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Carpentier e il surrealismo

DESNOS E CARPENTIER TRA SURREALISMO E IMPEGNO

III.2. Carpentier e il surrealismo

Le conseguenze e l’importanza di questo viaggio possono essere riassunte nel generoso gesto che Desnos fece nei confronti di Alejo Carpentier nel momento della sua partenza da Cuba. Preoccupato per la delicata condizione in cui si trovava Carpentier a Cuba, cercò di convincerlo a partire con lui per la Francia. Carpentier all’epoca non aveva né passaporto né documenti d’identità, non ne aveva diritto perché era un prigioniero politico, e doveva presentarsi una volta a settimana al commissariato di polizia. Era dunque sorvegliato ed era praticamente impossibile che riuscisse a fuggire. Desnos organizzò un piano per farlo evadere. In quanto delegato al Congrès de la Presse latine aveva ricevuto molti documenti, fra cui uno di inviato del giornale La Razòn che non aveva la foto e quindi gli fu possibile cedere questi documenti a Carpentier, il quale riuscì a salire sulla nave España con l’identità di Robert Desnos. Il vero Desnos fece finta di aver perso i suoi documenti e per farsi riconoscere chiamò alcuni congressisti che si trovavano già sulla nave. La nave España salpò il 16 marzo con a bordo un passeggero in più. Le difficoltà furono risolte anche per l’arrivo in Francia; fu infatti inviato un aerogramma a Mariano Brull, all’epoca funzionario dell’ambasciata di Cuba in Francia e grazie al suo

2 R. Desnos, Introduction à A. Carpentier, La Musique cubaine, 1929 in C. Vásquez, Robert Desnos et

intervento Alejo Carpentier fu ricevuto al porto di Saint-Nazaire con tutti gli onori di un diplomatico3.

Con un semplice e generoso gesto Robert Desnos permise la fuga di un uomo privato della sua libertà di agire e di esprimersi all’interno della sua stessa patria; Desnos dimostrò in questa circostanza il suo altruismo e la sua sensibilità, non era forse lui un fervente sostenitore della libertà in ogni ambito? In questo modo Desnos riuscì a salvare Carpentier, dandogli la possibilità di entrare in contatto con i centri intellettuali e letterari parigini, di conoscere le produzioni degli artisti francesi e di formarsi culturalmente. Tutto questo influenzò l’opera dello scrittore cubano.

Come ricorda Carpentier nel suo articolo Robert Desnos et ses trois maisons

magiques del 1948, pubblicato su El Nacional, Desnos fece ritorno in Francia con i

suoi trofei: un toro di cartone comprato a Santander, una collezione di dischi cubani e «un échantillon d’indigène du Nouveau Monde»4. L’esemplare di indigeno del nuovo mondo era ovviamente Carpentier, il quale, a Parigi, fu immediatamente trasportato in un “mondo meraviglioso”, nell’agitato mondo surrealista. Alcuni suoi articoli furono pubblicati nelle riviste del gruppo, come per esempio in Documents, Bifur,

L’Intransigeant. Conobbe Breton, Aragon, Tzara, Éluard, Sadoul, Péret, de Chirico,

Tanguy e Picasso, con cui partecipò agli incontri a La Coupole e con cui si unì in occasione di importanti avvenimenti che riguardarono il gruppo surrealista.

Carpentier aveva programmato di restare a Parigi solo due anni, in realtà vi rimase undici anni, poiché i motivi politici e l’insicurezza lavorativa a La Habana non gli permisero di rispettare i suoi progetti e di fare ritorno nella sua patria. Questo soggiorno “forzato” però gli diede la possibilità di scoprire e di fare proprie tematiche e tecniche, che lo aiutarono a maturare artisticamente. Dal 1928 al 1939 opererà a Parigi e anche in Spagna; questi saranno gli anni in cui conoscerà e abbandonerà il movimento surrealista, a cui aderì nel suo momento migliore, e saranno anche gli anni in cui inizierà a lavorare alla radio, sperimentando nuovi cammini nell’ambito dell’arte radiofonica. Unirà le proprie conoscenze a quelle nuove, acquisite in Europa e concepirà la sua idea di America. Il cubano Carpentier si troverà catapultato in un paese straniero, dove collaborerà a uno dei più importanti

3 C. Vásquez, Robert Desnos et Cuba. Un carrefour du monde, cit., pp. 11-14.

4 A. Carpentier, Robert Desnos et ses trois maisons magiques, 1948 in Robert Desnos, M.-C. Dumas

movimenti culturali dell’epoca, ne assimilerà gli aspetti fondamentali, e li trasformerà per sviluppare una propria teoria5.

