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CAPITOLO 2: L’ESTERNALIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ PRODUTTIVA E IL MADE IN ITALY

2.2. Il “Made in Italy”

2.2.3. Concetto di “Made in Italy”

2.2.3.1. Caratteristiche del Made in Italy

I settori dell’economia italiana comprendono ovviamente quasi tutte le categorie merceologiche, ma ci sono degli ambiti che maggiormente trainano la nostra economia, questi vengono definiti le “4A”: Agroalimentare (carni, ortaggi, vini, cereali),

Abbigliamento/Moda (tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie, occhialeria,

oreficeria), Arredo casa (mobili, arredamenti, pavimentazioni, ceramiche, elettrodomestici), Automazione meccanica (macchine tessili, conciarie, macchine per la lavorazione dei metalli e del legno, macchine per le lavorazioni di gomma e plastica). In questi macroaggregati sono presenti i settori tradizionali di consumo ma anche prodotti ad elevata specializzazione che permettono di rispondere ad una clientela più sofisticata. La presenza di competenze e conoscenze specifiche, nonché la provenienza dal territorio italiano sono fonte di differenziazione e di successo, ma allo stesso modo rendono eterogenea la composizione del Made in Italy stesso. Questo fa si che le aziende possano sfruttare i propri vantaggi legati alla provenienza in più settori e riescano a costituire parte integrante dell’economia italiana.

Come emerge dai dati riportati nella Tabella 2.3 e provenienti dai report annuali elaborati dall’ICE, in realtà la quota di export è quasi equamente distribuita tra i settori dell’agroalimentare, dell’abbigliamento, dell’automotive, dei prodotti chimici e della tecnologia, per essere poi in misura consistente attribuita al settore della metallurgia ed invece in misura minima appartenente al settore dell’arredamento. Guardando la composizione dei vari comparti indicati si può capire come sia possibile questa notevole differenza tra le quote del settore della metallurgia e dell’arredamento e gli altri, infatti il primo considera una misura consistente di settori (prodotti in legno, carta, plastica, gomma, metalli, ecc..), invece il secondo è riferito solo al settore dei mobili, quindi la valutazione risulta particolarmente discostata anche per questo. In linea generale però si può affermare che il trend nei diversi comparti sia stato in notevole crescita nei 10 anni considerati nell’indagine, in alcuni casi infatti il fatturato è addirittura duplicato.

Va però tenuto in considerazione che per avere un’idea completa della situazione nei vari settori, andrebbero valutate anche le importazioni negli stessi così da determinare il valore della Bilancia Commerciale (valore esportazioni – valore importazioni), questa costituisce un importante elemento di analisi dell’andamento dell’attività economica di un paese perché ne indica la solidità e la ricchezza economica. Se questa è in attivo (valore esportazioni > valore importazioni) allora si avrà un ingresso di capitale monetario nello stato, se invece essa è in passivo (valore esportazioni < valore importazioni) si avrà un’uscita di capitale monetario.

Tabella 2.3: Valore export per settore (in migliaia di euro) periodo 2009/2018

Fonte: Elaborazione dati ICE su dati ISTAT

Nonostante i numeri positivi rilevati nei diversi settori, per le aziende italiane risulta comunque difficile operare sul piano internazionale per una serie di caratteristiche dei settori stessi e del paese che non favoriscono, anzi rallentano, quella che dovrebbe essere l’espansione internazionale.

Innanzitutto in Italia la prevalenza

abbigliamento e arredamento), cosa diffusa nei paesi in via di sviluppo e non in quelli a

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Composizione settori considerati:

o Agroalimentare: prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura, prodotti alimentari, bevande e tabacco

o Abbigliamento: prodotti tessili, articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) e articoli in pelle (escluso abbigl

o Metallurgia: legno e prodotti in legno e sughero, carta e prodotti di carta, articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, prodotti della metallurgia, prodotti in metallo (esclusi mac

energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata o Arredamento: mobili

o Automotive: autoveicoli, rimorchi, semirimorchi, altri mezzi di trasporto o Prodotti chimici: prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati

o Tecnologia/informatica: computer e prodotti di elettronica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi, apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche.

