [ˈjuːɹəli], come se il suono /ʒ/ venisse pronunciato come [ɹ] (Li & Sewell 2012); si veda anche Deterding 2006: 191).
Per quanto riguarda i fonemi /l/ e /n/, essi rappresentano un problema solo per i parlanti provenienti da alcune zone specifiche, poiché in alcuni dialetti cinesi questi due suoni non sono fonemi, ma allofoni dello stesso fonema; pertanto la pronuncia delle parole light e night viene spesso confusa in inglese (Liu 2008).
Infine, in pinyin, la lettera h viene pronunciata [x], come nella parola Hangzhou, risultando nella difficoltà di pronuncia di parole come husband oppure him (Deterding 2006: 190).
1.1.4. Vocali lunghe e brevi
Una differenza sostanziale è che in cinese non esiste una distinzione tra vocali brevi e lunghe, mentre invece in inglese questo è un tratto distintivo. Si prendano, ad esempio, le parole ‘ship’ /ʃɪp/ (imbarcazione) e ‘sheep’ /ʃiːp/ (pecora), che presentano la prima, una vocale corta, e la seconda, una vocale lunga, comportando una differenza di significato; i cinesi pronunceranno entrambe le parole in China English nello stesso modo, /ʃі:p/, influenzando l’intellegibilità della varietà (Liu 2008).