Nella Parigi di fine anni Venti Carpentier ebbe la possibilità di entrare in contatto con l’estetica del surrealismo e di assimilare una nuova idea di arte. I surrealisti proclamavano la bellezza nata e formata a partire dal famoso incontro fortuito di un «parapluie et d’une machine à coudre sur une table de dissection» descritto da Lautréamont e di cui Desnos si fece portavoce con le sue opere. Si trattava di una “terza bellezza” originata dal contatto di elementi distanti tra loro e lontani dal loro contesto abituale, e ricercata dai surrealisti anche all’interno della vita quotidiana. Per questo motivo la loro attenzione era sempre rivolta a qualche ritrovamento inaspettato o a qualche incontro particolare che poteva avvenire nella vita di tutti i giorni, come per esempio accadde un giorno anche a Carpentier mentre passeggiava insieme a Desnos e di cui diede testimonianza nell’articolo Sobre el

surrealismo, dove riassunse le principali caratteristiche del movimento6:

[...] un día Robert Desnos y yo paseando por los alrededores del antiguo mercado de París que desapareció, pasamos frente a una tienda que no conocíamos que se llamaba Fábrica de Trampas, tenía un enorme letrero con letras doradas que decía Fábrica de Trampas. Allí se vendían trampas de todas clases: para coger zorros, para coger hasta osos, trampas enormes, ratoneras, en fin, todo lo que fuera las trampas para animales peligrosos o dañinos. Y sobre el letrero, asomados a las ventanas de una casa de huéspedes que había encima de la fábrica de trampas, había dos sacerdotes católicos de gran sotana que miraban hacia la calle. Eso lo fotografiamos inmediatamente y lo publicamos en la revista, porque eso era un cuadro surrealista de estado puro7.

La meraviglia, lo stupore e la bellezza sono assicurate dal contrasto tra l’insegna di un negozio di trappole e i due sacerdoti cattolici affacciati alla finestra sopra l’insegna.

Incontri del genere davano origine a un tipo di umorismo tipico del surrealismo, che diventava noir quando il fatto era macabro. Carpentier pubblicò dodici cuentos basati sullo humour noir nella rivista Carteles. Uno di questi cuentos,

5 G. M. Rubio Navarro, Música y escritura en Alejo Carpentier, Universidad de Alicante,

«Publicaciones de la Universidad de Alicante», Alicante 1999, pp. 59-61.

6 Id., pp. 61-62.

7 A. Carpentier, Sobre el surrealismo in Obras completas de Alejo Carpentier, Conferencias, vol.

riportato sempre nell’articolo Sobre el surrealismo, è una storiella, il cui scopo è unicamente quello di far sorridere il lettore. Suscita il sorriso l’immagine di una piscina vuota in cui nuotano e si tuffano, divertendosi, delle persone malate di mente. Ciò che stupisce maggiormente è che a raccontarlo sia un famoso psichiatra, il medico del manicomio. La contraddizione è insita nella manifestazione della stupidità in un luminare della medicina, da cui ci si aspetterebbe serietà e buon senso, ma che invece potrebbe essere inserito nel gruppo dei suoi pazienti. Non è facile spiegare e commentare un racconto del genere, è come spiegare una barzelletta, un’impresa impossibile oltre che inutile; lo humour è al suo interno, è implicito e questo conferisce al racconto ciò che serve per capirlo e apprezzarlo.

[…] es el cuento famoso del psiquiatra que ha instalado en un manicomio una piscina para los enfermos. Entonces, un amigo va a ver y le dice: “Bueno, y qué tal le ha ido a usted con la piscina”. Dice: “Una maravilla; ha sido un éxito completo, una terapéutica perfecta. Los locos se pasan el día haciendo competencias de natación de todas clases, se zambullen”. “Ah, ¿se zambullen?” “Sí, muchísimo”. “Entonces la piscina ha sido un éxito”. Dice: “Sí, hombre, y cuando tenga agua eso va a ser maravilloso”8.