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Tabella 2.3: Valore export per settore (in migliaia di euro) periodo 2009/2018

Fonte: Elaborazione dati ICE su dati ISTAT

positivi rilevati nei diversi settori, per le aziende italiane risulta comunque difficile operare sul piano internazionale per una serie di caratteristiche dei settori stessi e del paese che non favoriscono, anzi rallentano, quella che dovrebbe

pansione internazionale.

prevalenza dei settori è di tipo tradizionale (agroalimentare,

abbigliamento e arredamento), cosa diffusa nei paesi in via di sviluppo e non in quelli a

sizione settori considerati:

Agroalimentare: prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura, prodotti alimentari, Abbigliamento: prodotti tessili, articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) e articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili

Metallurgia: legno e prodotti in legno e sughero, carta e prodotti di carta, articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, prodotti della metallurgia, prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

Automotive: autoveicoli, rimorchi, semirimorchi, altri mezzi di trasporto Prodotti chimici: prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati

ia/informatica: computer e prodotti di elettronica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi, apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche.

Tabella 2.3: Valore export per settore (in migliaia di euro) periodo 2009/20184

positivi rilevati nei diversi settori, per le aziende italiane risulta comunque difficile operare sul piano internazionale per una serie di caratteristiche dei settori stessi e del paese che non favoriscono, anzi rallentano, quella che dovrebbe (agroalimentare, abbigliamento e arredamento), cosa diffusa nei paesi in via di sviluppo e non in quelli a

Agroalimentare: prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura, prodotti alimentari, Abbigliamento: prodotti tessili, articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) e Metallurgia: legno e prodotti in legno e sughero, carta e prodotti di carta, articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, chinari e attrezzature), Automotive: autoveicoli, rimorchi, semirimorchi, altri mezzi di trasporto

Prodotti chimici: prodotti chimici, prodotti farmaceutici di base e preparati

ia/informatica: computer e prodotti di elettronica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi, apparecchiature elettriche e per

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maggior valore aggiunto. Dall’altro lato quindi c’è una scarsa presenza in settori ad alta

intensità di ricerca (science based) e in quelli ad elevate economie di scala (scale

intensive), che sono invece settori ad alta competizione e determinanti per lo sviluppo dei paesi. Com ‘è già stato detto poi una caratteristica che vincola fortemente lo sviluppo delle imprese italiane è la loro dimensione (piccolo-media) che limita fortemente le possibilità di espansione.

Un elemento fondamentale che risulta essere un problema per le aziende è il fatto che esse non possono contare sull’appoggio nazionale nel momento in cui si affacciano sul panorama estero. Quello che viene definito “sistema paese”, come l’insieme di fiducia verso la politica, fiducia economica, sistema informativo e sistema culturale, presenta delle lacune che non permettono ai soggetti di identificarsi come un unico popolo e questo risulta essere un problema quando ci si confronta con altre aziende che sul piano internazionale godono di un forte appoggio e sostegno da parte dei propri governi. Ciò che manca è una vera identità nazionale, tutti noi pensiamo in modo individuale e mai collettivo, non ci sentiamo parte di un’unica identità e questo rende poco chiaro il nostro posizionamento sul piano internazionale, a questo si aggiunge poi una scarsa voglia di parlare di sé all’estero, il sistema informativo è quindi caratterizzato da una eccessiva autoreferenzialità. Un altro elemento di disturbo è la

mancanza di innovazione, infatti gli investimenti in ricerca sono piuttosto scarsi perché

scarsa è la fiducia nel futuro e quindi le aziende sono scoraggiate ad innovare e trovare nuove soluzione per competere, anzi faticano anche a mantenere una certa continuità con quello che attualmente portano avanti. Infine si può riscontrare un basso interesse alla valorizzazione culturale del nostro patrimonio che, se sfruttata correttamente, può essere un elemento distintivo e di grande valore aggiunto per l’immagine nazionale e quindi per le aziende.

La situazione complessiva che appare è quindi quella di un settore, quello del Made in Italy, in espansione ma allo stesso tempo un settore nel quale le imprese faticano ad operare su scala internazionale per le varie motivazioni viste e questo comporta un rallentamento generale del sistema.