L’elemento umoristico era presente in molte vicende che potevano accadere anche nella vita quotidiana, di tutti i giorni, e Carpentier ne ricorda una un po’ macabra vissuta insieme a Robert Desnos:

Un día que salíamos Desnos y yo de casa de un amigo que vivía detrás del bosque de Bolonia-esto es un humor negro a fondo, una historia horrenda-, caminábamos al amanecer a la orilla del lago del bosque, y vimos una mujer con un abrigo de pieles que estaba mirando fijamente al agua. Robert Desnos me dijo: “Esta mujer se va a suicidar, tengo el presentimiento de ello. La voy a salvar.” Salió corriendo hacia ella, la agarró por un brazo y el brazo se le quedó en la mano: era un brazo ortopédico [...]9.

Carpentier sperimentò la scrittura automatica, ma non disponiamo di prove o di documenti relativi a questa attività tipicamente surrealista. Ne riconobbe lui stesso la capitale importanza e valore, ricordando, nell’articolo già citato, la grande capacità di

8 Id., pp. 28-29. 9 Id., pp. 35-36.

Desnos di entrare in uno stato di sonnambulismo-lucidità, durante il quale il poeta dettava le sue poesie-proverbi-massime. È così che nacque Rrose Sélavy. Carpentier apprezzava la facilità con cui l’amico declamava versi senza regolamentare nessun controllo sulle immagini e sulle forme che produceva, e infatti lo descriveva come una macchina creatrice di versi.

[...] Cuando ese automatismo era empleado por un poeta como Breton, por un poeta como Aragon, por un poeta como Desnos, lo que salía en fin de cuentas era una cosa maravillosa, era un verdadero poema, ilógico si se quiere, pero dotado de nuevos valores. Y a tanto habían llegado los surrealistas entrenándose dentro de ese método de escritura automática y del hablar automático, que un hombre como Robert Desnos, que fue el poeta surrealista en estado puro, que siguió siendo fiel al surrealismo hasta su trágica muerte ocurrida a la salida de un campo de concentración alemán. Desnos era un hombre que cuando quería hablaba en poesía, hablaba en un poema. Muchas veces caminando juntos por las calles de París, Desnos me decía: “Te molesta que yo hable”. Le decía: “No, hombre, habla”. Y empezaba a hablar en un metro dado, por ejemplo, en alejandrino francés de doce sílabas, con la cesura en seis y seis, y podía estarse horas hablando en alejandrinos sin parar [...]10.

Queste testimonianze ci fanno capire che Desnos possedeva qualità straordinarie e innate, che gli permettevano di esprimersi spontaneamente e liberamente. Carpentier assisteva quotidianamente a tali “fenomeni”, che stimolarono la sua mente e lo arricchirono culturalmente. L’attività surrealista della scrittura automatica è esaltata da Carpentier anche in un altro articolo del dicembre 1928 e pubblicato nella rivista

Social intitolato En la extrema avanzada. Algunas actitudes del surrealismo. In

questo articolo Carpentier elabora una vera e propria apologia del movimento francese. Oltre alla scrittura automatica, l’attenzione di Carpentier è rivolta alle principali pratiche del movimento surrealista, come per esempio le immagini nate dall’accostamento di oggetti distanti l’uno dall’altro, usate in poesia con lo scopo di mostrare al lettore un mondo magico e meraviglioso; oppure ai protagonisti del movimento, ai partecipanti, diventati poi anche suoi amici. Nel suo articolo Carpentier appoggia l’attitudine surrealista di avversione per lo scetticismo:

10 Id., p. 24.

La aversión por el escepticismo hace que los surrealistas condenen todo lo representativo de lo que ha convenido en llamarse «el claro genio francés»-encarnación de la sonrisa irónica, la ligereza y el tacto. [...] No son Voltaire, Molière, o Verlaine los que, según ellos, encarnan el genio francés, sino los grandes rebeldes, los inconformes, los innovadores en lucha abierta contra la sociedad y el pensamiento de sus épocas: Rimbaud, Lautréamont, Aloysius Bertrand, Jarry, Baudelaire, Gérard de Nerval, Germain Nouveau...11.

Carpentier riporta, inoltre, alcune parole di Desnos, attraverso le quali quest’ultimo afferma che «[...] lo que hallamos hermoso en hombres como Benjamin Constant, como Byron, es el dinamismo que los animaba, su inclinación por una vida peligrosa, su propensión valiente a jugar el todo por el todo»12. Il culto per i “ribelli” era animato da un forte desiderio di indipendenza.

Carpentier visse queste esperienze, fu totalmente immerso nel meraviglioso mondo surrealista e proprio a tali esperienze è opportuno ricondurre la scrittura di due racconti: El estudiante e El milagro del Ascensor.